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Autore: meryl watase    24/03/2015    8 recensioni
Storia ispirata al contest "canzoni e colori" indetto da Bulma97 sul forum di efp.
La storia è ambientata dopo il film Naruto The Last, Sakura si è trasferita lontano da Konoha, cosa l'ha spinta a prendere questa decisione? E soprattutto: tornerà mai a casa?
Spero di avervi incuriositi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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LEGAMI INDISSOLUBILI

Le mie piccole mani da bambina stringevano uno degli onigiri preparati dalla mamma per festeggiare l'hanami. Seduta su una coperta, fissavo, con i miei occhi pieni di speranze per il futuro non ancora disilluse, il meraviglioso spettacolo della natura: splendidi alberi e meravigliosi fiori miei omonimi che profumavano l'aria attorno a me.
Estasiata, mi guardavo attorno, senza badare alle lamentele di mia madre che mi sgridava perché non mangiavo o al chiasso che facevano le altre famiglie vicino a noi, almeno finché la voce di mia nonna non destò la mia attenzione.
-Tsubaki,... so che è dura, ma cerca di mangiare qualcosa, tesoro- la sentii dire ad una delle mie cugine più grandi, di cui solo in quel momento notai lo sguardo triste e l'aria depressa.
-Nonna! Che cos'ha che non va Tsubaki?- le chiesi, incuriosita.
-Non ho niente Sakura, va tutto bene- mi rispose mia cugina, cercando di nascondere gli occhi che stavano diventando lucidi.
Non le credetti, ma la nonna mi fece cenno di non dire nulla e di seguirla. Appena ci fummo allontanate abbastanza da non poter essere ascoltate, si chinò fino a guardarmi negli occhi e mi disse:
- Vedi piccola, tua cugina sta soffrendo per amore-
-Per amore?- le chiesi.
Ne avevo sentito parlare da Ino, che avevo conosciuto da poco, ma non capivo ancora bene cosa fosse quel sentimento di cui tutte parlavano.
-Sì, tesoro. Si è innamorata di un ragazzo, ma lui, dopo essere stati insieme per tre anni l'ha lasciata per un'altra ragazza ed ora sta soffrendo-
Non capivo bene di cosa parlasse, ma annuii con la testa e allora lei mi disse:
-Mi fai una promessa, Sakura?-
Incerta, annuii ancora.
- Un giorno anche tu ti innamorerai, vorrei che mi promettessi una cosa... ossia che farai attenzione. Sta attenta a non innamorarti di una persona che possa farti soffrire, cerca di essere assennata e innamorati di un ragazzo che ricambi i tuoi sentimenti con la stessa intensità che avranno i tuoi. Te la senti di promettermelo?-
Ci pensai un attimo e poi, vedendo la serietà del suo sguardo e capendo che era cosa importante per lei, aprii le labbra e dissi:
-Te lo prometto, nonna-
Lei mi ricompensò con un bellissimo sorriso, mi accarezzò i capelli con una mano e tornò dagli altri, lasciandomi lì a fissare i ciliegi.

- Dottoressa Haruno!- Una voce familiare mi distolse dalla contemplazione della foto che mi aveva mandato Naruto da Konoha e mi aveva fatta tornare indietro nel tempo: un'istantanea di lui e Hinata sotto un ciliegio in fiore.
Sulla soglia del mio studio, la mia assistente, trafelata per la corsa, sembrava molto agitata.
- Dottoressa, c'è un emergenza, deve venire subito al pronto soccorso!-
-Arrivo subito, Arisa- le risposi, posando in fretta la foto sulla scrivania e lanciandole un' ultima occhiata prima di chiudere la porta dietro di me.

I remember years ago
Someone told me I should take
Caution when it comes to love
I did, I did
And you were strong and I was not
My illusion my mistake
I was careless, I forgot
I did

Dopo cinque estenuanti ore di operazione ero riuscita, con l'aiuto del mio staff, a salvare la gamba del ninja che, a quanto pare, era caduto in un'imboscata del nemico con tutta la sua squadra.
Quando avevo visto le condizioni in cui versava il ragazzo, avevo davvero temuto di non farcela, ma alla fine ce l'avevo fatta a salvargli l'arto.
Osservandomi le mani ancora insanguinate non potei fare a meno di pensare a Sai e ad una conversazione avuta con lui parecchi anni or sono riguardo i colori...

