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Autore: New Red Eyes    24/03/2015    2 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-Miru?-
Il volto di Inori, incorniciato dai lunghi capelli rosso scuro, fece capolino dalla porta della stanza della minore delle sorelle Hase, che subito le rivolse un’ occhiata curiosa.
 -E’ appena arrivato questo per te.- spiegò, rispondendo alla tacita domanda dalla sedicenne e porgendole un pacchettino di carta  beige coperto di scritte.
-Grazie…- rispose distrattamente Miruno, mentre già strappava l’involucro senza troppe cerimonie; rivelando un oggettino rotondo simile ad un portacipria metallico, munito di un paio di bottoncini per lato.
Perplessa, ne accarezzò la fredda superficie color argento con circospezione, fino a raggiungere con i polpastrelli l’abbagliante pietra verde scuro che era incastonata su coperchio.
Lanciò un’occhiata alla sorella, mentre sulle labbra le si disegnava un sorriso divertito :- Tu che dici, abbiamo un ammiratore segreto? O abbiamo vinto un concorso a premi?-
Stranamente, a giovane donna non le rispose subito. Aveva raccolto ciò che rimaneva della carta e stava leggendo con attenzione i kanji che fino a poco prima aveva ignorato.
–Onee-sama...?-
Inori riprese la postura eretta, pallida in volto; in mano aveva ancora i brandelli del pacchetto beige :-E’ da parte della regina. Ti è stato inviato da Queen Chibiusa, questo è l’indirizzo del Palazzo di Cristallo…-
-Oppure si tratta di uno scherzo.- sbuffò scettica la minore, stringendosi nelle spalle. –Non ci crederai davvero?-.
La giovane donna le sfilò l’oggetto di mano, per poi aprirlo e attivare i comandi di accensione.
-Ehi! Stai praticamente infrangendo le regole…non pensavo che facessi una cosa del genere!- esclamò sorpresa la più piccola, sedendosi di fianco a lei sul letto e osservando con crescente interesse lo schermo illuminarsi di colpo e poi  lasciare posto ad una figura tridimensionale, alta una ventina di centimetri  e incredibilmente realistica.
Si trattava di una giovane donna, poco più grande della sua Onee-sama, avvolta in  un semplice abito senza maniche. I  capelli rosa antico erano legati in due odango appuntiti, da cui si dipartivano due lunghe code che le accarezzavano le spalle per poi scendere lungo la schiena.
Sulla fronte riluceva appena la tipica mezzaluna dorata dei regnanti, mentre sul capo faceva bella mostra di sé la tiara, col rubino a forma di cuore grande come un pugno.
Senza alcun dubbio, quella era la regina.
A bocca aperta, Miruno spiò la sorella far partire il messaggio registrato. La donna in 3D sorrise di un sorriso dolce e  triste, poi iniziò a parlare con chiarezza e calma  misurate.

“ Kelly. Caroline. Mari. Raito. Melania. Rin. Miruno. Sette adolescenti, scelte  da uno strano destino, imprevedibile e forse crudele.”

