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Autore: thecapitolFB    22/03/2015    1 recensioni
Raccolta di brevi flash-fictions create attraverso una sfida a turni proposta su un gruppo facebook.
O1. Il prompt • «Guardami negli occhi. No, PIÙ SU. Non sono quelli i miei occhi!»;
O2. La canzone • «Dream» degli Imagine Dragons;
O3. Bonus • Tutti i grandi sono stati bambini, una volta...
O4. Il genere • «Introspettivo»;
O5. Coppie improbabili • Coppie di personaggi scelte in maniera casuale;
O6. Le AU • I personaggi in un contesto differente, scelto dagli utenti;
O7. Io a te e tu a me • Sfida a coppie, in cui gli utenti dovevano scambiarsi i prompt;
O8. Prompt dati dagli utenti • «Do you remember how did you became who you are now? Do you remember how did it felt to breath without gasping with all your might?» Da "Live free or let me die" degli Skillet;
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Finnick Odair, Gale Hawthorne, Johanna Mason, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Premessa: Le seguenti storie sono state scritte da alcune utenti del gruppo facebook The Capitol. La sfida era a turni e consisteva nello scrivere una storia in circa dieci minuti in base ad un prompt estratto in maniera casuale.
Nel corso delle settimane precedenti ci siamo divertiti a proporre diverse sfide. Durante ogni serata di gioco, i partecipanti avevano la possibilità di chiedere un bonus di 5 minuti in più o di cambiare il prompt. Tuttavia, questa richiesta poteva essere fatta solo due volte per partita.
Questo che vi stiamo proponendo adesso è stato il primissimo turno. Se vi va di giocare con noi, venite a trovarci nel gruppo Facebook 
The Capitol
Buona lettura!




 
The Capitol Tales



 
Primo Turno – Il Prompt.
 
In questo turno, i partecipanti dovevano scrivere in circa dieci minuti una storia ispirata al seguente prompt: "Guardami negli occhi. No, PIÙ SU. Non sono quelli i miei occhi!" preso in prestito dai prompt orfani della community “Piscina di Prompts”.
 


 
Giraffetta.

[Gale/Johanna; Post-Mockingjay]

 
"Mi hai sentito, Johanna?" sbottò Gale, cercando di attirare l'attenzione della donna e passandosi un asciugamano tra i capelli umidi.
"Non sono sorda, Hawthorne." ribatté infastidita. "Posso ascoltarti e guardare la tv allo stesso momento."
"Preferirei che mi ascoltassi davvero, sono serio." continuò Gale.
Johanna sbuffò e spense la tv con uno sbadiglio. Si voltò verso Gale e attese.
"Guardami negli occhi" sussurrò l'uomo, allungando il braccio a sfiorare la mano della donna. Johanna prese a fissarlo intensamente, ammiccando.
"NO, PIÙ SU! Non sono quelli i miei occhi!" la riprese, mentre Johanna sorrideva maliziosa.
"Oh, avanti Hawthorne! I tuoi pettorali sono molto più appetitosi dei tuoi occhi a volte!" esclamò, avvicinandosi a toccarlo.
Gale scosse la testa e si rassegnò: cercare di conversare seriamente con Johanna quando usciva dalla doccia era del tutto inutile!



 
Tinkerbell92.

[Glimmer/Marina (tributo del Distretto 4 nella 74esima edizione degli HG|Missing Moment Hunger Games]
 
- C’è qualcosa che devi dirmi?
Glimmer aggrottò la fronte confusa, indagando sullo sguardo della ragazza come per trovare un indizio: - Che vuoi dire?
Marina alzò gli occhi al soffitto, incrociando le braccia con fare autoritario: - Domani cominceranno i giochi, no? Non so quante occasioni avremo per parlare, quindi, se vuoi dirmi qualcosa, credo che questo sia il momento giusto.
La bionda si morse il labbro, distogliendo lo sguardo con fare imbarazzato. Non si sentiva pronta, non aveva idea di cosa dire.
-Glimmer – chiamò la ragazza del Quattro con voce ferma e severa – Guardami. Non sei una ragazzina, voglio che mi guardi negli occhi. No, più su! – intimò, portando d’istinto la mano a coprire la collana che aveva indossato per l’intervista – Questi non sono i miei occhi, sono solo diamanti.
Arrossendo lievemente, la bionda riuscì finalmente a sostenere lo sguardo dell’altra: - Io credo… che non ci sia poi così tanta differenza.
Marina rimase in silenzio per un secondo, dopodiché abbozzò un sorriso: - Va bene. Mi basta.




