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Autore: Ele12    20/03/2015    0 recensioni
< < E i Purosangue non perdono tempo con i Mezzosangue, glielo aveva spiegato Severus.
Sentì un sapore amaro in bocca, il sapore della sconfitta. E in quel caso la sconfitta era Potter, si disse la ragazza osservando meglio il ragazzo che aveva di fronte. > >
Oneshot su un ipotetico colpo di fulmine tra James e Lily.
Dall'autrice di "Ti chiamerò con il tuo nome quando sarò certa che ti amo, James"
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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So bene che questa storia l'avevo già pubblicata
ma non mi piaceva affatto quindi l'ho modificata.
Scusate se ho cancellato le vostre recensioni, ne tengo comunque
conto.
La storia è una mia pura invenzione, per me
l'amore Jily si è sviluppato negli anni
quindi l'idea di un colpo di fulmine è stata...
un colpo di fulmine!

Ele12



 
-M-mamma? Che cos’è?-

Lily aveva letto da qualche parte che i gufi sono simbolo di sfortuna e adesso ne era planato uno in casa, per di più con una lettera.

-Cosa c’è scritto Lily?-

Sua madre era sempre stato una donna curiosa, che si interessava a ogni tipo di novità.
Alcuni l’avrebbero definita pettegola, ma la madre di Lily non era questo.
Era comprensiva e aiutava le persone nei loro problemi.
Lily le porse la lettera, pallida come un cencio.
Rose Evans scorse velocemente il pezzo di carta.

-Ma…non è possibile…-

In quel momento Arthur Evans entrò in cucina.

-Ragazze, come state? Oggi è una bellissima giornata, Lily, perché non sei fuori a giocare?-
-Arthur vieni subito qua-

Il padre di Lily aggrottò le sopracciglia.

-Cosa c’è, cara?-
-P-posta…-
-Impossibile, non c’è posta la domenica-

Rose gli passò la lettera, ancora sconvolta.

-Lily…ma…ma è fantastico! Sei stata ammessa a una scuola di magia! Magia vera! Non ci posso credere, anche Petunia ne ha avuta una?-

Lily scosse il capo.

-Peccato…Rose non è meraviglioso?-

Anche Rose aveva riacquistato colore e adesso sorrideva.

-Lily ho sempre saputo che eri una ragazza speciale. Complimenti!-
-Ma io non ho fatto niente!- esclamò Lily, senza però nascondere un sorriso.

Non vedeva l’ora di raccontarlo a Severus.
 
-Finalmente è arrivata, Jamie! Pensavo fossi diventato un Magonò, una disgrazia della famiglia!-

Charlus Potter stava ancora esaminando la lettera da Hogwarts con Dorea.
A James era arrivata quella mattina, ma non ne era rimasto sorpreso.
Ovviamente era stato preparato sulla magia da quando era un neonato, la sua famiglia era Purosangue.
Nonostante questo non disprezzavano i Babbani, anche se James li trovava altamente stravaganti, con tutte quelle loro cosine luccicanti come sangue di unicorno.

-Papà, non solo sono sempre stato un mago, ma sono sempre stato anche bello e affascinante-

Charlus sorrise sotto gli occhi fieri di Dorea..

-Siamo fieri di te, Jamie. Adesso dobbiamo solo fissare una data per andare a Diagon Alley…credo che domani vada bene,giusto Dori?-

Era così che chiamava sua madre.
Dori.
Dorea.

-Va benissimo Charlie- accettò sorridendo maliziosa.
-Vieni orgoglio della famiglia, ti prepareremo una colazione indimenticabile per festeggiare!-
-Ci saranno i bacon?-
-Certo, Jamie, se lo desidera il nostro principino-

James era figlio unico e questo gli concedeva alcuni privilegi di cui spesso poi approfittava per cacciarsi immancabilmente nei guai.
Era sempre stato un po’ isolato dagli altri bambini Babbani  a scopo di non coinvolgerli nella magia.
E le famiglie Purosangue erano poche,davvero poche in Gran Bretagna.
In sintesi, James aveva pochissimi amici.
Non vedeva l’ora di andare a Hogwarts per farsene di nuovi.
 
 
-Ma come si fa ad arrivarci? Sulla lettera c’è scritto che dobbiamo camminare dentro il muro..-
-Impossibile, deve esserci un altro modo- esclamò Rose, pallida.
-Ti dico che non c’è! Hai visto come ci ha guardato male il capostazione? Non dovevamo chiedergli niente, io lo sapevo!-
-Ma lui non è magico! Lily invece sì!-

I suoi genitori e Petunia si girarono a guardarla, come se quella fosse l’unica speranza che avevano per entrare.
Lily sospirò e si preparò a dare una gigantesca delusione ai genitori.

-Credo…credo che voi non possiate entrare. Siete Babbani, dopotutto-

Questo voleva solamente poter dire una cosa.
Si dovevano salutare lì.

-Beh, allora…ciao, Lily. Divertiti a Hogwarts e impara tante magie!- mormorò Arthur passandosi una mano nei capelli rossi come i suoi.