-Mari? Tesoro, tutto bene?-
La ragazza sussultò appena, bloccando con un movimento fulmineo la registrazione prima di rispondere neutrale :-Sì, mamma. Tutto a posto, grazie.-
Dall’altra parte della porta, le pareva quasi di vederla: i capelli corvini appena striati di grigio raccolti in una coda, gli occhi scuri pieni d’apprensione e di timore per la figlia, una mano sulla maniglia pronta per ogni evenienza.
-Sai, mi sono spaventata un po’ quando ho visto quel pacchetto. Mi pareva quasi di aver visto la firma di Queen Chibiusa sulla carta…che sciocca, eh?-
Mari sentì salirle un groppo alla gola.
No, lei non piangeva, mai.
Ma ora c’era qualcosa che la disturbava, qualcosa che forse avrebbe potuto incrinare la sua armatura di ghiaccio.
-Lo sapevi, che questo momento sarebbe arrivato.- si disse a mezza voce, con una punta di paura e rabbia. -Quella pietra non si è illuminata per puro caso!-.
-Sì, lo so che sei una brava bambina…cioè, ragazza. Una studentessa modello, la prima della classe, mai avuto nessun problema con nessuno in questi  quindici anni, ma io mi preoccupo lo stesso, lo sai, ma lascia stare…- Yukio tentò disperatamente di convincersi che non c’era nulla di cui avere paura, nonostante il suo brutto presentimento. Tentò di parlare ancora, ma le lacrime le salirono agli occhi. Dopo tutto quel tempo, ancora non era riuscita a dimenticare. Ancora non aveva accettato…Yukio sospirò e  fece per andarsene.
-Mamma!-
Mari l’abbracciò forte, e quasi persero l’equilibrio per la foga, la sorpresa e la differenza di statura,  la donna così minuta e la figlia così alta.
-Devo partire per un po’ e…vi voglio così bene…a te e a papà, mi spiace di dover partire così all’improvviso!- sussurrò tutto di un fiato la ragazza, impacciata. Aveva nascosto i suoi sentimenti per così tanto tempo, nella speranza di poter raggiungere la perfezione…ed era difficile parlarle in quel modo, non era più da lei.
Avrebbe voluto raccontarle tutto, ma non era il momento di perdere né la calma né il buonsenso. Lei li avrebbe protetti, con le unghie e con i denti; sarebbe stata forte, li avrebbe resi orgogliosi.
Sarebbe tornata e li avrebbe riabbracciati.
Sarebbe tornata e avrebbe ripreso la sua ricerca.
- State attenti…mi raccomando, rimanete in città. State il più vicino possibile al palazzo e…- Mari fu interrotta da un buffetto affettuoso della madre adottiva, sollevata e felice :-Tesoro, non preoccuparti, ce la caveremo! Piuttosto, riguardati…e divertiti. Buon viaggio e buona fortuna!-
La ragazza annuì, sciogliendo a malincuore l’abbraccio e osservando Yukio scendere le scale, non prima di averle regalato l’ennesimo sguardo carico d’affetto.
In quel momento, Mari le promise che sarebbe ritornata.
Ad ogni costo.

“Chiedo a voi il sacrificio per il bene di molti. Chiedo, ma non posso ottenere che risposta positiva, perché non vi è stata data scelta.”

-Papà? Mamma? Sono a casa!-
"Come se non mi avessero sentito!" pensò Caroline divertita, attraversando velocemente la cucina e fiondandosi sui waffle ancora caldi abbandonati sul tavolo.
Aveva sbattuto la porta così forte  che per poco il quadro appeso in corridoio non era venuto giù, assieme alle bestemmie dell’inquilino del piano di sopra, e l’aveva richiusa con uguale potenza.
-Ehi, Carlo! Li hai un po’ bruciati, ‘sta volta!- gridò in direzione della camera del fratello, dove era sicura si trovasse. Si lasciò cadere su una delle sedie, senza curarsi del fatto che così avrebbe stropicciato la  gonna  candida della divisa da tennista.
Avvicinò a sé il piatto dei dolci: in fondo, se li era meritati. Su quindici partite, ne aveva vinte ben dieci!
-Caroline?-
Sentendo la voce così seria del fratello, rimise subito nel piatto l’ennesimo waffle  e alzò gli occhi color smeraldo, incontrando quelli altrettanto verdi del maggiore :-Ne ho mangiati solo tre, lo giuro!-
Il moro le fece segno che no, non era per quello, e si sedette anche lui, una strana espressione dipinta in viso. – Insomma, che c’è? E’ perché ti ho detto che sono bruciati? Ma guarda che sono squisiti comunque!- cercò di sdrammatizzare la ragazza, intuendo che c’era qualcosa che non andava.
-No, non è neanche per quello. Si tratta di cose molto più importanti…guarda tu stessa.- rispose il ragazzo, porgendole un oggettino e attivando la registrazione.
Rimasero in silenzio per tutta la durata del messaggio, ascoltando con attenzione ogni singola parola. Alla fine fu lui a spezzare il silenzio :-Hai già accettato, in pratica. Ma sei davvero sicura di quel che fai? Sei sicura di sapere davvero come combattere?-
La ragazza non rispose subito, ma quando lo fece, nei suoi occhi vi erano un misto di paura, determinazione, sicurezza e forse perfino un pizzico di curiosità.
-Fratellone, ho quindici anni. Sono grande ormai, so cosa vuol dire “prendersi delle responsabilità”.-, Carlo sollevò un sopracciglio in un gesto eloquente e lei si affrettò a precisare -...O quasi. Ma sono dettagli! E soprattutto, so cosa significa questo messaggio. Ma è una cosa importante, non posso tirarmi indietro. E poi, è l’occasione per dimostrare a me stessa, a te e agli altri chi sono e cosa so fare. Potrei diventare una guerriera  famosa e rispettata come le Sailor del passato! Perciò, io accetto anche se ho già accettato…insomma, hai capito, no?-
Concluse tutto d’un fiato e chiuse gli occhi, aspettandosi chissà quale ramanzina o consiglio.
Invece, semplicemente, Carlo l’abbracciò stretta stretta per qualche minuto.
Quando la lasciò, le disse solo :-Sappi che io, i nostri genitori, e  tutte le altre persone che contano davvero, sappiamo benissimo quanto vali. E sappi che ti vorremo sempre bene… fa’ in modo di tornare a casa per cena, se puoi. C’è il tuo piatto preferito questa sera.-
-Grazie, fratellone!- rispose felice la ragazza, afferrando l’ennesimo waffle e facendogli l’occhiolino per nascondere le lacrime commosse che già le baluginavano sotto le palpebre.
-Comunque, Caro-chan, so benissimo che questo è il settimo che fai sparire.-

