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Autore: Pendincibacco    20/03/2015    3 recensioni
"[...] negli ultimi mesi Naruto è sempre assente. Certo, partecipa alle missioni, ma se lo cerco quando non abbiamo incarichi non è praticamente mai in casa. Dice che passeggia per rilassarsi, ma mi sembra strano che lo faccia tutti i giorni, non è da lui! –
- L’ho notato anche io. – constatò il maestro – Forzarlo a parlare non servirebbe, Naruto reagisce male alle pressioni. Forse dovremmo seguirlo per vedere dove va e su che cosa rimugina. – valutò.
Ma le elucubrazioni dei due furono inaspettatamente interrotte.
- Beh, non ho idea di che cosa Naruto pensi, nei libri che ho letto non spiegano esattamente come fare a capirlo, ma so dove va quando non è in casa. – asserì Sai con il suo solito tono serafico."
Missing moments della mia precedente storia "Respirare", incentrati su come i membri del team 7 arrivano a capire che tipo di problema attanaglia Naruto e su come agiscono di conseguenza.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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Note dell'Autrice: Salve a tutti! Per chi non mi conosce ancora, questa storia è una raccolta di Missing Moments della mia prima storia, "Respirare", quindi se siete capitati qui vi consiglio di leggere prima "Respirare" e, anche se non è essenziale, magari anche "Il regalo migliore è quello che non ti aspetti" (e magari fatemi anche sapere cosa ne pensate :D). Sono due fic senza pretese, le mie prime storie, tuttavia "Respirare" è essenziale per capire questa breve raccolta.
Per chi invece magari si ricorda di me...bentornati! Allora, questo non è l'extra comico che avevo promesso, a cui comunque sto lavorando, ma anche quasta raccolta è quelcosa a cui avevo pensato già mentre scrivevo la storia principale, di pari passo. Non è nulla di che, una cosina molto sintetica in due soli capitoli, tuttavia getta finalmente luce su alcuni accenni che avevo lanciato in "Respirare" relativi al fatto che Sakura sembrava sapere delle "fughe" di Naruto e, in generale, delle sue questioni con Sasuke. Come al solito, se ne avete voglia indicatemi pure eventuali errori, l'assenza di un beta si fa sentire e quando scrivo dal tablet spesso inverto le lettere o dimentico gli accenti e non sempre trovo gli errori rileggendo.
Grazie mille per l'attenzione e ... buona lettura!


 
Cupido ha i capelli rosa, la pancia scoperta ed un libro in mano
[Missing Moments di “Respirare”]

Capitolo 1
Un altro importante lavoro di squadra



Il ticchettio delle unghie di Sakura sul piano di legno del loro tavolo ricominciò per l’ennesima volta, cosa che portò Kakashi ad emettere un rumoroso sospiro sconsolato e a lanciare ai suoi due compagni uno sguardo piuttosto sfinito. Lui, Sakura e Sai si trovavano in quel ristorante da almeno mezz’ora: nessuno aveva ancora toccato la propria porzione di gnocchi e, soprattutto, nessuno aveva ancora parlato. Era stata la kunoichi a richiedere quell’incontro “segreto”, sostenendo che ci fosse da discutere di una questione di fondamentale importanza e, tuttavia, da quando erano arrivati non aveva fatto altro che guardarsi in giro nervosamente e tamburellare le dita sul tavolo, cosa che perfino una persona calma e pacata come Kakashi stava cominciando a trovare snervante.
- Ehm, Sakura … non per metterti fretta, ma che ne diresti di dirci per quale motivo ci hai fatti venire qui nel nostro pomeriggio libero? – domandò, affranto. Aveva infatti programmato di passare il resto della giornata sdraiato al sole a leggere il suo libro preferito, come al solito, e questo contrattempo l’aveva scombussolato non poco. Sai, al contrario, non sembrava per nulla infastidito e osservava Sakura con blando interesse, in attesa. La ragazza prese un respiro profondo, alzò gli occhi sui due seduti di fronte a sé e, con l’espressione di chi è in procinto di rivelare qualcosa di terribile, esordì dicendo:  - Credo che Naruto sia gay.-

