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Autore: xfrancix    24/03/2015    1 recensioni
[Emis Killa]
“Lo zarro di Vimercate ha fallito un’altra volta”
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“L’imbattibile Emiliano Giambelli che ha paura? Il fighissimo Emis Killa ha paura?” dice sarcastica, calcando molto l’ultima parola.
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“Potresti avere altre duecento vite, ma non meriteresti di vivere nessuna di quelle.”
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"Quella ragazza... Sì, quella che c'era ieri sera in prima fila... Aveva i capelli rossi... I-io devo ritrovarla."
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“Allora? Come stai oggi?” chiedo alla ragazza sorridendo.
Lei arrossisce e sussurra un “Non male”. A quelle parole socchiudo gli occhi e la guardo, per poi alzare un sopracciglio, non convinto della sua risposta.
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emis Killa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.
“Spiegami cos’è sta roba.” Sento una voce e subito dopo un qualcosa cadermi esattamente sul petto. Apro leggermente gli occhi e vedo mia madre, in piedi, di fianco al mio letto, che mi guarda. Abbasso lo sguardo verso il mio petto e vedo il giornale d’Italia.
Lo prendo in mano e leggo il primo articolo della prima pagina.
 
Scoppia rissa in piazza Duomo, a Milano, tra Emis Killa e GionnyScandal, i due famosi rapper nonché amici.
E’ scoppiata una rissa tra i due rapper a Milano, in piazza Duomo, dopo mezzanotte, forse provocata da un momento di tensione. Ad assistere c’era anche Tiffany, la ragazza di Emis Killa, la quale ha.... [continua a pag. 5]
 
Chiudo il giornale e lo butto a terra, senza neanche continuare a leggere. Sono stanco di finire sul giornale per ogni cazzata, a causa di questi paparazzi presenti ovunque io sia.
“Allora?” Non dici nulla?” chiede mia madre incrociando le braccia sul petto. Come risposta, mi limito a sbuffare e, subito dopo, mi alzo dal letto per andare ad aprire la finestra. Entra una leggera brezza che mi fa venire i brividi e mi fa sentire subito meno addormentato e il sole di Giugno mi picchia diretto sul viso.
“Voglio sapere da te cos’è successo, Emiliano” dall’ultima parola capisco che è realmente arrabbiata con me: solo quando lo  è mi chiama con il mio nome per intero, altrimenti io per lei sono Emi.
“Lo so, ma’, ho fatto una cazzata.” Dico vago, affacciandomi alla finestra.
“Emi, non sei più un bambino, devi capirlo. Ora devi iniziare e prenderti le tue responsabilità, devi crescere e smetterla con queste cazzate. Hai una casa, hai una fidanzata...” a queste parole la interrompo subito:”No, mamma non ho più la ragazza.”
A quel punto mia madre si avvicina a me e mi guarda negli occhi, non parla, ma capisco cosa vuole dirmi. Mi capisce. Non mi sta rimproverando, mi sta solo aprendo gli occhi alla realtà.
“Ah quindi è per questo che è successo tutto? Non ti chiedo nei particolari perché so che sono affari tuoi e sei abbastanza grande per risolverti da solo i problemi, ma ho comunque un paio di cose da dirti: Tiffany, probabilmente, non era la ragazza giusta, hai 23 anni, hai tutto il tempo di trovare la ragazza perfetta, quella con cui rimarrai tutta la vita... Per quanto riguarda Gionata, conoscendolo bene, posso dirti che qualunque cosa sia successa non sottovalutarlo: è un bravissimo ragazzo, ci tiene davvero tanto a te, pensaci, ha lasciato tutto e tutti per rimanere con te, ti ha sempre considerato come un fratello, ha considerato me come una madre, in assenza della sua... Non sottovalutarlo.” Nel sentire queste parole mi si illuminano gli occhi: Gionny mi voleva davvero bene, in effetti, non avrebbe mai scopato con Tiffany, oltretutto non le è mai andata molto a genio, soprattutto dopo che si è lasciato con Denise. Nonostante questo non riesco a togliermi dalla testa l’immagine che mi sono creato io stesso nella mente: Gionny e Tiffany che si baciano.