-Sai! Il maestro Kakashi mi ha mandata a chiamarti! Abbiamo una nuova missione da svolgere!- urlai, bussando alla sua porta e aspettando una risposta.
-Sakura, entra pure! Devo solo rimettere a posto i miei attrezzi, lo zaino è sempre pronto per ogni evenienza, possiamo partire subito-
Spingendo la porta, entrai nel suo appartamento e fissai la mia attenzione sul ninja della radice, che stava mettendo via tutta una serie di pennelli e una varietà incredibile di colori.
Incuriosita, mi avvicinai per studiarli e rimasi incantata soprattutto di fronte alla varietà dei rossi che mi si presentò davanti.
-Non credevo esistessero così tante variazioni per il rosso!- interloquii.
-Beh, Sakura-chan, è uno dei colori più frequenti in natura e ogni sfumatura ha un nome particolare per identificarlo, comunque non mi sorprende che tu sia andata a guardare direttamente quel colore, sembra proprio che il rosso ti attragga.-
-Mi attragga? Che cosa intendi dire?- lo fissai, sorpresa.
-Beh, i tuoi vestiti sono quasi sempre rossi, come lo è la fascia del tuo coprifronte e anche... gli occhi di Sasuke, che continui imperterrita a seguire-
Arrossii vistosamente sentendo l'ultima cosa, ma pensandoci bene non aveva poi tutti i torti.
Mi morsi un labbro, imbarazzata e indecisa se chiederglielo o meno, ma mi feci coraggio e parlai:
-Hai detto che ogni sfumatura ha un nome preciso... Come si chiama quella dello sharingan?-
-Se dovessi disegnare gli occhi di Sasuke, per colorarli userei senz'altro il rosso porpora.-
-Il porpora?-
-Sì,... è il colore del sangue.-


Sorrisi tristemente, osservando le mie mani sporche di quel rosso porpora che a quanto pare mi perseguitava come una maledizione, riflettendo sul fatto che avessi scelto io stessa di essere perseguitata: nonostante già il lavoro di ninja mi mettesse spesso di fronte al sangue, non avevo forse scelto un'altra attività che mi permettesse di averlo sempre intorno? Fare il medico significa avere a che fare ogni giorno con feriti e malati, un contatto quotidiano col color porpora che tanto mi ricorda gli occhi del mio amato. Forse ho visto in questo lavoro più cose di quanto credessi: un modo per crescere, per essere utile,... per sentirmi vicina a lui.
Il cuore di una ragazza è innamorata più sfaccettato di quanto si creda. Per quanto si illumini un suo angolo, ce n'è sempre un altro ancor più scuro e profondo che attende di vedere la luce.
Lavate e disinfettate le mani, tornai a passo lento nel mio studio e afferrai di nuovo quell'istantanea che ore prima mi aveva fatta tornare indietro con la mente ad una promessa passata. Una promessa non mantenuta.
Scusami nonna!
Nella foto Naruto aveva il suo solito sorriso smagliante, solo un po' più maturo e Hinata aveva un'aria così felice che non riuscii a trattenere una fitta di gelosia. Io ero sola, lontana da casa, lontana da lui.
Presi in mano la missiva che accompagnava la foto e, sedutami con un sospiro di sollievo sulla sedia della scrivania, cominciai a leggerla divorando ogni parola.

Cara Sakura-chan, è Hinata che sta scrivendo per me, sai che ho una brutta scrittura e volevo che tu potessi leggere senza problemi questa lettera.
Qui a Konoha, stiamo tutti bene. Ino si è finalmente fidanzata con Sai, ce ne hanno messo di tempo! Secondo me lui ha ceduto per sfinimento, ma sembra contento; Kiba ha trovato una ragazza che lo sopporti e che... alleva gatti! Mi viene da ridere anche solo a pensarci. Comunque anche Chouji si è fidanzato, sì lo so è incredibile; Shikamaru invece ha smesso di fare il pendolare fra Konoha e il Villaggio della sabbia, stabilendosi con Temari in una casa vicina alla nostra, sapevo non sarebbe durato a lungo a fare avanti e indietro pigro com'è; nonna Tsunade sbraita tutto il giorno anche come primario dell'ospedale, mentre Shizune sta aiutando Kakashi nelle sue mansioni da hokage e il maestro Gai, nonostante sia su una sedia a rotelle, non perde occasione per sfidare Kakashi ogni volta che lo incontra. Anche gli altri stanno bene, ma ci manchi. Tantissimo. Soprattutto a me.
Sai che io Hinata stiamo cercando di avere un bambin-...
Da questo punto in poi la scrittura era diversa, brutta e poco chiara. Strinsi gli occhi, cercando di decifrare cosa ci fosse scritto.
Hinata si vergogna a continuare, quindi scrivo io. Stavo dicendo che vorremmo un figlio e ci piacerebbe che fossi tu a farlo nascere. La nonna è un ottimo medico, ma tu sei la mia Sakura-chan, la mia compagna di team, la sorella che non ho mai potuto avere. Quando torni a casa? Sei lì da due anni, ormai l'ospedale di Kiri sarà efficientissimo, so benissimo quanto lavori sodo. Torna presto.
Un abbraccio.
Naruto e Hinata.

