Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: Chocolat95    24/03/2015    4 recensioni
"Manigoldo non era mai stato un tipo raffinato. Era cresciuto per strada lui, mica nei salotti di buona famiglia. [...] Non gli erano mai interessate le cose belle [...]. Poi aveva incontrato lui [...] che faceva 'bellezza' di secondo nome solo perchè il primo era Albafica."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Manigoldo non era mai stato un tipo raffinato. Era cresciuto per strada lui, mica nei salotti di buona famiglia. Quelli li aveva visti solo da lontano e se ci era andato vicino era perché aveva adocchiato qualcosa da rubare.
Per il resto non gli erano mai interessate le cose belle se non gli portavano un guadagno.
Poi aveva incontrato lui. Lui che faceva ‘bellezza’ di secondo nome solo perché il primo era Albafica. Lui che al loro primo incontro lo aveva fatto rimanere imbambolato, con gli occhi spalancati e una gran desiderio di toccarlo per accertarsi che fosse reale e non un’illusione divina.
Però il Cavaliere dei Pesci, perché tale era Albafica a dispetto del suo bel visino, non si faceva avvicinare da nessuno, tanto meno toccare. Ma Manigoldo aveva deciso: gli erano sempre piaciute le cose difficili da prendere che se belle valevano anche di più perciò, visto che il collega era la sintesi perfetta di questa idea, era diventato il suo nuovo obbiettivo.
Aveva però commesso il grave errore di farsi ammaliare dal suo fascino e, come tutti coloro che ne cadevano vittima, credere che lui fosse come una fanciulla ribelle, solo un po’ difficile da conquistare.
Ma tutti questi dimenticavano di aver a che fare con un Cavaliere e le rose velenose che Manigoldo speso si ritrovava conficcate a pochi centimetri dal corpo, lo fecero presto tornare in quest’ordine di idee.
Era stato presuntuoso, lo riconosceva, ma aveva scoperto di tenere davvero al suo “pesciolino testardo” come si divertiva a chiamarlo, e non per ciò che era fuori, bensì per quello che gli aveva scoperto avere dentro.
Pisces era infatti molto solitario ed introverso e solamente in seguito Manigoldo ne aveva appreso il motivo. Non si trattava solo di una questione caratteriale, un peso ben più grande gravava sull’animo del bel guerriero, dietro il cui sguardo fiero si nascondeva tanta tristezza.
Fu proprio per alleviare questa immensa mestizia che gli leggeva negli occhi che il cavaliere del Cancro aveva cominciato ad assillarlo, come diceva Albafica, ma non si era arreso e, tanto aveva detto, tanto aveva fatto che alla fine quello scudo che sembrava avere sul cuore era caduto. Era riuscito ad aprire una breccia in quel muro invalicabile e una volta oltrepassata la soglia, gli si era aperto un mondo.
Non aveva mai neanche lontanamente immaginato quanti sentimenti albergassero nel cuore del collega. Nessuno si era mai posto la domanda di cosa provasse lui nell’animo mentre lo lodavano per il corpo. Di quanto affetto, quanto amore avrebbe semplicemente voluto dare e ricevere se il suo bell’aspetto e il suo sangue maledetto non lo avessero limitato.
Aveva scoperto il vero oro dei Pesci e il suo splendore lo aveva abbagliato.
E non poteva certo trattarlo come una merce qualunque. Perciò aveva aperto le braccia perché l’altro potesse rifugiarsi lì e non più tra fredde pareti.
Il cuore glielo aveva dato già da tempo e bastò poco perché si donassero anche il resto.
Ora erano lì, distesi nello stesso letto, uno accanto all’altro. Albafica aveva la schiena appoggiata al petto di Manigoldo e teneva gli occhi socchiusi mentre questo gli posava baci delicati sulla guancia, poi sul collo e su una spalla. Con una mano intanto giocherellava con i suoi capelli, arricciandosi le ciocche azzurre attorno alle dita  o semplicemente accarezzando quel mare di seta.
“Ne hai per molto…?” Chiese Pisces cercando di sembrare infastidito da quel contatto.
“Avanti fiorellino, lo so che in realtà ti piace…”
No. Albafica detestava essere toccato e soprattutto che anche solo gli si sfiorassero i capelli. Ma per Manigoldo si sforzava di fare una piccola eccezione. Così sospirò e lo lasciò continuare.
Ovviamente Cancer sapeva della fissa del compagno, ma proprio non sapeva resistere. Se c’era una cosa che contribuiva al fascino di quel ragazzo oltre al suo sguardo da Sfinge, erano i capelli. Quel pezzo di cielo che aveva deciso di posarglisi sulla testa e che scorreva come seta tra le dita.
Immerso nelle sue riflessioni, sentì ad un certo punto il Cavaliere dei Pesci girarsi e interrompere così la sua attività. Si ritrovò puntate nelle sue, due iridi di una bellezza sconvolgente. Ma, dèi dell’Olimpo! Come poteva esistere sulla terra un uomo così?! Che per di più aveva deciso di essere suo…?
Tutti i giorni se lo chiedeva e non trovava mai risposta, così se ne fregava e semplicemente ringraziava Athena.
“Allora hai finito? Lo sai che mi irrita…” Albafica lo ridestò dai suoi pensieri. Aveva un broncio che Manigoldo trovò adorabile. Quando faceva così si sentiva sciogliere perciò lo strinse a sé appoggiando la fronte alla sua e contemplando quella visione celestiale. Poi gli posò un bacio lieve sulle labbra.
“Prima non m’era parso proprio…” sogghignò il Cancro.
“Invece sì! Soprattutto se sei tu a farlo…!” Protestò Pisces cercando di allontanare il viso a quello del compagno.
Che per tutta risposta rise di gusto.
“Come se tu lo permettessi ad altri…!” e con un’agile mossa gli si mise sopra, fissandolo nuovamente negli occhi, a distanza molto ravvicinata.
“E comunque, non si dicono le bugie pesciolino. Sappi che mi sono offeso per cui adesso subirai la giusta punizione”
Al giovane sotto, più della frase in sé, preoccupò il fatto che l’avesse pronunciata con uno di quei suoi ghigni che non promettevano bene.
“Ma cos-“ non fece in tempo a dire nulla che la sua bocca venne catturata da un bacio possessivo da parte dell’amante, il quale, dopo avergli mordicchiato un orecchio, scese a torturagli dolcemente il collo.
Ad Albafica piaceva da morire e Manigoldo lo sapeva.
“Chiedimi scusa” intimò Cancer, cercando di sembrare minaccioso.
“No” rispose Pisces soffocando una risata.
“D’accordo. L’hai voluto tu” concluse allora, riprendendo la sua dolce vendetta, tra baci, sospiri e lenzuola che si aggrovigliavano.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Innanzitutto grazie per essere arrivati fin qui.
Due paroline su questa ff che ha una storia ben particolare ^^ l’idea m’è venuta mentre ero dal dentista, l’ho scritta in treno andando all’uni e siccome ero molto ispirata, il tempo di arrivar là – un paio d’ore-  ed era finita… O.O
E poi è dedicata  a Fay_Fay che non frequenta questo fandom ma quando l’ha letta le è piaciuta subito e ha cominciato a shippare Manigoldo e Albafica anche se non li conosce minimamente…! (Welcome to the Dark side! XD)
 
p.s. è la prima volta che scrivo romanticherie tra persone dello stesso sesso quindi chiedo scusa se non è il massimo… ^^’
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Chocolat95