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Autore: Heartless Girl    21/03/2015    5 recensioni
One shot Vauseman che vede Alex e Piper nei panni di due professoresse che non vanno molto d'accordo, o almeno in apparenza. Dal testo:
–Oggi sei particolarmente attraente...professoressa Chapman. – soffiò Alex, il tono vagamente canzonatorio nel chiamarla in quel modo. Piper la guardò per qualche istante, sollevando il proprio caffè. –Ti ringrazio. Anche tu. – rispose, lo sguardo che scivolava involontariamente verso il petto dell’altra. Alex rise, con quella sua risata roca e musicale al tempo stesso. –Stai mentendo. Tu detesti il modo in cui mi vesto. – sogghignò.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Piper Chapman
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Surface Tension
–Avete due ore. A partire da ora. – nel silenzio dell’aula risuonò il fruscio dei fogli per pochi istanti mentre gli studenti voltavano i compiti e cominciavano a rispondere alle domande. Alex Vause sollevò gli occhiali sulla fronte e cominciò a passeggiare tra le file di banchi, gli occhi verdi che scorrevano attentamente da uno studente all’altro assicurandosi che non stesse copiando. Sfilò una mano dalla tasca dei jeans attillati e si rimboccò una manica della camicia, con un mezzo sorriso soddisfatto. Nella sua aula non volava mai una mosca. Gli studenti erano sempre catturati dal tono basso e seducente della sua voce e dalle sue lezioni di filosofia, condotte con un sorriso rilassato mentre si addentrava facilmente nei meandri più oscuri del pensiero umano. I suoi alunni la amavano e la temevano allo stesso tempo. E quando concedeva loro di affrontare un vero dibattito, in realtà loro aspettavano solo che intervenisse a fine lezione, per ribaltare in modo semplice tutto ciò che era stato detto e fornire un nuovo punto di vista che avrebbe probabilmente tolto loro il sonno. Tuttavia, gli studenti non erano gli unici ad avere un rapporto conflittuale con Alex Vause. In quel momento qualcuno bussò alla porta e una bionda vestita con eleganza fece il suo ingresso, e i suoi occhi azzurri si puntarono immediatamente sulla mora. Alex tornò verso la cattedra rivolgendole un cenno. –Buongiorno Piper. – salutò con un sorrisetto. –Buongiorno Vause. Mi serve la tua firma. – fece la vicepreside nascondendo il disappunto a sentirsi chiamare per nome. –Per cosa? – rispose Alex, appoggiandosi morbidamente alla cattedra. Anche piegando le ginocchia, rimaneva più alta di Piper. La bionda gettò una veloce occhiata di rimprovero al modo in cui era vestita la collega e le porse un foglio. –Lo sciopero di venerdì. Devo sapere se aderirai. – Alex prese il foglio. –Mmm, ok. Non credo che te lo dirò. – Piper inarcò un sopracciglio. –Cosa? – la mora scrollò le spalle. –Beh, lo scopo dello sciopero è creare disagio, no? Quindi non dirò se intendo aderire. E poi, non ho ancora deciso. – la bionda strinse la mascella e prese un lungo respiro. Quella donna sapeva essere irritante. –Molto bene. Buona lezione, Vause. – la mora la osservò tornare verso la porta con un sorrisetto, le braccia intrecciate sul petto. –Grazie, Pipes. –
***
Piper si passò una mano nei capelli biondi, raccolse le sue cose e si avviò in corridoio con un sospiro. Si diresse al secondo piano per prendersi un caffè alla macchinetta, le avrebbe fatto bene. Si fermò in mezzo al corridoio. Ovviamente, davanti alla macchinetta c’era lei. Piper alzò gli occhi al cielo e la raggiunse. Alex se ne accorse e le rivolse un cenno del capo. –Buongiorno. – l’altra ricambiò il saluto. Alex si appoggiò  con la spalla alla macchinetta, indirizzandole un sorriso silenzioso. Piper la ignorò, selezionando il caffè nella macchinetta. –Sei ancora arrabbiata per la storia dello sciopero, Pipes? Dovresti superarlo. – chiese la mora sorseggiando la propria bevanda. La bionda le rivolse appena un’occhiata, cercando di mostrarsi indifferente alla frecciatina e allo sguardo della mora, che scorreva lentamente sul suo corpo. –Non ho cinque anni, Vause. E