Because I love you!
-Ehi!
Il
tono impacciato di Castle era quanto di più lontano
Kate potesse immaginare di sentire dopo l’ultima discussione che avevano avuto
solo qualche ora prima.
-Ehi-
si limitò a rispondere, incerta su quello che in effetti stava succedendo.
-Stai
uscendo?
-Sto
andando da Perlmutter per dei referti.
-Perfetto,
ti accompagno.
Rick
allungò la mano invitandola ad entrare in ascensore ma Kate non mosse un passo.
-Non
credo sia il caso che tu venga, Castle.
L’uomo
sospirò evidentemente pronto a quella obiezione. Dopotutto lei era stata già chiara
pochi giorni prima nell’appartamento dello scrittore: una eventuale
collaborazione era impensabile, soprattutto in quel caso.
-Ok,
senti…so quello che hai detto e ti prometto che se mi dirai di andarmene perché
non sono obiettivo e non ti sono d’aiuto me ne andrò senza battere ciglio, ma fino
ad allora posso darti una mano. Come ho sempre fatto.
Kate
rimase a fissarlo qualche istante prima di prendere una decisione: senza dire
nulla si infilò nell’ascensore lasciando che Castle,
dopo un momento di smarrimento, indirizzasse il marchingegno a piano terra.
***
Il
viaggio in ascensore era trascorso nel silenzio più totale, complice anche
l’ingresso al piano inferiore di un paio di agenti della sezione furti e
rapine. Ma Castle non ebbe più fortuna una volta
salito in auto: Kate si era messa al telefono prima con Ryan, poi con Lanie ed infine persino con suo padre. Castle
ebbe il vago sospetto che tutto questo sforzo comunicativo della detective
fosse volto unicamente ad impedire a Rick di parlare e a lei di ascoltare.
-Aspettami
qui- disse Beckett una volta arrivata davanti ai laboratori della scientifica.
-Cosa?
Non avevamo chiarito la questione?
-Perlmutter non ti sopporta, Castle.
Men che meno ora che è sfumata la sua possibilità di dichiararti l’assassino di
Greg Murphy!
Non
appena Kate chiuse violentemente la portiera dell’auto, Rick uscì
dall’abitacolo bloccandola in mezzo al marciapiede a pochi passi dall’ingresso
del palazzo della scientifica.
-Kate…ok, va bene. Me lo merito, d’accordo? So
di aver detto cose non propriamente piacevoli sul tuo conto e su quanto
accaduto, ma se sono qui, se sono tornato, è per un motivo, Kate!
La
donna si costrinse a guardarlo negli occhi con determinazione e senza alcuna
esitazione.
-Allora
perché sei qui, Castle? Perché francamente io non ci
arrivo! Ho passato mesi a cercare di scusarmi con te, a tentare di spiegarmi e tu
sei sempre scappato o mi hai respinta. Perciò, perdonami se ora non faccio i
salti di gioia trovandomi qui con te!
Il
tono era fin troppo sarcastico e Kate si morse la lingua non appena smise di
parlare, soprattutto dopo aver visto gli occhi di Rick incupirsi di nuovo, come
sei mesi prima.
-Fammi
capire…io sono quello mollato come un idiota con un anello di fidanzamento in
mano in mezzo ad un parco pubblico e tu fai quella risentita perché io non ne
ero entusiasta?
Kate
roteò gli occhi verso l’alto non avendo nulla da dire.
-Tu….tu
vuoi sempre vincere, Kate! Non puoi sempre avere tutto nella vita. Ogni tanto
devi scendere a compromessi e fare delle scelte. Devi…crescere, Kate.
-Perfetto!
Adesso mi dai della bambina?
La
discussione era rapidamente degenerata, in un modo che nemmeno Castle avrebbe mai potuto prevedere. Come aveva fatto a
dare retta alla madre e a Kyra? A pensare di poter
anche solo parlare con Kate, figuriamoci ad appianare le cose con lei?!?
