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Autore: Julietds    21/03/2015    1 recensioni
Aberdeen, 16 660 abitanti, 108 miglia a sudovest di Seattle sulla costa dello stato di Washington, ex città-bordello poi trasformata in sede per decine di segherie.
A Seattle piove molto ma ad Aberdeen piove anche di più, sembra quasi che un'enorme nube grigia copra l'intera cittadina. La gente di Aberdeen, al contrario di quella di Seattle, si dedica solo a due attività: il taglio e trasporto dei tronchi e la coltivazione di marijuana e funghi allucinogeni.
In questo scenario, agli inizi degli anni '80, la fascia della popolazione sotto i venticinque è composta per buona parte da fricchettoni che puzzano di erba, mancano di denti e ascoltano musica chiassosa nettamente separati dalle cricche di atleti perennemente in divisa che fanno gruppo con le proprie cheerleader sognando la grande città.
In questo buco di culo, tra gli altri suoi coeatanei, vive la sua adolescenza Kurt Cobain tra sbronze, vita da roadie, nottate passate sotto ponti e appartamenti inquietanti nella pittoresca contea, futura patria del Grunge e scenario delle disavventure di una generazione di ragazzi figli del punk.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Disclaimer: non so fare i disclaimer. Questa dovrebbe essere la storia vera di Kurt per come la so io - o meglio, per come la sa Azerrad, gli ho rubato un po' di storia della città *coff coff* - ma se trovate qualche imprecisione sarò felice di correggere!
Scritta data la saturità di ispirazione dopo aver visto il trailer di Montage of Heck - speriamo non sia la solita cagata. Il primo capitolo delinerà un po' il quadro generale per poi arrivare al mio scopo: raccontare la storia di un ragazzo qualunque ma allo stesso tempo unico e della sua band passando per le vicende di una generazione, la cosiddetta generazione X, in particolare quella di Seattle, che è passata per tutti questi avvenimenti. Spero possa interessare qualcuno perché in argomento mi sembra ci sia molto da condividere :)




   





Aberdeen.
16 660 abitanti, 108 miglia a sudovest di Seattle sulla costa dello stato di Washington, ex città-bordello poi trasformata in sede per decine di segherie.

A Seattle piove molto ma ad Aberdeen piove anche di più, sembra quasi che un'enorme nube grigia copra l'intera cittadina. La Route n.12 che porta alla contea è costeggiata da una successione interminabile di camping per roulottes e dietro di essa svettano boschi con alberi sfigurati dall'intervento dei taglialegna locali. La prima cosa che si avvista arrivando in città è l'enorme deposito di legname abbandonato Weyerhauser; sull'altra sponda del fiume Wishkah una schiera di fast food.

A Seattle, la grande città, la gente si dedica all'arte e alla cultura; elencate sui depliant della Camera di Commercio della contea troverete le più che fantasmagoriche attività di Grays Harbor come il bowling, le gare con la motosega e le vetrine con i video. Se non è cultura questa.
La gente di Aberdeen, al contrario di quella di altezzosa di Seattle, si dedica solo a due attività: il taglio e il trasporto dei tronchi – settore ormai in crisi, quello del legname – e la coltivazione di marijuana e funghi allucinogeni. Quell'attività va già meglio.
La gente del luogo, inoltre, odia i gufi; se vi capiterà mai di passare di lì e vedere un boscaiolo che gira su uno spiedo un pennuto, beh… benvenuti nella contea.

In questo scenario, agli inizi degli anni '80, la fascia della popolazione sotto i venticinque è composta per buona parte da fricchettoni che puzzano di erba, mancano di denti e ascoltano musica chiassosa nettamente separati dalle cricche di atleti perennemente in divisa che fanno gruppo con le proprie cheerleader sognando la grande città.
Questo è tutto ciò che c'è da sapere su Aberdeen.
In questo buco di culo, tra gli altri, nasce nel febbraio del '67 un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi che, tanto per cambiare, frequenterà lo stesso merdosissimo liceo della città che i suoi avi e tutti gli abitanti del paese hanno frequentato prima di lui.



 
*



I primi due anni alla High School, Kurt li passò costretto dal padre a giocare a baseball. Non che il ragazzo fosse una promessa dello sport, anzi, passava il tempo in panchina a parlare con un ragazzo di nome Matt Lukin, che aveva conosciuto a un corso di elettronica a Montesano, a parlare di gruppi come i Kiss o i Cheap Trick. Lukin era simpatico e vedeva Kurt come “un piccolo ribelle dai capelli unti” così i due fecero amicizia pressoché subito; Lukin suonava il basso in un gruppetto locale, i Melvins, e Kurt conosceva già un ragazzo che era amico del batterista della band così in poco tempo il ragazzo si ritrovò a bazzicare in giro con il gruppo dopo aver assistito ad alcune loro prove. I ragazzi amavano davvero tanto i Melvins: tutti i fricchettoni della città si palesavano in casa di Matt quando c'erano le prove solo per poterli sentire – nei primi tempi non suonavano ancora punk, facevano cover di Hendrix e degli Who ma dal momento che erano l'unica band decente della città fecero notizia e la voce si sparse – ma spesso erano cacciati fuori dalla stanza così si limitavano a stare sul retro ascoltando attraverso la parete fumando erba.
La prima volta che Kurt assistette alle prove del gruppo era più che eccitato: si ubriacò con una bottiglia di vino rosso e iniziò a diventare insopportabile.
“Siete grandiosi! Mai sentito nulla del genere Matt” insisteva tirando l'amico per un braccio. Se inizialmente il gruppo lo apprezzò ben presto non sopportarono più quel ragazzino su di giri.
“Oh andiamo, falla finita Cobain!” gli ripeterono più volte ma lui continuava a complimentarsi e alla fine venne anche buttato giù le scale, da quanto non lo sopportavano.

