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Autore: Caramel Macchiato    25/03/2015    1 recensioni
La routine tranquilla e invariata di quattro coinquilini viene d'un tratto squarciata da una bambina, una vecchia asiatica che sembra dotata di poteri paranormali e la vaga e inquietante consapevolezza che la loro vita subirà una svolta drastica...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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All’alba dei miei ventidue anni mi ritrovo a chiedermi se mai prima d’ora aprire la porta di casa mi abbia mai lasciato così confuso. La risposta è sì, ma la confusione di questa volta è piuttosto preoccupante. Sullo zerbino da quattro soldi che un mio inquilino ha comprato, infatti, c’è una bambina che dimostra non più di quattro anni, i capelli lisci e neri acconciati in due codini spettinati, uno zainetto giallo canarino in spalla e due occhioni grigi che mi studiano, facendo da specchio al mio sguardo attonito. Restiamo immobili per un po’, io con ancora la mano sulla maniglia della porta, lei con i braccini vicino al corpo e le mani aggrappate agli spallacci dello zainetto. Il suo visino rotondo si contrasse in una smorfia, precedendo la sua vocina squillante.
- Ma tu non sei il mio papà!-
 
Vivo con i miei tre coinquilini da due anni ormai, studiamo all’università, tranne per Castiel, lui lavora, ma poco importa. Il succo della questione è che in due anni, mai era capitato un imprevisto come questo. Mai.
Dopo i primi attimi fermi dall’esclamazione della piccola, l’ho fatta entrare e sedere su uno dei divanetti antracite del nostro piccolo appartamento. Lysandre è uscito incuriosito dalla sua stanza, rimanendo piuttosto sorpreso dalla piccola ospite. Kentin ha fatto la sua entrata vestito solo di un asciugamano, arrossendo come un peperone notando una presenza del sesso opposto. Quando infine anche Castiel è rientrato, accompagnato da una scia di fumo, la piccola finalmente si è animata.
- Papà!-
L’espressione del cosiddetto “papà” ha mostrato di non sapere nulla al riguardo: la bocca si è appena aperta da un lato, le sopracciglia sono schizzate verso l’alto e gli occhi grigi sempre poco presenti si sono stretti ancora di più.
La piccola, incurante dell’atmosfera pesante, è saltata giù dal divanetto ed è corsa ad abbracciare il bacino del ragazzo.
- Papà, ma tu puzzi!-
Castiel ha seguito ogni sua mossa con occhi increduli. Ora alza lo sguardo feroce su di noi.
- Da dove cazzo salta fuori questa?-
- Castiel! Non parlare così male, i bambini assorbono come spugne!- Si scandalizza Lysandre.
- In verità, saremmo noi a doverti chiedere da dove sbuca. Pare sia tua- Commento io, non riuscendo a trattenere un tono glaciale.
Tra me e Castiel non è mai corso buon sangue, ma ormai siamo adulti e abbiamo messo da parte l’astio reciproco per tentare una convivenza tranquilla. Convivenza che ora si sta incrinando pericolosamente.
- Vorrai scherzare, io non ne so un c… Emerito piffero!-
Castiel sembra sul punto di perdere le staffe, gli occhi fuori dalle orbite e una mano già in tasca a cercare le sigarette. Lysandre s’avvicina e s’inginocchia davanti alla bimba, ancora avvinghiata al ragazzo.
- Senti piccola, chi è la tua mamma?-
Lei resta subito colpita dal fascino vittoriano del ragazzo.
- La mia mamma si chiama Li-
- Li? Li? L’amica di mia sorella?- Salto su io incredulo.
- Siamo stati assieme per due anni, professorino-. Sbotta Castiel sulla difensiva.
- Ciò non toglie che l’hai messa incinta! Come hai fatto a non accorgertene?-
Kentin si frappone tra noi, evitando una rissa d’appartamento che sarebbe finita male.
- Non ora gente, prima bisogna fare chiarezza. Ehi piccolina, la mamma non ti ha detto niente?-.
La bimba tira su col naso.
- La mamma è in giro per lavoro. Ero dalla nonna finora. È stata lei a portarmi qua-
Con tempismo inquietante, una vecchina asiatica entra in casa in quel momento e storce il naso disgustata dalla scia di Castiel. Non ha suonato, né bussato, e non l’abbiamo nemmeno sentita arrivare.
- Buongiorno- Gracchia inchinandosi appena.
- Uhm, salve- Rispondiamo io, Lysandre e Kentin in coro.
Lei scruta accigliata la nipotina avvinghiata a Castiel, poi rivolge un’occhiata arcigna al ragazzo.
- Beh, Li è sempre stata tempestiva nelle sue scelte… Ti affido la piccola Allegra allora-.
Dà un bacio in testa alla piccolina e se ne va sulle sue ciabattine di legno, con lo stesso mistero con cui è entrata in casa.
Solo quando si richiude la porta alle spalle, finalmente Castiel si riprende dal suo stato di shock.
