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Autore: DreamWings    22/03/2015    1 recensioni
/TRATTO DALLA STORIA/
(...)Quella piccola dose di malvagità da infliggere, lo avrebbe fatto sentire meglio. O almeno così credeva.
Così si decise a rispondere a quel tweet.
'No mio caro, quel capitolo è chiuso.'
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le dita fremevano, ma forse il tremolio era dovuto all'incertezza più che alla voglia.
 
Era l'occasione che aspettava.
Era tutto perfetto ed era capitato al momento giusto.
Rimanere nell'ombra, snobbare sui social, fare visua..tutto parte di un piano premeditato con cura sin dal primo momento, quando il suo rimuginare si era mutato in qualcosa di diverso. I suoi sentimenti si erano accatastati in un omogenea nube di astio.
E in questo momento tutta l'accidia gli scuoteva ogni fibra del suo corpo incitandolo a fare quel che andava fatto.
 
Frank era cambiato col tempo. 
Le delusioni lo avevano reso una persona diversa da quella che era stata una volta. 
Ripensando al periodo con la band, non si sarebbe mai sognato di ferire qualcuno. 
Soprattutto se quel qualcuno era stato così significativo nella sua esperienza di vita da avergliela marchiata fin nel profondo, al punto di non potersela più scrollare di dosso.
Ma il fatto è proprio che venire ferito da quella stessa persona-e per giunta non trovare nessuno disposto a stare dalla sua parte- lo avevano allontanato. Lo avevano reso sempre più insensibile. La sofferenza aveva divorato giorno dopo giorno la sua emotività-prima fragile. E ora, per lui, esisteva soltanto una parola: vendetta.
Quella piccola dose di malvagità da infliggere, lo avrebbe fatto sentire meglio. O almeno così credeva.
 
Così si decise a rispondere a quel tweet. 
 
'No mio caro, quel capitolo è chiuso.'
 
Nonostante conoscesse alla perfezione le conseguenze della sua azione, perchè ci aveva riflettuto su parecchio, prima di agire scorrettamente, lo fece.
Ma aveva stabilito che, secondo lui, ne valeva davvero la pena.
Di tutto pur di ferirli, e di ferirlo.
Pur sapendo che molte altre persone incolpevoli, oltre loro, sarebbero state comprese come vittime di quella cattiveria.
 
Gli insulti arrivarono a raffica, ma a Frank questo poco importava per ora.
Era così accecato dalla rabbia che non potè fare a meno di percepire un nuovo senso di sollievo. 
Lo aveva bramato così tanto.
Eppure durò così poco.
Improvvisamente, l'intero mondo gli parve diverso.
Le sue difese erano crollate.
Lo aveva fatto, si. E ora?
Cosa ne aveva ricavato?
Non avrebbe potuto assistere alla scena, alle loro espressioni, quando i suoi ex compagni avrebbero letto quel tweet.
Non poteva nemmeno sapere bene se gliene sarebbe fregato qualcosa.
Perchè a dirla tutta, loro si erano rifatti una vita a quanto ne sapeva.
Non erano come lui.
Lui che fingeva. Lui che credeva di poter alimentare l'invidia da parte loro.
 
A nessuno importava.
Ancora una volta era lui quello che soffriva.
E l'intero mondo gli remava contro.
L'intero mondo lo accusava e lo denigrava sui social dichiarandolo colpevole di una cosa che invece gli faceva bruciare l'anima di dolore.
Perchè lui a quella band ci teneva.
Lui aveva solo provato a tirare avanti.
Frank aveva solo voglia di piangere e di essere consolato.
Voleva che qualcuno gli venisse a sussurrare all'orecchio "Ehy, va tutto bene. I my chemical romance torneranno. Perchè le cose belle non finiscono mai. Le cose belle saranno sempre vive nei ricordi di chi le ha apprezzate. Ma questo non è il caso. Semplicemente perchè, i my chemical romance, non sono mai finiti."
E per concludere, desiderava tanto che quel qualcuno fosse proprio la causa che aveva scatenato tutto ciò.
Ma Frank era ancora una volta terribilmente, atrocemente, cupamente solo.
 