A quelle parole Kakashi, che stava bevendo del tè dal suo bicchiere, rischiò di strozzarsi facendoselo andare di traverso e cominciò a tossire e a sputacchiare; al contrario, Sai sembrava decisamente perplesso ma calmo e diede qualche leggera pacca sulla schiena del maestro per aiutarlo a riprendersi. Sakura parve vagamente stizzita dalle reazioni osservate.
- Oh, insomma Kakashi! Vuoi dire che non te ne eri accorto? Voglio dire, a me sembra pale … - ma si accorse in quel momento che l’ex-maestro stava  ridendo a crepapelle e che era stata una risata improvvisa a fargli andare di traverso la bibita. – Si può sapere cosa c’è di tanto buffo? – domandò basita da quella reazione. L’uomo si asciugò le lacrime ai lati degli occhi con un gesto veloce, poi si rivolse a Sakura. – Scusa, mi ha fatto ridere il modo in cui l’hai detto, come se fosse una cosa estremamente seria! –  ridacchiò ancora una volta tra sé e sé, poi aggiunse – Certo che me ne ero accorto Sakura, parecchio tempo fa ormai. Tutta quella storia di voler salvare Sasuke era decisamente troppo estrema perché si potesse trattare solo di amicizia fraterna, era chiaro. E anche prima, Naruto ha sempre manifestato nei suoi confronti un’attenzione e, in un certo senso, una cura fuori dal comune … direi che la cosa si sarebbe potuta intravvedere già dal principio. –
Sakura annuì, sollevata. Era contenta di sapere di non essere stata l’unica a notare certi comportamenti nel compagno di squadra, atteggiamenti che l’avevano portata a quella conclusione. In primo luogo, le avance nei suoi confronti che erano cessate completamente da almeno tre anni, poi il totale disinteresse romantico verso qualunque ragazza compresa quella poveretta di Hinata che era evidentemente cotta di lui da tempo immemore … e l’ossessione per Sasuke, naturalmente. Lo fissava in modo così intenso, quando non credeva che nessuno guardasse, che lei si ritrovava spesso a pensare che avrebbe dato qualunque cosa per essere osservata in quel modo da qualcuno, un giorno. Insomma, fare due più due era stato piuttosto semplice. In principio, doveva ammettere, la cosa le era sembrata strana … in un certo senso, forse, si sentiva esclusa. Sasuke non l’aveva mai considerata molto e ora anche Naruto finiva con il metterla da parte a favore del compagno di squadra. Tuttavia c’era voluto poco tempo per capire quanto sciocco fosse questo suo pensiero: Naruto le voleva bene, lo dimostrava con ogni gesto, con ogni parola: nel suo cuore ci sarebbe sempre stato spazio per lei, solo in modo diverso.