gradirei che la smettessi con quel soprannome. Non siamo così intime. – Alex ridacchiò. Piper prese il suo caffè e si allontanò. La voce dell’altra la raggiunse dopo qualche secondo. –No, non lo siamo. Ma puoi chiamarmi Alex, sai? – Piper non le rispose nemmeno. Da quando Alex era arrivata, non erano andate molto d’accordo. Erano agli antipodi: Piper sempre elegante e in ordine, sempre al lavoro e di corsa; Alex rilassata, sempre vestita casual, che non disdegnava di fumarsi una sigaretta coi ragazzi dell’ultimo anno dopo le lezioni e liquidava le avances dei colleghi con una risata e una scrollata di spalle. Alex che non firmava i moduli degli scioperi e sembrava fare di tutto per irritare Piper. Piper che però, alla fine, non riusciva ad odiarla. Anzi. All’inizio, le piaceva. Ma poi...Piper non ricordava nemmeno cosa era successo di preciso. Uno sfioramento, una carezza, un sorriso...non lo sapeva. Qualcosa che aveva fatto scattare un’attrazione forte, profonda, micidiale. E da quel momento Piper aveva saputo che tra loro sarebbe sempre stato così. Che ogni contatto, anche il più insignificante sfioramento, sarebbe stato carico di quella tensione che sapeva di loro, di quella passione nascosta dietro i loro occhi, dietro le continue frecciatine e provocazioni che si scambiavano, e che un giorno, forse non troppo lontano, quella tensione sarebbe esplosa, in un senso o nell’altro. Era inevitabile, lo sapevano entrambe. Così Piper aveva eretto un muro, tentando in tutti i modi di tenerla fuori dalla propria testa, fallendo miseramente. L’unico risultato, era quella lotta sottile e seducente che le coinvolgeva ogni giorno. Salvo che, ultimamente, Alex sembrava starsi stancando di giocare. Si era fatta, se possibile, ancora più provocante e dannatamente seducente. A Piper sembrava di camminare su una goccia d’acqua, affidandosi solamente alla tensione superficiale. E quando la tensione si fosse rotta, sarebbero entrambe affondate.
***
Piper sollevò il viso dai compiti che stava correggendo quando si ritrovò una tazza di caffè fumante davanti al viso. Accanto alla sua cattedra, una Alex Vause sorridente se ne stava languidamente appoggiata al muro, i capelli sciolti e una scollatura decisamente troppo ampia nella maglietta che indossava sotto la camicia a quadri che portava aperta. Come al solito, non molto professionale. Piper la ringraziò del caffè e la mora le rivolse un cenno. La bionda si sforzava di non guardare il suo corpo tonico, ma in effetti anche il suo volto era abbastanza per distrarla. Gli ultimi studenti lasciarono l’aula per l’intervallo. Alex li seguì con lo sguardo e quelli affrettarono il passo, intimoriti dai suoi occhi penetranti. –Oggi sei particolarmente attraente...professoressa Chapman. – soffiò Alex, il tono vagamente canzonatorio nel chiamarla in quel modo. Piper la guardò per qualche istante, sollevando il proprio caffè. –Ti ringrazio. Anche tu. – rispose, lo sguardo che scivolava involontariamente verso il petto dell’altra. Alex rise, con quella sua risata roca e musicale al tempo stesso. –Stai mentendo. Tu detesti il modo in cui mi vesto. – sogghignò. Piper inarcò un sopracciglio. –Mi stai dando della bugiarda? – Alex rise di nuovo. –Beh, tu mi dai in continuazione della poco professionale... – Piper strinse la mascella, di nuovo irritata. –Ma il problema è, Pipes, che non sei credibile. Tu non mi odi affatto, anzi... – Piper si alzò in piedi e non le lasciò il tempo di continuare. –Tu non sai proprio niente di quello che io...di ciò che tu...fuori dalla mia aula, ora. – disse, il tono tagliente. Forse però aveva alzato un po’ troppo la voce. Alcuni studenti, fuori dalla classe, stavano sbirciando all’interno, curiosi di assistere a quel piccolo scontro. Sfortunatamente, fu il preside a entrare, sbuffando pesantemente. –Vorrei parlare con lei, Chapman. E anche con lei, Vause. – annunciò, guardandole con un’aria a metà tra il rimprovero e la preoccupazione. Piper sospirò. Le due professoresse seguirono il loro capo fin nel suo ufficio.