P.S. Il teme ancora non torna e tu sei lontana, mi mancate.

Accarezzai con le dita quelle quattro parole scritte con la calligrafia maldestra del mio migliore amico. Quando torni a casa?
-Non lo so, Naruto. Mi manchi anche tu.- pronunciai a voce bassa tra me e me.
Il teme ancora non è tornato.
-Questo non mi sorprende-
Lasciai che un'unica lacrima mi rigasse uno zigomo, prima di asciugarla, alzarmi e stendermi sul lettino in cui dormivo quando ero reperibile per la notte.
Abbracciando il cuscino, mi addormentai, sognando verdi prati, ciliegi fioriti e volti amici.

And now when all is done
There is nothing to say
You have gone and so effortlessly
You have won
You can go ahead tell them

Tell them all I know now
Shout it from the roof tops
Write it on the sky line
All we had is gone now

Il rumore della pioggia sul vetro della finestra e l'assordante boato di un tuono mi svegliarono all'improvviso, facendomi sobbalzare e aprire gli occhi di scatto.
Guardando verso l'orologio appeso alla parete mi accorsi che erano le cinque del mattino. Il cielo fuori era scurissimo, leggermente rischiarato ogni tanto dai lampi.
Fulmini, eh? Persino la natura mi ricorda la sua esistenza, come faccio a dimenticarlo se ovunque mi giri trovo qualcosa che me lo ricorda?
Una volta ho detto ad Hinata che quando una ragazza è veramente innamorata i suoi sentimenti non cambiano così facilmente* ed avevo ragione.
Quell'acqua che impetuosamente cadeva dal cielo mi riportò indietro di alcuni anni ad una serata che... non dimenticherò mai.