 
Macy MacLaughlin.

[Annie/Finnick| Missing Moment di Mockingjay]

 
Macy ha utilizzato un ‘cambio prompt’ e ha dunque avuto la possibilità di far estrarre un prompt diverso: il prompt che ha utilizzato è “Sussurri e Grida”, sempre appartenente ai prompt orfani della community livejournal “Piscina di Prompt”.

Sussurrano le voci nella sua mente che la cullano, una ninnananna di ricordi lontani che le fanno arricciare le labbra.
Ride, Annie, quando i suoi pensieri mormorano per lei.
Nei sussurri rimbomba l’eco delle onde che si placano e riposano sulla spiaggia, il fruscio del vento che solleva la sabbia, la voce di Finnick che risuona per lei e per lei soltanto.
Bisbigliano parole di conforto, le voci.
La guidano lungo il labirinto dei suoi ricordi, distorti e dolorosi e letali; le mostrano la strada, indicandole la direzione che non la porterà alla deriva.
Sono conforto e sicurezza e casa.
Annie chiude gli occhi, e ascolta la voce di Finnick sussurrarle promesse di conforto e amore.
I suoi sussurri la guidano a casa.

 
*
 
Gridano le voci nella sua mente che squarciano i suoi pensieri.
‘Non lo rivedrai più’
‘Morirai, lontana da lui’
Urlano e urlano, dilaniando, frammento a frammento, il suo mondo.
Urlano tutti, attorno a lei, mentre la mente di Annie si sgretola sotto la forza delle grida.
Rinchiusa, sola con le urla dell’universo.
Le urla che rimbombano nella sua cella e nella sua testa la distruggeranno.




 
Kary91.

[Johanna /Rory/Gale; Post-Mockingjay]
 
La flash-fiction è ambientata nel periodo post-mockingjay. Johanna Mason è fidanzata con Gale Hawthorne e Rory avrà ormai una ventina d’anni. Lui e Johanna sono come cane e gatto, bisticciano spesso e volentieri.

“Ehi, tu… Marmocchio…”
Johanna inarcò un sopracciglio in direzione di Rory.
“Guardami negli occhi quando ti parlo” ordinò, indicandosi il volto.
Il ragazzo la squadrò con fare perplesso.
“Che cosa?”
“No, più su” sbottò ancora la donna, mettendosi a braccia conserte. “Non sono quelli, i miei occhi.”
Rory aprì la bocca per ribattere, visibilmente in imbarazzo.
“Ti sto guardando negli occhi!” ribatté, indirizzando un’occhiata sbigottita alla porta che si apriva: Gale s’intrufolò nella stanza con un’espressione indecifrabile dipinta in viso.
“Non le stavo guardando le tette, Gale, te lo giuro!” cercò ancora di difendersi il giovane, alzando entrambe le mani.
Il fratello maggiore fece scorrere lo sguardo da lui alla fidanzata, che annuì con un irritante sorrisetto sardonico dipinto in viso.
“Ma non è vero!” esclamò ancora Rory. Arretrò con la sedia quando Gale si avvicinò pericolosamente a lui. “Lo sta facendo apposta per farmi menare da te.”
Gale gli rivolse un’occhiata attenta, come se stesse cercando di decidere se credergli o meno. Infine, gli diede un coppino dietro la testa, facendolo imprecare. Dopodiché, tornò in salotto come se nulla fosse, sotto lo sguardo soddisfatto di Johanna e quello offeso di Rory.
“Sei una stramaledetta stronza!” borbottò il ragazzo, fulminando la donna con gli occhi.
Johanna ghignò, prima di scrollare le spalle.
“Grazie per il complimento, Hawthorne-scemo.”




