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Autore: ilaria8    24/03/2015    1 recensioni
[The Blacklist]
Tutto intorno sembrava fermo, immobile, quasi calmo mentre un unico suono…un unico rumore… quasi un boato distrusse quella quiete apparente. LIZZIE/RED
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
 
Il rumore della sveglia risuonò per tutta la camera da letto fino a che non aprii gli occhi e la lanciai contro la parete.
Gli incubi non mi avevano dato tregua nel sonno e i pensieri non mi lasciavano un istante neanche da sveglia!
Ero stanca! Stanca di dover sempre aspettare qualcosa che mai arriverà…stanca di aver sempre paura…ma soprattutto stanca di dover sempre pensare alle conseguenze.
Nell’istante in cui lo vidi su quelle scale con quella donna, non riuscivo neanche a nominarla, capii che l’amavo.
Tutta quella rabbia che mi esplose dentro; ero accecata dall’odio verso di lei ma soprattutto verso di lui. Non era solo odio…anche delusione. Chissà perché non avevo mai pensato al fatto che anche lui avesse dei bisogni che voleva soddisfare.
Ero divorziata da un uomo che non conoscevo neanche e innamorata di un altro alla quale bisognava stare a chilometri e chilometri di distanza. Ma qual’era il mio problema? Forse il problema principale era che mi sentivo talmente sola che avevo bisogno di qualcuno…uno qualsiasi…che mi stesse accanto.
Mi buttai nel letto con la faccia nel cuscino tentando di trattenere le lacrime che volevano farsi strada.
Non sapevo più cosa fare…avevo un lavoro che non mi permetteva vie di fuga…avrei tanto voluto fare una piccola valigia con le cose più indispensabili e avrei guidato fino a che non avrei trovato un posto dove mi sarei sentita a casa.
Eppure non avevo una casa…vivevo nella stanza di un motel alla quale mi ero anche affezionata, ma mi rendevo conto che era a dir poco squallido. Quella non era vita.
Mi vestii, presi la borsa e mi diressi verso l’ufficio.
La mia gamba si poteva dire completamente guarita; ora bisognava solo convincere Cooper a rimettermi in servizio…così almeno avevo qualcosa da fare durante la giornata invece che stare solo a pensare alla mia insignificante vita priva di rapporti interpersonali.
Bussai alla porta del direttore.
-Avanti!- esclamò Cooper dall’altro lato.
-Buongiorno signore!- ero felice di vederlo. Quelle settimane chiusa in ospedale erano state lunghissime.
-Bentornata agente Keen! Sono felice di vedere che stai meglio.-
-Grazie signore…sono pronta per tornare!- risposi entusiasta.
-Ho letto la tua cartella clinica dell’ospedale e il dottore mi ha rassicurato sul fatto che la tua gamba non ha subito danni permanenti e che hai ripreso la totale funzionalità dell’arto. Non vedo perché tu debba stare ancora a casa. C’è bisogno di te qui e quindi riprenderai il servizio stamattina stessa!- sembrava veramente felice di rivedermi. Era proprio una brava persona.
-Grazie Signore!- dissi alzandomi in piedi e stringendogli la mano.
Uscì dall’ufficio con uno strano senso di buon umore addosso, che durò pochissimo…fino a che non raggiunsi il mio ufficio e trovai comodamente seduto un Raymond Reddington che non avevo proprio voglia di vedere.
-Ciao Lizzie! Vedo che Cooper non ha perso tempo! Subito a lavoro eh?- esclamò non appena richiusi la porta alle mie spalle.
-Ascolta Red non è proprio il momento per i tuoi giochetti. O hai un nuovo nome da darci oppure io ho troppo lavoro da fare. Devo recuperare il tempo perso, quindi se non ti dispiace, ho una montagna di rapporti da compilare.-
-Sono venuto per parlare Lizzie. Non me ne andrò di qui fino a che non avremo chiarito la situazione!- mi guardò dritto negli occhi. Era serio e deciso…non ne sarei uscita facilmente.
Feci il giro e mi sedetti alla mia scrivania prorpio di fronte a lui; incrociai le mani su di essa e aspettai. Non ero certo io a dover dare delle spiegazioni, quindi se voleva parlare…lo avrei lasciato fare.
-Sono tutta orecchie!- risposi acida.
Lo vidi sorridere leggermente. Aveva capito il mio gioco e conoscendolo non era uno che parlava direttamente; avrebbe di sicuro tirato fuori qualche storia delle sue.
-A proposito di quello che è successo l’altra sera con Madeline…non deve essere stato un bello spettacolo…volevo scusarmi con te. Anzi ti pregherei la prossima volta di avvisare prima di presentarti a casa mia a sorpresa.- parlò piano come a farmi capire bene ogni sua parola.
-Quindi sarebbe colpa mia?- ribattei mentre sentivo la rabbia che mi saliva al cervello.
-Non ho detto questo. Vorrei solo che la mia vita privata rimanesse tale.-
