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Autore: Rota    25/03/2015    3 recensioni
Il tempo dei lupi non si è ancora estinto. Il tempo dei canti al cielo e delle veglie notturne, occhi di fuoco nella notte e nel giorno, non è ancora deceduto.
Come il lupo solitario, lontano da ogni possibile branco – pelo rossiccio talmente scuro da ricordare il porpora, o il sangue profondo proveniente direttamente dalle viscere. Lupo sperso, nel bosco fitto di una terra che concede persino allo smarrimento una via di redenzione, nascosto tra rocce dure e spigolose senza anima e senza spirito fisico. Lupo sempre, grande quanto può essere un orso e dotato della stessa famelica voglia di ogni cosa tranne che di sé medesimo. Lupo chiamato, dai pochi esseri umani che osano vivendo in quella zona mescolare il proprio destino a quello della totalità del tutto, “Gerbera della neve” o “Murasakibara”.

[MuraMuro WereWolf/AOB!Verse]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Taiga Kagami, Tatsuya Himuro, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*11*

I want to hide you inside my embrace (I’m so serious)


 


 


 

Tatsuya sa quanto sia difficile per Atsushi essere non fisicamente vicino a lui e non poterlo vedere con i propri occhi in ogni istante e in ogni respiro: percepisce distintamente il suo dolore, nell'intimo del petto, e il bisogno e la necessità di annullare il tempo e lo spazio per stargli vicino.
Atsushi, d'altra parte, sente i sentimenti della sua controparte in una rassicurante presenza di calore che scorre lungo tutto il tempo quando, anche da lontano e anche in mezzo alle altre persone, pensa a lui – ed è quasi sempre, a dire il vero.
Non hanno potuto rinunciare alle proprie vite né sacrificarsi l'uno per l'altro o viceversa, perché una simile forzatura non solo sarebbe stata dolorosa ma anche artificiale e avrebbe contaminato di rabbia e insoddisfazione il loro rapporto. Murasakibara ha imparato a capirlo e a rispettarlo, mentre il più grande degli Himuro non ha più preteso quella totale indipendenza da lui che è fin troppo simile alla distanza.
Tutte le volte che possono, si incontrano. Si scordano le differenze che distinguono il mondo dei Lupi e il mondo degli uomini, rimangono solo due esseri Legati e basta. Questo ha permesso alla tenerezza di addolcire ogni loro gesto, e non solo all'esigenza di prendere il controllo di ogni bacio ma anche alla gentilezza, al calore, al desiderio vero. Sono entrambi guida l'uno per l'altro, entrambi passione, entrambi amore.
Tatsuya non è riuscito a dirlo ad Alex. Nella propria avventura, ha trovato il vero significato e la vera profondità del sentimento che lo lega alla madre, così come ha trovato il vero senso del Legame che lo connette al suo Lupo – i due rapporti non sono paragonabili tra di loro, ma capirne la differenza lo ha arricchito di una nuova verità e lo ha condotto a nuove conclusioni. È orgoglioso della propria umanità, eppure rimane affascinato e profondamente toccato dallo spirito animale e infinitamente meravigliato. Sospetta che la donna abbia intuito qualcosa, per quanto non si sia arrischiata mai di fare domande: il ragazzo crede che intuire senza indiscrezione sia, d'altronde, il vero compito di ogni genitore. Quando sarà il momento, se mai questo verrà e sarà assolutamente necessario, le spiegherà il vero significato della cicatrice che ha sulla spalla.
Per ora, tutto va bene così.

 

***

 

Un vecchio guardiacaccia ormai non più in vita ha lasciato, verso i confini del bosco, un capanno dei propri attrezzi. È stato molto utile ai loro incontri, specialmente quando Tatsuya si è reso conto quanto scomodo sia poggiare, in certi contesti, la schiena contro la dura e nuda roccia, o anche solo le ginocchia e le mani.
Raggiungerlo è facile, da casa Himuro: una passeggiata di venti minuti circa verso nord-ovest, al di là di una piccola collina di massi dalla forma stranamente ad arco. La piccola struttura è grande abbastanza da far distendere Atsushi per lungo, ma non grande così tanto da farlo muovere troppo. E per quanto il Lupo possa lamentarsi a riguardo, per il momento è l'unica soluzione possibile e accettabile per entrambi loro.

