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Autore: Nemesis_8    22/03/2015    1 recensioni
'It's just so hard to say goodbye to what I know.'
Se ne resta in silenzio, lasciando correre gli occhi da un punto all’altro di quel set.
Resta in ascolto. E quasi sente la risata di Lea, di quella volta in cui è andata a gambe all’aria dopo una piroetta. O un tentativo di riuscire a farla.
Sente la potenza della voce di Amber, e la sensazione di sentirsi troppo piccolo, di fronte ad essa.
Sente le note di “Don’t Stop Believin’”, e rivede quei sei ragazzi in maglietta rossa e blue jeans. Quei ragazzi pieni di sogni e speranza, incapaci, e forse un po’ increduli, di capire di avere una voce che molti avrebbero ascoltato.
Just a small town girl
Livin’ in a lonely world.
She took the midnight train
Goin’ anywhere.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A noi Gleeks, perchè siamo una FamiGleea.
Perché il viaggio è appena iniziato.
Alle ragazze della Sevensome, perché Glee ci ha fatte conoscere.
Perché siete le mie ragazze.








 

 

I’m not afraid to moving on or letting go.
It’s just so hard to say goodbye to what I know.
I know.



 

Le luci dell’auditorium sono quasi tutte spente. Sa che dovrebbe andarsene. Prendere la sua scatola di ricordi e iniziare a camminare. A camminare da solo, lasciandosi quella meravigliosa esperienza alle spalle, come se fosse uno dei pochi grandi, bellissimi ricordi, che custodirà per tutta la vita.

Eppure sente la necessità di rimanere ancora un po’ lì, su quel palco, in una sospensione di secondi. Far finta che quelle lancette siano così benevole da fermarsi, giusto qualche minuto, per raccogliere i pezzi.

Vuole rimanere solo un altro po’, su quei gradini di legno, che sei anni e mezzo prima, per la prima volta lo hanno fatto sentire quasi a casa. Come se fosse quasi arrivato. Come se avesse quasi trovato il suo posto giusto.
Se ne resta in silenzio, lasciando correre gli occhi da un punto all’altro di quel set.

Resta in ascolto. E quasi sente la risata di Lea, di quella volta in cui è andata a gambe all’aria dopo una piroetta. O un tentativo di riuscire a farla.
Sente la potenza della voce di Amber, e la sensazione di sentirsi troppo piccolo, di fronte ad essa.
Sente le note di “Don’t Stop Believin’”, e rivede quei sei ragazzi in maglietta rossa e blue jeans. Quei ragazzi pieni di sogni e speranza, incapaci, e forse un po’ increduli, di capire di avere una voce che molti avrebbero ascoltato.

 

Just a small town girl
Livin’ in a lonely world.
She took the midnight train
Goin’ anywhere

 

Sorride, al sorriso sghembo di Cory. E quella lacrima non può non cadere. Perché ciò che manca più di tutto, è proprio la sua energia. Quello che manca per dire addio è proprio quel gigante buono. Suo fratello.
E forse, forse proprio in quell’auditorium, lì, quel vuoto, lo sente giusto un po’ meno.

E non si accorge di quei passi silenziosi che si avvicinano, perso com’è nei ricordi.
Non si accorge nemmeno di quella curva di sorriso che lo ha sempre accompagnato. E che si è fatto più luminoso, ora che lo ha trovato.
Si accorge solo alla fine di quell’intenso profumo, di lui, e di quel calore che la presenza dell’altro gli regala ogni volta.

- Ehi.

Un sospiro quasi. E il suo campo visivo è invaso da ricci color pece e occhi di miele fuso.
Sono lucidi, velati da quelle lacrime che sembra non vogliano smettere di cadere.

- Ehi, Dare.

Un angolino di sorriso tirato con dolcezza.
Perché Darren non ha mai paura dei sentimenti.
Né di piangere davanti a tutti come un bambino.
Non ha mai paura di mostrarsi fragile e spezzato. Con le macerie che fiammeggiano ancora negli occhi e in quella voce roca, che resta dolce, seppur rotta dal pianto.
Perché mostrarsi con il cuore a pezzi significa rendersi vulnerabili. Scoprire i propri punti deboli. Mettersi a nudo. In balia del mondo.
Con la speranza che una mano ti venga offerta per rialzarti. Con il cuore in mano, in attesa di una carezza, che asciughi quelle guance bagnate.

E Dare…non è stata solo una mano.
Dare è stato braccia che lo hanno stretto, coccolato e consolato, fino a quando quel pulsare incessante non fosse diminuito.
È stato quella voce che lo ha calmato e che lo ha fatto credere di nuovo nel futuro. Nell’amore.

If you cry, I cry.

