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Autore: Aanya    22/03/2015    4 recensioni
Pepper ha finalmente una serata libera, lontano da impegni lavorativi, per uscire con un uomo. Ovviamente niente va mai come si vuole e Pepper si ritrova a dover affrontare un Tony Stark piuttosto alticcio, con le conseguenze dei suoi sproloqui.
Pre-Iron Man
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa prendi?- le domandò l’uomo.
Pepper si guardò intorno, indecisa, come se potesse trovare una risposta nel volto degli altri clienti.
-Facciamo un Martini con ghiaccio- rispose sorridendo, voltandosi verso il suo interlocutore.
-Ottima scelta- le sorrise –Due Martini con ghiaccio allora- fece rivolto al barista, mostrando un due con le dita.
Rimase un attimo in silenzio, ammirando la donna che aveva davanti.
Pepper indossava un vestito azzurro che le ricadeva perfettamente lungo i fianchi e un nastro di tulle blu scuro le decorava la vita. Davanti ricadeva morbido sul seno, formando delle pieghe. Seppure lei non considerasse la scollatura provocante certamente l’uomo che le stava di fronte non era del suo stesso pensiero perché per alcuni attimi il suo sguardo ricadde sul suo décolleté. I capelli ramati le ricadevano sulle spalle a piccole ciocche e apparivano lucenti e leggeri. Il trucco riprendeva i toni del vestito con tocchi scuri dati dal mascara e l’eyeliner. L’uomo davanti a lei portava invece una giacca nera che nascondeva una camicia bianca, portate degnamente sopra dei jeans che, a detta di Pepper, sembravano essere stati cuciti per lui.
Si erano conosciuti da poco al lavoro. Lui aveva un appuntamento con il suo capo in quanto amministratore delegato di qualche azienda di cui, onestamente, lei non ricordava il nome e, mentre lei correva da un piano all’altro per sbrigare alcune pratiche importanti poggiò male un piede e perse l’equilibrio. Fortuna volle che a prenderla non ci fosse il pavimento, ma lui. Logan Dawson. Cadde tra le sue braccia e l’imbarazzo fu tale che quando lui la guardò negli occhi, il viso di Pepper s’incendiò. Quell’incidente fu la scusa per Logan per farsi invitare a bere qualcosa in quanto suo salvatore. Pepper ovviamente, anche se imbarazzata e a disagio non poté che accettare. Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondo grano spazzolati all’indietro. Come poteva non accettare?
Quella sera il locale era molto affollato, ma essendo uno dei pochi e uno dei migliori che Pepper conosceva avevano deciso di rimanere lì, anche se non avevano trovato posto per sedersi.
Logan aveva appoggiato il braccio sul bancone.
-Come sei riuscita a liberarti dal tuo lavoro ininterrotto?- le domandò sorridendole.
-Non sono di proprietà dell’azienda..insomma..anche a me è concessa qualche ora d’aria- rispose sarcastica, ricambiando il sorriso e pensando che in realtà lei lavorava veramente troppo.
-Non so come fa a sopportare uno come Stark-
Il barista poggiò due bicchieri davanti a loro. Logan ne prese uno e lo passò a Pepper, mentre l’altro lo teneva con una mano, senza sollevarlo.
-Dice questo perché non ha accettato di concederle quel prestito per la sua azienda?- domandò lei pungente.
Logan girò appena la testa e sorrise, uno di quei sorrisi di circostanza che ammettevano che l’aveva colpito e affondato.
-Diciamo che ha rinforzato i pregiudizi che avevo su di lui…-
-Non lo conosci- fece Pepper abbassando lo sguardo verso il suo bicchiere.
Lo alzò verso la sua bocca pronta a sorseggiare un po’di Martini, quando l’uomo la fermò con una mano. Lei alzò lo sguardo, stupita.
-Non dovremmo parlare di Stark..ma di noi...che ne dici di fare un brindisi?- le apostrofò, alzando il bicchiere verso di lei.
Pepper alzò le spalle e sorrise.
-Giusto! A cosa brindiamo?-
Logan sembrava rimuginare.
-Alla nostra serata lontano dal lavoro-
Pepper si aspettava qualcosa di originale, ma anche quello era un punto di partenza. Sperava che l’argomento lavoro si fosse esaurito in quel brindisi.
-Alla nostra sera lontano dal lavoro- ripeté, facendo tintinnare il bicchiere con quello dell’altro.
Nello stesso istante in cui Pepper portò il bicchiere alle labbra strabuzzò gli occhi.