***
–Dovete smetterla di comportarvi così, Chapman. Tutte e due. – fece Healy togliendosi gli occhiali. –Ma preside, io... – lui la interruppe. –Non mi dica che non è stata lei a cominciare. Siete due donne adulte e molto intelligenti. Se proprio non potete fare a meno di avere delle controversie, perlomeno fate in modo che non interferiscano con il vostro lavoro, e soprattutto che gli studenti non se ne accorgano. Sono stato chiaro? – Piper si alzò con un piccolo sospiro. –Certo, preside. – lasciò la stanza del preside e uscì dalla segreteria, evitando accuratamente di incontrare lo sguardo di Alex che attendeva pazientemente il suo turno di parlare con il proprio superiore. La bionda la sorpassò e se ne andò. Alex sospirò. Di nuovo fuori dall’ufficio del preside, ad aspettare una ramanzina, come quando andava a scuola. E tutto per colpa di Piper. Le sfuggì un piccolo sorriso. Sapeva perfettamente quale effetto aveva sulla bionda, lo aveva sempre saputo. Ma si aspettava che Piper cedesse molto prima. Si era stancata di tirare la corda, di giocare. Per questo le aveva portato il caffè, per vedere se avesse ceduto. E lei l’aveva sorpresa ancora una volta. –Vause, vieni dentro. – la chiamò il preside dalla soglia. Alex si alzò. Quella bionda l’avrebbe fatta impazzire.
***
Piper aspettò che tutti gli studenti avessero lasciato la sua classe prima di andare a cercarla. Il preside aveva ragione, non potevano andare avanti così. Dovevano discuterne, e trovare un modo di convivere pacificamente. O almeno, questo era quello che si ripeteva. In realtà, temeva che parlare non sarebbe stata esattamente la sua priorità in caso di un colloquio con Alex Vause. Scosse forte la testa, dandosi della stupida per quello che andava a pensare. Non avrebbe mai potuto dargliela vinta in quel modo. La trovò nell’atrio, pronta ad andarsene. –Aspetta! – Alex si voltò, sorpresa. Piper le si avvicinò con calma. –Dobbiamo parlare di un paio di cose. – disse, guardandola negli occhi chiari. La mora fece comparire un piccolo sorriso all’angolo delle labbra. –Oh davvero? – chiese, incuriosita dallo strano atteggiamento della bionda. –Sì. Assolutamente. Vieni con me. – e senza pensarci troppo le prese un polso e la trascinò con sé fino a un’aula vuota in fondo al corridoio. Alex la osservava con un sorrisetto seducente in volto, gli occhi che scintillavano. Piper cercò di ignorare quello sguardo, ma lo trovò molto, molto difficile. –Senti, so che pensi di non piacermi, ma dobbiamo trovare un modo di far funzionare le cose...insomma, lavoriamo nello stesso posto e... – stavolta fu la mora a non lasciarla finire. –Chi te l’ha detto? – la  bionda si immobilizzò, confusa. –Chi mi ha detto cosa? – Alex si riavviò i capelli chinandosi leggermente in avanti per poter vedere meglio il suo viso. –Che penso di non piacerti... – Piper scosse il capo, cercando di riordinare le idee. Ma Alex era così vicina. E il suo profumo era così forte e piacevole. –Beh, il mio comportamento ti avrà fatto pensare che ti odi. Ma non voglio questo. Voglio che le cose tra noi vadano...bene. – stavolta fu la mora a scrutarla per un po’, e Piper sentì che il suo cuore cominciava ad accelerare i battiti. Lo maledisse in silenzio. Perché doveva essere così dannatamente difficile resistere a quella donna? –Oh, davvero? – fece Alex con un sorrisetto sarcastico sulle labbra. Piper prese un lungo respiro, e la guardò negli occhi. –Davvero. – la mora si fece ancora più vicina, e la sua voce fu appena un sussurro. –Show, don’t tell.