Erano passati tre giorni dalla fine della Quarta Grande Guerra ed io, insonne, passeggiavo lungo il perimetro del campo di battaglia, coperta da un semplice mantello.
Non volevo rinchiudermi in tenda, nonostante piovesse, perché Ino piangeva e invocava il nome del padre durante il sonno. Non potevo svegliarla, aveva bisogno anche lei di dormire, ma restare lì ad ascoltarla senza poter fare nulla per darle conforto, mi logorava dentro.
Camminai, facendo avanti e indietro, persa nei miei pensieri, e mi accorsi solo dopo un po' di non essere l'unica sveglia a quell'ora.
Quando riconobbi la figura che stava in piedi sotto la pioggia, incurante di bagnarsi, il mio cuore smise di battere per un attimo, per poi prendere un ritmo forsennato.
Sasuke Uchiha, incurante dell'acqua che bagnava le sue bende, era fuori dalla sua tenda col volto rivolto al cielo, gli occhi chiusi e le labbra serrate in un'espressione di dolore.
A quel punto restare ferme fu impossibile. Il mio istinto da medico prese il sopravvento. Mi avvicinai, nonostante il timore di disturbarlo e gli rivolsi la parola:
-Sasuke-kun! Non devi stare sotto la pioggia, non sei ancora guarito e non devi assolutamente bagnare le bende del braccio sinistro-
Lui lentamente aprì gli occhi e rimasi sorpresa nel vedere quelle due iridi così diverse: la destra non era porpora, non avendo lo sharingan attivo, ma del solito nero, quel nero che associavo al Sasuke della mia infanzia, al ragazzino che aveva portato via il mio cuore andandosene dal Villaggio, mentre la sinistra era dominata dal viola opaco del rinnegan. Quella differenza di colore mi infastidiva, in soli tre giorni non ci si può abituare ad un cambiamento simile, ma scossi la testa e mi concentrai su cose più importanti.
Dolcemente allungai una mano per prendere la sua e lui mi seguì, senza mostrare emozioni, fino alla sua tenda. Lo feci sedere sul letto, prima di andare a prendere qualcosa per asciugarlo, poi lo aiutai a togliersi la maglia ormai zuppa e avvolsi i suoi capelli in un asciugamano, cominciando a strofinare, finché, soddisfatta del mio operato, non passai al torace, cercando di non arrossire e di mantenermi il più professionale possibile.
A quel punto passai ad esaminare le bende di testa e torace, e, visto che erano da cambiare, cominciai a srotolarle, passando un po' di chakra su ogni ferita per controllarne lo stato. Purtroppo non potevo guarirlo del tutto o il suo corpo avrebbe ricevuto uno shock eccessivo, potevo solo cercare di accelerare il processo di guarigione e tenere le ferite pulite. Osservai imbambolata la cicatrice della ferita inflittagli da Madara, tremando al pensiero di quello che sarebbe potuto succedergli senza l'intervento di Kabuto, poi, rimesse le bende, esaminai il suo braccio sinistro, o per meglio dire, quello che ne restava.
Ne avevo parlato con l'hokage e lei era convinta di poter ricostruire degli arti artificiali per lui e Naruto partendo dalle cellule di Hashirama, ma aveva bisogno di tempo per farlo e nel frattempo dovevo vigilare e assicurarmi che i miei compagni di team non prendessero malattie e infezioni.
Delicatamente usai il chakra per fermare il sanguinamento dovuto all'acqua che era penetrata nella ferita e lo fasciai di nuovo, tenendo lo sguardo fisso sul mio lavoro, temendo di guardarlo negli occhi così da vicino.
-Non farlo più, Sasuke-kun. Non uscire sotto la pioggia, per favore, devi ancora guarire. Perché lo hai fatto?- mi azzardai a domandare, pur sapendo che forse non mi avrebbe risposto.
-Mi piace la pioggia, mi aiuta a pensare e poi...-
- E poi?-
- ... sembra che lavi via ogni peccato.-
Capivo cosa intendeva. Si sentiva sporco nell'anima, colpevole per aver preso certe decisioni, nonostante nel momento in cui le avesse prese credesse di essere nel giusto. Lui e Naruto mi avevano raccontato pian piano ogni cosa ed ora comprendevo bene cosa lo avesse animato finora.
-Hai bisogno di tempo per rivedere le tue priorità e decidere cosa fare, ma quel che è fatto è fatto. Sappiamo entrambi che il passato non si può cambiare, ma il futuro... quello siamo noi a deciderlo-
Mi sentivo stupida nel dire certe cose ovvie, ma non sapevo cos'altro fare.
-Futuro, eh?- sussurrò. Sembrava stesse parlando con se stesso e non con me.
Continuai a fissarlo per parecchi minuti, approfittando del fatto che per una volta fossimo soli e non ci fosse nessuno a disturbare la mia contemplazione.
