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Autore: liquid_sun    25/03/2015    8 recensioni
- Sto cercando lo stregone Magnus Bane. Mi è stato detto che abita qui. So che avrei dovuto telefonare prima e chiedo scusa per essere venuta senza un appuntamento, ma si tratta di una questione della massima urgenza. Ah, il portone d’ingresso era aperto così sono salita.
Alec la guardò con gli occhi sgranati. Uno degli innumerevoli clienti di Magnus era appena arrivato a reclamarne l’aiuto e Alec si scoprì orrendamente impreparato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Segretario

 

 

 

 

 

Il campanello suonò e Alec per poco non diede una testata alla mensola.

Si stava preparando un caffè ma mollò tutto per andare alla porta. Nel tragitto, si chiese chi mai potesse essere a quell’ora del pomeriggio. Non aspettava nessuno, Magnus non era neppure a casa.

Quando aprì la porta si trovò davanti una donna di media statura, con i capelli neri raccolti in uno chignon e un tailleur nero che le dava un’aria professionale. Una mondana, senza dubbio.

- Buongiorno. - disse la donna, con voce squillante.

- B-buongiorno. - la salutò Alec, garbato ma vagamente perplesso.

- Sto cercando lo stregone Magnus Bane. Mi è stato detto che abita qui. So che avrei dovuto telefonare prima e chiedo scusa per essere venuta senza un appuntamento, ma si tratta di una questione della massima urgenza. Ah, il portone d’ingresso era aperto così sono salita.

Alec la guardò con gli occhi sgranati. Uno degli innumerevoli clienti di Magnus era appena arrivato a reclamarne l’aiuto e Alec si scoprì orrendamente impreparato.

- Ehm... - biascicò.

- Sa dirmi se Magnus Bane è in casa?

- No, mi dispiace, non è in casa. - rispose Alec.

La donna lo scrutò e per un attimo Alec temette che la sua maglia nera e i suoi jeans sformati non fossero il giusto abbigliamento per ricevere persone. Il suo timore era tuttavia infondato: era abitudine di Magnus ricevere i suoi clienti in pigiama quindi non c’era niente che non andasse nei suoi vestiti.

- Con chi ho il piacere di parlare? - chiese la donna.

- Oh. - fece Alec, allungando una mano e sorridendo. - Io sono Alec.

La donna gli strinse la mano. - Sono l’avvocato Janet Miller, lieta di conoscerla.

Dato che le presentazioni erano state fatte, il passo successivo avrebbe dovuto essere quello di farla accomodare, e fu esattamente ciò che Alec fece. Di certo non sarebbe stato molto cortese chiuderle la porta in faccia. Inoltre, lei aveva detto che si trattava di qualcosa di urgente... E comunque, se se si fosse trattato di un demone travestito da mondana Alec non avrebbe avuto problemi a difendersi.

- Prego. - le disse, indicandole di entrare.

Il loft era stranamente in ordine, con grande sollievo di Alec. Indicò alla donna il divano, lei si accomodò e Alec entrò nel panico.

- Ehm... - fece. - Provo a chiamare Magnus.

- Grazie molte. - disse Janet con un sorriso.

Alec sospirò un’infinità di volte mentre componeva il numero di Magnus e si allontanava dal soggiorno. Poi iniziò a sudare freddo. Magnus non rispondeva. In quel momento si trovava in Accademia alle prese con gli aspiranti Shadowhunters e quindi sommerso di lavoro. Si diede dello stupido: avrebbe potuto benissimo dire alla donna di passare un’altra volta ed evitare di mettersi in quell'imbarazzante situazione.

Scrisse a Magnus un messaggio.

Magnus, c’è una certa Janet Miller che chiede di te. Non so che fare!

Premette invio e i minuti che trascorsero tra l’invio del messaggio e la risposta di Magnus furono i più lunghi della sua vita. E quando finalmente la risposta di Magnus arrivò, Alec ringraziò l'Angelo.

Oh, accidenti... Si è presentata senza appuntamento, avrei dovuto aspettarmelo. Poco male, mi pagherà un sacco di soldi. Intrattienila, tesoro. Sto per arrivare.

Ad Alec gelò il sangue nelle vene. Aveva ringraziato l'Angelo troppo presto.

Intrattenerla? E come?

Si morse il labbro in attesa di ricevere il messaggio di Magnus.

Inventati qualcosa, mio sexy segretario :D

Alec arrossì, era una cosa che non poteva controllare. Decise di non protestare ulteriormente, sarebbe stato inutile, ma giurò di dirgliene quattro non appena fosse arrivato a casa. Magari dopo che la cliente in questione se ne fosse andata.

Sospirò. Di nuovo.

Quando tornò nel soggiorno, trovò Janet esattamente dove l’aveva lasciata.