* - Piper smise di pensare, decidendo improvvisamente che non le importava. Annullò la distanza da Alex e la baciò, premendo con forza le labbra sulle sue. La risposta di Alex fu tanto immediata quanto passionale. Piper sentì la sua lingua forzarle le labbra e le posò le mani sulla nuca, affondandole nei morbidi capelli scuri e attirandola più vicino. Il corpo di Alex aderì al suo lentamente, poco alla volta, tonico e sensuale, e Piper si lasciò scappare un gemito nella sua bocca. Le mani di Alex le percorsero la schiena più volte, su e giù, infine si fermarono intorno ai suoi fianchi. La mora la strinse a sé, staccandosi dalle sue labbra con un sospiro. –Dimmi di fermarmi. – sussurrò Alex al suo orecchio. –Dio, dimmi di fermarmi, Pipes...dimmi che mi odi. – Piper le prese il viso fra le mani con decisione e la guardò dritta negli occhi. –Ti odierò se ti fermi, Alex. – gli occhi verdi dell’altra scintillarono. Piper sorrise, sentendo tutta la tensione accumulata sciogliersi. L’esplosione che aveva cercato tanto di ritardare era arrivata. Stavano affondando, e non era affatto male. Alex le accarezzò una guancia lentamente, poi si scostò. Piper rimase a guardarla mentre chiudeva in fretta la porta dell’aula, a chiave, e posava gli occhiali sulla cattedra. Un istante dopo la stava di nuovo baciando, con più calma. Ma non poteva durare. Piper spinse la lingua nella sua bocca e Alex la fece indietreggiare fino a un banco. Le dita di Piper scesero, febbrili, a liberare l’altra della camicia. La mora emise un suono roco che mandò la bionda totalmente fuori di testa. Sentì le mani di Alex sollevarla da dietro le cosce, facendola sedere sul banco. Le labbra di Alex scesero lentamente sul suo collo, e Piper la premette contro di sé. Dio, come era stata sciocca a voler resistere. Alex si fermò un secondo ad osservarla, gli occhi che scintillavano e un sorriso sulle labbra. Stava per scendere ancora sul suo corpo, ma Piper la trattenne afferrandole il mento. –Io non odio come ti vesti, Alex. Odio il fatto che tu sia vestita. – scandì a bassa voce. La mora rise e le baciò di nuovo le labbra, lasciandole appena il tempo di formulare l’ultimo pensiero coerente. Se proprio doveva affondare, tanto valeva farlo fino in fondo.    

*Show, don’t tell = dimostralo, non dirlo. Battuta presa da una puntata di Oitnb, che tuttavia viene pronunciata in un contesto completamente diverso. Ho preferito lasciarla in inglese per motivi stilistici e di fedeltà all'originale. Cioè non mi piaceva nessuna traduzione. Sorry not sorry.

Note
Eccomi di ritorno dopo la lunga attesa per cui chiedo venia, ma non è dipesa da me. Non del tutto almeno...
Spero che la storia sia all'altezza delle precedenti, anche se personalmente non ne sono del tutto soddisfatta. Siete liberissimi di smentirmi ovviamente :)
Come al solito, grazie infinite per essere passati di qui, mi rendete molto felice :D ringrazio chiunque voglia lasciare una recensione e anche chi si ferma  solo a leggere, non sapete quanto sono lusingata dal fatto che le altre shot abbiano raggiunto le 400 visite :3 a presto, stay great,
Heartless Girl
  
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