-Ah!- sbottai -Senti da che pulpito la predica! Uno che non si è mai preoccupato della vita privata altrui, ora viene a dare lezioni di buone maniere! Sai cosa ti dico? Vai al diavolo! Ero venuta quella sera per scusarmi dopo la discussione avuta in ospedale perche mi sentivo in colpa per come ti avevo trattato e questo è quello che mi sento dire adesso! ESCI FUORI DAL MIO UFFICIO SUBITO!- gridai accecata dall’odio.
Lo vidi alzarsi dalla sedia e fare il giro della scrivania per poi trovarmelo di fronte a pochi centimetri da me.
-Non gridarmi Lizzie…non è questo quello che vuoi!- sussurrò e potei sentire il suo respiro sulle mie labbra. Era troppo vicino e non riuscivo a ragionare. Avevo bisogno di spazio, ma nell’istante in cui cercai di indietreggiare mi accorsi che ero letteralmente con le spalle al muro…l’ufficio era finito.
-Non osare avvicinarti ancora o sarò costretta a usare la forza Red…non scherzo!-
Ero spaventata…ma al contempo volevo sentire le sue labbra sulle mie…volevo il contatto fisico…volevo le sue mani su di me.
-Mi dispiace non esserti stato accanto in ospedale. Non era mia intenzione lasciarti sola. Avevo bisogno di tempo per pensare.- spiegò fissando i suoi occhi nei miei per farmi capire che non mentiva.
Ripensare a quei giorni dopo la discussione che avevamo avuto…a come mi ero sentita verso di lui…mi ero sentita veramente in colpa.
-Ogni volta che si apriva la porta della camera mi aspettavo di vedere il tuo cappello spuntare da dietro l’angolo…invece niente. Andai avanti così per una settimana…fino a quando ogni volta che la porta si riapriva non mi aspettavo nulla. Niente. Perché sapevo che non saresti venuto a farmi visita.- sentivo le lacrime nei miei occhi.
La sua mano mi accarezzò la guancia e non potei fare a meno di sentire un brivido scendermi lungo la schiena.
-Perdonami! Non era mia intenzione farti soffrire. E per quello che è successo con Madeline…quello non conta niente.- inclinò leggermente la testa per essere allo stesso livello con il mio sguardo.
Sentivo il suo corpo contro il mio. Le sue labbra erano così vicine…non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi. Annullai la distanza che ci divideva e lo baciai come non avevo mai baciato nessuno. Immediatamente sentì la sua mano scendere sul mio collo per tenermi ferma nel caso mi fossi allontanata.
Avevo bisogno di sentirlo…per rendermi conto che non era un sogno. Feci scivolare le mie mani sul suo torace cercando di farmi strada fra i bottoni del suo completo.
La sua lingua incontrò la mia e sentì un leggero suono provenire dalla sua gola.
Stavo baciando Raymond Reddington...nell’ufficio dell’FBI!
Quel pensiero mi trafisse come un fulmine.
Lo spinsi con tutta la forza che avevo lontano da me.
-Oh mio Dio! Ma che diavolo ti è preso. Esci subito dall’ufficio per favore…ho bisogno di spazio!-
-A me cosa mi è preso? Ti ricordo che sei stata tua a baciarmi cara!- rispose con un sorriso grande come una casa.
-SHHH!- non poteva capitare a me dannazione…qualcuno ci poteva scoprire. Ma quel bacio ragazzi. Amavo quell’uomo!
Ero così persa nei miei pensieri che non mi accorsi del fatto che si era nuovamente avvicinato a me.
Questa volta fu lui a baciarmi.
Fu un bacio meno appassionato del primo…quasi come a voler confermare la situazione precedente.
-Adesso devo andare Lizzie. Ti aspetto a casa mia stasera alle otto per cena…cucino io…tutto a base di pesce!- sussurrò nel mio orecchio.
-D’accordo!- annuì.
-Non vedo l’ora di baciarti ancora!- bisbigliò prima di lasciarmi un leggero bacio sulla guancia e sparire dietro alla porta.
Sentivo il suo profumo addosso…le sue mani su di me. Dovevo riprendermi prima di rimettere il naso fuori dalla stanza. Non potevo permettere che qualcuno si accorgesse di me e Red.
Sì, perché a quanto pare c’era un noi adesso. Io lo amavo e lui amava me. Nessuno poteva più dividerci. Neanche l’FBI avrebbe potuto tenerci lontani.
Come se niente fosse accaduto mi sedetti alla scrivania e iniziai a compilare rapporti su rapporti; l’unica cosa che però occupava la mia mente era la persona che aveva rubato il mio cuore. Stasera però mi sarei vendicata…ruberò anche il suo!
 
THE END!
 
Angolo dell’autrice:
 
FINITOOOOO! Che fatica ragazzi! Quest’ultimo capitolo mi ha messo a dura prova. Nella mia testa l’avevo pensato in un modo che mi era sembrato perfetto e quando mi sono trovata a doverlo scrivere con carta e penna non riuscivo a ripeterlo come me l’ero immaginato. Infatti ho dovuto cambiare molte parti per renderlo scorrevole…ma anche lì non sono completamente soddisfatta del lavoro.
Che dire…sarà per la prossima.
Uno speciale ringraziamento a Kairyporter che ha avuto la pazienza di recensire con costanza la mia ff spronandomi ad andare avanti fino al capitolo finale.
Grazie di cuore a tutti quelli che hanno anche solo letto la storia e a presto.
  
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