“I Semi di Stella vi hanno scelte e  trovate, sono diventati parte della vostra vita. Si sono plasmati per adattarsi a voi, e voi li avete accettati e vi siete adattate a loro. Essi sono  legati a voi indissolubilmente. Non potete rifiutare ciò che chiedo perché sono essi stessi ad imporvelo.”

-Tu che dici, Bucefalo? Lo so, non posso non dirglielo…ma se glielo dicessi, verrebbe loro un colpo!-
La docile, immensa bestia color pece non diede segno di voler rispondere, e Melania si ritrovò a sbuffare sconfortata. Adorava quel cavallo, e quando aveva qualche problema tendeva sempre a salirgli in groppa e a lanciarsi in un galoppo sfrenato per allontanare pensieri e paure.
Ma, quando rallentavano l’andatura, tutto ciò che aveva cercato di levarsi di dosso ritornava, facendola deprimere e preoccupare.
Stava cavalcando ormai da ore, e le ricciolute nubi rosa e oro che striavano il cielo annunciavano l’imminente arrivo della notte. Doveva ritornare al maneggio, volente o meno.
Appena ricevuto il messaggio, il suo primo pensiero era stato per i suoi genitori adottivi e per la sorella minore, Camilla. Come avrebbero reagito ad una notizia del genere? Le avrebbero impedito di partecipare alla spedizione e così avrebbero messo in pericolo non solo loro, ma anche l’intero universo? O avrebbero capito?
Forse, se non mi presentassi, non sarebbe poi la fine del mondo…ci sono le altre!, sentì dire ad una vocina sottile e falsa nel profondo della sua anima.
Non riuscì ad impedire che quel maledetto pensiero la folgorasse, seppur per un attimo solo, ma lo scacciò subito con ripugnanza.
No, lei avrebbe combattuto al fianco delle altre, qualsiasi cosa fosse successa.
Non avrebbe mai abbandonato Miruno, Caroline, Rin e le altre; come diceva il messaggio, ognuna di loro era unica ed importante, la mancanza di una sola di loro avrebbe mandato tutto all’aria.
Era sicura che i suoi genitori avrebbero capito…però…
Forse, stava cercando di auto-convincersi a non partecipare!?
Scosse la testa, facendo saettare avanti e indietro i lunghi capelli castani, striati dello stesso colore del sole: non si sarebbe dimostrata inutile o paurosa, avrebbe fatto la sua parte.
Era sicura che ce l’avrebbe fatta.
Miruno l’avrebbe tirata fuori da ogni impiccio, Rin si sarebbe precipitata ad aiutarla, Caroline avrebbe fatto l’impossibile per darle una mano.
Assieme a loro, niente sembrava impossibile.
Assieme a loro, ce l’avrebbe fatta.
Assieme a  loro, sarebbe tornata.
-Forza, Bucefalo! La cena ci aspetta, torniamo a casa!- urlò, spronando il cavallo in direzione del maneggio, il cuore più leggero e la mente più ottimista.

