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Autore: SSJD    24/03/2015    5 recensioni
Doveva essere una OS, la prima volta di Pan... Ma dopo ben nove NON prime volte, ne è uscito un racconto a più capitoli che spero possa piacervi...
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trunks x Pan'
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Una settimana dopo il matrimonio di Bra, entrai in cucina dove trovai mia madre e mio padre che facevano colazione.
Adoravo vederli assieme.
Mio padre, sin da quando ero piccolo, aveva sempre mostrato una sorta di indifferenza nei confronti di mia madre, ma la cosa, sinceramente, non mi aveva mai turbato. Per quanto lui si sforzasse di non darlo a vedere, io l’ho sempre saputo quali sentimenti li univa, ormai da anni. Non l’avrebbe mai ammesso, né a se stesso, né tanto meno a lei e ancora meno a me e Bra, ma mio padre, l’amava tantissimo. Era evidente da come la guardava e da come la sua aura diventasse così ‘dolcemente potente’, quando le era vicino. Davanti a me e Bra litigavano sempre, per qualsiasi cosa, ma io e mia sorella lo avevamo capito fin da quando eravamo piccoli: la loro era solo una scusa per poi fare pace.
Li adoravo, tutti e due.
Adoravo come mia madre lo stuzzicava in continuazione.
Adoravo come lui, dopo quasi trent’anni che la conosceva, ancora minacciasse di ucciderla, senza mostrare alcuna intenzione di farlo veramente.
Adoravo vedere lei farmi l’occhiolino, come per farmi capire che in realtà a comandare era sempre lei.
Adoravo entrambi e sapevo che tutti questi momenti mi sarebbero mancati, ora che avevo deciso di iniziare a vivere la mia vita con Pan.
Li avrei adorati per tutta la vita ed ero felice di averli avuti come genitori, pur non avendoglielo mai detto, mio malgrado...