Kakashi si schiarì la voce, distogliendola dalle sue elucubrazioni, e ricominciò a parlare.
- Ora, quello che mi preme sapere è: perché la cosa ti sembra un problema tale da doverne discutere in gran segreto? Non posso credere che tu sia il tipo di persona che dà peso a queste cose. –
A quelle parole Sakura si infiammò.
- Ma nemmeno per idea! Non è un problema che Naruto sia gay, rimane sempre Naruto! Non hai capito, il problema non è lui, è Sasuke! –
Kakashi sospirò: aveva davvero sperato di poter evitare per sempre quel discorso, era oltre un anno ormai che cercava di dribblarlo.
- Sakura, mi rendo conto che la cosa possa essere dolorosa per te, ma credo che dovresti cominciare ad accettare la cosa. – affermò – Insomma, sono anni che le cose stanno così, Sasuke di certo è affezionato a te ma … beh, credevo che avessi cominciato a fartene una ragione già da un po’. – concluse imbarazzato, grattandosi il retro del collo nervosamente. Le pene d’amore non erano certo qualcosa di cui si sarebbe mai aspettato di dover discutere con i suoi allievi, specialmente con l’unica ragazza del gruppo.
- Ma sei scemo o cosa? Non ne azzecchi una! La questione di Sasuke è acqua passata da tempo! – esclamò la ragazza palesemente infastidita - Potrò anche essere stata ossessiva in passato, Kakashi, ma per quanto io gli voglia bene e l’abbia completamente perdonato non sono comunque tipa da star dietro come un cane a qualcuno che ha cercato di farmi fuori senza nemmeno battere ciglio, nonostante l’abbia perdonato. E’ un capitolo chiuso, fin da quella volta. – concluse seccamente. Kakashi si diede mentalmente dell’idiota, ma non poteva farci nulla: lui con le ragazze non ci sapeva proprio fare.
- Capisco. Scusa. – Sakura sbuffò appena, sventolando la mano di qua e di là, come a voler scacciare un pensiero sgradito. - Non importa. Il punto del mio discorso è che … - ma per la seconda volta non poté terminare la frase, perché fu interrotta di colpo dalla voce di Sai.
- Scusate se vi interrompo ma io avrei una domanda. –
- Cioè? – domandarono in coro gli altri due.
- Cosa significa essere gay? – chiese candidamente il ragazzo. Sakura e Kakashi si rivolsero un’occhiata imbarazzata e sconfitta: sarebbe stato un lungo pomeriggio.
 
***
 
- Eh? Si può davvero fare? – esclamò Sai dopo che i due compagni gli ebbero spiegato in modo conciso ma preciso che cosa fosse l’omosessualità. Era stato un discorso decisamente imbarazzante, tanto che Sakura aveva il viso arrossato e Kakashi si osservava le punte dei piedi con ostentato interesse.
- Non è questione di potere, quando ci si innamora ci si innamora e basta, non è che si possa decidere di fare a meno, questo vale per tutti. – affermò sicuro Kakashi, che ancora faticava a capire come prendere quel benedetto ragazzo, tanto era particolare e fuori dal mondo.
- Caspita. Non avevo idea che esistesse un fenomeno del genere … pazzesco. – rifletté il ragazzo in questione ad alta voce. Sakura posò lo sguardo su di lui assottigliando gli occhi.
- Prova solo a dire qualcosa di negativo su Naruto e banchetterò con le tue carni ancora calde. – asserì con tono gelido. Sai, che ormai aveva cominciato a capire un po’ come funzionava la mente della compagna di team, mise le mani avanti sorridendo.
- E perché mai dovrei? Sono solo sorpreso. Al mondo succedono cose davvero incredibili … è affascinante! – concluse con sguardo sognante, come se stesse rimuginando sull’infinita perfezione del creato. Sakura e Kakashi lo guardarono per qualche momento, allibiti ma allo stesso tempo inteneriti dal comportamento particolare del compagno.
- Ehm, mi fa piacere che tu la veda in questo modo, Sai, ma tornando all’argomento principale del discorso … Sakura, quale sarebbe il problema? – chiese il Jounin tentando di venire finalmente a capo di quella situazione.
Sakura ritornò dunque ad essere seria ed esalò un breve respiro, guardando i due compagni negli occhi.
- E’ evidente che a Naruto piace Sasuke; come hai detto tu, forse avremmo dovuto capirlo da subito. Io credo che prima o poi Naruto glielo dirà. Probabilmente ci metterà almeno un po’ a rendersi conto della cosa, ma sono certa che non appena lo capirà quel testone si precipiterà a dichiararsi. E francamente non sono certa che Sasuke la prenderebbe bene. Lui ha sempre reagito male a cose di questo tipo e penso che questa situazione non farebbe eccezione. Per questo mi preoccupo. Credo che una cosa del genere incrinerebbe il loro rapporto e Naruto, dopo tutto quello che ha dovuto penare per ricostruirlo, ne sarebbe schiacciato. – Kakashi notò che la ragazza sembrava davvero turbata, si tormentava di continuo le mani mentre parlava.