In quegli anni Sasuke era cambiato molto, era cresciuto in altezza, i suoi lineamenti erano diventati più virili, si era irrobustito parecchio. La sua pelle era costellata di cicatrici, dovute sicuramente ai suoi allenamenti con Orochimaru e ai suoi scontri con i membri dell'Akatsuki e con l'ottacoda.
Quest'ultimo pensiero mi fece incupire. Quel suo maledetto attacco a Killer Bee aveva scatenato un putiferio, per non parlare della sua incursione suicida al summit dei kage. Tutto questo mi riportava al mio tentativo di omicidio nei suoi confronti.
Quanto sono stata folle! Forse quasi quanto lui.
Le mie labbra si piegarono in un sorriso amaro, attirando la sua attenzione.
Sasuke inarcò un sopracciglio, come a volermi chiedere: perché sorridi in quel modo?.
-Ti devo anch'io delle scuse... per aver tentato di ucciderti nel Paese del Ferro.-
Sembrò sconcertato e contrariato. Deviò il suo sguardo altrove, fissando qualunque cosa in quella tenda a parte me e poi aggiunse:
-L'unico che deve scusarsi qui sono io. Tu non saresti riuscita ad uccidermi, ma io l'avrei fatto se non ti avessero salvata Kakashi e Naruto.-
-Lo so. Ma volevo scusarmi lo stesso-
-Stupida-
-Lo sei anche tu - gli risposi, sorridendogli.
I suoi occhi onice tornano a fissarmi e aggiunse:
-Lo sono di sicuro... ma tu e Naruto lo siete di sicuro di più. Come avete fatto a perdonarmi tutto? Vi sono davvero bastate le mie scuse? Basta così poco? A parti invertite io non so se vi avrei perdonati-
-Quando ti ho attaccato io non sapevo la verità sullo sterminio del tuo clan, l'ho saputa solo un paio di giorni fa. Kakashi e Naruto mi hanno raccontato tutto e adesso ne so quanto loro su quanto successo, ma già quando vi ho trovati alla valle dell'epilogo e mi hai chiesto scusa mentre vi curavo, ti avevo perdonato. Perché avevo scorto il cambiamento nel tuo sguardo, il tuo pentimento e... la scomparsa di quel peso che incombeva sulle tue spalle-
-Ti è bastato così poco? Solo guardarmi?-
-Sì. Perché quel peso lo portavo anch'io con te. E anche Naruto. E Kakashi. Quando una persona che amiamo soffre, soffriamo anche noi. Era per questo che ti inseguivamo: perché volevamo che tu non soffrissi più ed è lo stesso motivo che mi ha portata a tentare di ucciderti.-
Gli avevo di nuovo detto che lo amavo. Implicitamente certo, ma lo avevo fatto. Non c'è due senza tre, no?
-Questo significa che se me ne andassi di nuovo, ora che sono sereno, non mi seguireste?-
Mi fece male sentirmelo chiedere. Voleva già andare via?
-Tsunade ha parlato con gli altri kage ed è riuscita a farti togliere l'etichetta di traditore, anche se dovrai affrontare comunque un processo e scontare la pena che ti daranno, ma una volta che sarà tutto finito tu sarai libero. Potrai fare quello che vuoi, restare o lasciare il villaggio sarà una tua decisione. Non ti seguiremo perché sapremo che tu starai bene-
La voce cominciò a tremarmi verso la fine. Avrei voluto supplicarlo di restare con me, di non andarsene, ma non potevo costringerlo ad amarmi.
-Adesso vado. Altrimenti non riuscirò a svegliarmi domattina-
Mi alzai di scatto, senza guardarlo, girandomi per uscire dalla tenda, ma Sasuke mi afferrò il polso e con uno strattone mi fece cadere addosso a lui. Mi ritrovai con le mani sul suo torace e il suo unico braccio attorno alla vita.
-Sasuke-kun!?- mormorai rossa come un pomodoro.
-Sakura... io non vado da nessuna parte, non adesso comunque. Mi sono reso conto di non aver davvero visto il mondo, accecato com'ero dall'odio ed ho pensato di espiare parte delle mie colpe aiutando la gente, per scoprire se davvero il mondo è come lo immagino io o se ha ragione Naruto, ma non parto subito. Ho ancora molte cose da fare a Konoha. Quindi non voglio vedere quegli occhi lucidi, chiaro?- mi disse, guardandomi negli occhi, usando un tono duro e imperioso.
Ero felice perché aveva detto che non sarebbe andato via subito, ma la sua vicinanza mi stava mandando in confusione. Era troppo vicino e stava minando il mio autocontrollo.
Accortosi delle mie guance rosse e della posizione compromettente, allentò la stretta, permettendomi di rialzarmi sulle gambe tremanti e mi augurò la buonanotte.
Stordita, lo salutai ed uscii sotto la pioggia, col cuore in tumulto e la mente in black-out.
Non era successo niente di eclatante, ma quella vicinanza improvvisa mi aveva messa di fronte alla constatazione che eravamo cresciuti entrambi, non eravamo più ragazzini, ma un uomo e una donna e... lo desideravo da impazzire.