- Me l’affida? Ma stiamo scherzando? Ma da dove è saltata fuori poi?-
Tira fuori il cellulare di tasca, si scrolla la bambina di dosso ed esce, sbattendosi la porta alle spalle.
Allegra sembra sinceramente ferita dai modi bruschi del padre.
- Che ne dite di un tè?- Salta su allegramente Lysandre.
- Sì! Dovremmo avere in giro dei biscotti!- Aggiungo io, sentendomi improvvisamente colpevole, non so per quale ragione.
- Io andrò a vestirmi!- Annuncia allegramente Kentin, sgattaiolando via a paso di danza.
Il tè sembra proprio il rimedio giusto: un bel tazzone fumante sembra l’unica cosa in grado di fermare il moccolone che sta scendendo dal naso della bimba. Beve una sorsata e allontana bruscamente la tazza dalla bocca, la lingua a penzoloni rossa.
- Ti sei scottata?- Le chiede dolcemente Lysandre.
Lei annuisce, la lingua sempre a penzoloni. I suoi occhioni grigi vengono assorbiti da quel ragazzo strano.
- Come ti chiami?-
- Lysandre, cara-
- Lysandre. Io sono Allegra!-
- Sì, lo sei davvero- Ridacchia lui.
- Lysandre, tu sei un principe?-
- No, non mi risulta di essere un principe. Però magari ho del sangue blu nelle vene…-
- Sangue blu?! Come fa il sangue ad essere blu? Lo si pittura?-
- No, niente del genere. Si dice che re, regine, principi e principesse nascono col sangue blu-
La piccola fa una faccia sorpresa piuttosto comica, e prende a cercare le sue vene su un braccio.
A distoglierla da quel nuovo passatempo ci pensa Kentin, entrando vestito finalmente e sedendosi al suo posto.
- E tu come ti chiami?-
- Kentin- Risponde lui, ripiombando nel disagio del non sapere come comportarsi con i bambini.
- Io Allegra. Ho quattro anni e due mesi!-
- Caspita, sei grande allora!-
- E tu quanti anni hai?-
- Io ne ho ventidue-
- Come la mia mamma!-
Kentin annuisce con un sorriso di circostanza. La bimba si ricorda solo allora di me e mi rivolge uno sguardo penetrante, maledettamente simile a quello di Castiel.
- E tu come ti chiami?-
- Sono Nathaniel-
- Perché sei arrabbiato, Nathaniel?-
- Non sono arrabbiato-
- Infatti, quella è la sua faccia normale!- Conferma Kentin ridendo, il suo disagio che va sciogliendosi.
Allegra, dopo quell’affermazione, perde subito interesse verso di me, ma non m’importa.
Li ha ventidue-ventitre anni come noi. Allegra ne ha quattro. Vuol dire che Li è rimasta incinta tra i diciotto e i diciannove anni. Come abbiamo fatto a non accorgercene a scuola?
Faccio lavorare le meningi in cerca di una spiegazione.
Castiel e Li si sono lasciati quell’anno, è probabile che sia stato per questo? No, Castiel è caduto dal mirtillo quando l’ha saputo poco fa. Allora perché?
La bambina fa cadere sonoramente la testa sul tavolo e mi fa sobbalzare.
- Si è addormentata- Bisbiglia sbalordito Lysandre.
- Mettiamola sul divano- Propone Kentin, incaricandosi di prendere cautamente il corpicino della piccola e di trasportarlo fino al divano.
Non appena Lysandre la copre con la sua giacca e i due fanno ritorno al tavolo con aria soddisfatta, mi preparo al mio interrogatorio.
- Ricordate perché Castiel e Li si sono lasciati?-
Kentin si gratta il mento pensieroso, ma è Lysandre a rispondere.
- Li ha sempre voluto far la modella. Ricordo che si sono lasciati perché lei era riuscita ad ottenere un contratto e doveva partire. Non ha mai finito il liceo, penso-
- È vero, in effetti non me la ricordo alla consegna del diploma- Salta su Kentin, sollevato di non dover ravanare nei suoi ricordi.
- Ora ricordo. Mia sorella le telefonava quasi ogni sera per sapere come stava andando. Ora però mi viene il dubbio che le telefonasse per il bambino, non per il lavoro-. Ricordo in quel momento.
- Però come ha fatto a lavorare come modella se le stava venendo il pancione?- Si chiede Kentin.
- E perché… Insomma, perché l’ha tenuto? Era appena una ragazza!-
Sbotto, decidendo di correre il rischio di sembrare menefreghista.
- Magari se n’è accorta quando ormai era evidente. Oppure, semplicemente, non s’è l’è sentita di stroncare una vita sul nascere-. Riflette Lysandre, senza far trasparire una piccola nota d’accusa nei miei confronti.
- Certo, è difficile immaginare Li così sentimentale… È sempre stata fredda e menefreghista. Però chi lo sa?-
Torniamo in silenzio, ognuno immerso nei suoi ragionamenti.
 - C’è così tanto che non capisco, e così tanto che mi sembra surreale-. Sussurra Lysandre dopo un attimo.