- Ma la questione principale non è questa, anche se credo che le sue cose siano collegate. Il fatto è che negli ultimi mesi Naruto è sempre assente. Certo, partecipa alle missioni, ma se lo cerco quando non abbiamo incarichi non è praticamente mai in casa. Dice che passeggia per rilassarsi, ma mi sembra strano che lo faccia tutti i giorni, non è da lui! –
- L’ho notato anche io. – constatò il maestro – Forzarlo a parlare non servirebbe, Naruto reagisce male alle pressioni. Forse dovremmo seguirlo per vedere dove va e su che cosa rimugina. – valutò.
Ma le elucubrazioni dei due furono inaspettatamente interrotte.
- Beh, non ho idea di che cosa Naruto pensi, nei libri che ho letto non spiegano esattamente come fare a capirlo, ma so dove va quando non è in casa. – asserì Sai con il suo solito tono serafico. I due compagni lo fissarono, stralunati. – Lo sai? E perché non l’hai detto subito? – sbraitò la kunoichi, alterata. – Perché credevo lo sapeste già. Io l’ho scoperto da un paio di settimane. Ero curioso e l’ho seguito. –
Sakura emise un gemito, evidentemente esasperata. Kakashi, riscossosi dallo stupore, pose la fatidica domanda: - E quindi? Dove va? –
- Nel bosco, nella zona nord-ovest del villaggio. Segue Sasuke quando va ad allenarsi. – rivelò finalmente il compagno.
- Eh? Si allena con Sasuke? E che bisogno c’è di tanta segretezza, poteva dirlo! – Sakura era allibita.
- No, non si allenano insieme. Naruto lo segue di nascosto e si nasconde tra i rami degli alberi. –
- Cosa? Ma … perché? Cosa fa? –
- Nulla. O meglio, sta seduto fermo e silenzioso e guarda Sasuke che si allena. Non so perché. Ma forse è per quella cosa che dicevi prima no? Perché gli piace. Ma non me ne intendo di questo genere di rapporti, e non li ho ancora studiati a fondo. – riflettè Sai, perplesso.
I compagni si guardarono, non sapendo bene come interpretare la cosa.
- Non lo so … mi sembra strano che Naruto segua Sasuke nel bosco continuamente solo perché gli piace. Non è così ossessivo di solito, e si vedono di continuo per via delle missioni. Diamine, quell’idiota, Sasuke andrà su tutte le furie! – sentenziò Sakura.
Kakashi si rivolse ancora una volta al giovane compagno – Sai, fammi capire bene. Stai dicendo che tutti i giorni, mattina e pomeriggio, Naruto segue Sasuke nel bosco e rimane nascosto a fissarlo mentre si allena, senza essere visto? – chiese il maestro, sicuro di aver compreso correttamente la situazione, pur senza sapere esattamente come interpretarla. Sai, tuttavia, scosse la testa. – Non proprio. –
- Che vuol dire non proprio? E’ quello che hai appena detto! – sbottò la compagna di team.
- Si, è vero, ma Sasuke sa che Naruto lo segue. -
A Sakura per poco non si disintegrò la mandibola, caduta sul tavolo per lo sbalordimento.
- Lo sa? Sei sicuro? – chiese Kakashi, che tentava di trovare un senso in tutta quella storia.
Sai annuì convinto. - Abbastanza. Sasuke è bravo, ha i sensi molto sviluppati e sempre all’erta, infatti si è accorto di me quando li ho scoperti nel bosco, ed ero nascosto bene, infatti Naruto non mi ha percepito. Se ha notato me, è impossibile che non si sia mai accorto di Naruto, io sono più bravo ad occultare la mia posizione. E mi ha trovato quasi subito, si è voltato verso di me mentre si esercitava e mi ha guardato fisso, seppur dissimulando la cosa. Sembrava decisamente infastidito. – concluse, perplesso.