“L’intero Cosmo vi chiama al dovere. Liberate la Luce che da molto tempo aspetta, risvegliatela per questo momento di Oscurità e Chaos. Riportate l’ordine, spezzate  la maledizione, spazzate via il dolore che il nemico accompagna prima che sia troppo tardi.”


Raito lanciò un occhiata scettica all’ ologramma, mentre ripeteva il suo messaggio pieno di spirito di sacrificio e belle parole.
Dovere? Responsabilità? Rischi?
Chi, noi?, si chiese, mentre un sorisetto ironico la increspava le belle labbra rosse.
Sogghignò  al pensiero. Lei, quella pseudo-punk della Hase, la bambina prodigio, la cyborg, le due amiche del cuore da fotoromanzo e la rissaiola ossigenata?
Salvare il mondo?
Ma se fino all’ultimo avevano “lavorato” separatamente!
Ma se per farle collaborare era servita nientemeno che la personificazione dell’ira e della violenza! Ma se lei e a rossa non si potevano vedere!
Ma se Rin, Melania e Caroline non sapevano combattere!
Ma se Kelly era una bomba ad orologeria e Mari una futura serial killer!
Lei avrebbe partecipato a quella missione assurda, poco ma sicuro.
Nessuno, poi, si sarebbe permesso di dirle che non aveva fatto abbastanza, che si era arresa, che aveva rinunciato, che aveva portato sfortuna con i suoi discorsi.
Non era un uccello del malaugurio, lei era solo realista. E un po’ cinica.
E un pochino attaccabrighe, d’ accordo.
Ma non era una codarda.
E non avrebbe certo lasciato che quelle quattro – sei, ad essere precisi – matte andassero a farsi uccidere, o a prendersi il merito, da sole.
Che poi, cos’avrebbero fatto senza di lei? Lei era il pilastro del gruppo, la leader (quasi) indiscussa, la più forte, la migliore.
E se avessero avuto una speranza, una sola…?
Diede le ultime rifiniture allo schizzo a carboncino, aggiungendo un paio di ragnatele sull’angolo destro e  ripassando il contorno del bocciolo di rosa che puntava tra le lettere della scritta.
Sistemò per bene il blocco sul tavolo e ci appoggiò sopra il presunto portacipria, ora chiuso e spento.
Ruotò i tacchi e  si diresse a grandi falcate verso la porta senza guardarsi indietro.
“Ritornerò.”


“Chiediamo vite innocenti una volta di più. Voi siete le Chiavi; solo voi, carne e potere, pietre  e anima, adolescenti e Star Seed. Siete ciò  perché la vostra compatibilità con i Semi di Stella è unica, perché siete uniche voi stesse.”

Recitare era la cosa che le veniva meglio, che le era spontanea quando aveva paura, era indecisa o si sentiva sola. Allora  Mariko, Natsumi, Giulietta prendevano il posto della Rin troppo curiosa e troppo timida, troppo scialba e troppo strana, troppo ricca e troppo sensibile.
Loro erano perfettamente a loro agio. Ridevano, rispondevano con grazia, sorridevano ai complimenti e sapevano sempre cosa dire, perché le loro battute erano ben scritte nei copioni e nella sua memoria. Ma lei?
Non c’erano sempre stati fascicoli da leggere, scandire, ripetere, recitare.
E allora era stata lei a scriverli, quei copioni, con la sua grafia minuta e disordinata, un po’ fuori luogo per una ragazzina di così buona famiglia ma che forse si adattavano ad un animo artistico come il suo. Però a volte c’erano stati degli sbagli, delle parole che avrebbe dovuto aggiungere, dei secchi no da urlare  e delle opinioni da portare a galla.
Forse, lei non voleva  più recitare la parte della timida e servizievole figlia del padrone.
Il teatro era la sua vita, la sua linfa, non avrebbe mai potuto abbandonarlo perché lei era cresciuta con esso, fisicamente e spiritualmente.
Ma.
 Ma lei, Rin, voleva anche viaggiare, assaporare una vita diversa, fuori da Crystal Tokio e forse anche più in là, in Europa o in Autralia. Conoscere. Leggere. Visitare i più grandi musei, magari assieme a Melania, dato che avevano gusti simili.
Informarsi, sì, ma anche vivere in prima persona le esperienze che il destino le avrebbe assegnato.
Essere Rin Shirogane.
Rin…che personaggio sarebbe stato in quella buffa commedia, che forse aveva il sapore del dramma o forse della leggenda?
Non lo so. E ho paura di scoprirlo, ammise a sè stessa in un sospiro.
Paura di non recitare, per una volta. Di sputare insulti e urla di dolore solo suoi, di morire davvero e non su un palco, con la sicurezza di poter ritornare indietro e ricominciare daccapo.
Ma anche i migliori attori a volte improvvisano, pensò, sentendosi più forte e più vera.
Ed è venuto il momento di improvvisare, anche se il regista tenta di fermarti, anche se i tuoi genitori ti proibiscono di partire per quell’assurda missione, anche se chiudono a chiave la porta della tua camera, anche se per tutta la vita hai sempre ubbidito loro perché è così che fanno le fanciulle di buona famiglia.
Quando si richiuse la finestra alle spalle il più silenziosamente possibile e scivolò giù in strada (Miru-chan non era l’unica a sapersi arrampicare sui tetti!) seppe di aver  fatto la cosa giusta. E mentre si avviava sotto il sole morente, inaspettatamente le venne voglia di cantare sottovoce.
Let. It. Go.