Nessuno era a conoscenza che la suoneria del suo cellulare fosse ancora I'm not okay. A parte sua moglie, Jamia.
Gli ricordava i tempi felici, quando ancora erano all'inizio di quella meravigliosa avventura che gli sarebbe costata la felicità.
E fu proprio quando avvertì quella melodia casinista arrivargli dritta al cervello e rimbombargli per tutti i meandri ancora preda del sonno, riazionandogli il mal di testa martellante della sera precedente, che si risentì catapultato con forza alla triste realtà. Quella in cui esistevano lui, la sua-a quanto pare- inutile sete di vendetta, e un sogno crollato in frantumi.
 
Quello schermo non gli mostrava il nome di Gerard da esattamente due anni.
Oggi era il 22 marzo. Era passata una settimana dal suo tweet. E due anni da..come lo chiamava lui, "l'incidente".
Nessuno sapeva che definisse in questo modo lo scioglimento della band. Questa volta nemmeno Jamia ne era a conoscenza.
Era una cosa solo sua e della sua mente malata di nostalgia.
 
Deglutì. 
Furono una serie di movimenti spontanei e alquanto rapidi quelli di alzarsi, sistemarsi i capelli e schiarirsi la voce prima di rispondere.
Quasi come avesse dovuto incontrarlo. Ma erano ancora una volta due anni che non si vedevano. Quel pensiero era straziante.
 
"Pronto?"
"Ma si può sapere che cazzo fai?" La voce fremente di Gerard rimbombava per tutta la stanza attraverso il telefono. Ma per fortuna, Frank era solo in casa.
"I-" venne interrotto all'istante e assalito ancora una volta dalla collera esplosiva che albergava dall'altra parte della cornetta.
"No aspetta! Fammi finire. 
Va bene che tu ci stia male. Nonostante siano anni che noi tutti ci proviamo con te. Ci proviamo a farti capire ci saremo sempre e comunque. Che non era solo la band ad unirci. Che la vita non finisce qui. Voglio dire, hai anche messo su una fottuta band che diavolo! È fantastica! Ma adesso ti prego, spiegami che senso abbia avuto quello di deludere in questo modo-così freddo poi- milioni di fans."
"Non sono più i nostri fan, Gee. Se noi non esistiamo più, mi spieghi come quelle persone possano ancora definirsi killjoys?" 
"Ed è qui che ti sbagli. Perchè l'idea-"
"No Gerard! Tu e la tua idea del cazzo, adesso basta. Non ne voglio più sentir parlare. Lasciatemi in pace." disse, prima di concludere definitivamente e porre l'ultimo punto decisivo a quella faccenda che decise di archiviare finalmente, questa volta. "Addio Gerard."
 