A quel punto, la confusione regnava sovrana al tavolo. Sakura scosse la testa, come a volersi schiarire le idee, e decise di fare il punto della situazione.
- Ok, riepiloghiamo le informazioni che abbiamo. A Naruto piace Sasuke. Naruto segue Sasuke tutti i giorni e lo guarda allenarsi, cercando di nascondersi, tuttavia sappiamo che Naruto non è un pazzo maniaco, quindi la motivazione del gesto risulta ignota. Sasuke sa di essere osservato e non gli ha ancora spaccato la faccia, la motivazione è anch’essa ignota. Ho detto tutto? –
I due ninja annuirono mesti. Sakura sbuffò. – Effettivamente non è molto, ma ci possiamo lavorare. Per il momento, ognuno di noi cerchi di capire cosa sta succedendo e perché quei due si comportano in questo modo. Ci aggiorneremo ad ogni progresso o informazione raccolta. –
I compagni diedero un cenno di assenso, dopo di che i tre si salutarono ed uscirono dal locale, ognuno immerso nei propri pensieri.
 
***
 
Sakura si considerava una persona sveglia. Anzi, a voler essere immodesti, pensava di essere decisamente intelligente. Era sempre stata la mente della squadra, quella che sapeva ciò che c’era da sapere e che era in grado di sfruttare le informazioni in proprio possesso a beneficio del gruppo. Tuttavia, dopo tre giorni a lambiccarsi sulla “Questione Naruto”, cominciava a pensare di essersi nettamente sopravvalutata. L’unico progresso vagamente degno di nota l’aveva inaspettatamente fatto, ancora una volta, Sai. Il giorno prima, infatti, aveva comunicato alla ragazza che Naruto, durante la breve missione in coppia portata a termine durante il pomeriggio, gli era sembrato strano. “La missione è stata davvero breve, nemmeno mezz’ora, dovevamo solamente prelevare e recapitare dei documenti importanti per conto della Takeda Co., eppure Naruto era nervoso. Si guardava intorno continuamente, era agitato. Ah, e aveva il respiro pesante, affannato, ma non stavamo affatto correndo, ce la siamo presa comoda. E una volta consegnato il messaggio è schizzato via come una molla, senza quasi salutare. Credo stesse andando nel bosco, come al solito, quindi non capisco la sua fretta.” aveva comunicato, confondendola ancora di più.

Mentre sistemava le pratiche nel suo ufficio in ospedale, Sakura si lasciò andare contro lo schienale della propria sedia, rilasciando un sospiro che sapeva di amara sconfitta: per quanto ci rimuginasse proprio non riusciva ad afferrare quale fosse il nocciolo della questione. Ripensò a quanto detto da Sai: Naruto, evidentemente, non si sentiva troppo bene, ma non era disposto ad ammetterlo. Sakura si grattò la fronte, riflettendo ancora una volta. Naruto non stava quasi mai male, aveva generalmente una salute, anche psicologica, di ferro. Da quando la vita era tornata alla normalità era stato piuttosto bene … certo, le prime settimane mentalmente parlando erano state dure per lui, forse più che per gli altri. Riprendersi in mano la propria vita dopo tutti quegli anni di guerra non era stato semplice, Sakura lo sapeva e, in particolare, ricordava come l’amico avesse difficoltà a dormire, un disturbo piuttosto comune tra i reduci di guerra. Quando era passato in ospedale da lei, lamentandosene, gli aveva prescritto alcune pillole con effetto rilassante, che avrebbero potuto aiutarlo a dormire … ma ormai era da qualche mese che sembrava stare bene, infatti non passava più in ospedale a prendere il farmaco. In effetti non passava da almeno qualche mese, perciò Sakura aveva pensato che il problema si fosse risolto da sé.
Ma se non fosse stato così? Sakura riflettè sulla questione e più ci pensava più la cosa sembrava avere senso: probabilmente Naruto stava ancora vivendo un qualche tipo di disagio per via della guerra e, se fossero riusciti a comprenderne la natura, probabilmente avrebbero anche capito cosa c’entrasse Sasuke in tutta quella storia. Raccolse quindi in fretta le sue cose e corse fuori dall’ufficio: doveva parlarne immediatamente con i compagni di squadra.
 
