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Autore: lillysfantasyworld    22/03/2015    1 recensioni
Dopo essere stata massacrata di botte Anastasia cambierà in peggio , diventerà un ragazzaccia. I suoi genitori, preoccupati, le affideranno una guardia del corpo. Lui riuscirà a proteggerla e allo stesso tempo a riportare di nuovo la luce e la felicità nella vita della ragazza?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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I CAPITOLO
 
Ero tutto buio ed io non riuscivo a vedere niente, avevo freddo, tanto freddo, solo le lacrime salate riuscivano a riscaldarmi anche se poco.
 
Piangevo, piangevo non sapevo dov’ero, iniziai ad urlare, più forte che potevo, urlavo e fiumi roventi sgorgavano dai miei occhi stanchi di versare liquido impregnato di paura, una paura disumana. Iniziai a tremare mentre l’ansia cresceva…Dovevo trovarmi dentro un furgone.
Improvvisamente sentii dei rumori, delle urla…. erano urla .. di una ragazza come me .. stava supplicando di lasciarla … non potevo immaginare cosa le stessero facendo.
 
Solo in quel momento realizzai che a poco la mia vita sarebbe cambiata forse finita , sporcata da ignobili uomini senza ritegno , animali senza freno, senza pietà.
Il furgone si aprì e una luce molto forte mi colpì, gli occhi mi bruciavano. Eravamo in un capannone e c’erano altre ragazze forse 3, forse 4  furono le ultime cose che riuscii a vedere prima di cadere nuovamente a terra frastornata..
Quando mi svegliai, mi ritrovai sdraiata per terra con i polsi legati  con delle corde, gli occhi erano bendati. Avevo tanta paura, cercai di urlare ma non ci riuscii la voce non usciva… dovevo urlare…mi sentivo così debole… impotente.
 
- Senti brutta stronzetta ora si fa un bel giochino …se rispondi bene non ti faremo niente senno ci dovremmo divertire solo noi, capisci cosa intendo…- ( una voce maschile, avrà avuto tra i 20 e i 30 anni ) iniziò ad accarezzarmi le gambe, mi scostai subito e le corde che stringevano i miei polsi, fregarono sulla mia pelle, che ardeva di dolore… solo in quel momento mi sentii in trappola come una preda senza via di scampo dal proprio predatore.
 
- Dov’è la tua amichetta, ci deve ancora tanti soldi, dove cazzo è con i nostri soldi !! – si avvicinò a me, sentivo il suo respiro, un odore molto forte di alcool mischiato a fumo.
 
- Io non lo so dov’è Samantha, so solo che è partita due settimane fa ! – dissi.
Lui si avvicinò come per annusarmi mi scansai mentre le corde bruciano sempre di più.
L’uomo si alzò e  mi tirò un calcio in pancia, poi un altro. Urlai.
Un dolore atroce mi percorse tutto il copro, i muscoli si contrassero e le lacrime cominciarono nuovamente a segnare il mio volto.
 
- Non lo so, non lo so …io non lo so!! - urlai.
Un cazzotto mi spaccò il labbro superire lasciandomi in bocca il sapore metallico di sangue.
 
- Bene allora vuol dire che mi dovrò divertire solo io, brutta puttana! – fu l’ultima cosa che sentii.
 
Un breve flashback della mia vita mi percorse la mente. Non sentivo più nulla, i calci e pugni che mi stava tirando non facevano più male. Volevo piangere ma le lacrime erano ormai finite. Avrei voluto avere una vita felice, sposarmi avere figli e invece doveva finire qui, in questo posto in queste condizioni così indegne.
 
 
Tre settimane dopo …
 
 
Tic…tic…tic… tic….
 
Questo rumore mi stava tartassando come un martello, come qualcosa che mi seguiva o meglio qualcuno , dovevo scappare, dovevo correre ma non ci riuscivo i miei piedi erano legati , incatenati al suolo, dovevo fuggire, dietro di me c’era un uomo mi stava inseguendo, si avvicinava sempre di più…non riuscivo a muovermi, mi voltai ed era vicinissimo, cercai di urlare ma non ci riuscivo …perché non riuscivo a urlare.. mi sforzai, dovevo gridare, chiusi gli occhi e facendo un respiro profondo … presi tutta la forza che avevo e urlai il più forte che potevo. Mi alzai a sedere e aprii gli occhi.
 
Era tutto chiaro, una donna vestita di bianco venne verso di me dicendomi di calmarmi e che ora stavo bene, ero al sicuro.
- Amore mio, ci dispiace così tanto - disse mia madre dopo essere entrata nella stanza correndo, seguita da mio padre.
Mi abbracciarono e con gli occhi lucidi si sedettero ai piedi del letto.
- sei stata in coma per tre settimane e ora ti sei svegliata, amore mio - mia madre non si trattenne ed iniziò a piangere come una fontana.
- Devo andare in bagno – dissi fredda.
- tesoro non c’e ne bisogno perché …- disse mio padre. Lo interruppi prima che finisse la frase.
- voglio andare in bagno –
La stessa donna che avevo visto prima si avvicinò e mi aiutò a scendere da letto.
Mi guardai allo specchio. Non ero cambiata tanto fisicamente, i capelli erano lunghi e disordinati ma miei occhi, il mio sguardo, non era più lo stesso era diverso, assente, vuoto, spento. Non ero più la ragazza vivace, solare ed allegra di prima.
 
Quando tornai mia madre e mio padre stavano parlano con altre due persone, dopo qualche minuto si avvicinarono.
- Buon giorno Avril, sono la detective Stevens, il caso è mio e del mio collega il detective Mills.
Ho parlato con i tuoi genitori e all’unisono abbiamo deciso di assegnarti una guardia del corpo almeno fino a che non riusciremo a trovare chi ha ti ha ridotta in queste condizioni. - disse una giovane donna molto sicura di sè affiancata da un uomo muscoloso e alto.
- Una guardia del corpo, cosa ??! Non se ne parla nemmeno, odio che invade la mia privacy! – dissi acida.
- amore lo facciamo per te! È per il tuo bene, così ti proteggerà 24h su 24h, sarai più al sicuro! - disse mia mamma accennando un leggere sorriso.
- Senti Avril dopo ciò che ti è successo, non posso pensare di saperti in pericolo un’altra volta e queste solo le condizioni che ti vadano bene o no ! – disse con tono autoritario.
Ma si era completamente scordato che erano appena un paio d’ore che mi ero svegliata da un coma durato tre settimane, dopo essere stata massacrata di botte.
- lo facciamo per te- disse dolcemente come se mi avesse letto nel pensiero, baciandomi la fronte.
 
 
   
 
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