 

Tatsuya si scrolla di dosso il freddo dell'inverno muovendo le spalle veloce, e con il viso ancora nascosto sotto due strati di sciarpa prende la maniglia gelida tra le dita – l'anta dell'ingresso è già socchiusa, e questo gli suggerisce la presenza fisica e concreta del proprio amante nel piccolo abitacolo.
Quando apre, in effetti, lo vede avvolto da una delle tante coperte che si è premunito di portare anzitempo, con le gambe pelose tutte fuori e le dita dei piedi che si muovono nell'aria fredda. Il ragazzo sorride ed entra, mentre Atsushi scodinzola sotto i suoi occhi.
L'avvicinarsi del plenilunio lo rende ancora più sensibile e ansioso: non gli lascia neppure il tempo di accendere la lampada sopra le loro teste che lo abbraccia, subito, e schiacciandolo contro il proprio petto cerca la sua bocca con le labbra. L'odore che ha addosso è quello di sempre, pungente e profondo, che gli arriva direttamente al cervello e lo rende instabile nelle proprie convinzioni e nei propri stessi pensieri.
Tatsuya tenta di replicare qualcosa, scappando alla sua lingua umida un paio di volte, ma si scioglie come neve al sole quando il Lupo riesce alla fine a baciarlo, tra mugugni soddisfatti e respiri più profondi; muove le labbra contro le sue, schiacciandosi per quanto può e arrivando in fondo alla sua bocca fin dove arrivo. Sente, persino al di sotto dei vestiti spessi, le sue dita cercarlo e stringerlo, polpastrelli o unghie acuminate. Per Atsushi lui è morbido e tenero, glielo ha detto una delle prime volte, e gli da sempre una sensazione molto piacevole al tatto e allo spirito tutto.
Il ragazzo si toglie di scatto i guanti scuri dalle dita per affondare quelle tra i suoi capelli morbidi, coinvolto da un'esigenza dello stesso tipo; Atsushi apprezza particolarmente: inizia a succhiargli la lingua, senza troppa forza. Una volta gli ha detto che gli piace persino il sapore della sua saliva, e per quanto strano sia il solo pensiero è in quei momenti che il ragazzo si sente totalmente attratto dall'altro e ogni cosa gradita diventa fonte di imbarazzo ed eccitazione assieme, motivo di interesse reciproco.
Riesce a separarsi dalla sua bocca per prendere un respiro più profondo, con il viso già rosso per la mancanza concreta di ossigeno e molto altro ancora. Il naso di lui si intrufola sotto la sua sciarpa mentre le dita lunghe gliela sfilano, senza troppa grazia, in modo tale che le labbra e i denti possano giocare con la pelle del collo: Atsushi ha capito che il suo ragazzo lo gradisce molto, quindi non perde occasione di farlo tremare contro di sé.
Le mani di Tatsuya, invece, vanno alle spalle del Lupo, prodigano carezze sui muscoli delle sue braccia e della sua schiena, lo graffiano quando si spinge un po' troppo oltre per colpa della foga e gli fa male, senza volerlo. Ancora di più lo fa quando Atsushi lo lecca e gli mordicchia l'orecchio, facendogli solletico.
Tatsuya si spoglia da solo, pezzo dopo pezzo. Il Lupo non riesce davvero a calibrare la propria forza e lasciargli quantomeno integri i vestiti che ha addosso, più occupato a riempirsi il naso del suo odore e la bocca del suo sapore. Ogni pezzo di pelle che il ragazzo si denuda, viene leccato e toccato dall'altro per tanti, tanti minuti – fino a che Tatsuya non è rosso e tremante in ogni angolo della sua persona, molle con ogni nervo, che mugugna parole senza senso e senza precisa conformazione.
Le spalle e le braccia, per prime. Atsushi ama ripercorre con la lingua i contorni della cicatrice del morso che li Lega, più volte, e lasciarsi diversi succhiotti tutti attorno: è convinto che in quel preciso pezzo Tatsuya sia più sensibile che in altre parti, e quindi insiste per quanto può. Tatsuya gli bacia il profilo del viso, accompagnando in quel modo i suoi movimenti.
In secondo luogo, appena riesce a liberarsi dalla sua presa quel poco che basta, Tatsuya si priva dei vari strati di maglia, così da arrivare a petto nudo. Di solito, la cosa è molto lenta e quindi anche lunga, perché ad Atsushi non piace separarsi troppo da lui, quindi gli prende il viso e lo morde sulle labbra, baciandolo come può. Non gli piace neanche che l'altro scappi o faccia finta di farlo, mentre lo bacia, e si corruccia all'espressione divertita del ragazzo, che gioca quasi con lui: lo riprende tra le proprie grandi mani e, tenendolo fermo, lo lecca su tutto il viso e su tutto il collo. Il respiro di lui accelera di molto, divenendo a tratti irregolare.