***
 
- E questo è quanto. – concluse, aspettando di sentire le opinioni dei due uomini.
- Direi che ha senso, ma questo non spiega perché segua Sasuke. – commentò Kakashi, seduto a gambe incrociate su uno dei grandi cuscini colorati presenti nel salotto di Sai. Sakura non era mai stata lì prima di quel momento, ma l’ambiente le piaceva: pulito, ordinato, ma rilassante e, inaspettatamente, allegro e colorato. In realtà, si disse, avrebbe dovuto aspettarselo: dopotutto Sai era un artista, un pittore. Un ottimo pittore, a dirla tutta, quindi non era strano che avesse gusto e che sapesse accostare i colori in modo creativo ma piacevole.
Come se si fosse sentito chiamato in causa, Sai intervenne.
- E’ proprio questo il punto, no? Se scopriamo quale sia esattamente il suo problema, forse capiremo cosa c’entra con Sasuke. Era questo che diceva Sakura, giusto? –
- Esatto. Credo che dovremmo seguirlo per qualche tempo, giorno e notte, a turno, e sorvegliarlo. In questo modo forse riusciremo a far luce sulla questione. Che ne dite? Ci state? –
Kakashi e Sai si scambiarono un’occhiata: il ragazzo sembrava piuttosto incuriosito dalla questione, il maestro appariva piuttosto sconsolato all’idea di tutto il tempo che avrebbe dovuto sottrarre alla lettura per portare a termine quella “missione”. Ma voleva bene ai suoi ragazzi, ed era preoccupato. Così, insieme, si girarono verso la ragazza ed annuirono. Ci stavano.
 
***
 
- Ho capito! –
Sai e Kakashi sobbalzarono nell’udire il grido di Sakura, che aveva accompagnato la sua esclamazione con una sonora manata sul tavolino del proprio soggiorno. Avevano appena finito di condividere le informazioni raccolte durante l’osservazione dell’ultima settimana e stavano riflettendo su quanto appreso quando la ragazza era scattata.
- Cosa hai capito? – chiese Sai, perplesso.
- Ho capito qual è il problema di Naruto. E credo di aver capito anche perché va da Sasuke nel bosco. – dichiarò, fiera. – Ascoltate. Cosa abbiamo notato osservandolo per due settimane? –
- Che la mattina sembra sempre molto nervoso, mentre la sera è più rilassato. – propose Kakashi.
- Che a volte, quando è in missione con qualcuno di noi, ma non a gruppo completo, comincia ad agitarsi e a respirare male. – aggiunse Sai. Sakura annuì.
- E che spesso la mattina presto si rigira nel letto ed emette dei lamenti, e quando si sveglia corre subito nel bosco, senza quasi mangiare. – concluse.
– Sapete cosa significa? Significa che Naruto soffre di un disturbo da stress post traumatico di media entità. – sentenziò. Sai sgranò leggermente gli occhi.
- In cosa consiste? – chiese, ma fu il maestro Kakashi a rispondere.
- E’ un disturbo che colpisce le persone che subiscono traumi importanti, specialmente se questi si verificano durante l’infanzia e l’adolescenza. E’ piuttosto comune nei ninja che hanno assistito a scene particolarmente atroci, che coinvolgono morte e sofferenza, e nei bambini che crescono in tempo di guerra. Può essere scatenato anche dall’abbandono. – spiegò. – Era una cosa abbastanza comune quando ero giovane e il paese era costantemente in guerra. –
- Precisamente. E, come sappiamo, Naruto ha vissuto praticamente tutte le situazioni che hai elencato, quindi non è strano che questo tipo di problema sia insorto. Comporta normalmente attacchi di panico, flashback, disturbi del sonno, ansia e paura ingiustificate e molti altri disagi e, spesso, chi ne soffre tende a cercare, anche inconsciamente, un oggetto o una persona che funga da “feticcio” e che lo aiuti ad esorcizzare la paura e a ritrovare la calma, da cui non vorrebbero separarsi mai. – precisò Sakura. Kakashi la osservò, sospirando. – Credi che Sasuke sia il feticcio di Naruto? –
- Ne sono quasi certa. Dopotutto, è a causa sua che Naruto ha sperimentato l’abbandono più terribile, quindi è comprensibile che non riesca a staccarsene. Probabilmente sapere che Sasuke è qui vicino a lui è ciò che gli serve per sentirsi sicuro, per pensare che sia tutto a posto. –