Ripensandoci adesso, mi pento di non aver preso l'iniziativa e di averlo baciato. Avrei potuto. Avrei dovuto. Non ne ho avuto più l'occasione.
Ormai si erano fatte le sei e mezza, quindi, stetoscopio al collo e cartelle alla mano, mi decisi ad iniziare il giro mattutino.

Tell them I was happy
And my heart is broken
All my scars are open
Tell them what I hoped would be
Impossible, impossible Impossible, impossible

Falling out of love is hard
Falling for betrayal is worst
Broken trust and broken hearts
I know, I know

-Dottoressa, il suo turno è finito. Per favore, vada a casa. Sono due giorni che è chiusa qui dentro-
La voce di Arisa, mi distolse dall'aggiornamento delle cartelle mediche. I suoi occhi tra il verde e il blu rilucevano di preoccupazione. Lavoravo con lei da quando mi ero trasferita a Kiri e mi si era affezionata moltissimo, sapevo che aveva ragione, ma anche se fossi andata a casa, non sarei comunque riuscita a dormire. Comunque non volevo farla preoccupare e decisi di assecondarla.
- Hai ragione, Arisa. Allora ci vediamo domattina!-
Sorrisi cordiale, chiudendo la cartella e togliendomi il camice.
Lei mi sorrise di rimando ad io, infilata la foto di Naruto e Hinata in una delle tasche del cappotto, chiusi la porta e, scese le scale, mi diressi all'uscita dell'ospedale.
L'aria della sera mi riempì i polmoni e mi rinfrescò la pelle del volto.
Ringraziai mentalmente la mia assistente per avermi convinta ad uscire fuori, ne avevo davvero bisogno. Passeggiare per le strade di Kiri mi rilassava, anche se non la amavo di certo come Konoha.
Strinsi leggermente tra le dita la tasca contenente la foto, pensando che il posto migliore dove metterla sarebbe stato sicuramente affianco a quella del matrimonio di Naruto e Hinata.
Sospirai, pensandoci, perché era stato il giorno più bello per loro, ma il più brutto per me.