“Ti voglio bene ma’” chiudo la finestra e la abbraccio.
Dopo poco scioglie l’abbraccio e mi guarda dalla testa ai piedi:”La smetterai di crescere prima o poi?” sono più alto di lei, entrambi pensavamo che avessi smesso di crescere, invece quest’anno mi sono alzato di qualche centimetro, di colpo.
Ridiamo entrambi e lei esce dalla mia camera, lasciandomi da solo per potermi cambiare.
Sono ancora vestito da ieri sera, mi tolgo i jeans e la maglietta e mi metto una tuta dell’Adidas e una canottiera bianca che uso spesso per andare in palestra.
Esco dalla mia stanza e vado due stanze di fianco, in cucina, per fare colazione. Mi siedo al tavolo e, dopo poco, noto mia madre che mi guarda malissimo.
“Che c’è?” dico girandomi per aprire la credenza dietro di me e cercare qualche cosa da mangiare.
“Sono le 11, pensi di fare colazione a quest’ora?”i miei occhi si spalancano improvvisamente, nel sentire quelle parole.
“Le 11? Oh cazzo” sposto la sedia e corro verso la porta, saluto mia mamma e vado velocemente verso la mia moto. Mi siedo sulla sella e faccio per mettere dentro le chiavi ma...
“Cazzo, le chiavi” scendo dalla moto e rientro, correndo, in casa, mi dirigo verso il tavolo della sala e prendo le chiavi. Sento mia mamma ridere dalla cucina e dire che ho sempre la testa nelle nuvole, ma non ho il tempo di risponderle che sono già fuori di casa.
Torno alla modo e infilo le chiavi, pronto per partire.
“Cazzo, il casco!” corro in casa e mia mamma, vedendomi, scoppia nuovamente a ridere, prendo il casco ed esco richiudendomi la porta d’ingresso alla spalle.
Finalmente sono pronto per partire, dopo l’ennesima volta che torno in casa per aver dimenticato qualcosa di essenziale: si vede che mi sono svegliato da poco.
Parto e, dopo poco tempo, arrivo a Milano; parcheggio il veicolo davanti allo studio di registrazione ed entro.
“Ciao raga” saluto tutta la crew.
Mi guardano tutti male, tutti tranne Fedez, e subito capisco:”Oh, scusate il ritardo, ieri ho fatto tardi e...” non riesco a finire la frase che Zanna mi interrompe.
“Lo sappiamo. Sappiamo cos’è successo con Tiffany e Gionata.” All’inizio non riesco a capire come facciano a sapere tutto: Fedez non può di certo averglielo detto, lo conosco fin troppo bene, ma poi mi viene in mente la prima pagine di giornale e capisco tutto. A quel punto mi limito ad abbassare gli occhi e puntarli sulle mie scarpe rosse.
“Non fare cazzate, d’accordo?” mi dice Zanna dandomi una pacca amichevole sulla spalla.
Zanna è il mio manager da sempre, nonché amico. Lo ringrazio spesso per tutto ciò che fa per me, soprattutto in campo artistico-musicale.
Io annuisco e ci dirigiamo tutti in sala prove. Domani avrò il concerto, non vedo l’ora di sentirmi l’adrenalina passarmi per tutto il corpo prima di salire sul palco, ma ora devo pensare solo a concentrarmi durante queste fondamentali prove pre-live.
Passa un’ora e io ho già cantato e sistemato quasi la metà delle canzoni che dovrò cantare domani. Passano altre due ore ed io comincio ad essere esausto.
Accendo un momento il telefono per controllare le chiamate e mi fermo a guardare il blocca schermo che non ho ancora cambiato: io e Tiffany abbracciati.
Lo sblocco velocemente per togliermi quella foto dagli occhi e mi fermo di nuovo a guardare lo sfondo, in cui ci siamo io e Gionny per strada. Nel vedere questa foto le emozioni sono molto più forti rispetto a quelle di prima.
Mi manca, mi manca davvero... E’ strano rimanere anche solo un giorno senza di lui, senza il mio migliore amico, senza il ragazzo con cui ho passato i momenti migliori.