Lily si lanciò commossa nelle braccia del padre e poi della madre.
Petunia la guardava spezzante, senza proferire parola.
Gli occhi di Lily si colmarono di lacrime quando si tuffò a capofitto contro la barriera.
 
All’interno era tutto affollato, come sempre.
Famiglie, bambini dai capelli rossi e verdi, maghi adulti, amici di suo padre e di sua madre.
James non osservava mai la folla a lungo  se no poi gli veniva mal di testa.
Charlus lo presentava a tutti i suoi colleghi fiero ancora una volta di lui.
A meno due minuti dalla partenza James abbracciò stretti i genitori, promettendogli una lettera il giorno dopo.
Dorea si lasciò sfuggire qualche lacrima, ma gli assicurò che erano di gioia.
Trenta secondi dalla partenza.
James salì sul treno appena in tempo, perché stava cominciando a muoversi.
Gli scompartimenti erano affollatissimi ma la fortuna sembrava girare dalla sua parte, come al solito.
Ce ne era uno solo quasi vuoto tranne che per un ragazzino.
James non era un esperto, ma il ragazzo era davvero…affascinante.
Guardava fuori dal finestrino nella completa normalità ma trasudava eleganza da tutti i pori.
E poi indossava una camicia bianca linda e pulita fino all’ossessione, jeans neri e scarpe da ginnastica stracciate, unico tocco distratto nel look del ragazzo.
James pensò subito a uno dei figli di quei Serpeverde con la puzza sotto il naso, che passavano il tempo a calpestare Babbani e a credersi superiori a tutti.
Sì, era sicuramente uno di loro.
Seppur con disgusto James si sedette accanto a lui e gli tese la mano.

-Piacere. Io sono James Potter- sussurrò gelido.

Il ragazzo alzò gli occhi, grigi-azzurri come il ghiaccio e duri come la pietra.

-Io sono Sirius Black-

Aveva ragione, quello era il figlio di Orion e Walburga Black, discendenti di due famiglie Purosangue importantissime.
Il silenzio calò tra loro ma Sirius non si azzardava nemmeno a guardare la mano tesa di James.
Al ragazzo quella situazione non piaceva così si girò e provò di nuovo ad attaccare bottone.

-In che casa vorresti essere Smistato? Ho sentito dire che Grifondoro è ottima e poi tutta la mia famiglia è finita là, quindi credo che sarò smistato proprio…-

All’improvviso Black proruppe in una risata/latrato.

-Sarò certamente smistato in Serpeverde come tutta la mia famiglia. Altro che Grifondoro…-

La sua voce era intrisa di desiderio.
Evidentemente il bel Black non era poi tanto Black.

-Ti piacerebbe davvero essere Smistato in Grifondoro?- domandò James senza tralasciare la palese nota di stupore.
Black sospirò.
-Più di quanto tu possa immaginare-
 
Il treno era favoloso.
Il binario era magico.
Gli scompartimenti affollatissimi.
I ragazzini con facce simpatiche.
Lily adorava quel posto, si sentiva finalmente a casa. Nemmeno con Sev era riuscita a sentirsi così.

-Troviamo uno scompartimento?- propose Lily al suo compagno di viaggio, un ragazzo magro con capelli unticci e voce strascicata.

Severus Piton sbuffò scontento.

-Non ne troveremo mai uno, Lily, ci rinuncio-
-Sempre pessimista…dobbiamo solo provare!-

Severus continuava a stropicciarsi la manica della maglietta evidentemente troppo grande per lui, probabilmente una gentile concessione di suo padre, l’ubriacone peggiore di tutta Spinner’s End.
Avevano già percorso quasi tutti i vagoni giungendo alla locomotiva quando, per miracolo o per destino, ne trovarono uno, l’ultimo, praticamente accanto al vagone dei Caposcuola.
Era già occupato da due ragazzini, che discutevano tra loro con facce scure.
Un ragazzo era girato di spalle, mentre l’altro era davvero bello, con quei capelli neri, le labbra sottili e il portamento regale di chi sa già ogni dettaglio di quel viaggio in treno per emozionarlo più di tanto.

-Possiamo sederci qui?- chiese Lily speranzosa in una risposta affermativa.

A quel punto il ragazzo di spalle si voltò per vedere chi ci fosse alla porta e in quel maledetto momento Lily sentì qualcosa nel suo petto muoversi, come migliaia di farfalle in volo, che le smuovevano tutto.
Il ragazzo aveva capelli castani disordinati, degli occhi nocciola indimenticabili e due labbra piene, a incorniciare un sorriso luminoso e…perfetto.
Le farfalle iniziarono a muoversi più velocemente.
Era praticamente la copia esatta di ragazzo ideale che si era fatta leggendo tutti quei romanzi d’avventura, bello, dolce, divertente e romantico.

-Certo, fate pure. Io sono James Potter e lui è Sirius Black. Piacere di conoscervi- rispose il ragazzo, sorridendole colpito.

Notando l’espressione sognante della faccia di Lily, James Potter la sbeffeggiò.

