Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: _Magica_    24/03/2015    3 recensioni
''Amore sparito, rinnegato, corroso e malsano troppo sudicio e marcio per essere puro... eppure troppo vivido e forte per non essere niente..."
Buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brenda, Minho, Nuovo personaggio, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~

Capitolo 6
Prolissi…
Le mani intrise di sangue, lucidità nella mente, gelo nel cuore.
Aiuto hanno chiesto.
Aiuto lei ha dato, ma che non sia niente di più, non potrebbe reggerlo.
Le mosse sono le stesse, i procedimenti uguali, niente di diverso.
‘’io sono diversa’’ pensa lei. Già tu sei diversa dico io.
Le urla della donna si quietano, il respiro si calma.
E Kara porta lei la creatura linda e pulita che il suo ventre ha partorito, gliela posa in grembo.
La donna attira a sé la creatura come a proteggerla da Kara.
‘’Se avessi voluto farti del male l’avrei già fatto, idiota’’ vorrebbe dire, ma adesso è opaca, apatica…
Vuota…
Ecco come si sente.
Vuota.
Non c’è più rabbia, desolazione, tristezza. C’è solo una sensazione pressante di vuoto.
Si sciacqua le mani nel lavabo, le sfrega fino a che il sangue non esce… ed ancora, ancora, ancora.
<< Basta… >> Una mano le afferra i polsi.
<< Smettila… non dovevi venire qui lo sapevo… è solo che serviva aiuto e… >>
<< E’ tutto apposto tranquilla, sto bene >> Dice nascondendo le mani dietro la schiena.
Brenda la guarda con rimprovero.
<>
Si avvicinano al capezzale della ragazza: il bambino appoggiato al petto…
i capelli biondi a onde sulle spalle
 e gli occhi
 azzurri,
chiusi.