 
 _The Little Dreamer_

[Haymitch/Katniss/Peeta| Post-Mockingjay]

 
La ragazza sbatté una mano sul tavolo con furia, era decisa.
"Guardami negli occhi, Haymitch, voglio davvero che ci faccia da testimone."
L'uomo aveva un aspetto strano, rosso in viso anche se sobrio, girovagava gli occhi da una parte all'altra senza mai fermarli.
"Non so, non ti prometto nulla dolcezza!"
Katniss iniziò a camminare da una punta all'altra.
"Ci hai visti due volte su un'arena, per un pelo non morivamo.." Fece una lunga pausa, in un gran sospiro "Ci hai visti terribilmente vicini quanto lontani, voglio che tu ci sia al nostro matrimonio, il giorno più felice delle nostre difficili vite."
Haymitch giocava ancora con le sue orbite oculari, quando finalmente soffermò lo sguardo su un punto.
Katniss divenne tutta rossa dalla vergogna, capì dove aveva rivolto la sua attenzione.
"Guardami negli occhi, no, più su, non sono quelli i miei occhi." Disse in un urlo strozzato la ragazza.
Haymitch fissò quei occhi così grigi che adesso erano fermi e decisi.
"Adesso va meglio, ora vado, fammi sapere la decisione che hai preso."
All'improvviso entrò Peeta.
"Ciao Haymitch, sai dov'è Katniss?"
Non fece in tempo a finire la frase che se li ritrovò davanti.
"Ah, sei qui..."
"Sisi, andiamo che ho molto da fare." disse fulminando con gli occhi l'ex-mentore.
"A proposito, ricordami di rifare il guardaroba, fa un tantino freddo. Bisogna mettere cose più accollate in questo periodo, vero Haymitch?"

 

 
Kyrean is on Fire.

[Johanna/Finnick]


Johanna Mason era sempre stata una bella ragazza. Capelli neri, occhi a mandorla, sorriso beffardo... E una bella quarta. Finnick Odair le aveva subito notate: per un maschiaccio del genere, o almeno così pensò lui, aveva due belle bocce. Pensa a quello, Finnick. Lei parla.
《Odair. Ascoltami. Odair. Guardami negli occhi, imbecille. No, PIÙ SU. Non sono quelli i miei occhi!》
Lo schiaffo vola, il sorriso di Finnick si trasforma in una risata.
《Nella mia situazione avresti fatto lo stesso.》




 
The_Monster.

[Johanna/Finnick|What-if?]

 
Non sapevi se ridere o piangere, quel giorno.
Primo: non ti saresti mai immaginata in un abito da sposa.
Secondo: dovevi complimentarti con Cinna per avertene confezionato uno così adatto a te.
Terzo: Finnick non faceva altro che guardarti le tette.
《Sirenetto, guardami negli occhi》sussurrasti con un sorriso malizioso sulle labbra.
Finnick fece scorrere lo sguardo oltre, sulla linea del tuo collo, dove una collana di pizzo ornava la pelle non più candida.
《NO, PIÙ SU!》 Sbottasti infastidita: 《Non sono quelli i miei occhi!》
Volevi vederli, gli occhi verdemare, volevi essere sicura.
Il suo sguardo incontrò il tuo.
E per la prima volta, dopo molto tempo, fu un sorriso timido ad incresparti le labbra.




 
Alaska__
 
[Niklas/Chloe (OCs) - Pre!Hunger Games]
 
La storia seguente è incentrata su due OC miei (Alaska__), Niklas e Chloe, del Distretto 9. La Karen nominata ad un certo punto è il tributo femmina dello stesso Distretto durante i settantacinquesimi Hunger Games; Heiko, invece, è il fratellino di Niklas. 
 