- Sì, sembra molto una si quelle soap opere che le ragazze ci facevano vedere al liceo- Borbotta Kentin, passandosi una mano tra i capelli color nocciola.
Io mi limito a stringermi la radice del naso con due dita, chiudendo gli occhi e imponendomi la calma.
- Quindi, se ho capito bene, Li e quella vecchietta ci hanno sbolognato questa bambina?-.
- Non so, non ho capito molto bene- Risponde Lysandre.
- Piuttosto: Castiel dov’è? È lui il diretto interessato della faccenda!- Borbotta Kentin.
Stringo con forza la radice del naso tra due dita, imponendomi la calma prima di partire in quarta per una qualche sfuriata insensata.
Non faccio in tempo ad aprire la bocca che la porta d’entrata si apre e si richiude pesantemente, mentre un Castiel che ansima come un bue, con i capelli scarmigliati e un’espressione assassina fa la sua entrata e si siede con mala grazia al tavolo, buttando il telefono davanti a sé e prendendosi la testa tra le mani.
- Ho chiamato Li- Borbotta quando finalmente ha ripreso fiato.
- Eh?- Si arrischia ad incitarlo Lysandre.
- Quella stronza mi ha detto che è in tour per la settimana della moda, che ha lasciato la marmocchia da sua madre e che era da un pezzo che ‘sta qua diceva di volermi conoscere! Ma quando le ho rinfacciato che non mi ha mai parlato di una bambina, che ero sconvolto e che non volevo occuparmene così di punto in bianco, ha cominciato a darmi del cattivo e dell’insensibile, accusandomi del fatto che un bambino si fa in due e altre stronzate del genere. Insomma, sono andato in bestia e ho preso ad insultarla e mi son dimenticato di chiederle dove sta sua madre, così gliela riportavamo. Tra l’altro quella vecchia è tipo scomparsa! La stavo seguendo giù dalle scale e pensavo di raggiungerla, e invece nulla…’Sti asiatici sono inquietanti a volte…-
Butta fuori tutto d’un fiato, facendo il verso alla vocetta di Li.
- Senti un po’ Castiel: noi non abbiamo tempo per star dietro anche a una bambina di quattro anni, quindi ora riprendi il telefono e la richiami- Sbotto, vedendo la mia pazienza incrinarsi pericolosamente.
- Col cazzo! Non la chiamo più quella!- Mi ringhia contro.
- Forse non hai capito, ma questo è un tuo problema, è tua figlia, quindi non metterci in mezzo!-
- Aspetta Nathaniel, capisco le tue motivazioni, ma è pur sempre un essere umano! Non possiamo abbandonarla sul marciapiede in un scatola con scritto “adottami”-
S’intromette Kentin.
- Non sto dicendo questo, sto solo dicendo di prendere quel dannato telefono e di richiamare quella dannata donna!-.
Sono alterato, mi sono perfino alzato in piedi poggiando pesantemente le mani sul tavolo. In quell’attimo di pausa, rotto solo dai nostri respiri ansanti di rabbia, ci rendiamo conto che Allegra non sta più sonnecchiando e che sta in piedi davanti al tavolo, a guardarci incuriosita, probabilmente chiedendosi il significato di parole come “stronza” e “cazzo”.
- Oh Allegra, ti abbiamo svegliata?- Chiede Lysandre, la voce che tradisce la sua preoccupazione per il mio stesso pensiero.
- Sì, ma non fa niente visto che il papà è tornato-
Castiel s’irrigidisce vistosamente.
- Dimmi marmocchietta, perché hai deciso di conoscermi ora?- Le chiede Castiel, non riuscendo a mascherare una nota aggressiva.
Lei scrolla le spalle, come a scrollare via quell’umore del padre, e allunga le braccia verso Lysandre, chiedendogli di prenderla in braccio.
- La mamma è sempre in giro per lavoro, e io sto sempre dai nonni. Però all’asilo vedo sempre gli altri bambini arrivare con i loro papà, allora ho chiesto alla mamma dov’era il mio papà. Ed eccomi qua-
Avevo l’impressione che ci fosse qualcosa di più di un “eccomi qua”, ma non osai contraddire quella piccola tempestosa.
- E non vuoi tornare dai nonni?- Le chiede con voce persuasiva.
- I nonni li conosco da sempre. Ora voglio conoscere te!-
Allegra sorride con innocenza al ragazzo, in un probabile inizio di crisi esistenziale.

ANGOLINO CARAM. MACCH.
Sono tornata muahhahaha! Eccomi qua con una storia un po' strampalata che mi è venuta in mente di botto sull'autobus. Non penso che sarò disciplinata come per le altre storie, ciò vuol dire che non so bene quando pubblicherò altri capitoli(so che lo farò, ma sto ancora accetando l'idea di aver scritto questa storia :,D)... Mmm beh, al solito! Commentate bene o commentate male, basta che commentate! Insultatemi, ripudiatemi, fatemi pat-pat sulla testa... Tutto ciò che volete!
Adioooos P.S per ora resterà incompleta, magari in futuro la continuerò
   
 
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