<< Come è successo? >>
<< Avevo fame. Semplicemente mi accontentavo di quello che trovavo e a volte non bastava. Mi avventuravo sempre più in là, sempre più in là… e alla fine mi hanno preso. All’inizio credevo che la donna facesse parte di una di quelle associazioni umanitarie… poi ho visto le tute verdi e ho capito che il peggio sarebbe iniziato li >>
<>
<< Poi mi hanno tenuto in una stanza bianca, passavano i minuti, le ore, i giorni e non accadeva niente. Tutto uguale. Mi portavano il cibo due volte al giorno, o così credevo visto che non avevo nessuna consapevolezza del tempo. Non so per quanto tempo mi abbiano tenuto lì dentro, so solo che se avessi saputo cosa mi avrebbero fatto dopo sicuramente sarei rimasta lì dentro per sempre >>
<< Cosa  è successo? >>
<< Nervi. C’è un nervo passante per la schiena che è direttamente legato alla parte del cervello addetta alla memoria. Questo nervo è decisamente particolare: solo gli immuni lo posseggono. Ed una volta trovato garantisce a chiunque che ne abbia possesso di interagire completamente con ricordi,  sensazioni, paure dell’individuo >>
Fa una piccola pausa, respira e si porta una mano al viso. Poi chiude gli occhi e ricomincia.
<< Non è facile da individuare… è a dir poco infattibile. E’ quasi invisibile… e se non si conosce la sua posizione esatta trovarlo è davvero impossibile. Io invece ho un collegamento più diretto con quella zona del cervello e il mio nervo era più facile da trovare: era possibile farlo senza uccidere la persona. Comunque non  stato facile… hanno dovuto cercarlo >>
<< Erano piccole incisioni, ma ogni volta sembrava che dovessero portarti via l’anima dal corpo. Le mie strilla erano inutili, la lama mi solcava lo stesso la pelle. Ogni giorno la stessa cosa, ogni istante lo stesso dolore. Era insopportabile, invivibile. Ma io volevo vivere, questo me lo ricordo. Volevo sentirmi ancora libera, volevo la salsedine del mare ancora nelle narici, i colori di un prato ancora negli occhi. Lo hanno trovato solo dopo. Cinque mesi erano passati e me ce ne vollero altri sei di riabilitazione. Poi ho cercato di mostrarmi più psicologicamente distrutta possibile. Avevo comunque estrazioni di sangue regolari >>
Si tira su la manica della maglietta e lascia scoperti infiniti puntini rossi sul braccio destro. Così piccoli, eppure così evidenti.
<< Poi dopo un po’ sono riuscita a fuggire, ho finto di impazzire ed ho trovato nel Braccio Destro un fedele alleato, fino  quando non mi hanno chiuso in quella stanza con tutti gli altri immuni. Poi sai cosa è successo>>
Finisce il racconto e appoggia la testa contro l’albero, esausta.
Lui fissa assorto quel che resta del tramonto e resta in silenzio.
<< Mi dispiace >>
Kara lo guarda scettica.
<< Per cosa dovresti dispiacerti?! Pensa che schifo: Adesso che posso davvero vivere non ho la forza per farlo, il coraggio di rialzarmi. Sono immobile, ferma. Forse chissà, quello che abbiamo passato ci ha sconvolti troppo. E non c’è via d’uscita, non c’è salvezza. Ci hanno mandati nel paradiso a patire l’inferno.>>
Si massaggia la spalla e sfiora con le dita quei piccoli solchi bianchi che le attraversano la pelle come piccole strade.
<< Sono tutte cicatrici vero? >> Lei annuisce << Mi dispiace. Sono un buono a nulla >>
<< Dovrei registrarti e farti riascoltare queste parole quando il tuo ego smisurato tornerà a infastidirmi >>
<< Io non ho un ego smisurato! Sono solamente consapevole delle mie meravigliose doti fisiche e mentali!>>
<< Ma sentiti, quanti anni hai, otto? >>
<< Mi piacerebbe >>
Kara si zittisce, perché  piacerebbe anche a lei rivivere quegli anni di adolescenza che in qualche modo sono stati loro strappati. Le piacerebbe riprendere da dove la sua vita è stata interrotta.
China la testa e respira a fondo.
<< Non dovresti prendertela così tanto con Helen, anche lei ha sofferto molto. >>
<< Pensa >> Risponde lei apparentemente calma, ma dentro estremamente irritata  <>
<< Non ci credo che ti ha insultato, lei è solo impulsiva, come me in qualche modo >>
La ragazza si alza in piedi incazzata. Non lo sopporta quando fa così, proprio non ci riesce.
<< Ti stai impegnando a farmi incazzare… E’ che tu non l’hai mai vista per come è veramente. Sei cieco! Lo sei sempre stato, lei ti svalvola il cervello e improvvisamente diventi più coglione di come sei normalmente. Non ti sopporto! E soprattutto non sopporto quella… >>
<< Sei gelosa! >>
<< IO? IO GELOSA?! MA PER FAVORE IO SONO SOLO REALISTA! >>
Lui ride.
Si alza. E le si avvicina.
<< Sei una piccola permalosa >>
<< Io permalosa?! Ma fammi il piacere! >>
Ride ancora. Più vicino questa volta.
<< Non senti per caso caldo? >> Le chiede a due centimetri dal suo viso << Perché io sto morendo >>
Fa caldo infatti. La sera scende ma dentro si sente bruciare.
 E’ fuoco. Rogo. Fiamma.
Brucia. Divampa. Incendia.