Qualche ora dopo suonò il campanello di casa Iero.
Frank si meravigliò perchè Jamia era fuori città e i bambini dalla nonna. Quindi nessuno avrebbe avuto motivo di fargli visita.
A parte Gerard.
Stava immobile fuori la porta con un gomito appoggiato allo stipite e gli occhi piantati a terra.
Nel rivedere Frank-questa volta dal vivo, non attraverso uno schermo del computer- si risentì mancare l'aria.
"Oddio non ci credo che tu sia venuto fin qui." esclamò Frank, portando gli occhi al cielo.
"Fammi entrare. Fa freddo." rispose Gerard, serio.
"No. Va' via."
"Allora farò a modo mio." Ed entrò in casa con una tale nonchalance da lasciarsi dietro la scia di un Frank tremendamente irritato.
"Non mi senti?" lo aggredì quest'ultimo alle spalle.
Il cantante si voltò trovandosi a non meno di due centimetri dal suo naso.
"Sei tu che fai finta di non sentire, Frank." e parlò con il tono più pacato che potesse rimediare Gerard Way.
"Ooh." fece il più piccolo, allontanandosi. "Certo, è sempre colpa mia."
"Non ho detto questo." 
"Cazzo, quanto ti odio."
Gerard decise di stare al suo gioco; "Io ti odio di più."
Frank avanzò un passo verso di lui, riavvicinandosi con aria provocatrice. "Scommetto che non avresti nemmeno il coraggio di muovere un dito contro di me."
"Mi stai spronando a picchiarti?" chiese Gerard, disegnando un sorriso sinistro sul suo volto.
"Ti manca il coraggio." sorrise Frank.
A quel punto, il cantante gli tirò un pugno sul petto, facendolo indietreggiare di qualche passo, piegato in due.
"Oh Way. Okay, mi hai sorpreso. Non credevo lo avresti fatto davvero."farfugliò preda del dolore.
"Me lo hai chiesto così supplichevole che non ti ho saputo resistere." si leccò il labbro. "Alzati."
"Cosa? Ancora? Basta così." replicò Frank, e questa volta si fece seriamente preoccupato in volto.
"Oh, no. Lo hai voluto tu. Adesso ti ricomponi e ti fai valere." ghignò accorciando la distanza tra di loro.
"Gerard ti preg-"
Una spinta improvvisa lo interruppe e lo fece atterrare comodamente contro il divano-per fortuna grande e morbido- del suo soggiorno.
"Non ti conviene sfidarmi Iero, pensavo che almeno questo tu te lo ricordassi." 
"Io me le ricordo molto bene certe cose, Way."
Gerard si portò sopra di lui, costringendolo a non muoversi.
Si divorarono con gli occhi per una buona manciata di secondi, evitando di trattenere ogni traccia di desiderio lampante.
Frank, inconsciamente, gli accarezzò i fianchi.
Quando se ne accorse, arrossì e si premurò di chiedere scusa.
Di risposta, Gerard si avvicinò al suo orecchio e chiuse il lobo tra le sue labbra, mordendo e succhiando lentamente. "Scusa." disse infine, sorridendo, adesso sul suo collo.
D'un tratto, due rigonfiamenti furono ben in mostra al corpo fremente dell'altro. 
La tensione cresceva, cresceva..e cresceva ancora. 
Finchè..
Il bottone che si trovava in superficie sulla camicia di Frank venne slacciato da una mano che, ben presto si insinuò sotto la stoffa, e abolì ogni intralcio che gli impediva di esplorare quella pelle nuda. E il petto del chitarrista sussultava e smaniava sotto quel tocco così abile e così familiare.
Un bacio arrivò dritto sulle sue labbra, ardenti di eccitazione.
Ben presto anche le lingue si fecero strada, incontrandosi come due vecchie amiche, e beandosi l'una dell'altra.
Un gemito scappò dalla gola di Frank, quando Gerard gli sfilò i pantaloni alla vita.
"Cosa stiamo facendo?" si premurò di domandare il chitarrista, ad occhi chiusi, quasi del tutto privo di lucidità.
"Non lo so. Non l'ho mai saputo." ansimò l'altro contro il suo collo.
 
Trascorsero altri giorni. Giorni cupi.
La primavera non era mai arrivata più fredda di così.
Quell'anno era anche peggio del precedente.
Frank era uscito di casa presto. Aveva preso una nuova abitudine. Così ogni mattina, alle 6, percorreva correndo tutta la strada del quartiere in cui risiedeva con la sua famiglia.
Però, destino volle che quel giorno le cose andassero diversamente.
 
Ed eccoli lì, sicuramente ad aspettarlo, Ray Toro, Mikey e..Gerard Way.
Lui era sempre valso almeno il doppio degli altri. 
Quindi per Frank era come se avesse dovuto subire il tradimento non di tre, ma di quattro persone.
Continuò a correre fingendo di non averli visti.
 