Logan abbassò il bicchiere e guardò la sua espressione. Lentamente si girò nella direzione in cui le stava guardando. Alcuni metri più in là Tony Stark stava in compagnia di alcune ragazze. Ubriaco e in vena di attirare l’attenzione di qualche tipo poco rispettabile.
Pepper scosse la testa, lentamente, come se stesse negando qualcosa. Negando che una cosa del genere dovesse capitare in una delle uniche sere libere in cui si trovava in compagnia di un uomo.
-Non vorrà mica andare da lui?- le domandò Logan dopo essersi voltato verso di lei.
La donna rimase in silenzio, gli occhi ancora fissi su quello che doveva essere il suo rispettabile capo. Un omone si stava avvicinando a passo spedito verso di lui e lo prese per il bavero della camicia.
Pepper non rispose nemmeno a Logan. Si precipitò immediatamente verso Stark, facendosi largo nel locale affollato.
-Non è possibile..non è possibile- diceva a se stessa mentre avanzava verso di lui tra le spinte degli altri clienti.
-Stark!- urlò per farsi sentire sopra la musica e il vociare del locale.
L’uomo che stava tenendo Tony e che gli stava urlando parole a lei incomprensibili si voltò verso di lei. Stark di conseguenza.
-Pepper!- sbiascicò felice l’uomo –Come sono felice di vederti..-
-Io no-
-Lo conosce?- fece l’omone rivolto a lei e lasciando libero Tony.
-Purtroppo sì- fece sospirando.
-Mi scuso a nome mio se ha creato problemi..lo riporto immediatamente a casa-
-A casa? No io non voglio tornare a casa- si lamentò Tony come se fosse un bambino –Rimanga a fare festa con noi Pepper-
L’uomo vestito di nero guardò Stark, poi Pepper.
-Non si preoccupi, da questo momento me ne occuperò io..non le darà più fastidio- fece lei, avvicinandosi a Stark e caricandosi il peso su di sé, prendendolo sotto le spalle.
-Hey ma che fa?- protestò Tony.
-Ora lei viene con me-
Logan li raggiunse.
-Serve una mano?- domandò controvoglia.
La donna non avrebbe voluto accettare, ma caricare Tony in macchina, ubriaco e per di più indossando un tacco dodici non era il massimo.
-Grazie- rispose Pepper, come se si stesse scusando dell’inconveniente.
Logan si portò dietro a Tony, facendosi carico del suo peso.
-Ma chi è questo?- domandò Tony confuso, cercando di girare la testa per poterlo vedere meglio –Pepper mi vuole spiegare chi è questo?-
Pepper non lo stava ascoltando. Si faceva strada verso l’uscita, facendo spazio per i due uomini dietro di lei. Quando varcarono la porta Pepper estrasse il suo cellulare dalla borsetta di strass neri e compose un numero.
-Un attimo che chiamo il taxi- fece rivolta a Logan, indicando il cellulare.
L’uomo annuì. Ovviamente Pepper si sentiva tremendamente in colpa per essersi fatta aiutare da lui. Aveva appena esplicitato la sua antipatia per il suo capo ed ora se lo trovava addosso.
-Io ce la faccio benissimo a guidare la macchina- protestò Tony ondeggiando.
-Si certo…- sibilò Logan.
-Ha detto qualcosa?- urlò Stark.
-No..non ho detto niente- disse Logan, cercando di stare calmo.
-Invece sì..ha detto qualcosa-
Logan rincalzò più forte.
-Ho detto di no-
-E io dico di sì-
-È fortunato ad avere una donna come lei che la protegge..- sussurrò Logan all’orecchio di Stark -..altrimenti se la sarebbe vista con me..-
-Tanto lei non l’avrà mai..- replicò Stark sorridendo.
-Lo dice lei- commentò il biondo, irritato.
-Lo dico io- fece l’altro con tono da sbruffone.
-Volete piantarla?- tuonò Pepper rivolta verso di loro, mentre riponeva il cellulare nella borsetta.
I due si ammutolirono.
-Pepper mi vuole spiegare chi è questo tipo che continua a tenermi come se fossi un delinquente?-
-Perché? Non lo è?- fece Pepper arrabbiata.
Tony si dipinse un’espressione interrogativa in viso. La donna rimase in silenzio, poi continuò.
-Ha interrotto la mia serata- disse, incrociando le braccia al petto.
-Con chi? Questo stoccafisso?- domandò retorico Tony, indicandolo con il pollice.
Logan socchiuse gli occhi. Se non fosse stato per Pepper, ubriaco o no, gli sarebbe arrivato un pugno in piena faccia.
Pepper scosse la testa, esasperata.