Quando poi la bocca del Lupo scende al petto nudo, trova molta più pelle su cui lavorare. Quindi morde e lecca con maggior impeto, si ferma sulle scapole appena sporgenti e sulla pancia piatta, morbida, lasciando impronte del proprio desiderio – mai sangue profondo e mai cicatrici non necessarie, su quel corpo morbido. Lecca anche i capezzoli, non di rado, perché quando lo fa Tatsuya gli stringe le spalle e si colora di rosso sul viso, imbarazzato e sensibile; questo piace molto al Lupo. Succhia anche, quando non ha molta fretta, e si prodiga di fare più rumore possibile. Tatsuya dopo un po' comincia a dirgli di smetterla, che non è necessario tutto quello, e lui, se non avesse la bocca piena, gli risponderebbe che sì invece, è davvero necessario, è necessario a lui sentirlo così caldo e tremante, è necessario che lui abbandoni ogni espressione artificiale per sentire solo il piacere che gli da, è necessario che perda il controllo delle mani e non sappia neppure se lo sta accarezzando o graffiando o entrambe le cose assieme.
Come in quel momento.
Il ragazzo mormora piano, mangiando i proprio stessi capelli scuri. Atsushi chiude le gambe sotto di lui, incrociandole e facendolo sedere sopra le proprie cosce; lo lascia andare, e torna a baciargli la bocca, sempre vorace – l'altro risponde con nuova energia alla sua fame, e lo stringe stretto stretto. Mugugna e geme, e questo lo eccita da morire.
Per Tatsuya non è molto difficile sentire, in particolar modo a livello fisico, l'eccitazione del Lupo. Atsushi non è discreto, in nessuna delle cose che fa, men che mai nell'esprimere determinate cose – il suo fisico, d'altra parte, neppure, e le dimensioni di certo aiutano, così come la nudità in cui sempre versa. Ora che il ragazzo sa come trarne piacere per sé e per l'amante, non gli fa più paura, tutt'altro: trattiene il fiato, contro di lui, e freme di aspettativa.
Le mani di Atsushi scendono lungo la sua schiena e lo marchiano sulla pelle bianchissima, arrivando poi a toccargli i glutei da sopra i pantaloni. Il Lupo ringhia basso mentre lo tocca, palesando la propria insoddisfazione. Anche Tatsuya lo tocca, all'altezza dell'inguine e anche più in basso, con dita non proprio salde; questo rallenta l'altro, ma rende anche il suo respiro pesante.
Come sempre, togliere i pantaloni è particolarmente difficile. Sia per Atsushi, che lo trattiene in possibile modo e non lo lascia andare, sia per l'esiguo effettivo spazio tra di loro e attorno – al buio, poi, dove non si sa se un braccio sporto andrà a cozzare contro una falce arrugginita oppure una pala di metallo è ancora peggio.
Quando il Lupo sente il suo bacino nudo, lo stringe quasi di più. Inizia a toccarlo sulle gambe e a premergli addosso, confusamente. Tatsuya allora prende una delle sue mani e la alza al viso, portandosi quindi due dita alla bocca e facendole entrare oltre le labbra; quando sono abbastanza bagnate di saliva, o quando Atsushi non è più capace di portare pazienza, la mano scende di nuovo al suo sedere e lo penetra di colpo, facendolo sobbalzare.
Le prime volte è stato molto doloroso e molto faticoso, per entrambi. Le dimensioni del Lupo hanno fatto più paura che altro, specialmente perché la sua inesperienza le ha rese più pericolose di quanto già non fossero di loro. Ma ora sanno come goderne, in ogni possibile senso.
Atsushi usa le due dita per allargarlo, oltre che per penetrarlo più profondamente possibile. Sembra quasi stia scavando nel suo corpo caldo, e questa sua insistenza genera una serie di gemiti più acuti di prima: Tatsuya si regge a malapena sulle ginocchia e deve appoggiarsi a suo petto per non cadere in qualche modo. Il ragazzo lo bacia il mento, gioca con i ciuffi chiari dei suoi capelli e lo graffia, con il sedere che si sporge istintivamente all'indietro. Quando è abbastanza pronto, si allunga nel buio oltre il corpo del Lupo, ricordando un improbabile luogo che ora non riesce a vedere; cerca una forma precisa, con le mani e le dita che fremono, e dopo aver trovato un martello e una scatola di chiodi vecchi almeno di tre anni trova quello che sta cercando e lo prende, con notevole fretta.
Per quanto riesce a guardare, nota che il lubrificante è a malapena sufficiente per quello che deve fare. L'idea di una maggiore frizione in quella circostanza non lo spaventa più di molto, ma sa anche quanto in più dovrà faticare per non provare dolore. Atsushi inserisce un altro dito, a tradimento, e lui strilla e lo picchia, pieno di imbarazzo; il Lupo si fa perdonare con un bacio profondo, che gli ruba il respiro per diversi secondi.