Siamo così vicini ma allo stesso tempo lontanissimi... Se volessi potrei prendere la moto e andare a casa sua, ma qualcosa in me mi frena, qualcosa mi dice che farei la cosa sbagliata.
“Emi? Emis!”grida Fedez per svegliarmi dai pensieri.
“Oh, sì, ci sono, scusa” metto il telefono in tasca e riprendo il microfono in mano.
“No, basta così per oggi, sei stato bravo e si vede che sei stanco. Ci vediamo domani verso l’ora di cena” mi comunica Zanna. Ringrazio e faccio per andarmene ma Zanna mi ferma:”Ah, mi raccomando: oggi non uscire ad ubriacarti, ti abbiamo bisogno lucido domani sera.”annuisco, saluto ed esco dallo studio con Fede.
Andiamo nel bar affianco e ordiniamo due birre ciascuno.
“Senti, secondo me dovresti provare a parlarci, con Gionata e Tiffany intendo...” comincia lui, per rompere quel silenzio imbarazzante.
Non voglio parlare con Gionata, e men che meno con Tiffany, voglio solo starmene tranquillo per un po’, poi potrò pensare anche a sistemare le cose.
“Come vuoi” dice il ragazzo, capendo subito a cosa io stia pensando.
Accenno un sorriso e finisco la prima birra che ho in mano.
Il tempo passa: finisco la seconda birra, andiamo a fare un giro per Milano, facciamo foto con le ragazzine che ci riconoscono e ci fermano, e mi ritrovo in poco tempo alle sei di sera.
Saluto Fede con una stretta di mano, salgo sulla mia moto e vado verso casa mia, quella dove vivevo, fino a ieri, con Tiffany.
Metto la moto in garage e lo richiudo subito: tengo molto alla mia moto e temo sempre che qualcosa me la possa rubare.
Passo dal giardino e mi fermo un buon dieci minuti a coccolare Leon e Chanel, i miei due bellissimi pitbull.
Apro la porta di casa e vedo Tiffany alzarsi di scatto dal divano dove un momento prima era seduta.
“I-io stavo per andarmene” dice prendendo di fretta la borsa.
“Nah, tranquilla, puoi rimanere”rispondo con tono freddo, ma lo dico solo perché so che la casa dei suoi è lontana da qui, perché in realtà vorrei solo che uscisse da questa casa e dalla mia vita.
Lei mi ringrazia sottovoce e torna a sedersi sul divano, accendendo la televisione. Io vado in camera mia, al piano di sopra, quella dove dormivo insieme a Tiffany fino alla notte scorsa, e mi cambio. Metto un paio di pantaloncini da calcio blu, le sneakers e scendo, rimanendo a petto nudo a causa del caldo.
Mi siedo di fianco alla ragazza e fisso la tele, come se la stessi guardando, ma in realtà ho ben altro per la testa.
Improvvisamente, la ragazza affianco a me appoggia la sua mano sui miei addominali e io mi limito ad abbassare lo sguardo sulla sua mano.
“Sai, mi mancheranno questi addominali da toccare” mi dice lei, accarezzandomi.
Mi sta facendo innervosire, ma mantengo la calma; come risposta le pongo una domanda che le fa togliere di scatto la mano dal mio corpo e se la passa sui pantaloni:”Cosa ne facciamo della casa?”
“Tienila tu, io torno dai miei. In fondo sei stato tu a pagarla” abbassa lo sguardo e il suo viso assume subito un’espressione triste.
Mi rimane impressa la sua espressione: cosa vorrà dire? Che gli manco? In ogni caso io non provo e non voglio più provare niente per lei, non è la prima volta che litighiamo.
Mi ha fatto capire che ho bisogno ancora di tempo, che devo ancora trovare la ragazza giusta, e che tutta questa fama non mi aiuterà di certo. La sera passa in fretta, ceniamo, ma continuiamo a non parlarci, e in men che non si dica arrivano le undici di sera.
“Dove dormo?” mi chiede Tiffany appena spengo la tv.
  
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