-Sai
che ti dico? Io…ci rinuncio. Tu non vuoi capire ed io sono stanco di correrti
dietro come il tuo fedele cagnolino.
Castle si voltò e
ripercorse a passi veloci lo stesso percorso fatto poco prima in auto, almeno finché
non si sentì braccare all’altezza del gomito.
-Non
hai ancora risposto. Perché sei qui?- gli occhi di Kate ora erano meno risoluti
e forse fu proprio questo a convincere Rick a darsi una seconda possibilità.
-Sono
qui perché ti amo, Kate. Per quanto io voglia dimenticarti e convincermi di
poter andare avanti io non ci riesco.
La
detective aggrottò la fronte non propriamente certa che quelle parole le
facessero piacere.
-Io
voglio fidarmi di te, Kate. Voglio credere in te, in noi, in qualunque cosa possa
tornare a farmi vivere. Ma ogni volta che penso di poter tornare da te, di
poter passar sopra a quanto è successo, tu…tu fai questo- disse agitando le
mani come per ricordare la discussione appena avvenuta. -Metti sempre te stessa
al centro del mondo e dimentichi che in quel mondo ci sono anche io, c’è il
nostro rapporto, i miei sentimenti. Mi sono sentito solo, Kate: stavamo
insieme, ma ero solo.
-Rick-
iniziò la detective. Cercava le parole giuste per non dare vita ad un nuovo
litigio ma era così difficile sopportare il peso di quel discorso. -So di avere
sbagliato. Ho capito cosa intendessi dire e capisco anche ora quando dici che
ti sei sentito solo. È solo che io faccio fatica a gestire tutto questo.
-Ok…ma
non puoi pensare che io possa gestire un rapporto per entrambi.
-No,
lo so. Quindi?
-Quindi
cosa?
-Ora
che si fa?
Castle inspirò
profondamente prima di rispondere: -Mettiamo una pietra sopra quanto è
successo.
Kate
annuì: -E per quanto riguarda noi due?
-Dammi
il tempo di fidarmi di te, Kate.
-Certo.
Nel frattempo…che ne dici di venire con me da Perlmutter?
Lo
scrittore sorrise, forse per la prima volta da mesi. -E’ già un inizio!
***
Ryan
ed Esposito squadrarono per cinque minuti buoni Castle
che se ne stava seduto alle spalle della detective mentre questa aggiornava la
lavagna del delitto.
-Ragazzi,
volete smettere di guardarlo?- chiese le donna cercando di nascondere un
sorriso divertito.
-Sì,
certo. È solo che…
-…che
ci fa qui Castle?
-Felice
anche io di rivedervi, ragazzi- mormorò lo scrittore incurante dello stupore
dei due amici.
-Allora,
vogliamo lavorare o ordino the e biscotti per tutti così ci aggiorniamo sugli
ultimi pettegolezzi del distretto, ladies?
Il
tono sarcastico di Kate mise a tacere le proteste e le domande dei due
detective i quali rispolverarono i fascicoli che tenevano in mano per
aggiornare Kate sulle loro scoperte.
-Abbiamo
parlato con tutti gli inquilini del palazzo nell’Upper
East Side e la famosa donna in fuga verso le 22 è la fidanzata di un tizio del
secondo piano. L’abbiamo sentita e ha confermato di aver lasciato il palazzo
verso quell’ora.
-Ok,
quindi, la donna vista dal portiere non è l’assassina- disse Beckett spuntando
la relativa voce dalla lavagna. -E sui fondi di Greg, Ryan?
-Sto
ancora controllando. Sono state effettuate diverse operazioni: per la maggior
parte sono investimenti andati male, ma ci sono alcuni spostamenti di denaro
verso conti che risultano inesistenti. È come se quei soldi fossero spariti nel
nulla.
-Nel
nulla? È impossibile.
Ryan
si limitò ad alzare le spalle. -Lo so; ho chiesto di poter effettuare ulteriori
controlli su quei conti ma sto ancora aspettando delle autorizzazioni.