Mi avvicinai a mia madre stampandole un bacio sulla guancia e prendendomi come sempre una cazziata da mio padre, per aver dimostrato ‘affetto’ nei confronti della donna che mi aveva messo al mondo. Sedendomi a tavola con loro, fui subito interrogato ‘cordialmente’ da mio padre, su quali fossero i miei programmi della giornata:
“Ora che ci siamo liberati di tua sorella, quando possiamo sperare che anche tu ti tolga dalle palle, lasciandomi finalmente solo con tua madre?”
“Ah, Vegeta! Non essere così rozzo. Per fortuna che tuo figlio ha preso il mio stesso dolcissimo e amabilissimo carattere. Vero tesoro?” mi chiese mia madre facendomi diventare tutto rosso e gettandomi nel più totale imbarazzo, decidendo di regalarmi un’amorevole carezza.
“Tsk, siete disgustosi” concluse lui rimettendosi a fare colazione con molta voracità.
“Ehm…veramente…ecco…volevo sapere…no, anzi, volevo informarvi che questo weekend sarò fuori casa. Prendo le chiavi della casa al mare, mamma. Ok?” dissi.
“Oh, tesoro…quanto sei romantico…ci vai con Pan, vero? Che pensiero carino! Non lo trovi carino, Vegeta?”
“Ma piantala, donna, che mi viene il voltastomaco. Tuo figlio è un sayan. La vuoi smettere di trattarlo come uno di quegli sdolcinati omuncoli che ti giravano attorno, qualche anno fa?” rispose mio padre scocciato per l’atteggiamento troppo tenero di mia madre.
“Vegeta, sei uno scimmione. Il tuo romanticismo è paragonabile a quello di un gorilla che si vuole ingroppare la femmina del gruppo, dopo aver fatto fuori gli avversari”
Mio padre rispose con un grugnito di disapprovazione e mia madre pensò bene di rincarare pure la dose:
“Lo sai, Trunks, che per riuscire a trascinare tuo padre in quel paradiso che è la casa sulla Spiaggia del Sud, ho dovuto costruire una camera gravitazionale anche là? Altrimenti non ci sarebbe venuto e tua sorella non sarebbe mai nata…”
“Tsk, non c’è mica bisogno di andare in un posto come quello per farsi una bella s…
“OOOOOK! Papà, grazie, per…le…gentili informazioni…Ora, se posso avere le chiavi, parto subito. Così avete TUUUUTTO il fine settimana per CHIARIRVI e DIVERTIRVI e fare…tutte…le cosette…che fate di solito…voi due, Ok?” lo interruppi io per non essere di nuovo reso partecipe di ciò che i miei genitori facevano, ormai da anni, senza pudore.
“Da quando pensi che io abbia bisogno del tuo permesso?” mi chiese di nuovo fulminandomi con quegli occhi così dannatamente sayan che si ritrovava.
“No, no, ma che dici? È..È…È…meglio che vada, ora…Ciao, mamma e grazie per le chiavi”
“Oh, figurati Trunks…se non ci andate tu con Pan o Bra con Goten, chi vuoi che ci vada? Lo senti tuo padre, no? Piuttosto, li hai presi i preservativi?”
Non potevo credere che me lo avesse veramente chiesto. Divenni viola dall’imbarazzo dovuto più al fatto che me lo avesse chiesto davanti a mio padre, che per avermi trattato come un bambino. Mi sorpresi molto quando sentii mio padre intervenire dicendo:
“Non gli servono. Gli ho insegnato un trucchetto da vero sayan per non combinare qualche pasticcio…vero, Trunks?”
Abbassai lo sguardo. Non era possibile che stessi avendo quella discussione con i miei genitori. Ma erano impazziti? Tutti e due? Contemporaneamente?
“Ah, Vegeta! Ma come sei antiquato, sei rimasto fedele al caro e vecchio metodo sayan? Sei proprio sicuro che funzioni?”
“Hey, donna, bada a come parli, sai? Dì un po’, quanti figli hai avuto in più di quanti IO non ne volessi?” le disse scattando in piedi.
Quando vidi mia madre che si alzava a sua volta per poter discutere ad armi pari (ovvero lanciandosi saette con gli occhi), capii che era ora di andare. Sgattaiolai fuori dal mio posto a sedere e andai a prendere le chiavi della casa al mare, appese in una piccola teca in cucina.
Maledizione, non c’erano. Sicuro che le aveva tenute Bra, dall’ultima volta che ci era stata con Goten. Sarei dovuto passare a casa loro a recuperarle. Poco male, non mi dispiaceva passare a salutare la mia sorellina e il mio migliore amico, che non vedevo dal giorno del matrimonio.
In punta di piedi, tentai l’uscita di soppiatto, mentre ancora loro due stavano discutendo di cose che le orecchie di un figlio non dovrebbero mai sentire, ma fui bloccato. Mio padre mi aveva preso per un braccio dicendomi:
“Fermo tu!”
Mi voltai sconsolato. Ero pronto a sentirmi dire di tutto, tranne quello che mi disse sottovoce, in un orecchio:
“Trunks, lo sai cosa ti succede se non la tratti come una principessa, vero?”
“Sì, papà, ma non è come credi. Vado al mare perché ho voglia di stare con Pan, tutto qui. Allenarmi, fare il bagno, prendere il sole... Non ci vado per ‘divertirmi’ come farete voi, appena uscirò di casa…” risposi sottovoce, deglutendo l’aria.
A quelle parole mi fece un leggero sorriso e poi, dandomi una leggera pacca sulla spalla, concluse:
"In questo caso…sta’ attento all’onda energetica di Pan…è quasi potente come quella di suo nonno…Vai, adesso…io ho un conto in sospeso, con tua madre…”
“Ok, ciao, papà e…grazie…”
Lasciò la presa del mio braccio e, senza salutarmi, tornò a discutere con mia madre che stava aspettando ansiosa, la fine del litigio.
Mi misi lo zaino in spalla e uscii di casa diretto a Satan City per andare a prendere Pan, direttamente a casa.



 

   
 
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