"Fermati dolcezza." Ray gli bloccò la strada impedendogli di proseguire. "Gli portò una mano sul petto. "Oggi sei nostro." proseguì.
"Qualcuno ci ha detto che hai bisogno di una ripassata." si intromise Mikey poggiato con la schiena al retro di un auto. Delle grossi lenti scure gli ricoprivano metà del viso.
E Frank lanciò un'occhiataccia rabbiosa contro Gerard che intanto stava ridacchiando.
"Lasciatemi andare ragazzi. Non è giornata."
"E quando mai è giornata con te? Niente scuse sta volta." replicò Mikey scuotendo la testa a mo' di disapprovazione.
"Per voi è così facile?" chiese Frank con voce tremante, sull'orlo del pianto.
"Non è stato facile per nessuno." intervenne Gerard calmo.
Frank si sforzò di sorridere, ma chiaramente ne venne fuori una smorfia.
E certo che.. quella smorfia riazionò dei meccanismi arrugginiti nel corpo di Gerard. Quella smorfia aveva appena rimandato in onda, nel suo cervello, una sfilza di Flashback arrapanti di lui e Frank insieme. Come quando fecero quell'intervista in cui il chitarrista rimase per tutta la durata del programma seduto sulle sue ginocchia e ogni tanto sfoggiava una delle sue faccette strane. Strane, ma tenere. Tenere, ma belle. Belle, ma sexy.
Dio, era ancora fottutamente cotto di lui.
Tutti i suoi sforzi. Buttati nel cesso in una sola smorfia fugace.
Perchè per quanto Frank avesse sofferto, anche Gerard Way aveva avuto i suoi segreti. La sua ombra. I suoi demoni.
E questi a quanto pare lo perseguitavano ancora.
Gerard adorava i my chemical romance più di chiunque altro.
Era stato lui a fondarli, era stato lui a salvarsi grazie alla loro musica. 
Per lui era stato peggio quindi, porre fine a quel nome.
Ma all'epoca vi erano solo due opzioni. Due bivi da percorrere.
Sofferenza eterna per non poter stare con l'uomo della sua vita. O malinconia per aver sciolto la sua band.
E a quanto pareva Frank aveva vinto. Ma del resto, lui aveva sempre primeggiato su tutto, nel cuore del cantante.
Era convinto di essersene liberato.
I suoi sforzi dovevano pur essere serviti a qualcosa.
Che stupido che era stato, a pensarlo davvero.
E che casino.
"Per te è stato facile però, quando hai deciso, di punto in bianco, di andartene a fare il solista per i fatti tuoi lasciandoci tutti." gli urlò Frank, riconducendolo alla dura realtà e gesticolandogli contro. Poi si rivolse anche agli altri. "Ma a voi non è importato nulla, vero? Visto che non avete fatto niente per impedirglielo. Avete preso le vostre valigie e i vostri sogni e vi siete ricostruiti una vita perfetta dimenticandovi di chi eravamo una volta."
"Ehy." replicò Mikey. "Nessuno si è dimenticato di nessuno. E infatti eccoci qua. Siamo qui per te. Come quando due settimane fa sono venuto al tuo concerto- che tra l'altro è stato pazzesco. Quindi di che ti lamenti?"
"Voi non capite. E non lo farete mai. Ora lasciatemi andare." sbottò, nel tentativo di togliersi di dosso le mani di Ray.
"Non vai da nessuna parte. Ancora non l'hai capito?" questa volta fu Gerard a parlare, con la stessa calma di prima.
"Cosa dovrei capire? Quanto tu sia felice?" il suo sguardo gridava disprezzo, ma allo stesso tempo solitudine amara.
"Ragazzi vi chiedo di scusarmi, ma devo vomitare." disse Gerard, allontanandosi verso dei cespugli vicino ai cassonetti posti ai lati della strada.
Frank si precipitò verso di lui portandogli una mano sulla spalla come la prima volta.
Quando gli aveva giurato di restare al suo fianco per sempre. Nonostante tutto.
E si rese conto soltanto ora di non aver adempito alla sua promessa. Ma dopo tutto era stato proprio Gerard ad abbandonarlo.
 