Kate
sbuffò seccata per le interminabili attese burocratiche. –Siamo di nuovo ad un
punto morto. Nessun sospettato e nessuna nuova pista.
-Un
momento- intervenne Castle che finalmente sembrava
aver assorbito il contenuto della lavagna. -Qualcosa non torna, Kate!
-Che
intendi?
-Beh,
Perlmutter, che devi ricordarmi di ringraziare per
avermi accusato di omicidio, ha rilevato che Greg aveva appena consumato una
cena cinese. Ma non c’era traccia di scatole o piatti provenienti da un
ristorante della città o sbaglio?
-Hai
ragione, Castle. Quindi, chiunque abbia cenato con
Greg è anche il suo assassino. E ha ripulito ogni traccia del suo passaggio
perché non potessimo risalire a lui. C’è solo un problema…
-…ci
sono centinaia di ristoranti cinesi in città…
-…esatto,
è impossibile rintracciare un acquisto compiuto lunedì sera!
Castle restò a fissare un
punto particolare della lavagna, dove era appesa la foto di Kyra.
-Forse
non è necessario- disse l’uomo afferrando l’immagine di Kyra.
–Quella sera Kyra è uscita di casa per andare a
comprare la cena per noi. È tornata a casa con una cena cinese…anzi, con mezza
cena cinese. Al momento ho pensato che Kyra avesse
sbagliato con l’ordinazione e calcolato male la capacità del mio stomaco…ma
ora...forse parte della cena è rimasta da Greg.
Kate
rimase per un istante in silenzio: la sua mente lavorava frenetica ma non
voleva affrettare le parole, non voleva rischiare di dire qualcosa di
sbagliato.
-Castle, tu hai detto che…
-So
cosa ho detto sull’alibi. Ma…beh, io ero sotto la doccia. Quando mi sono chiuso
nella doccia Kyra era in casa. Le avevo detto che
saremmo potuti uscire a cena ma quando sono tornato in salotto lei non c’era. Mi
aveva lasciato un messaggio sul bancone della cucina per dirmi che non aveva
voglia di uscire né di cucinare e voleva prendersi qualcosa da mangiare. È
stata via molto. È rientrata verso le 22.30.
-Potrebbe
starci con i tempi. Ha ucciso Greg verso le 21.45 e con un taxi poteva tornare
all’appartamento di Castle in tempo. Un po’ tirata
con i tempi, ma avrebbe potuto- suggerì Ryan ottenendo l’approvazione della
detective.
Kate
si voltò verso Rick mordendosi l’interno della guancia destra nervosamente:
doveva fare il suo lavoro e non sarebbe piaciuta all’uomo la sua prossima
mossa.
-Convochiamo
Kyra Blaine al distretto.
Mi dispiace, Castle…
L’uomo
scosse la testa con un mezzo sorriso dipinto sul volto.
-E’
il tuo lavoro, Beckett. Lo capisco. È al
Four Seasons ora.
-Four Seasons?- la sorpresa nella voce di Kate non passò
inosservata a nessuno dei presenti. –Voglio dire…ero convinta stesse da te.
-No,
ha deciso di andarsene stamattina, per non mettermi ulteriormente nei guai
e…per poter fare la cosa giusta- aggiunse infine Castle
puntando i suoi occhi azzurri in quelli di Kate che dovette abbassarli
timidamente in tutta risposta.
-Avete
sentito, ragazzi? Four Seasons. E nel frattempo vi
farò avere un mandato di perquisizione per la camera di Kyra.
Voglio la sua pistola.
Castle annuì. Possibile
che Kyra fosse un’assassina?
Angolo mio:
Kyra sta sempre più inguaiata…ma sarà stata lei ad uccidere l’ex marito?
Intanto i testoni cominciano a collaborare di nuovo: che c’è di meglio di un bella indagine per omicidio per ricostruire la loro storia d’amore? Per quanto tempo riusciranno a non litigare?
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito.
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Laura