- Perché ancora qui?
Chiede sedendosi vicino a lui. Voce provata e un braccio intorno alla sua vita. Come se non volesse lasciarlo andare. Stringerlo per tenerlo ancora insieme.
Perché sa di quei pezzi frastagliati di cuore negli occhi.
- Forse ho solo bisogno di ancora un po’ prima di andare. Prima di lasciar andare…tutto questo.
Si gira per guardarlo negli occhi e vede le sue lacrime riflesse sul viso dell’altro.
- Credo solo di dovermi abituare a questo vuoto nel petto. È solo che…è dura dire addio a tutto quello che conosco*.
- Cos’è? Il grande Colfer cita le mie canzoni?
E prova anche Dare a sorridere, ma quella smorfia non è il suo sorriso. Quella smorfia è un addio che non si vorrebbe dare.
È un sentirsi perdere, e un non saper come ritrovarsi.
- Siamo agli sgoccioli, Criss. Almeno questo te lo dovevo. Ma Lea ha ragione. Con quelle parole, hai dato voce a tutti quanti. Non potevo pensare ad una conclusione migliore per questo viaggio che con le tue parole e la tua canzone. È un bel modo per dirsi addio. Uno di migliori.

- Io, però, non voglio dirti addio. Ce lo siamo promessi, no? “I’ll never say goodbye at you.”

- Oh, tesoro. Quelli erano Kurt e Blaine. Io non vedo l’ora di liberarmi di te e del tuo nauseante gel alla ciliegia.
E Darren ride. Della sua risata, tutta denti e rughette. Quella che ti scade il cuore, una coccola di una domenica uggiosa.
- Ti mancherei troppo, Chris. Ammettilo. Niente più telefonate nel cuore della notte, niente più maratone di Harry Potter. La tua vita sarebbe troppo noiosa, non trovi? Dovresti ringraziarmi per rallegrare gratuitamente le tue giornate.

È sempre stata la sua capacità farlo ridere. Non di quel sorriso timido e quasi obbligato che quasi sempre ritrova nelle foto.
Il suo sorriso alla Darren, come ama chiamarlo, è quello dei dentini scoperti, degli occhi chiusi per godersela fino in fondo.

Per godersi quel ragazzo che è entrato nella sua vita, e bless his heart, ha deciso di restarci a lungo.
Si accoccola in quell’abbraccio strano, difettoso, ma perfetto. E appoggia il capo sulla spalla.
Lì, dove il profumo di Dare si fa più intenso, nella curva del collo. E sfiora con il naso la mascella perfetta, coperta da un leggerissimo filo di barba, che ha sempre amato.

- Non riesco a dire addio a tutto questo. Non posso dire semplicemente addio ad una parte di me. È come se avessi vissuto questi ultimi giorni in apnea. Ma solo ora sembra mi manchi il respiro. Semplicemente non ci riesco. Non riesco a pensare di alzarmi la mattina e non dover più correre per il set, perché sono in ritardo, o di non dover più nascondere le mie Diet Coke da te e Chord. – sorride fra le lacrime, tira su col nasino – Non riesco a pensare di non poterti più abbracciare ogni mattina.
Punta i suoi occhi color paradiso in quelli dell’altro.
Una piccola rivelazione, sussurrata fra le spire di quel silenzio e di quell’addio che non si vuole dire.
È tempo di essere coraggiosi, in fondo.

Darren è sempre stata la sua roccia, con la sua dolcezza e la sua semplicità. Con quel sorriso bello. Perché, chi sorride poco sa riconoscere un sorriso vero. Quello che viene dal cuore. Quello che coinvolge anche gli occhi, e dona loro quella luce che risplende nella notte. E il sorriso di Dare è la sua luce nella notte. La sua ancora in un mare in tempesta.
Gli prende la mano, calda e ruvida.
Guarda quelle dita intrecciarci come se fossero un puzzle perfetto.
Nonostante tutto abbia una fine, quello, quello non finirà mai.

- Te l’ho detto, Chris. Non mi dirai mai addio. Le cose potranno finire. Potrà anche crollarci il mondo addosso. Potremmo cadere. Faticare a rimetterci in piedi. Ma sarai sempre qui – quell’intreccio di mani vicino al cuore – ci sei entrato cinque anni fa. E non sei una persona che si dimentica facilmente. Glee è stata la nostra casa, il nostro ristoro. Ma non il punto di arrivo. È da domani che inizia il viaggio. Domani che dovremo ricordarci quanto questi anni ci hanno cambiato. È da domani che inizia la vita vera.

Ed eccolo lì, il suo angelo personale. Quello che riesce a tenere insieme i pezzi.
Quelle ali che lo sostengono. Quelle braccia che lo fanno sentire così bene. E vorrebbe piangere. E vorrebbe ridere. Perché nonostante tutto quello sia giunto alla fine, sa che lui ci sarà. In ogni singolo momento.
E tutto quel tempo che hanno avuto, lo conserverà nel cuore. Per sempre.



- E ora?
- E ora, si vive.



E con il sorriso sulle labbra, si avvicina.
Un incontro a fior di cuore, morbido, dolce. E per sempre.

 

- E ora?
- E ora, si ama.

 

 

 

 

 






*'This Time', obviously.

 


**

Non credo ci sia molto da dire.
Ma avevo bisogno di dare un senso ad un vuoto che sembra diventare sempre più grande.

Grazie alla piccola Fra, per averla betata. <3

Buon viaggio a tutti.

Nemesi.

  
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