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Autore: Sai Sama    15/12/2008    3 recensioni
Sirius pensa a Bellatrix mentre è rinchiuso in casa sua, fuggiasco e senza possibilità di uscire. Dove lo porteranno i suoi pensieri? Ff partecipante al concorso Sirius Black, looking for lonliness indetto dal forum Collection of Starlight-Spells in the moonlight
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Obsession

Obsession

 

Passo la mia mano sul muro dove il tuo nome ancora fa mostra di se, beffardo, orgoglioso, quasi quanto te.

Un nome adatto dopotutto.

Accarezzo ancora una volta quelle lettere e mi sembra di vederti davanti a me, la bocca generosa tirata in una linea dura, crudele, gli occhi accesi da una luce quasi folle, pozzi di ossidiana dove è inevitabile precipitare, la pelle lucida, tirata sulle ossa dalla lunga prigionia ad Azckaban.

Nel mio sogno ad occhi aperti allungo una mano e ti accarezzo i capelli, quei lunghi fili di notte, una volta, due, poi li stringo nel pugno e tiro, tiro fino a che non vedo i tuoi occhi lacrimare per il dolore e non sento la tua bocca lasciare uscire un gemito soffocato.

Sbatto le palpebre e mi ritrovo di nuovo davanti al muro, la mano stretta a pugno talmente forte che quando la rilasso sono rimaste le lunette dove le unghie hanno premuto sulla carne.

Un sorriso amaro mi si dipinge sul volto mentre fisso quei piccoli segni che dimostrano il desiderio e l’odio che provo per te.

Sei la mia ossessione Bella, lo sei sempre stata, hai invaso la mia realtà, i miei sogni, i miei pensieri e i desideri più nascosti.

Ti desidero e ti odio.

Voglio averti al mio fianco e vederti sprofondare.

Voglio che tu sia mia.

Mia compagna, mia amante, mia amica e allo stesso tempo voglio vederti annullarti per me.

Voglio che tu mi guardi come guardi quel pazzo che chiami padrone.

Voglio possederti, nel corpo e nell’anima.

Voglio averti per poi distruggerti, come un bambino che piange e strepita per avere il giocattolo desiderato solo per poi sbatterlo a terra fino a che non si rompe.

Solo che io non posso farlo, non posso averti, sei per me più lontana delle stelle che brillano gelide osservando indifferenti quello che accade in questo mondo.

 

I miei passi sembrano quasi rimbombare nel silenzio della casa vuota.

Mi trovo imprigionato un’altra volta, sebbene decisamente preferisca questa sistemazione ad Azkaban.

Sentendomi arrivare il ritratto di mia madre comincia a sbraitare da sotto il lenzuolo con il quale l’ho coperto.

Peccato che non possa bruciarlo.

La poltrona davanti al fuoco accoglie il mio peso tranquillamente, adattandosi al mio corpo e abbracciandolo.

Mi ricordo quando questa poltrona era giovane, e noi ragazzi.

Ricordo perfettamente il tuo corpo allora ancora acerbo adagiato con strafottente sicurezza su questi cuscini.

Ricordo il suono della tua voce, aspro, arrogante e tagliente, che mi riprendeva per qualche insignificante sbaglio o svista su qualche insulsa regola di etichetta.

 

Forse è vero che c’è qualcosa di sbagliato, malato, nel nostro sangue, e forse è vero che neanche io ne sono del tutto immune, per quanto cerchi di nasconderlo.

Già allora, quando eravamo poco più che ragazzini, ti odiavo e ogni volta che ti vedevo mi prudevano le mani dalla voglia di lasciare segni su quella pelle candida, eburnea.

Ogni singola parola che usciva da quelle labbra oscenamente provocanti avevo voglia di cancellarla, zittirla, volevo sentire solo gemiti e suppliche, volevo sentirmi onnipotente con te che mi avevi sempre superato e giudicato.

Ero spaventato a morte da quei desideri così oscuri, così simili a come vedevo la mia famiglia che mi rifugiai ancora di più dai miei “sporchi amici Grifondoro”, cercando la pace e la stabilità che solo loro sapevano darmi.