-Prima saremo a casa, prima la smetterà di dire fesserie-
-Ma non sono fesserie..io lo penso veramente- disse Tony con tranquillità.
Un taxi si fermò proprio davanti a loro. In tempo per scongiurare eventuali perdite di pazienza del biondo.
Pepper aprì la portiera e Logan fece abbassare Tony spingendolo verso l’interno dell’abitacolo.
-Non sembro un carcerato così?- domandò alla donna, facendo una smorfia.
Pepper di rimando gli sbatté la porta del taxi in faccia. Poi si voltò verso Logan.
-Mi dispiace veramente per com’è andata la serata..- aveva un’aria veramente abbattuta -..ma non posso farlo andare a casa da solo in quelle condizioni-
Logan le passò una mano sotto il mento.
-Com’è vero che se non sei tu a cercare il lavoro, il lavoro viene a cercare te-
-Mi dispiace..- disse ancora una volta.
-E che ci posso fare contro uno come Tony Stark?- disse sorridendo. Un sorriso ostentato solamente per mettere fine ai loro discorsi. Le stampò un bacio sulla guancia.
Pepper si diresse poi verso l’altro lato del taxi.
In quel momento non poté vedere come Tony stesse fulminando Logan. Gli stava facendo segno che lo avrebbe tenuto sotto controllo.
-Pazzo ubriaco- commentò Logan voltandosi, mentre l’abitacolo ripartiva.
 

-Pepper..è arrabbiata con me?- le domandò Tony smielato, adagiato completamente allo schienale del sedile.
La donna non rispose. Teneva le braccia conserte, guardando fuori dal finestrino. L’uomo le toccò un braccio.
-Sì..sono arrabbiata con lei Tony- fece lei, voltandosi verso di lui.
Alcune rughe le solcavano la fronte e le guance avevano assunto un colorito rossastro. Tony piegò la testa di lato, poi sorrise.
-Non volevo farla arrabbiare-
Pepper scosse la testa.
-Perché si sta rovinando la vita così?- gli domandò fissandolo negli occhi.
Non era una vera e propria domanda, o comunque non la stava rivolgendo proprio a lui, ma a se stessa. Il fatto che lui se la spassasse frequentemente con una miriade di donne poteva anche capirlo. Non condividerlo, ma capirlo. Il fatto che lui volesse ubriacarsi ogni volta questo no, non riusciva a coglierne il nesso. Forse perché lei non si era mai ubriacata? Specifichiamo. Non che lei non bevesse. Le piaceva godersi qualche bicchiere in compagnia, ma sapeva che oltre alla soglia dell’essere allegra non sarebbe arrivata. Non capiva la gente che ammetteva di volersi ubriacare per divertirsi. Che senso aveva divertirsi in quel modo se poi doveva passare le ore dopo a vomitare l’anima e con una potente emicrania?
Tony le sorrise. Uno di quei sorrisi da qualcuno che aveva bevuto troppo.
-Voleva che invitasse anche lei alla mia festicciola di stasera, non è vero?-
La donna respirò profondamente prima di parlare.
-Mi dica, lo ha fatto apposta?-
-Ho fatto apposta a fare cosa?- domandò Tony con aria innocente.
-A rovinarmi la serata- continuò Pepper.
-Perché avrei dovuto rovinargliela?-
-Cosa ci faceva nel mio stesso locale?- gli domandò inquisitoria.
-Ora devo chiederle il permesso per frequentare i locali?-
-Mi stava seguendo?-
-Cosa..- Tony fece una smorfia -..cosa sta insinuando?-
La rossa rimase in silenzio. Aveva una strana sensazione. Proprio quel pomeriggio lo aveva informato che avrebbe voluto staccare prima dal lavoro perché aveva un impegno in serata. Tony l’aveva squadrata, forse rimasto sorpreso dal fatto che la sua assistente avesse un qualche impegno che dovesse costringerla a finire prima il lavoro. Comunque aveva acconsentito, senza protestare. Sapeva che le sue erano paranoie femminili, ma non voleva che Tony, pentitosi di averla lasciata libera, nonostante il carico di lavoro enorme che lo stava sommergendo in quella settimana, quella sera volesse farle capire che non avrebbe dovuto assentarsi. Scosse la testa per scacciare quell’inutile sciocchezza.
-Lasci perdere- fece lei, tornando a guardare fuori dal finestrino, mentre le luci della città sembravano sfrecciare lasciando scie colorate dietro di loro.
-Non mi vorrà far credere che la sua nuova fiamma era quel bell’imbusto?-
Pepper s’irrigidì. Poteva sentire il tono sbruffone del suo capo provenire dietro di lei.