“Non potete rifiutare, è già stato deciso per voi prima che tutto ciò accadesse. Dovete far schiudere la Rosa dell’ Infinito con le vostre sole forze, e per far ciò vi potrebbe venir chiesta in cambio qualsiasi cosa.”

-Non è come un incontro di wrestling, Kelly. Non puoi essere sicura di uscirne viva…e lo sai che  se ti dovesse capitare qualcosa io non me lo perdonerei mai.-
La ragazza ascoltava attentamente, continuando ad accarezzare i cagnolini che aveva in grembo, quasi per rassicurare loro oltre che il padre.
-Però…io ho fiducia in te, tesoro. So che sei forte,  intelligente e coraggiosa, e che hai delle amiche che ti vogliono bene e che sono pronte ad aiutarti. Se tu vuoi partecipare, io non ti fermerò. E’ una tua scelta, e mi hai dimostrato di essere  abbastanza matura da decidere autonomamente.- Bruce Neidhart  tacque, osservando la figlia da dietro gli occhiali spessi e specchiandosi nei suoi occhi bicromatici.
L’ iride color ghiaccio era della stessa tonalità dei suoi occhi, ma quello castano era quello di sua madre, una madre a cui assomigliava ma che  aveva odiato e rifiutato fino ad arrivare a disconoscerla.
Kelly si alzò in piedi, avendo cura di rimettere a terra  Sirio, un delizioso meticcio a macchie bianche e marrone, e Daisy, la graziosa volpina beige a pelo lungo.
Fece un respiro profondo,  poi si decise a parlare, con voce chiara e decisa :-Papà, lo sai che non mi tiro mai indietro e che non mi piacciono i prepotenti. Mi hanno scelta  per difendere la Terra, e io ho tutta l’intenzione di rispondere alla chiamata! Non lascerò che il primo alieno venuto da chissà dove rovini la nostra casa…io sono fatta per lottare, e non mi tirerò indietro!-
L’uomo annuì, gli occhi umidi :-Lo so, Kelly. Ma a volte ti rivedo bambina e ho paura per te. Anche se so cha sei in grado di difenderti perfettamente e che non ti arrendi mai!-
La diciassettenne sorrise, chinandosi per arrivare all’altezza della carrozzina e  abbracciandolo.
-Perché ho avuto un buon maestro e un ottimo padre.-, gli sussurrò all’orecchio per poi lasciarlo, aggiungendo amaramente :-E voglio dimostrarti che, per quanto assomigli a quella donna, io non ti abbandonerò mai e continuerò a darmi da fare per te e per tutti.-
Gli occhi chiari di Bruce si oscurarono nel sentire quelle parole, ma replicò comunque  :-Io sono già orgoglioso di te. Sei una bellissima ragazza, una musicista e una wrestler di talento…sono sicuro che tornerai sana e salva.-
-Certamente! Non posso certo lasciar soli te, Sirietto e Daisy!- sorrise la ragazza, chiandosi per schioccargli un bacio sulla guancia e salutando i cagnolini.
Fatto ciò, afferrò una felpa scura per coprirsi le spalle e uscì, sperando che le parole del genitore fossero veritiere.

“Non voglio mentirvi né spaventarvi, ma nessuno di noi ha idea di cosa dovrete affrontare e devo prepararvi al peggio. Potreste non tornare, non tutte.”

