Apokolokyntosis
&
apoteosi del misunderstanding!!!
Curiosità prima di
andare a leggere:
L’Apokolokyntosis (in greco: divinizzazione di una zucca) è un’ opera
satirica e pungente scritta dall’autore latino Seneca per vendicarsi di essere
stato inviato in esilio in Corsica dall’imperatore Claudio per ben otto anni…
Il motivo per cui ho scelto questo titolo si vedrà più avanti
Spero vi piaccia! *O*
Prologo
“Sei esasperante!
Quanto ti ci vuole per finire di compilare un semplice
questionario?” esclamò Kaname Chidori, come suo solito, sull’orlo di una crisi
di nervi. Sagara era rimasto chino su quel dannato foglio ormai da più di
un’ora…
“Perdonami ma si
tratta pur sempre di rispondere correttamente a delle domande…no?” rispose subito il ragazzo con la sua solita voce calma.
“Si! Ma ti ricordo che spetta a noi, in quanto rappresentati, il
compito di consegnare tutti i questionari compilati al professore dopo le
lezioni! Perciò vedi di darti una mossa!!!!!!! Si, si,
no, si, si, no, no e ancora NO!”
Insistette Kaname
con impeto, strappandogli via la penna di mano, dopo aver dato uno sguardo al
suo orologio da polso almeno un’altra ventina di volte, barrando le caselle al
posto del ragazzo.
Accanto a lei,
come al solito, Kioko era rimasta ad aspettarla, anche
dopo il suono della campanella. Quel pomeriggio avrebbero dovuto recarsi in un
posto speciale, perciò capiva perfettamente l’ansia della sua amica, ciononostante
si sforzò di tentare di calmarla: “Avanti piccola
Kana…non fare così! Lo sai com’è fatto Sagara! Lui è uno
preciso…Lascialo terminare, c’è ancora tempo”
A quelle parole,
pronunciate con un brivido di timore di fondo, Kaname
rispose con uno dei suoi pesanti attacchi a suon di ventaglio, colpendo il
povero Sousuke dritto sulla testa.
“Preciso un
corno! Tiè!!! Ma tu guarda
se ogni volta mi tocca dover fare gli straordinari per colpa della sua
stupidità. Non importa a nessuno se sei favorevole o no alla pesca del tonno
dalle pinne gialle! Capito? Quindi consegnamelo e facciamola finita!” esclamò esasperata
la ragazza, portandosi una mano a coprire la fronte.
Neanche due
minuti più tardi, le due amiche se ne stava di già in
giro per strada a sgranchirsi finalmente le gambe, Kaname in testa.
“Piccola
Kana…Posso chiederti come mai sei sempre così aggressiva con il povero Sagara?
Questa volta lo sapevi benissimo anche tu che non aveva fatto nulla di male…Capisco che tu ti senta un po’ in ansia per oggi pomeriggio…Ma
si trattava solamente di un banalissimo questionario sulla pesca del tonno!”
esordì Kyoko un po’ contrariata dal comportamento di
Kaname.
“Uffa! Ti ci
metti anche tu adesso?...Può anche darsi che tu abbia
ragione ma ora come ora non riesco tanto a riflettere…
…Secondo te,
avrei dovuto dirglielo?”
“Be’…non saprei…a cosa ti riferisci?”
“Ma come Kioko,
non dirmi che te ne sei già dimenticata?! Alla
questione di cui abbiamo parlato al telefono l’altra sera, no?!”
“No! Non me ne sono affatto dimenticata, anzi! Solo
che non pensavo che una cosa del genere potesse crearti così tanti problemi…Quanto
a Sagara non saprei dirti…”
“Chi lo sa…Tanto
ormai, non posso più tirarmi indietro…”
Giunte di fronte
alla casa di Kaname, le due amiche si salutarono con un sorriso.
“Fatti coraggio
piccola Kana!”
“Certo! Ci
proverò…”