Ma non si consuma, anzi, si sente più viva che mai..
Lei quell’amore lo odia. Quell’amore sporco che le corrode l’anima fino al midollo non lo sopporta. La fa morire ogni giorno, la corrode ogni instante però si sente bene, si sente apposto.
Non prova quella sensazione sbagliata che si prova quando si commette un errore.
Lui prende le mani e se le porta dietro al collo.
E si fa più vicino. A un soffio dalle sue labbra glielo sussurra:
<< Puoi ancora dire di no >>
E’ vero può farlo. E ci prova, Cristo santo, ci prova. Prova di allontanarsi, ma al tempo stesso cerca di non farlo.
E’ sull’orlo di un precipizio: tra il cadere e il vivere c’è solo un passo. Il vuoto però è troppo potente, troppo implorante. Invoca il suo nome, la attira affinché cada. Cerca di rispondere no. Ma il cuore la tradisce, ormai le scoppia troppo nel petto. E si lascia cadere. E il cadere è confortante, rilassante. Sa che non c’è fondo a questa caduta, ma lo stesso si sente quasi bene a precipitare nell’abisso. Troppo debole per potergli resistere.
Le sfiora le labbra, in un bacio dolce e lento.
Po o risponde a questo bacio delicato all’ombra di un albero, alla luce del tramonto.
Poi il ritmo aumenta. Le mette una mano sui fianchi e la attira ancora più vicina a sé.
Le prende le ginocchia portandosele all’altezza del bacino, dove lei gli incrocia le gambe dietro la schiena.
Lo ama, non c’è nulla da fare. Tutto in lei esplode d’amore.
Le solleva l’orlo della maglia, e le passa le dita sulla pelle morbida.
Poi risale lento, dolce. Lei sa che sta per succedere. E  non deve permetterglielo. Perché lei non è Madison e lui questo se lo dimentica un po’ troppo spesso.
Si blocca, si stacca.
Lo fa appunto perché lo ama, appunto per questo.
<< Fermati >>
<< Perché?! >>
<< Perché devi ricordarti una cosa >> Gli si avvicina provocante e poi glielo dice, perché deve saperlo << Io non sono una delle tue puttanelle >>
Si gira e si allontana velocemente.
Lui la segue.
<< Kara! Io non lo penso! Te lo giuro! >>
Lei continua a camminare. Non ne può più di lui così. Se le ricorda quelle ragazzine con cui se la faceva, se le ricorda proprio bene. Quanto duravano? Due giorni?! E lei no. Lei non sarà così. Meglio non essere niente per lui che essere così. Di questo è sicura.
Le si piazza davanti, la blocca contro il muro di una casa.
<< Adesso mi ascolti. Tu non sarai mai come loro. Non potresti mai esserlo. >>
<< Grazie >> Dice lei particolarmente sarcastica.
<< Ma no! Non dicevo in quel senso, tu certo che sarai come loro >>
<< Grazie di nuovo >>
<< Ma cosa hai capito?! Io volevo dire che sarai sempre…sempre >>
<< Si lo so cosa intendevi, e tu sarai sempre il solito coglione >> Sorride complice.
<< Cretino… >>
<< Ascoltami per una buona volta… tu… cioè io ti >>
Una voce risuona nella penombra.
<< Amore, amore… dove sei? >>
A Kara il sangue nelle vene gela.
Lui un po’ tremante le deposita un lungo bacio sulle labbra poi le dice di nascondersi un secondo.
<< Ricordati che io ti amo, ricordatelo, sempre. Okay? >> Le sussurra.
A Kara questo ricorda qualcosa, una scena particolare che ha già passato. Suona più o meno tutto uguale. Però non è niente, dice a se stessa. Uno strano presentimento comunque la assale
Lei sorride, per quanto il fatto che stia per parlare con quella (****Queste parole sono state censurate****) le dia fastidio.
Lui la ama, cosa le importa?
<< Okay >> E si acquatta nell’ombra.
Un riflesso biondo si avvicina, scivola veloce addosso al ragazzo.
<< Oh mio dio, finalmente ti ho trovato… >>
Respira affannosamente.
<< Oh che bello! Sarai felicissimo >>
Stringe forte il ragazzo moro a sé.
<< Sei pronto per la notizia?! O mio dio è meraviglioso! Non sto più dalla gioia >>Dice con la voce rotta dall’emozione
<< Dimmi >>
<< Sono incinta… non è fantastico?! >>
E tutto quello che rimaneva di lei crolla in pezzi e muore. Tutto quello che prova viene schiantato a terra e calpestato rudemente. E lei resta ferma, agghiacciata dal presente. La mente che esplode, dentro è ghiaccio. Un ghiaccio improvviso che ha coperto tutto quel fuoco che le divampava dentro. Un ghiaccio così brutale da aver bloccato tutto a quelle parole, a quella voce, a quel momento.
Lo vede anche al buio il suo sorriso, quello stupido sorriso. Per un momento le sembra rivolto a lei. Ma poi scuote la testa, distrutta, esausta, morta.
Impossibile.
E’ sempre lei… non c’è niente da fare. Ogni volta, ogni singola volta che sembra che tutto vada bene lei distrugge tutta la sua  vita, i suoi sogni, i progetti con un paio di parole che scoppiano come bombe nel silenzio più totale.
Morta dentro, porta le mani alla bocca per soffocare il grido di dolore.

I
I
I
I
I
I
V
Scusate per questo colpo di scena... ma era dovuto. Ditemi che ne pensate. E...
Non uccidetemi

-Magica

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: _Magica_