A quindici anni tornò a vivere con la madre dopo aver passato anni nella casa del padre, divorziato, e dovette abituarsi al patrigno ubriacone, scocciatura non da poco che veniva riversata sulla chitarra che la zia Mary gli aveva regalato a sette anni. Da anni Kurt era terribilmente arrabbiato per il divorzio dei suoi, trovava veramente irritante il fatto che i suoi amici avessero delle famiglie e lui fosse buttato da una casa all'altra come un pacco perché nessuno lo voleva. Era qualcosa in mezzo alle scatole.
Oltre a suonare, Kurt cantava qualche volta anche se sua madre trovava la sua voce fortemente fastidiosa e sperò che suo figlio mollasse quella sterile attività, cosa che il ragazzo non fece, anzi iniziò a proporsi per trasportare l'attrezzatura ai concerti dei Melvins e a fumare marijuana.

Successivamente Buzz Osborne divenne frontman dei Melvins nonché amico di Kurt e le cose andarono meglio anche perché il ragazzo spostò la sua eccitazione per il neonato movimento punk dalla band al libro fotografico sui Sex Pistols che il suo nuovo amico gli aveva prestato. Il punk era più un'idea che un genere musicale per il biondo e in poco tempo si ritrovò a raccontare in giro a tutti che avrebbe formato un gruppo punk e che sarebbe diventato famoso, famoso come Sid Vicious.
Cobain fece addirittura un'audizione per entrare nei Melvins ma venne rifiutato dietro decisione unanime: era nervoso, si era scordato gli accordi dei pezzi che doveva suonare e le sue mani si erano trasformate in pastafrolla.

Un'altra amicizia che sviluppò Kurt in quegli anni fu quella con Loftin, spontaneo e simpatico a detta sua, un tipo tranquillo con cui si poteva parlare di tutto; le cose andavano bene e Kurt sembrava finalmente aver trovato un amico in quella scuola che sembrava essergli ostile, finché un giorno Loftin non mise al corrente Kurt di ciò che tutti già sapevano: era gay.
“D'accordo, non è un problema. Possiamo essere amici” gli rispose Cobain ma pian piano la gente iniziò a guardare male anche lui e, per quanto la cosa lo compiacesse inizialmente, fu poi costretto a rompere la sua amicizia con Loftin perché veniva picchiato ormai tutti i giorni negli spogliatoi della scuola e sulla strada verso casa e, persino per un ribelle come Kurt, la situazione si stava facendo pesante… troppo pesante.

Nel frattempo Wendy, sua madre, iniziò a scocciarsi della passione del figlio per la musica anche perché Kurt andava male a scuola e si rifiutava di ascoltare i professori, complice anche l'elemento punk e il senso critico che aveva sviluppato con esso. “Se non ti dai una mossa un giorno o l'altro ti ritroverai tutte le tue cose impacchettate in una scatola. Non puoi stare qui se non studi o ti trovi un lavoro” e infatti poco tempo dopo così fu: Kurt raccolse semplicemente la scatola piena di vestiti e dischi e si trasferì a vivere in un appartamento spartito con un suo amico, Jesse Reed, lo stesso da cui si rifugiò dopo che la madre lo scoprì al buio con la sua ragazza dell'epoca – prima di perdere la verginità – e lo cacciò di casa; insomma, alla fine della storia Kurt restò rifugiato da Jesse… almeno finché la madre di quest'ultimo non chiamò Wendy dicendole: “Credo che tuo figlio stia vivendo di nascosto a casa mia.”

Kurt si spostò per qualche giorno sotto un ponte per poi tornare a casa dove la madre lo aspettava sempre a braccia aperte e con un piatto di pasta fumante sempre pronto. Nonostante tutto Wendy era calorosa, affettuosa, amorevole; sapeva di non avergli dato ciò che meritava così, benché si rimproverasse per come aveva sempre viziato il figlio, cercò di esserci per quanto sentisse che Kurt era ormai un ragazzo perso. Kurt lo sentiva a sua volta così cercò di smettere di fumare erba e per iniziare la sua nuova vita si trasferì appunto con Jesse in un appartamento che venne trasformato nel paradiso del punk: bambole insanguinate con la testa strappata dal corpo aleggiavano appese alle finestre per spaventare i rednecks di passaggio e i piatti, dopo la prima settimana di utilizzo, giacquero sporchi nel lavandino per svariati mesi.

Nonostante le testoline spaventassero i rednecks, evidentemente non spaventarono Chris Novoselić, ragazzo che Kurt aveva già adocchiato alla Weatherwax ma che non aveva mai avuto possibilità di conoscere dato che non avevano nessun corso in comune. Fatto sta che frequentando il locale delle prove dei Melvins – ancora – i due fecero amicizia e tra bottiglie, videocamere in super 8 e dischi.
   
 
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