“Blaine devo dirti una cosa. In realtà è da molto che voglio farlo.”
Blaine annuì per incitarlo a parlare e fissò il suo sguardo in quello dell'altro.
“Io... ecco...io ti amo.” disse Kurt in un soffio appena udibile.
Blaine restò in silenzio.
"Cosa ti preoccupa? Ti prego dimmelo."
"Niente Kurt, sto bene."
"Allora? Perché non rispondi? Sapevo di non dovertelo dire."
"Io davvero non capisco cosa sento, Kurt."
"Come puoi capire qualcosa che non hai mai provato? Ma se mi lasci provare..." Kurt sembrava sul punto di piangere.
Blaine scosse la testa, come per scacciare la conversazione avuta qualche ora prima, continuando a camminare con lo sguardo fisso nella sua ombra vivida sull'asfalto crepato della strada. Faceva freddo; il vento si alzava a tratti scuotendo le chiome degli alberi e sferzando il volto a Blaine.
"Non posso, ho paura."
"Per questo lascia che io ti ami..." Una lacrima brillò sulla guancia di Kurt.
Si fermò e si appoggiò pesantemente contro il muro alla sua destra. Si passò le mani tra i capelli e strinse gli occhi per cacciare via le lacrime, ma invano; quelle cominciarono a correre calde sul suo viso, senza freni, una alla volta come se avessero tutto il tempo che volevano per correre sulla sua pelle liscia. Come se lui non avrebbe mai smesso di piangere, rimanendo per sempre appoggiato al muro di mattoni a passarsi le mani nei capelli e contraendo la faccia dal dolore.
Scosse la testa lentamente con gli occhi appannati dalle lacrime.
"Permettimelo, Blaine. Fino a quando non impari ad amare te stesso."
Sentì nelle sue orecchie l'eco familiare del cuore che andava in pezzi. Si accasciò sul marciapiede sempre premendo la schiena contro il muro.
"Blaine, ti prego. Permettimelo. Voglio che tu ricordi com'è sorridere. È da un pò che vedo il dolore nei tuoi occhi, se me lo lasci fare posso cancellarlo. Ti prego." sussurrò piano, la preghiera più potente.
“Blaine..”
Blaine se ne andò.
Le lacrime cominciarono ad essere accompagnate da rumorosi singhiozzi che scuotevano Blaine dal profondo.
Un ricordo improvviso gli attraversò la mente: la prima volta che aveva incontrato Kurt. In quel momento un sentimento così strano e irriconoscibile lo aveva pervaso. E da quel giorno sentiva qualcosa di sconosciuto attraversargli il cuore ogni volta che incontrava lo sguardo dolce e brillante di Kurt. Sorrideva ogni volta che lo faceva anche l'altro, e quasi voleva piangere da quanto era bello e da quanto lo faceva sentire bene. Restò fermo contro il muro, con il volto solcato da nuove lacrime e pensò quasi di restarci per sempre; se lo sarebbe meritato. Non aveva forse rovinato tutto? Mesi e mesi andati in fumo. Come aveva potuto trattare Kurt, l'unica cosa buona della sua vita, in quel modo? Senza parlare, senza ascoltare, senza lasciarsi convincere?
Però, dopo quelli che sembrarono secoli e il sole cominciò a risvegliare la città, capì. Capì che non avrebbe dovuto lasciare Kurt da solo, che avrebbe dovuto lasciarsi amare,che avrebbe dovuto affrontare le sue paure al suo fianco.
Aprì gli occhi di colpo e si alzò in piedi sulle gambe indolenzite e intorpidite per aver mantenuto la stessa posizione per troppo tempo. Aspettò qualche minuto per far si che il sangue ricominciasse a scorrere regolarmente. Poi cominciò a camminare, un passo alla volta, tornando da dove era venuto. Destro. Sinistro. Destro. Sinistro. Sempre più veloce, (destrosinistrodestrodestrosinistro), fino a quando diventò una corsa, interrotta da qualche zoppicchio. Non smise fino a quando davanti a lui si profilò il palazzo a lui tanto familiare, da cui era scappato la sera prima in preda alla codardia. Il portone era aperto così entrò e salì le scale a due a due fino ad arrivare al terzo piano.
La porta era chiusa.
Blaine non perse tempo e estrasse la chiave da sopra l'architrave della porta, dove Kurt era solito lasciarla. Girò la chiave nella serratura e non esitò un attimo ad entrare. La penombra dominava sovrana la stanza, facendolo inciampare due o tre volte prima di raggiungere la camera da letto di Kurt. La porta era aperta e poteva vedere cosa c'era dentro adesso che i suoi occhi si erano abituati all'oscurità della casa. All'interno si distinguevano le forme di un letto e una figura rannicchiata su di esso. Si prese un attimo per osservarlo mentre dormiva. Si scoprì a contare i suoi respiri regolari, sorrise poi entrò e si avvicinò alla figura; Kurt.
-Lascia che ti ami.- sussurrò una volta che si fu disteso accanto al ragazzo.
Posso mostrarti cosa può fare davvero il vero amore- completò in risposta Kurt, che aprì gli occhi e sorrise stancamente, mentre gli occhi si riempivano di lacrime di sollievo.
Avvicinarono i loro volti fino a quando i loro nasi si sfiorarono dolcemente.
-Ero così preoccupato per te, Blaine...-
-Shh- Blaine gli poggiò l'indice sulle labbra morbide.
Si guardarono per un pò piangendo in silenzio, infine fecero scontrare le loro labbra lasciando che esse combaciassero. Poi lasciarono tutto in balia dei loro desideri che troppo a lungo erano stati semplicemente sognati.
-Me lo lascerai fare, vero Blaine? Mi lascerai amarti?- chiese Kurt con voce rotta dal pianto.
-Amami fino a quando non imparo ad amarmi da solo.- rispose Blaine sulle labbra dell'altro, soffocando le lacrime in un altro bacio.



NOTA DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a qua. Questa è la mia prima ff che scrivo. Mi è venuta in mente ieri sera e l'ho buttata giù. Spero vi sia piaciuta, comunque potete recensire sia per commenti positivi che negativi. Ancora grazie, ci vediamo alla prossima ff (questa volta long) che pubblicherò e a cui sto già lavorando (protagonisti Cheerio!Klaine)

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