SFACELO

Tra le imposte sprangate filtra una tenue luce. Il pulviscolo danza leggero sospinto dal lieve ansito che sfugge dalle labbra dischiuse.

Il cuore della fiammella di una candela languisce nella pozza di cera disciolta.

L'odore di chiuso impregna l'aria mischiandosi con i fiori appassiti nel vaso abbandonato sotto un quadro dal volto anonimo. Topi banchettano con gli avanzi della magra cena lasciata incustodita sul traballante ripiano a lato del letto. Ruvide lenzuola grattano l'epidermide, non abituata a simili trattamenti.

I fruscii della notte hanno lasciato il posto al chiasso scomposto del mercato rionale. Voci grossolane si rincorrono per arrabattarsi la mercanzia.

Non hai voglia di alzarti.

Disteso ad occhi aperti aspetti che il nulla ti colga in fallo.

Dalla porta semichiusa arriva smorzato il gocciolio del lavabo. È intossicante e snervante il ritmico dondolio delle gocce che accompagnano il rumore secco dell'impatto sulla superficie dura. Anche ad occhi chiusi riesci ad immaginarti la scena, unica compagnia nelle giornate monotone: oggi è uguale a ieri ed ieri sarà uguale a domani.

Nemmeno ricordi il perchè ti sei lasciato tutto alle spalle, lo splendore della vita alla luce del sole, per rifugiarti nelle ombre della notte. Sei vecchio di spirito eppure hai solo poco più di vent'anni.

Osservi meditabondo le lunghe dita delle mani, un tempo curate, ora deformi e macchiate dall'ingiuria di aver obbedito ad un tatuaggio infernale. Hanno fatto diversi lavori, eseguito ordini, preso decisioni avventate ed ora stanche aspettano la tua prossima mossa, che sai non arriverà.

Sei avvizzito anzitempo per fuggire ai ricordi dolorosi che comunque riescono sempre a trovarti. Ed è stato allora che ti sei fermato, consapevole che non potevi evitarli: ma ormai è troppo tardi.

Hai smarrito la via.

Ti sei perso nei dedali della paura. Il labirinto di bugie ti inghiotte inesorabilmente. Avverti con chiarezza la melma risucchiarti verso il basso, un pozzo profondo si spalanca e cerca di ghermirti.

Non opponi resistenza.

Non hai la forza e nemmeno il desiderio di ribellarti. Affronti il destino a braccia spalancate lasciandoti trascinare verso il fondo con rassegnazione.

Con calma metodica recidi uno ad uno i delicati fili che ti trattengono: il passato, il presente ed il futuro si sfilaccano come un logoro maglione.

Chiudi gli occhi sulla squallida stanza, unica testimone della tua miseria. Fra quelle pareti hai venduto l'ultimo brandello della tua dignità.

Tutto vortica intorno in un caldeoscopico groviglio di suoni e rumori che ti da la nausea. L'ultimo granello di lucidità gorgeggia tra gli umori che putridi fuoriescono dalla bocca. Con un ultimo spasmo il petto sobbalza in cerca d'aria. I polmoni bruciano gonfi dei tuoi stessi liquami.

Tutto si spegne.

Come una leggera brezza notturna l'ultimo alito raschia le pareti disadorne e si eleva unendosi agli ignari raggi del sole appena sorto dietro le imposte. Sul letto sporco, tra le pieghe di lenzuola sfatte, giace l'ultimo discendente della casata dei Malfoy.