-Dolcezza, so che sono bellissimo ma così mi sciupi-

Sirius Black emise una specie di latrato, che forse lui chiamava risata.
Lily, infuriata, si sedette esattamente di fronte a James.

-Lily Evans. Ah e Potter ho già imparato alcuni incantesimi ma non ho ancora trovato un tester-
-Un che?-
-Qualcuno che prova gli incantesimi, Potter-  ribattè acida Lily, alzando gli occhi al cielo.

Il cuore le batteva forte ma lo ignorò.
Possibile che un ragazzo tanto…tanto…perfetto doveva per forza rovinare tutto con un carattere del genere? Sbruffone e maleducato?

-Proviamo allora-

Potter si alzò dal sedile, rivelando il suo fisico da sportivo. Gli addominali già accennati sotto la maglia si intravedevano chiaramente e Lily concluse all’istante due cose. James Potter era bello ma soprattutto era un Purosangue.  E i Purosangue non perdono tempo con i Mezzosangue, glielo aveva spiegato Severus.
Sentì un sapore amaro in bocca, il sapore della sconfitta. E in quel caso la sconfitta era Potter, si disse la ragazza osservando meglio il ragazzo che aveva di fronte.
Per non indugiare un attimo di più sul fisico di James, Lily piantò lo sguardo nei suoi occhi. Grande, grandissimo errore. Erano dolci occhi nocciola che la scrutavano insistentemente in cerca di qualcosa. Sembravano quasi poterti leggere dentro, anzi Lily era sicura che ne erano capaci.
Questo pensiero, che Potter potesse in qualche modo sapere cosa sentiva Lily per lui nella sua testa, fece impazzire la ragazza, che sibilò:

-Wingardium Leviosa!-

Gli occhiali di Potter si sollevarono e iniziarono a fluttuare. Il ragazzo si stropicciò gli occhi con le mani.

-Ridammeli! Non ci vedo!-

Lily rise e li lasciò fluttuare fuori dallo scompartimento, godendosi James Potter che li rincorreva per tutto il treno. Dietro di loro sentì la risata, o meglio il latrato, di Sirius Black, palesemente divertito.
Quando James riuscì a riprenderli corse verso lo scompartimento, la bacchetta puntata verso Lily.

-Levicorpus!-

Lily si sollevò da terra, non prima di notare un bellissimo sorriso affacciarsi sul volto di Potter.

-Lasciami andare subito, Potter!-
-Solo se prometti che appena a Hogwarts uscirai con me!- urlò il ragazzo, evidentemente divertito.

Solo per miracolo nessuno scompartimento si aprì e nessuno studente poté scorgere il rossore invadere le guance di Lily.  Nonostante fosse tentata enormemente di rispondergli sì, la rossa riuscì a liberarsi e cadde a terra, guarda caso, capitombolando addosso a Potter.
“Perché proprio lui?” pensò  quando si ritrovò a qualche centimetro dalle labbra di del ragazzo, il suo  buon profumo che le avvolgeva il viso e le narici.
Il sorriso beffardo che tanto odiava sul volto del ragazzo svanì, per lasciar posto a un dolcissimo e autentico sorriso di incredulità. All’improvviso il ragazzo strinse la presa sulla sua schiena, facendosela sempre più vicina.
Sembrava un sogno, trovarsi nelle braccia di James Potter, così protettive e calde.
L’intero corpo del ragazzo si rilassò, come se fino a quel momento fosse stato in fervida attesa di quel momento e adesso potesse goderselo appieno.  Anche le iridi nocciola sembrarono addolcirsi quando si ritrovò a fissare intensamente gli occhi verdi di Lily. Chissà quante cose non dette erano passate per quelle iridi, quanta elettricità era trapelata da quel solo scambio di sguardi.
Poi James la baciò.
A dire la verità non fu un vero e proprio bacio, solamente uno sfioramento di labbra ma che fece ballare il cuore in petto a entrambi.

-Lily, io…-  James sussurrò all’orecchio della ragazza.

Non si era mai sentita così al proprio posto come in quel momento. Sembrava quasi che qualcuno le stesse bisbigliando “Casa, questa è la tua casa” nella testa.
E mentre James stava per continuare la frase che avrebbe potuto cambiare l’intero destino di una generazione, Severus Piton irruppe nel corridoio notando sbalordito i due ragazzi a terra.

-Lily..che stai facendo?-  mormorò strozzandosi con le sue stesse parole.

E potete giurarci che in quel momento sia Lily che James lo odiarono nel profondo del loro cuore, odiarono quella persona che si era messa tra loro due, che li aveva separati. La differenza era che James avrebbe sviluppato quell’odio mentre Lily l’avrebbe soppresso nei recessi disperati della sua mente per altri cinque anni.

-P-Potter mi ha fatto cadere, Sev. Torniamo allo scompartimento, ti va?- chiese Lily stancamente, gli occhi ancora fissi in quelli di Potter.

Piton lanciò a James un’occhiata di puro odio.

-Andiamo, Lily. Torniamo dentro-

In quel momento, su quel treno, James Potter e Lily Evans inconsciamente sentirono che erano destinati l’uno all’altra. E che lo sarebbero stati per sempre.
  
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