-Logan è una bravissima persona- tuonò verso di lui protendendosi in avanti.
Stark rimase con il suo sorriso ebete di poco prima.
-Io non le dico mai niente sulle donne che si porta a letto-
La donna strabuzzò gli occhi, non poteva credere di aver detto qualcosa del genere, seppur lo pensasse, al suo datore di lavoro.
-È gelosa..Pepper?- continuò lui, sorridendo.
Pepper rimase a bocca aperta non sapendo come rispondergli. Era inutile farlo ragionare in quelle condizioni. Probabilmente non sapeva cosa stesse dicendo ed era già tanto se sapesse chi aveva davanti.
-Non capisco perché continuo a parlare con lei..è ubriaco- fece, scostando il viso dall’uomo e guardando di fronte a sé.
-So benissimo cosa sto dicendo e non mi ha risposto-
-Senta- tuonò lei voltandosi verso di lui –Lei NON sa cosa sta dicendo. Io ho mal di testa e lei deve cercare di stare zitto almeno finché non raggiungiamo casa-
Il sorriso scomparve dal volto di Tony, si fece cupo e fece una smorfia. La donna spalancò gli occhi.
-Oh no! Non qui! Accosti per favore!- urlò all’autista del taxi.
Si gettò fuori dall’abitacolo ed aprì la portiera dal lato opposto, giusto in tempo per permettere a Tony di piegarsi in avanti, verso l’esterno, e vomitare. Pepper mostrò un’espressione di disgusto, ma cercò di contenersi, per non rigurgitare anche lei. Poi ritornò dalla parte dov’era seduta poco prima ed estrasse dalla borsetta un fazzoletto bianco ricamato.
-Tenga- fece, mettendogli il fazzoletto in mano.
L’uomo lo prese e si asciugò la bocca. Poi richiuse la portiera.
-Può andare- disse la donna al tassista davanti a lei.
Tony fece per restituire il fazzoletto a Pepper.
Lei cercò di scansarsi.
-No se lo tenga! Glielo regalo- l’espressione disgustata in volto.
-Mi scusi..io non volevo- ammise l’uomo con un tono di voce simile al lamento di un cane, o di un bambino che aveva commesso una marachella –Glielo ricomprerò-
 
A fatica, facendo uso di tutte le sue forze, Pepper aveva trascinato Tony nella sua stanza. La cosa era resa più difficile perché, passato lo stato di euforia, ora Tony era un peso morto che emetteva frasi sconnesse. Lo gettò di peso sul letto. L’uomo le sorrise.
-La ringrazio Pepper- le disse mentre lei lo aiutava a togliersi la camicia di dosso.
-Si figuri- fece sarcastica –O questo o lasciarla prendere a botte-
-È sempre troppo buona con me-
Pepper, imbarazzata, gli sbottonò l’ultimo bottone. Non gli avrebbe mai tolto la camicia, ma dopo quello che era successo prima, l’odore non era dei migliori. Davanti ai suoi occhi comparvero dei pettorali e degli addominali scolpiti e deglutì, senza fiato. Sperava che nella luce fioca lunare che entrava nella stanza non si vedesse il rossore che le incendiava le guance. Non aveva mai guardato così da vicino il suo superiore, che ora, giaceva quasi inerme sul letto. Cercò di spingerlo da una parte per sollevare la camicia e togliergliela da dietro la schiena. Tony emise un mugolio e, come se avesse fatto uno sforzo immane, si ributtò di scatto nella stessa posizione di prima, sul copriletto grigio. Pepper gettò a terra la camicia, poi gli alzò le gambe e gliele fece sdraiare sul letto.
-Potrebbe fare questo tutte le sere signorina Potts- le disse lui, preso a guardare il soffitto con il suo costante sorriso in faccia.
Pepper era intenta a togliergli le scarpe.
-Non sono la sua baby-sitter Tony- incalzò lei senza guardarlo, presa a fare quello che stava facendo.
-Mi piace farmi spogliare da lei- continuò l’uomo, con una certa tranquillità.
Pepper s’immobilizzò e la sua faccia esplose di nuovo irradiando calore.
-Lei non sa quello che sta dicendo- gli disse subito lei.
-Ha esitato un momento- la indicò Tony con una mano, alzata verso di lei.
La donna non lo calcolò, andò ad uno degli armadi della stanza e, come se sapesse dove guardare, ne aprì uno e ne estrasse una coperta beige.
-Se vuole può restare a dormire qui- incalzò Stark –So che lo vuole-
Pepper si avvicinò lentamente a lui e con un veloce gesto aprì la coperta e gliela lanciò addosso.