I tre si fissarono, come senza parole.
- Beh, abbiamo risolto la prima parte del mistero, ma ancora non sappiamo perché Sasuke si lascia seguire senza dire nulla E resta ancora il fatto che potrebbe reagire male ad una eventuale dichiarazione di Naruto. Ora che si fa? – chiese Sai dando voce ai pensieri di tutti. Sakura sorrise. Pensava di aver capito piuttosto bene come stavano le cose ed era abbastanza certa che, alla luce delle scoperte che avevano fatto, una eventuale dichiarazione non sarebbe stata un problema, dopotutto. Aveva solo bisogno di un’ultima conferma, dopo di che avrebbe potuto mettere in atto il semplice piano che aveva appena escogitato.
– Da qui in poi me ne occupo io, ragazzi. Se le cose stanno come penso io la situazione si evolverà presto in meglio. – I due compagni la guardarono perplessi.
– Ne sei sicura Sakura? –
- Certo Kakashi. Dopotutto sono un medico, no? State tranquilli, ci penso io. Vedrete che tra poco le cose si sistemeranno. – concluse, tranquilla. Il maestro la guardò per un altro momento, poi si alzò e, prima di andarsene, le posò una mano sulla spalla.
- Ottimo lavoro. Contiamo su di te, allora; facci sapere come va. – aggiunse, prima di avviarsi verso la porta.
- Certo. Grazie a te, Kakashi. – lo salutò lei un attimo prima che uscisse.
Rimasti soli, anche Sai si alzò.
- Come fai ad essere sicura che andrà tutto bene? – chiese, perplesso. Sakura gli sorrise.
- Conosco Naruto. E conosco anche Sasuke. Credimi, basta una spintarella e poi andrà bene. Sono solo due stupidi testoni. – rispose ridacchiando. Sai la guardò serio.
- Sei brava a capire le persone. Vorrei riuscirci come ci riesci tu: per me spesso sono ancora un mistero. – Sembrava tranquillo, ma nella voce aveva qualcosa di malinconico. Sakura si alzò a sua volta e gli posò una mano sull’avambraccio.
- E’ solo una questione di tempo Sai. Vedrai che pian piano ci riuscirai anche tu, anche meglio di me. –
- Non credo sia possibile. –
- Certo che lo è. Tu sei un artista, hai una sensibilità nell’osservare il mondo che io non avrò mai. Devi sono abituarti a guardare le persone nello stesso modo in cui guardi l’universo. Nient’altro.  E poi, io conosco Naruto e Sasuke da una vita, è normale che riesca a comprenderli bene. –
- Chissà, forse hai ragione. – ragionò lui dirigendosi alla porta, per fermarsi poi sulla soglia.
- Se ti serve altro aiuto fammelo sapere. Gli amici si aiutano, e noi siamo amici, no? – chiese, con uno sguardo serio che poco gli si addiceva. La ragazza, appoggiata con una spalla al muro, lo guardò intenerita.
- Certo. Grazie Sai, a presto! –
Lui le indirizzò un cenno di saluto con la mano e uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Sakura abbandonò entrambe le spalle contro la parete e sospirò: quelle a venire sarebbero state delle dure giornate.



Note Finali: Se tutto va come previsto il secondo ed ultimo capitolo arriverà tra pochi giorni. A presto!
  
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