Sarebbero stato anni perfetti, quelli a Hogwarts, se non ci fosse stata la tua figura a ricordarmi quei desideri che avevo chiuso nella parte più nascosta del mio animo.

Ogni volta che mi sembrava di aver raggiunto un certo equilibrio tu comparivi a distruggerlo.

Frantumandolo senza fatica.

Mi bastava vederti con Lastrange o Malfoy perché le mani mi tremassero dalla voglia di prendere la bacchetta e toglierli di mezzo.

Perché tu dovevi guardare solo me, desiderare solo me, odiare solo me.

In quelle occasioni diventavo nervoso, scattavo per un nonnulla, rispondevo male, rasentavo la crudeltà negli scherzi che facevo, e sfortunatamente per lui Snivellus era la mia preda preferita.

Probabilmente se non fosse stato per te avrebbe avuto una vita parecchio più tranquilla.

 

Desideravo che tu mi guardassi, ma allo stesso tempo temevo che lo facessi.

Perché lo sapevo che non sarei mai stato degno per te e che il sangue che ci univa non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.

Sono sempre stato un traditore per te, meno degno di vivere di un qualsiasi verme che striscia nel fango.

E tu non saprai mai quanto questo mi ha fatto male nel corso degli anni, di quante ferite le tue parole hanno aperto nel mio cuore.

Eri l’unica di tutta la famiglia che riuscisse a scuotermi in qualche modo, che riuscisse a raggiungermi nella sicurezza delle mie decisioni.

E i miei ideali non contavano nulla con te, sembravano non esserci mai stati.

Io mi sentivo sempre come un bambino piccolo che venga sgridato per qualche stupidaggine di poca importanza e finivo con il vergognarmi di me stesso.

E ora?

Ora che sono cresciuto le cose sono cambiate?

 

Vorrei poter dire di si.

Sono cresciuto, ho ucciso e provato un brivido di soddisfazione e di lieve piacere nel farlo, ho combattuto una guerra, ho lottato contro di te, ho perso uno dei miei amici più cari, sono finito ad Azckaban per anni dopo essere stato ingiustamente accusato del suo omicidio, ho accettato tante cose di me stesso che prima cercavo di nascondere e cancellare e, alla fine, ho raggiunto un precario equilibrio.

Ma tu…

Ma tu sei impossibile da accettare, sei fuori da tutti gli schemi che posso fare, non esistono categorie in me per te.

Sei assassina e donna, nemica e amante, bambina e compagna di giochi.

Perché c’è stato un tempo, di cui ho solo vaghi ricordi, che somigliano troppo a fragili pagine di un antico volume sbiadite dal tempo per essere del tutto veri, di noi dei che insieme rincorriamo una palla incantata alzando le braccia verso l’alto inutilmente.

I bambini piccoli non conoscono l’odio, ma poi crescono, basta poco e iniziano a odiare.

 

Aggiungo meccanicamente un altro ciocco al fuoco.

Potrei farlo con la magia, potrei farlo fare a quell’inutile elfo domestico, ma mi piace farlo a mano, e sistemare i ciocchi in modo che le fiamme siano più alte possibile.

Nonostante tu sia fredda, Bella, sei come una fiamma: fulgida, accesa di passione, sensuale e pericolosa.

Una sirena che attira gli sguardi di tutti, ma che è capace di uccidere e torturare per puro divertimento.

Nonostante tu non sia proprio bella, non lo sei mai stata nel vero senso del termine, il tuo corpo, i tuoi occhi, il tuo profumo sono intossicanti, veleni che lentamente penetrano nel tuo corpo per ucciderti, ma di cui tu non puoi fare a meno.

Desiderarti, averti, vuol dire morte.

Ma credo valga la pena di morire con la tua bocca sulla mia pelle, il tuo corpo contro il mio.

 

Nessun uomo è alla tua altezza alla fine, vero?

O, almeno, tutti tranne Lui.

Lui che non ha un’anima, lui che predica una religione pazza che ha come dio lui stesso.

Lui che ti riempie la testa di cazzate.

