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Autore: formerly_known_as_A    23/03/2015    0 recensioni
SouMomo week, giorno 2: Proposta
Momo si diploma e Sousuke reclama un ricordo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Flirt'
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"Sei qui per il mio bottone?"

Sousuke lo fissa in silenzio per un momento, fermo sotto un albero in piena fioritura nel cortile della Samezuka e sorride di sbieco, appoggiando la schiena al tronco.

Potrebbe essere uno scenario romantico, se Momo non sentisse il cuore pronto a balzare fuori dal petto, farlo morire lì, sul selciato. E forse è proprio perché c'è quell'atmosfera che si sente nervoso come mai prima.

Il ragazzo più grande allunga la mano, il palmo rivolto verso l'alto e Momotarou sfiora il ciondolo che porta al collo, sotto la divisa che, per una volta, ha indossato nel modo giusto, abbottonata fino in cima. Se ne sta già pentendo, sentendosi costretto come se volesse soffocarlo.

Per un momento riflette, pensa di prenderlo in giro porgendogli il suo diploma e ridendo per alleggerire l'atmosfera, ma si blocca quasi immediatamente, intimidito.

Non è come se non stessero insieme da due anni. Hanno condiviso tanto, pur lontani per la maggior parte del tempo. Sanno segreti inconfessabili.

Almeno, Momo si è sentito in dovere di dirgli tutto, di mettersi completamente a nudo per lui, perché, una volta passato lo shock dell'essere innamorato di un altro ragazzo, è stato inevitabile abbandonarsi a Sousuke.

"Posso avere il secondo bottone della tua divisa?"

La richiesta, così formale nel suo essere tradizione, lo emoziona esattamente come quando è stato lui, nei suoi panni, a chiedere il bottone che ora è nascosto sotto la sua maglietta, legato ad una catenina come un monile prezioso.

"Non è come se non ci rivedessimo più." mormora, quasi senza volerlo, perché il significato non è forse questo? Fare sapere a qualcuno che ti piace, prima di dirgli definitivamente addio. Non gli piace, quel significato, ma sospira, infilando le dita nell'asola nascosta e tirando il bottone fino a staccarlo.

"Andrai all'università, mi serve qualcosa per ricordarmi di te, no?"

Il tono di Sousuke è amaro, come ogni volta che sembra restare indietro, lontano da lui, irraggiungibile.

Scuote la testa con energia, facendo un passo verso di lui e posando il bottone nella sua mano, prima di lasciar cadere la testa sulla sua spalla. Quella sana, quella senza cicatrici, quella che non lo costringe a restare in un paesino ad imparare un mestiere per cui non ha mai mostrato un vero entusiasmo.

"Sono così poco memorabile?" chiede, con un broncio. La risata di Sousuke gli risuona nelle orecchie, amplificata dal suo petto e Momo chiude gli occhi, in pace.

"Mi piace rispettare le tradizioni." commenta soltanto, posando una mano tra i suoi capelli e facendolo sospirare, l'ansia di prima quasi del tutto svanita.

Non hanno mai parlato dell'università di Momo. Non hanno mai accennato al suo futuro perché Sousuke non ha mai chiesto e Momo non ha mai osato dire nulla.

Gli sembra ingiusto avere un futuro, un sogno, anche se può sembrare ridicolo e lasciare che Sousuke rimanga indietro.

"Vado a Tokyo." confessa, con un filo di voce, allontanandosi quel che basta per guardarlo, ma non riuscendo a farlo.

Gli tiene le mani, però, strette come se temesse una sua fuga, come se volesse trasmettergli tutto il bisogno che ha di tenerlo accanto oggi e per tutto il resto del tempo.

Non andare più al liceo significa anche questo, per Momo. Poterlo vedere più spesso, anche da Tokyo, anche dall'altra parte del mondo. Tenerlo per mano e portarlo dietro, trascinarlo in un posto sempre più luminoso, in cui non vedere mai più lo sguardo triste che Sousuke rivolge al mare.

"A Tokyo."

"Uhm, biologia. Lo so che è strano, io che vado all'Università, ma..."

"Per gli insetti." lo interrompe Sousuke e Momo finalmente nota il piccolo, debole sorriso che gli sta rivolgendo. Annuisce, ricambiando timidamente.

"Gli insetti, sì. Non ti sembra strano?" domanda, il nervosismo che gli blocca la gola, rendendo la voce stridula, come se stesse per scoppiare a piangere.

"No, anche Ai è lì, no? Almeno non devo preoccuparmi per te." ammette Sousuke, lo sguardo di nuovo fuggente.

Sa cosa vuol dire, riconosce lo sguardo addolorato di qualcuno che non può seguirlo, che non può realmente stargli accanto.

"Vieni con me."

Non c'è nessun nervosismo nella sua voce e sottolinea quella proposta con una carezza sulle sue mani rovinate.

"A Tokyo. Troviamoci un appartamento, stiamo insieme. Potresti adottarmi e potremmo cercarci dei lavori part-time, non sei costretto a stare sempre solo!" esclama, ormai preso dall'entusiasmo, dalla logica dietro a quell'idea.

Momo non può sopportare il pensiero di lasciarlo indietro e l'unica soluzione è quella, punto.

"Cos'hai detto?"

La voce del ragazzo è stranamente fragile, come rotta e Momo si costringe a guardarlo dritto negli occhi, la confusione e lo stupore che lo riempono di dubbi, per un momento. Forse non è così che funziona. Forse dovrebbe aspettare ancora, trovare un lavoro o finire gli studi, invitarlo sempre più spesso e...

"Andiamo a Tokyo insieme!" ripete invece, più convinto di prima.

Le mani scivolano sulle sue braccia, fino al suo viso e sorride davvero nel guardarlo.

"Vuoi che ti adotti?"

Quello... è stato decisamente spontaneo, tanto che non ricorda di averlo detto. Arrossisce di colpo, sentendo il caldo gelo dell'imbarazzo farsi spazio nel suo petto. Scuote la testa, cercando di cacciare la situazione.

"Non è così che funziona? Non dobbiamo stare insieme da qui in poi?" domanda, percependo il peso di quelle parole.

Gli ha chiesto di sposarlo. Nel modo non convenzionale, con lo stratagemma che sono costretti ad impiegare perché sono entrambi ragazzi, ma è quello il significato.

"Mi hai detto che quando mi sarei diplomato saremmo stati veramente insieme, perché non sposarmi?" domanda, con tutta l'innocenza che quel ragionamento semplice riesce ad ispirargli.

Si aspetta un rifiuto, nel silenzio che segue. Si aspetta di aver capito male e che quei due anni non valgano nulla per Sousuke, in qualche modo.

Invece il ragazzo lo attira al petto, stringendolo abbastanza da rompergli qualche osso e nasconde la faccia nell'incavo del suo collo, sparendo completamente con il viso dalla sua vista, ma trasmettendogli una risposta molto prima di riuscire a calmare il respiro affrettato ed aprire la bocca per pronunciarla.

"Momotarou... Yamazaki."

Momo sorride così tanto da avere paura di esplodere come una supernova.



   
 
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