Il sole, alto nel cielo, illuminava il bianchissimo shiromuku **che indossava Hinata, mentre, con eleganza, beveva dalle tre tazze di saké, adempiendo il rito del San San Ku Do, passandole poi a Naruto che, con indosso l'abito nero dello sposo, sembrava agitatissimo.
Non avrei saputo dire chi dei due fosse più emozionato. Hinata, abituata alle cerimonie del clan Hyuuga, era riuscita a calmarsi grazie al rigido cerimoniale a cui attenersi, anche se il rossore sulle guance e gli occhi lucidi facevano intuire quanto fosse emozionata. Naruto, invece, non era suo agio dovendo rispettare l'etichetta, ma Tsunade gli aveva dato lezioni di galateo per tre giorni e aveva minacciato di spedirlo a pugni sulla luna se avesse mandato tutto a monte con la sua stupidità.
Avevo assistito alla cerimonia dal posto riservato ai parenti dello sposo. Naruto, non avendo più i genitori, aveva chiesto a me, al maestro Iruka, al maestro Kakashi e agli altri di sedere in quei posti, perché eravamo noi la sua famiglia.
Era stata una cerimonia deliziosa ed anche se sentivo la mancanza di Sasuke, che ancora errava in cerca di risposte, ero felice per loro. Fu durante il ricevimento che ascoltai una conversazione che... mi strappò il cuore.
-Shikamaru, ma sei sicuro di aver visto bene?- chiese Ino.
-Certo che sì. Non sono il tipo che parla tanto per dire qualcosa. Ho incontrato Sasuke, mentre tornavo da Suna, era in una taverna lungo la strada ed era con Karin e Suigetsu. Quella rossa gli stava attaccata all'unico braccio facendogli un sacco di moine, ma lui non l'ha minimamente scacciata. Inoltre, l'oste, vedendo che lo osservavo, mi ha detto di averlo visto spesso in compagnia di donne. Io non so che pensare.-
-Dai, Shika. Sai che Sasuke è molto bello, di conseguenza molto corteggiato, ma sa bene che Sakura lo aspetta qui al villaggio e di certo non tradirà la sua fiducia-
-Non lo so, Ino. Anche quando è intervenuto per salvare il villaggio al posto di Naruto dalla pioggia di meteoriti, non è rimasto a lungo e non solo non ha aspettato per vederla anche solo per un attimo, ma non ha lasciato né un messaggio né altro per lei. A me sembra che non gli importi abbastanza di lei.-
Il dubbio che non gli importasse abbastanza di me lo avevo avuto anch'io spesso, non mi era mai arrivato un suo messaggio o una sua notizia, ma il fatto che lo avessero anche gli altri e che non mi avesse voluta con sé, ma frequentasse il team che aveva messo in piedi per vendicarsi e si vedesse con altre donne, infranse ogni mia speranza per il futuro.
Mi ero innamorata di un vagabondo errante, uno spirito libero e indomito e il mio cuore ne pagava le conseguenze.
Mi feci forza per non esternare il mio strazio e, sorridendo, mi diressi al mio posto dove passai l'intera serata a brindare agli sposi e a fingere di divertirmi.
Poi verso mezzanotte, mi avvicinai a Naruto.
- Naruto, Hinata! È ora di tornare a casa per me. Alle sei inizia il mio turno all'ospedale, vorrei dormire almeno un po'-
-Ma Sakura-chan! Devi proprio andare?-
-Sì, baka. Devo- gli risposi con aria minacciosa, sapevo che si aspettava l'arrivo di un pugno, invece lo abbracciai, sussurrandogli all'orecchio:
- Ti auguro tanta felicità-
Lui mi strinse forte a sé, poi mi lasciò ed io abbracciai Hinata:
- Prenditi cura di questo zuccone!-
-Ma che dici Sakura-chan! Sarò io a prendermi cura di lei, sono io l'uomo!-
- Sei uno stupido! Vi prenderete cura l'uno dell'altra adesso che siete sposati-
Con un ultimo sguardo alla coppia di sposini e un saluto con la mano, mi feci breccia tra la folla di invitati ed uscii fuori dalla villa degli Hyuuga, messa a disposizione da Hiashi per il ricevimento.
Camminai e camminai fino ad arrivare ai cancelli e, salutate le guardie, mi diressi al bosco dove finalmente potei sfogarmi.
Senza usare il chakra presi a pugni ogni albero che mi capitò a tiro, urlando a più non posso, finché non caddi sulle ginocchia, sfinita, piangendo disperatamente.
Avrei voluto che il vento gli portasse il mio messaggio: il mio cuore è spezzato e le mie speranze non esistono più.
Lui non mi voleva. C'era poco da fare ed io dovevo farmi da parte e lasciarlo libero. Non potevo costringerlo ad amarmi, esattamente come non avevo potuto costringerlo a restare.
Quando vidi l'alba annunciare l'inizio di un nuovo giorno, corsi fino a casa per farmi una doccia e cambiarmi. Poi, arrivata all'ufficio che condividevo con Ino, presi dalla mia scrivania la lettera con cui la mikukage mi chiedeva di trasferirmi a Kiri per risanare il loro sistema sanitario e mi diressi da Kakashi per dirgli che volevo accettare il lavoro.