Non sei superiore a nessuno Bella.

Non è il sangue a fare forte una persona, o a donargli talenti.

E, anzi, saremmo proprio noi purosangue a dover essere tolti di mezzo.

Siamo così pochi che continuiamo a sposarci tra noi e non facciamo altro che sfornare bambini potenzialmente pazzi.

So che nel profondo ne sei consapevole.

Tu DEVI esserne consapevole…

Ma lui ti ha ingannato, ti ha incantato, ti ha ipnotizzato con parole che sapevano di miele che non nascondeva altro che il fetore della decomposizione.

 

Come puoi ammiralo?

Come puoi amarlo?

Come puoi desiderarlo?

Come puoi anche solo credere a quello che dice?

Eppure lo segui alla stregua di una cagnolina fedele, ti inchini per lui, lo chiami padrone, signore, ti comporti da serva quando sei sempre stata una regina.

Perché lo fai?

Tu vali mille volte più di lui eppure gli fai da serva, ti fai trattare in un modo orribile e lo ringrazi pure.

Moriresti per lui, daresti fino all’ultimo grammo della tua anima se te lo ordinasse, anzi, anche solo se te lo chiedesse per gioco.

Ma tu non devi…

Tu appartieni solo a me, a me e a nessun altro.

Mi appartieni da quando i miei occhi ti hanno vista e il mio cuore ti ha conosciuta.

 

Ci rincontreremo lo so, e saremo ancora su fronti diversi.

Non avrai pietà di me, non frenerai i tuoi colpi.

Per te sono qualcosa da eliminare, cancellare.

Sono la macchia sul nome della nostra famiglia davanti ai Suoi occhi.

Mi verrai a cercare, i tuoi occhi per la prima volta si punteranno volontariamente nei miei, per una volta mi penserai, e penserai solo a me.

Mi sento onorato e il mio cuore accelera al solo pensiero del nostro scontro, degli incantesimi che ci sfrecceranno accanto quasi come carezze.

Ma quello che vorrei di più sarebbe arrivare ad un corpo a corpo con te.

Vorrei stringerti le mani al collo, e continuare fino a che i tuoi polmoni collasseranno, con le tue unghie che mi graffiano a fondo, sulla schiena, sulle mani, sulla faccia, lasciandomi un segno di te.

Vorrei prenderti per i capelli e spingere la tua testa contro il pavimento fino a che il sangue non schizzasse tutt’intorno, sul pavimento, sui vestiti, sulla mia faccia.

Vorrei schiacciarti contro una parete, le tue braccia strette tra il mio petto e la tua schiena, e morderti così a fondo la spalla che quando ritirerei la bocca mi seguirebbe un pezzo di te.

Perché se non posso averti, se non posso possedere la tua anima perché l’hai donata a lui allora farò in modo che nessuno possa averti.

Porrò fine alla tua vita, e ogni goccia di sangue che verserai sarà per me fonte di gioia.

Ogni gemito di dolore, ogni sussulto di sofferenza, ogni preghiera, ogni imprecazione sarò un gradino in più verso l’estasi.

Di certo tu più di tutti saprai che il piacere non è l’unica strada no?

 

E dopo starei ad osservare il tuo corpo senza vita, con ancora il fiatone, gli occhi che brillerebbero di una luce malata, folle, come prima avevano brillato i tuoi.

Io sarei premiato e tu condannata…ma alla fine chi di noi due sarebbe migliore?

Saremmo entrambi assassini, entrambi avremmo le mani macchiate di sangue, e in entrambi l’innocenza ci ha lasciato molto presto.

Il tuo funerale sarebbe una formula priva di senso pronunciata velocemente e senza sentimento, non ci sarebbero fiori sulla tua tomba, e il tuo nome sarebbe ricordato nei libri di storia solo come quello di una Mangiamorte, di una delle peggiori, nessuno visiterebbe la tua tomba e quelli che ci passassero davanti tirerebbero velocemente dritto.

Nessuno si ricorderebbe della donna dietro quella maschera, nessuno tranne me.

 

Saresti ancora bella per me una volta morta?