Come ogni sabato pomeriggio – o meglio, come ogni giorno – Niklas stava seduto comodamente sul divano, guardando distrattamente la televisione e lanciando, di tanto in tanto, un’occhiata ad uno dei tanti libri di fantascienza che era appartenuto a suo nonno.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli biondi.
Un altro, noioso sabato pomeriggio. Non aveva di meglio da fare, ormai. Non avrebbe mai pensato – prima di partecipare agli Hunger Games – che vincere sarebbe stata una tale pacchia. Aveva visto la vita di altri Vincitori, prima – del resto, aver convissuto per dieci anni con suo zio avrebbe dovuto fargli apprendere qualche cosa a riguardo – ma si stupiva sempre più di quella noia che provava quotidianamente.
Un sorriso gli increspò le labbra, mentre pensava a quello che era accaduto la sera prima.
Si era divertito. Eccome se si era divertito.
La tanto presuntuosa, antipatica, rompiscatole Chloe era finalmente caduta tra le sue braccia… e, per quanto gli era sembrato, le era anche piaciuto.
Come se solo il pensiero avesse chiamato la ragazza, ecco che Niklas sentì bussare alla porta. I colpi non erano di certo tranquilli; sembrava, anzi, che qualcuno stesse prendendo a pugni la superficie lignea per sbatterla a terra.
Con un sogghigno, il ragazzo si alzò dal divano. Non aveva dubbi: chi poteva essere, se non Chloe? Del resto, nessuno si sarebbe preso la briga di bussare a quel modo per chiedergli di entrare. Suo zio probabilmente era a casa in uno stato semicomatoso – oppure a divertirsi con il suo amato Henry – e Karen non si sarebbe mai permessa di picchiare a quel modo la porta. Non poteva essere nemmeno Heiko, perché era entrato in casa un’ora prima e si era buttato sul letto di Niklas, al piano di sopra, con la scusa che la sera prima non aveva dormito perché sua madre aveva portato a casa un altro dei suoi clienti con cui se l’era spassata tutta la notte.
Niklas lanciò un’occhiata veloce allo specchio nell’atrio; non sapeva perché ci tenesse tanto, ma voleva che quella specie di esplosione che aveva in testa al posto dei capelli stesse almeno a posto.
«Chi è?» chiese poi, ridacchiando e ben sapendo quale sarebbe stata la risposta.
«Io» ringhiò una voce femminile dall’altro lato. Il ragazzo ghignò, contento di aver azzeccato la previsione.
« “Io” chi?» domandò, solo per il gusto di poter far arrabbiare la ragazza.
«Chloe. Chi cazzo vuoi che sia?»
«Qualcuno di più educato, per esempio».
«Da che pulpito viene la predica».
«Da che pulpito viene la risposta».
«Apri questa cazzo di porta o vuoi lasciarmi qui fuori ancora un po’?» sbottò infine la ragazza.
Niklas si avvicinò al legno, sussurrando: «Devi dirmi la parolina magica».
« “Vaffanculo” ti basta?»
«Nah. Inizia con “Per”».
Niklas sentì un sospiro esasperato dall’altra parte e non poté trattenere una risata.
«Per favore, signor Brauer, aprirebbe questa porta?» si arrese poi la ragazza, al che Niklas ritenne saggio farla entrare.
Con un sogghigno, aprì e un tornado biondo fece irruzione nella sua casa.
«Allora?» domandò Niklas dopo un istante, vedendo che la giovane non accennava a parlare.
«Allora cosa?»
«Perché sei qui?»
Chloe strinse le labbra. «Volevo solo dirti… quello che è successo ieri sera… non vuol dire nulla, okay?»
«Oh, certo» ridacchiò il giovane, abbassando lo sguardo.
«Non ridere, idiota» ringhiò la ragazza. «E guardami negli occhi». Niklas alzò di poco lo sguardo, ma i suoi occhi azzurri non si fermarono sul volto della ragazza. «Negli occhi! Più su! Questi non sono gli occhi» strillò Chloe, portando le braccia al seno e coprendolo, come se Niklas avesse la vista a raggi X.
«Tanto ho già visto, dolcezza» sussurrò lui, abbassandosi verso la ragazza e appoggiando piano le sue labbra su quelle di lei.
   
 
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