Neo Queen Chibiusa uscì dal cerchio di luce azzurrina che era lo scanner usato per  registrare gli ologrammi, e ritornò ad essere la solita, stanca, spaventata Chibiusa.
-La registrazione è perfetta e tutte e sette le copie sono pronte.- annunciò Athina dopo qualche secondo, spegnendo il macchinario e chiudendo il computer con un gesto secco.
-Bene, inviatele ai destinatari, le buste sono lì.-  rispose stancamente la venticinquenne, avviandosi verso il terrazzo e lasciandola sola.
Poggiò i gomiti sulla fredda ringhiera di cristallo che brillava fiocamente, riflettendo  l’argentea luce lunare,  e osservò il panorama.
Crystal Tokio era una metropoli e una capitale, una delle migliori a livello mondiale.
Sua madre aveva voluto  grandi parchi divertimento  e “polmoni verdi” invidiabili ,  suo padre inaugurato musei e accademie d’altissimo livello.
Avevano fatto l’impossibile per cambiare il futuro di grigiore e noia  di cui lei aveva parlato, e ci erano in parte riusciti.
Ma era comunque una capitale, la capitale del Giappone, Stato che, alla loro morte, era passato in mano sua. E con esso, responsabilità, problemi, decisioni.
Ma davvero  una regina può decidere della vita dei suoi sudditi?
Un paio di braccia forti e calde attorno alla vita la fecero ritornare in sé.
-Prenderai freddo, a startene fuori a quest’ora.- la sgridò dolcemente  Helios, posandole un bacio su una spalla lasciata scoperta dall’abito in taffetà rosa confetto, stretto da una cintura di perle e diamanti appena sotto il seno.
-Stavo riflettendo.- sussurrò atona la donna, stringendosi nel suo abbraccio affettuoso. Si voltò, incrociando gli occhi dorati dell’uomo che amava, e s’azzardò a chiedere con un filo di voce :-Sono una persona così egoista e fredda?-
-Cos’è successo per farti parlare così?- chiese di rimando Helios, assottigliando lo sguardo e stringendola di più a sé.
   -Ho dovuto chiamare sette ragazze a combattere contro Chaos…hanno dai quindici ai diciassette anni e sono ancora inesperte…avrei voluto dar loro modo di allenarsi e conoscersi meglio. Ma non mi è stato permesso, ho dovuto mandare a tutte loro un messaggio in cui le obbligavo ad accettare una missione suicida. Non abbiamo idea di come fare per aprire quelle dannatissime porte e neanche di come sconfiggere i Vizi Capitali e riportare tutto alla normalità! Le stiamo mandando allo sbaraglio, non hanno nessuna possibilità! E neanche lei non potrà tornare!-
Chibiusa prese fiato, cercando di trattenere le lacrime come aveva fatto fino a quel momento socchiudendo gli occhi color rubino. –E poi…tutto! Sta andando tutto al diavolo! Non ce la faccio, non sono una brava regina, sono solo una bimbetta senza speranze!-
-Non sei stata tu a decidere, Chibi-chan. Se gli Star Seed hanno scelto loro, c’è un motivo. Anche se ora non riusciamo a capire, tutto si risolverà.- rispose l’uomo dai capelli bianco argentei, alzandole il viso con un paio di dita e tranquillizzandola.
-Non sei una regina così terribile, credimi. Sei un po’ pasticciona e pigra ma dolce e disponibile. Preferisci la pace e l’allegria alla guerra e alla noia, ma non è un crimine. Anzi! Perché cerchi di fare in modo che tutti siano felici e possano realizzare i loro sogni.-, concluse, dandole un bacio sulla fronte, proprio dove c’era il simbolo della mezzaluna dorata.
-Davvero?- sospirò la donna rincuorata, sciogliendosi dall’abbraccio e osservandolo piena di aspettativa. –Davvero.- ripetè lui dandole la mano e conducendola all’interno.

“Siate coraggiose, leali e generose e non disperate mai: siete la prima linea, ma non siete sole. Io e Diana vi accompagneremo, le Inner Senshi proteggeranno la Terra, le Outer e gli Shitennoh formeranno una linea difensiva per rallentare Chaos e proteggerci tutti.
Vi  aiuteremo; io per prima farò qualsiasi cosa perché voi riusciate, e noi con voi.”