Gli prende con la mano libera il sesso, per quanto gli riesce. Atsushi gradisce molto la sua mano calda, liscia, su ogni parte del corpo – e anche quella volta interrompe il loro bacio solo per dirgli quanto gli piace che lo tocchi a quel modo e quanto lo faccia eccitare. Non ha vergogna alcuna, nel palesare il suo desiderio nei suoi confronti, e Tatsuya non sa se è per stupidità o serietà o ancora qualcosa di diverso. Sa solo che con una mano è difficile fare qualcosa di davvero efficacie, poiché le dimensioni del Lupo sono tali da rendere appena complesse certe pratiche amatorie.
Lo sente tremare, però, quando gli versa il liquido freddo sopra il sesso mentre ancora continua a muovere la mano. Lo sparge quanto meglio può con le dita, specialmente sul glande e attorno a quello, scendendo per quanto necessario e per quanto gli è permesso. Anche il Lupo si rende conto della minore quantità di lubrificante, e mentre guarda in basso gli chiede se vada bene così o se vuole fare qualcosa di diverso, per quella volta.
È per motivi come quelli che Tatsuya sente di amarlo davvero, senza sentimenti artificiali legati a mere questione di ormoni. La prima volta è stata un errore di entrambi, e Atsushi non è scappato a questa responsabilità: la cura con cui lo prepara è uno dei tanti segni di questo.
Scuote la testa, allora, e gli allontana la mano dal sedere. Gli spinge le spalle indietro, perché inclini il petto ed esponga il bacino. Quando lo guarda, così eretto, gli sale un brivido lungo la schiena; si alza sulle ginocchia e piega il bacino, mentre conduce con le dita il glande di lui alla propria apertura.
Atsushi lascia che si muova da solo, dapprima, in modo che il suo sesso gli entri dentro secondo i suoi ritmi e senza fargli alcun male. Rimanere fermo in quelle condizioni è sì difficile, ma anche necessario: tutto il piacere che se ne ricava, poi, è mille volte superiore, e quindi mille volte gratificante e soddisfacente. Tatsuya non scappa da lui, mai realmente lo ha fatto, e sentire in realtà come riesce a vincere la paura di tutto quel dolore per unirsi anche fisicamente a lui è qualcosa che lo riempie di gioia.
Lo accarezza in viso, gentile, mentre lui si gode quei tre secondi di totale pienezza. Rimane immobile a tremare sopra di lui, con il cuore impazzito, così da lasciare al Lupo la possibilità di toccarlo ancora dove più vuole. Quando apre di nuovo gli occhi li ha liquidi e persi, meravigliosi – gli alza la frangia scura, per vederlo meglio, e l'altro non protesta in alcun modo. È tutto rosso, con le labbra gonfie e le guance piene di ansimi.
Si muove lui, prima piano, per riuscire a prendere tutte le misure necessarie. Sente la mancanza del lubrificante necessario, ma pare che non gli creai alcun disagio, anzi. Si abitua abbastanza in fretta e comincia a muoversi con un ritmo preciso, le mani che si appoggiano alle sue spalle.
Atsushi guarda il suo bacino alzarsi e abbassarsi, sempre meno piano. Vede il proprio sesso uscire ed entrare dentro il suo corpo, e la visione accompagna la sensazione di caldo sempre maggiore, che aumenta ancora quando gli prende il sesso mezzo gonfio e lo masturba veloce.
Tatsuya lo chiama, senza regolare né il volume né l'intensità della voce, e il proprio nome sulle sue labbra è quella cosa meravigliosa che è capace di fargli perdere totalmente il controllo. Si alza a sedere e lo abbraccia, stretto, baciandogli tutto ciò che di lui riesce a raggiungere, e una volta riuscito a prendergli la bocca ingoia tutti i suoi gemiti senza lasciarsene scappare neanche uno.
Si muove dentro il suo corpo, con le gambe di lui che gli abbracciano la vita. Lo sente avvampare e cambiare la temperatura, arrivando a essere così caldo che quasi lo fa sciogliere.
È sciolto, dentro, e non ha più forma. È sciolto anche Tatsuya, completamente, e assume la forma dei suoi desideri.
Il Legame è capace di mescolare le loro essenze, facendo di due una sola cosa per qualche attimo perfetto e permettendo loro di condividere la gioia, il piacere e il desiderio – ciò che unisce all'infinito.
La percezione dell'odore e del sapore, del contatto fisico che parte dai polpastrelli sensibili, si mescola a tutto ciò e porta la concretezza sensoriale a qualcosa di puramente spirituale, dandogli una connotazione veritiera e palpabile che la definisce nella propria precisa realtà.
Atsushi lascia la sua bocca per sentirlo urlare di piacere, vicinissimo al suo orecchio. Lo ama e lo adora, tanto.
Raggiungono l'orgasmo così, l'uno guidato dall'altro, ancora stretti e ansimanti.
Perfetti.

 

 

So nobody can look at you (when you smile)
I want to hide you inside my embrace (I’m so serious)
The stares that are after you
Wakes up inside me
There’s a harsh storm

   
 
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