Una volta che il tuo cuore smettesse di battere?

Domande a cui non ho risposta e a cui probabilmente non l’avrò mai.

Sai ho promesso a me stesso di essere sincero.

Tra noi due quello a morire sarò io, non di certo tu.

Io esiterò all’ultimo minuto, l’immagine di te senza vita, senza più quel qualcosa che mi ha ossessionato tutti questi anni mi farà tentennare quell’attimo che ti basterà per approfittarne e uccidermi.

Lo farai senza pietà, senza sprecare un altro pensiero su quel cugino che ha sprecato la sua vita sulla via sbagliata, che ha rappresentato per te solo un ostacolo da aggirare.

Probabilmente ti scorderai persino di me, di certo non ripenserai a me di tua spontanea volontà.

È questa la differenza fra noi due, io sarò ricordato da tutti, sarò un eroe alla mia morte, la mia tomba sarà grandiosa e sempre piena di fiori, i visitatori verseranno lacrime per quell’uomo che ha sacrificato la sua vita per quella di tutti gli altri, i libri di storia mi esalteranno, ma non sarò ricordato dall’unica di cui mi interessi veramente.

Chi di noi due avrebbe il destino migliore?

 

Non aspetto altro che il momento della nostra battaglia, quei pochi minuti nei quali l’universo si ridurrebbe a noi due.

Ti aspetto Bella, ti aspetto da sempre.

Anzi, ti rincorro da sempre.

Aspettare un altro po’ non mi cambierà la vita.

Dovrò inventarmi qualcosa da fare però, di certo non vorrei toglierti il divertimento morendo prima di noia.

Non che in questa casa abbia molto da fare a parte contare le crepe sui muri o le ragnatele, ma ti prometto che terrò duro, non rinuncerò al nostro duello per niente al mondo.

 

Improvvisamente il fuoco fa uno scricchiolio e una faccia si forma al suo interno, e nei lineamenti leggermente distorti riconosco la faccia di Lupin.

Mi chiami sempre a quest’ora ogni giovedì sera, puntuale come un orologio.

-Ciao Lunastorta.-

Dico semplicemente sorridendo, in questa solitudine forzata anche solo una chiamata simile è un deciso miglioramento.

-Come va Felpato?-

Remus è sempre stato il più gentile di noi, quello che si preoccupava che a scuola mangiassimo abbastanza o che ci coprissimo, non è cambiato in questi anni.

-Insomma…sopravvivo.-

Faccio un sospiro teatrale, anche se a dire la verità a stare sempre chiuso qui dentro a parte rare uscite sotto forma di cane mi sta facendo impazzire.

-Andiamo non può essere così male.-

Dice vagamente divertito.

-Bhe se lo credi facciamo pure a cambio, tu vieni qui a sentire le soavi parole di mia madre e io vengo a insegnare qualche magia ad Hogwarts.-

Propongo con il mio solito sorriso da malandrino, quel sorriso che a scuola ha sempre fatto cadere le ragazze ai miei piedi.

Tutte tranne quella che desideravo, ovviamente.

-Mh, non credo proprio che sia possibile Felpato, Harry ti saluta a proposito.-

Harry!

Ma certo, chissà come sta il ragazzo, è da un po’ che non lo sento, forse dovrei chiamarlo più tardi questa sera…

-Come sta il mio figlioccio? Si fa onore?-

Domanda scontata, ma non potevo non farla, sebbene sappia benissimo che Harry è un gran ragazzo che sa il fatto suo.

-Come sempre, e come sempre si comporta da giovane scapestrato come facevate tu e James, tenerlo al sicuro è impossibile.-

Povero Remus nonostante poi si divertisse anche lui alle nostre avventure l'abbiamo fatto penare per ben sette anni a scuola.

-Bhe buon sangue non mente.-

L’orgoglio nella mia voce è palpabile.

Una decina di minuti di queste chiacchiere futili hanno la giornata più sopportabile, ma quando torna la notte e mi metto a letto tu, Bella, torni nella mia mente prima che il sonno mi prenda e i miei sogni una volta addormentato.

 

 

 

   
 
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