 


*Mensola dell’ Autrice*

Scusate, scusate, scusate il ritardo! Dovevo aggiornare ancora per i primi di marzo e invece l’ispirazione mi ha mollata a metà!
L’inizio, le parti riguardanti Melania, Raito, Mari e Miruno erano pronte già a Febbraio ma il resto l’ho scritto solo oggi e non ho avuto il tempo materiale di rivedere tutto il capitolo.
Se ci sono errori o incongruenze segnalate, mi raccomando!
L'account HTML o quel che è non mi lascia il corsivo, non so perchè, per cui pazienza. Se non si capisce qualcosa, ditelo pure! Cercherò di rimediare! Allora, due noticine in disordine sparso perché sì.
 Raito, nella scheda Oc, non specificava la passione per il disegno ma la scena mi piaceva troppo per non inserirla…spero piaccia anche a voi!
Carlo, il fratello maggiore di Caroline, oltre ad essere un bravo fratellone premuroso, sa pure cucinare alcune robette sfiziose. Anche lui è un asso del tennis, a pari merito con la sorellina, e tra di loro ci sono 36 mesi (o tre anni che dir si voglia) di differenza.
Per quanto riguarda Rin, invece, il discorso è un po’ più complesso: è un personaggio con delle piccole sfaccettature che non sono sicura di aver interpretato perfettamente.
Purtroppo fino ad ora ha avuto un ruolo un po’ marginale…in pratica, è vincolata alle tradizioni (come la recitazione e la bella calligrafia, che però non ha)  dalla famiglia, che l’ha sempre considerata una ragazzina troppo timida per agire autonomamente…per questa timidezza, appunto, Rin spesso e volentieri recita anche nella realtà. In questo caso però decide di rischiare e di essere sé stessa, anche disubbidendo alla famiglia.
Melania è tentata, per un attimo, di lasciare sole le altre perché ha troppa poca fiducia in sé stessa e nelle sue capacità; ma  allontana subito questo pensiero perché non è nella sua natura abbandonare qualcuno in difficoltà.
Il suo buon cuore e il suo spirito altruistico, uniti all’affetto profondo che prova per la sua famiglia e le sue compagne d’ avventura, la spingono ad accettare comunque.
L’ultima nota è per Kelly, e per gli adorabili Daisy e Sirio <3 <3
Non potevo non inserirli, e così ho dedicato loro uno spazietto nella parte dedicata alla loro padroncina! Ritornando a Kelly; lei  assomiglia molto a sua madre, che però rifiuta con tutta sé stessa in quanto, non appena le cose si sono messe male (l’incidente che ha costretto Bruce in carrozzella) ha chiesto il divorzio ed è scappata.
In pratica, accettando questo incarico, la nostra beneamata wresler vuole rimarcare ancora il fatto che lei e la madre sono assolutamente diverse anche se si somigliano fisicamente. Ah, il nome del padre, Bruce, l'ho scelto come "tributo" a Bruce Banner, lo scenziato che si trasforma in Hulk nei film della Marvel *...Eh?*
Comunque sia, spero di averli approfonditi tutti, i nostri Personaggi… e spero che questa “narrazione spezzata” vi sia piaciuta, anche perché ho faticato non poco a scrivere questo capitolo!
Grazie a tutte le lettrici e i lettori e a tutti quelli che mi seguono!

A proposito degli occhi di Helios = allora, nel manga sono arancio-dorati, nell’anime sono rossi-rosa-arancio-dipende-dalle-inquadrature, per cui io ho scelto il color oro, che preferisco.

Waffle = detto anche  gaufre o wafel, è un dolce a cialda  croccante fuori e morbido internamente, cotto su doppie piastre roventi che gli conferisce l’ aspetto goffrato: cioè con una superficie a grata. Ne esistono diverse ricette e versioni, quelle più famose provengono da Francia, Belgio e Stati Uniti, dove si accompagnano a panna acida e marmellata,  sciroppo d'acero, melassa o cioccolato fuso.

 

! Importante !
Ecco la splendida FanArt di Kelly, un piccolo grande regalo per tutte noi!
http://it.tinypic.com/?ref=6i4ry0 Oppure: http://themagicofmusic.forumcommunity.net/?t=57393560

 

  
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