-Hey!- protestò Tony, il viso nascosto dalla coperta –Vuole soffocarmi?-
-Forse- rispose lei mentre l’uomo, agitando le braccia, si portò la coperta al di sotto del collo.
-La prego..non amo dormire da solo- la supplicò l’uomo.
-Questo lo sospettavo- replicò la donna, sistemandogli la coperta.
Tony assunse un’espressione corrucciata.
-Lei non mi vuole bene-
-Sì che le voglio bene..- rispose d’impulso Pepper -..ma questo cosa c’entra?- gli domandò, portandosi le mani sui fianchi.
-Allora resti a farmi compagnia- disse, guardandola negli occhi –Almeno finché non mi addormento-
-Non è più un bambino signor Stark..non ha bisogno alla sua età che stia qui a raccontarle le storie- continuò la donna, infastidita dal comportamento infantile del suo principale.
-Io non le ho mai detto che debba raccontarmi le storie-
Pepper lo squadrò. Cercava di capire se quello che aveva appena detto contenesse qualcosa di malizioso oppure no. Tony, seppure brillo, doveva essersene accorto.
-Le sto solo chiedendo di sedersi vicino a me alcuni minuti..non le sto chiedendo il mondo-
Pepper non poteva distinguerne bene le espressioni del volto in quell’atmosfera poco illuminata, ma immaginava che le stesse sfoderando uno di quegli sguardi che ogni benedetta volta la spingevano a fare qualcosa per lui.
-Non le sembra che abbia già fatto abbastanza per lei stasera?-
-Io ho bisogno di lei, Pepper- disse fievolmente, come se il sonno stesse cominciando a lambirlo.
La donna trasalì. Qualcosa dentro al suo petto prese a batterle forte. Un peso che negli ultimi tempi era andato peggiorando sempre di più. Perché le succedeva? Perché proprio a lei? Perché si sentiva avvampare ogni qualvolta lui le faceva un complimento o le lasciava intendere qualcos’altro? No. Non se ne era innamorata. Lei non avrebbe mai perso la testa per uno come Tony. Eppure non riusciva a descrivere certe sensazioni che la prendevano di sprovvista quando era in sua compagnia. Forse era ammirazione, forse era perché ormai passava più tempo con il suo datore di lavoro che con sé stessa.
Si sedette su una sedia di velluto, dopo averla posizionata di fianco al lato del letto su cui era sdraiato Tony. Quest’ultimo si girò di lato, verso di lei, poggiando la testa sotto una mano.
-Io ho sempre bisogno di lei..- continuò sussurrando.
Pepper rimase in silenzio a guardarlo.
-Prometta che non se ne andrà..-
Non ci fu risposta.
-Né ora né mai-
Tony poté sentire una debole risata nell’ombra della stanza.
-Dipende se mi vorrà per sempre come sua assistente, Tony-
-La vorrò per sempre…- aggiunse l’uomo, protendendo un braccio verso la donna, che prese la mano tra le sue.
Ancora quella fitta, all’altezza del cuore.
-La vorrò per sempre..Pepper-  continuò, masticandosi le parole, quasi in un sussurro.
Lei rimase in silenzio, quasi in apnea, come se non volesse disturbare l’uomo che si stava pian piano assopendo. Non sapeva se quelle erano le parole di un ubriaco o se nascondessero qualcosa in più, ma lei sapeva che avrebbe dovuto in qualsiasi caso mantenere le distanze da quell’uomo. O meglio. Le distanze da quei sentimenti turbolenti che stava provando per lui perché stargli distante non sarebbe stato mai possibile. Sorrise nel buio, mentre guardava la figura di Tony distesa e immobile. Lei era la sua assistente personale, lui il suo datore di lavoro. E tale doveva rimanere.





 
Ciao a tutti. Allora..cosa posso dire? Sono tornata a scrivere qui su efp e questa volta mi sono catapultata sul mio supereroe preferito. Ovviamente l'uscita del secondo "The Avengers" si sta facendo sentire e l'altra settimana la tv mi ha ricordato con la messa in onda dei primi due Iron man da quanto non riguardavo il mio film preferito. I miei pensieri nel rivedere Pepper e Tony insieme mi ha solleticato la fantasia e mi ha spinto a scrivere qualche anneddoto su di loro che, tempo permettendo pubblicherò prossimamente. Non sono molto allenata con la scrittura ultimamente e il tempo libero è sempre così poco. Nonostante questo ho buttato giù questa storia, forse troppo velocemente secondo i miei canoni, che prevederebbero maggior descrizione, soprattutto introspettiva, ma ai posteri l'ardua sentenza.
   
 
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