"Gee stai bene?" chiese preoccupato Frank.
"Si. È tutto oka-" altri conati di vomito gli risalirono alla gola più veementi.
"Dio così mi fai prendere un infarto." sbottò Mikey sbiancato in volto.
Gerard si rialzò ripulendosi con l'aiuto di Frank e di Ray, mentre Mikey gli poneva un interrogatorio in stile carabiniere, come era suo solito fare, con domande tipo "hai bevuto?" o meglio "sei fatto?"
Ma Gerard era completamente sobrio.
"E allora cosa ti vomiti proprio quando siamo nel pieno di una missione per salvare la vita di Frank?" insistette Mikey.
Frank corrucciò la fronte e non potè resistere dal ridere per via di quella buffa esclamazione.
"C'è una cosa che.." iniziò a parlare Gerard.
"Che?" lo incitò a proseguire Ray.
"È una cosa che ho preferito omettere, quando ho fatto tutto il mio discorso sulla band, prima di scioglierla." farfugliò arrossendo.
"Spara." disse Mikey, deciso.
"Okay, ma.."
"Cazzo Gerard parla!" sbottò Frank impaziente.
"Ho.." respirò Gerard, prima di proseguire a parlare."Sciolto la band perchè c'era troppa tensione sessuale tra me e Frank." parlò rapidamente e ad occhi chiusi come per paura che qualcuno gli mollasse un ceffone improvviso. " Quindi pensavo che siccom-"
"No. Aspetta." adesso era Mikey quello che stava per vomitare. "Cosa?!" 
"Non farmelo ripetere perchè hai sentito bene."
"Io. Non. Ci. Credo." sillabò Ray con occhi spalancati e rivolti verso il vuoto. Poi si voltò verso Gerard. "E NON POTEVI SEMPLICEMENTE SCOPARTELO DI NASCOSTO COME HAI FATTO PER UNDICI ANNI, INVECE DI FARE TUTTO QUESTO CASINO INUTILE?!" 
Tutto si bloccò. L'unico suono era stato prodotto dal tono per metà iracondo e per metà seccato di Ray. 
Ci fu un silenzio assordante e sei occhi spalancati verso il riccio.
Poi scoppiarono tutti in una fragorosa risata.
"Tu lo sapevi?" chiesero all'unisolo Frank e Gerard.
"Ohh, lo sapevano anche su Marte." intervenne Mikey. "Non pensavate sul serio che non ce ne fossimo accorti?"
"Forse." commentò Gerard.
Poi riportò le sue verdi iridi in quelle di Frank. "Tu che ne dici?"
"Dico che sei un fottuto coglione. Ti rendi conto del casino? Delle persone che hai fatto piangere? Quando bastava che tu aprissi quell'inutile bocca che ti ritrovi e io avrei lasciato Jamia senza pensarci due volte."
Il cuore di Gerard perse un battito. O forse due. O tre. "Davvero?" domandò.
"Ovvio! E ora ti prego dimmi che anche tu avresti lasciato Lynz per me o avrò fatto una figura di merda inutilmente."
Ray e Mikey osservavano la scena da una parte disgustati per tutta quella dolcezza che non vedevano da un po', dall'altra inspiegabilmente contenti.
"Ovvio." lo imitò Gerard.
Mikey tossì. "Quindi.." intervenne Ray.
Gerard distolse lo sguardo da quello di Frank per includere anche gli altri due nel breve discorso che stava per fare. "Quindi rimettiamo insieme i my chemical romance."
Si udirono urla strepitanti di approvazione, parolacce, roba come "fottuti froci, per colpa vostra abbiamo perso due anni e adesso dovremo tornare in studio più carichi di prima." provenire da Mikey e Ray.
 
Rimasti soli, Gerard ne approfittò per prendere alla sprovvista Frank e baciarlo con passione. "Questo era per quando sono entrato nella stanza." un altro bacio. "Questo per quando vi ho annunciato che i my chemical romance sarebbero finiti." un altro ancora. "Questo per quando ci siamo salutati."
Frank decise che era il momento di staccarsi, pur controvoglia. "Ehy Gee, hai intenzione di baciarmi per ogni secondo perso in questi due anni-tra l'altro A CAUSA TUA?"
"No." Gerard scosse la testa e Frank ne rimase un po' deluso. "Ho intenzione di fare ben altro, che darti dei semplici baci."
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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