Avevo lasciato a malincuore il mio paese natio, ma Kiri aveva bisogno di un buon medico ed io volevo cercare di far richiudere tutte quelle ferite che laceravano la mia anima prima che si infettassero.
Ero quasi arrivata al mio appartamento, quando scorsi, alla fine del viale, una figura avvolta dall'oscurità. Sentendomi arrivare, alzò la testa e lo vidi: un occhio porpora mi fissava.

Thinking all you need is there
Building faith on love and words
Empty promises will wear
I know, I know

And now when all is gone
There is nothing to say
And if you're done with
embarrassing me
On your own you can go ahead tell them.
Tell them all I know now
Shout it from the roof tops
Write it on the sky line
All we had is gone now

Tell them I was happy
And my heart is broken
All my scars are open
Tell them what I hoped would be
Impossible, impossible Impossible, impossible

Avrei voluto darmi uno schiaffo per essere sicura di non avere un'allucinazione o di non sognare ad occhi aperti, ma quello era sicuramente Sasuke.
Nel suo occhio destro brillava lo sharingan, mentre l'altro era coperto da un lungo ciuffo di capelli. Caspita com'era cambiato! Era cresciuto ancora in altezza, si era irrobustito ancora di più e i suoi lineamenti si erano induriti perdendo le rotondità tipiche dell'adolescenza.
Le sue vesti erano lacere e larghe, forse per nascondere la sua menomazione. Chissà se adesso si sarebbe fatto impiantare il braccio artificiale o avrebbe preferito restare senza per rammentare a se stesso che ogni errore ha un prezzo.
Non mi aspettavo di vederlo. Non volevo vederlo. O almeno il cervello diceva questo, mentre il cuore, traditore, scandiva le sillabe del suo nome ad ogni battito. Sa. Su. Ke. Sa. Su. Ke.
Se avessi aspettato che parlasse lui probabilmente si sarebbe fatto giorno, quindi mi decisi a rompere quel silenzio teso, durante il quale anche Sasuke mi aveva osservata. Quello sguardo mi faceva sentire... nuda.
- Che cosa ci fai qui, Sasuke?- avevo omesso di proposito il -kun, per mettere distanza tra noi anche con le parole.
-Che cosa ci fai tu qui, piuttosto!- mi rispose lui.
-Sto tornando a casa, mi pare ovvio-
Sasuke sembrò seccato dalla mia risposta, come se non fosse quello che intendeva lui.
- Non è questa casa tua-
Inarcai un sopracciglio:
-Vuoi che non sappia dove abito? Si da il caso che quello- indicai con un dito l'edificio alle sue spalle- sia il mio appartamento -
-Non era questo che intendevo-
- E cosa intendevi?-
- Che il tuo posto non è qui a Kiri, ma a Konoha-
-Non sta a te deciderlo. Perché sei qui?-
-Sono tornato a Konoha qualche giorno fa e mi hanno detto che te n'eri andata da due anni... Perché non sei rimasta a Konoha?-
- Perché avrei dovuto?- gli chiesi dura.
-Perché ti avevo promesso che sarei tornato- mi rispose, anche si notava quanto gli pesasse farlo.
-Sì, avevi promesso di tornare presto, invece sei stato lontano cinque anni. Evidentemente non c'era niente di importante a Konoha per te-
-Sakura... Tu, Naruto e Kakashi siete importanti per me. Il mio legame con voi non si è mai spezzato, nemmeno quando l'odio e la rabbia mi divoravano. Hai riannodato quel filo che ci legava ogni volta che io l'ho reciso. Perché adesso lo hai tagliato tu?- mi urlò contro.
-Ti ho lasciato libero. Era questo che volevi, no? Espiare le tue colpe e decidere cosa fare della tua vita. Ora se non ti spiace vorrei andare a dormire- dissi, superandolo.
Sasuke cercò di afferrarmi il braccio, ma io mi divincolai e corsi fino alla porta, riuscii ad aprirla, ma lui mi ci bloccò contro. Il contatto dei nostri corpi mi inebriò, ma cercai ugualmente di opporre resistenza, inutilmente.
- Sakura! Smettila di scappare, dobbiamo parlare!-
-Senti chi parla! Tu sei un campione nella fuga!-
-Rispondi alla domanda che ti ho fatto e ti lascerò andare-
- D'accordo. Vuoi sapere perché non ti ho aspettato? Perché tu non mi ami. Io ti ho aspettato come una stupida, mentre tu ti divertivi con le altre donne.-
-Non dire stronzate, non sono andato in giro a divertirmi, ma a cercare il mio posto nel mondo-
-A cercare il tuo posto accanto a qualcun'altra, vorrai dire. So dei tuoi incontri con varie donne da fonti certe-
-Le tue fonti si sbagliano, sono stato abbordato spesso durante il mio viaggio, ma non ero interessato e non è successo niente con loro-
- Non ti credo Sasuke, ti hanno visto anche con Karin. E comunque sei fatto di carne e ossa anche tu. Vuoi dirmi che non hai mai ceduto?-
-Con Karin c'era sempre anche Suigetsu, si sono messi insieme dopo la guerra, ma lei ogni volta che mi vedeva mi si appiccicava. E sì, anch'io sono fatto di carne ed ossa, sono pur sempre un uomo, ma io quelle non le volevo... Io volevo te- mi disse, trafiggendomi con lo sguardo.
Boccheggiai, incredula, e lui ne approfittò per appropriarsi delle mie labbra, coinvolgendomi in un bacio infuocato, pieno di desiderio. Mi rendevo conto di star cedendo troppo facilmente, ma sentire il suo corpo eccitato contro il mio mi fece perdere la ragione.
Senza staccare le nostre labbra lo trascinai in camera da letto, dove, liberatici dei vestiti, assaggiammo per la prima volta il sapore della pelle dell'altro, con baci e carezze. I nostri corpi, bollenti e sudati, si unirono ed io, superato il dolore iniziale, assecondai il ritmo delle sue spinte, trascinandolo in un'orgasmo che ci tolse il fiato e il raziocinio per diversi minuti.
-Davvero non sei stato con quelle donne?- gli chiesi dopo un po', col capo appoggiato sul suo ventre.
- Sì, la mia prima volta è stata adesso, con te- mi disse evitando il mio sguardo, imbarazzato,- ti ho desiderata da quella sera in cui mi hai trovato sotto la pioggia, ma avevo bisogno di espiare, non credevo di meritare di essere felice-
- E adesso lo meriti?-
- No. Ma lo meriti tu-
Cercai di alzarmi, volevo dirgli che era un'idiota a pensare certe cose, ma lui mi ribaltò sotto di lui e mi pose una domanda che aspettavo da quando lo avevo visto in fondo al vialetto:
-Torni a Konoha con me?-
Riflettei un attimo su quanto successo: era venuto a cercarmi, mi aveva spiegato ogni cosa, mettendo da parte il suo orgoglio, doveva essergli costato parecchio parlare con me,esporsi così tanto, lui che è sempre stato scostante e taciturno, e aveva fatto l'amore con me. Sì, l'amore, sapevo che non era solo sesso, lo percepivo dall'intensità del suo sguardo, dalla tensione che emanava mentre attendeva la mia risposta, non avevo bisogno che me lo dicesse.
-Sì- risposi, piegando le labbra in un sorriso, prima che lui se ne appropriasse di nuovo.
Tutto sommato, avevo mantenuto la promessa fatta alla nonna.
Avevo aspettato parecchio, avevo sofferto molto, ma alla fine avevo trovato qualcuno che mi amasse con la stessa intensità con la quale lo amavo io.

I remember years ago
Someone told ne I should take
Caution when it comes to love
I did

*citazione da Naruto The Last
** kimono tradizionale indossato dalle spose

Vi lascio il link della canzone Impossible di Shontelle

ANGOLO DELL'AUTRICE

Finalmente riesco a pubblicare! Lavoro a questa storia da più di venti giorni, ma tra impegni vari e blocchi non ha visto la luce fino ad oggi. Mi è dispiaciuto non averla finita in tempo per il contest, ma spero vi sia piaciuta. Ho immaginato che Sasuke dopo il suo viaggio sia cambiato, maturato, abbia smussato in parte il suo carattere. Kishimoto non ci ha lasciato indizi, ma ho puntato sullo sguardo limpido dell'Uchiha, prima di sciogliere lo Tsukyomi infinito. Per favore fatemi sapere se è una schifezza o meno, ultimamente ho diecimila complessi e non sono sicurissima riguardo il finale.
Un bacione a tutti.
Meryl

   
 
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