- Gradisce del caffè? - domandò Alec. Se intrattenerla era il suo compito, tanto valeva partire da una tazza di caffè fumante.

Janet accettò di buon grado e, poco meno di dieci minuti dopo, il caffè era servito.

Per la sua natura riservata, Alec non si trovava molto a suo agio con gli estranei e il fatto di trovarsi seduto nel soggiorno a sorseggiare caffè con una donna che non solo era una mondana ma che era anche cliente di Magnus, lo terrorizzava oltre ogni aspettativa. Sarebbe stato meglio se si fosse trasformata in un demone, decisamente. Alec avrebbe ingaggiato una bella rissa pomeridiana per come si conveniva ad uno Shadowhunter, avrebbe infilzato il demone con una delle sue frecce e fine della storia. Sarebbe stata una giornata normale, insomma.

Per la sua natura appariscente, invece, Magnus non si faceva nessuno scrupolo a parlare con chiunque, davanti a bevande di qualsiasi genere, con indosso un qualunque tipo di abbigliamento – o addirittura con meno abbigliamento rispetto a ciò che il decoro prevedeva. Alec non sapeva fino a che punto c’entrasse il fatto che Magnus avesse secoli di vita alle spalle – magari esistevano stregoni di una timidezza assurda – ma era in momenti come quello che avrebbe voluto avere un po’ della sua sfrontatezza.

Janet bevve un sorso del suo caffè. - Quindi lei deve essere il famoso marito di Magnus Bane.

Alec per poco non si strozzò col suo. - Famoso non direi, signora.

- Beh, girava voce che le nozze del Sommo Stregone di Brooklyn fossero l’evento del secolo.

D’accordo che si fossero sposati mesi prima; d’accordo che Alec dovesse ancora abituarsi all’idea di essere il marito di qualcuno, figurarsi del Sommo Stregone di Brooklyn; d’accordo che Magnus fosse un personaggio di spicco all'interno del Mondo Invisibile... Ma che dei mondani fossero a conoscenza degli importanti accadimenti della sua vita privata, quello Alec non riusciva a spiegarselo.

- E poi ho notato che ci sono due nomi sul citofono. - proseguì Janet.

Alec si chiese se quella donna conoscesse anche gli Shadowhunters e tutto il resto.

I suoi pensieri furono interrotti dal bip del suo cellulare. Un messaggio di Magnus.

Farò più tardi del previsto, scusaaaa T.T

Alec sentì il mondo crollargli addosso. Io ti uccido!, gli rispose.

No, non lo farai ;)

Avrebbe potuto mettersi a urlare, se non avesse avuto una persona davanti.

Ad un tratto, il Presidente Miao, che fino a quel momento aveva occupato il suo tempo bighellonando per casa, balzò sulle gambe di Alec richiedendone l’attenzione.

- Ma che bel gatto! - esclamò Janet.

Alec la guardò. Se non altro, aveva appena trovato un argomento di conversazione.

 

 

§§§

 

 

Magnus chiuse la chiamata e si rimise il cellulare in tasca.

Era stato perfido da parte sua lasciare Alec da solo con uno dei suoi clienti, ma non aveva avuto altra scelta. Per fortuna quello era stato il suo ultimo giorno in Accademia e sperava di non essere più richiamato. Essere il Sommo Stregone di Brooklyn e contemporaneamente il marito di Alec Lightwood era già un lavoro a tempo pieno.

Durante il tragitto verso casa, aveva chiamato Janet Miller per dirle di fissare un appuntamento che le avrebbe permesso di trovarlo a casa.

Janet Miller era un avvocato che difendeva la causa di una cliente, tradita dal marito che aveva avuto una relazione impropria con una pixie e da cui voleva divorziare. Essendo un tradimento non convenzionale tra i mondani, la Miller si era rivolta a Magnus per far sì che la faccenda apparisse il più convenzionale possibile agli occhi del giudice. Ovvero, nessun coinvolgimento di strane creature magiche. Quello che Magnus doveva fare era confondere la mente dei membri dell’intera corte così da far apparire la pixie una semplice ragazza mondana, il tutto ovviamente dietro esorbitante compenso.

Quando rincasò, trovò Alec e il Presidente Miao davanti alla TV. Magnus cercò di ricordare quando mai il suo gatto si fosse messo sul divano con lui a guardare la TV, ma tutto quello che poté constatare fu che in quella casa c’era qualcun altro innamorato di Alec, oltre a lui.

Alec alzò lo sguardo su Magnus quando lo vide entrare. Gli sorrise e la notte parve illuminarsi a giorno.

Lo stregone gli si sedette accanto sul divano. - State guardando Stuart Little? - chiese, accennando allo schermo acceso.

Alec prese ad accarezzare il gatto, acciambellato sulle sue gambe. - Non so se essere arrabbiato con te o lasciar perdere.

- La seconda. - disse Magnus, avvicinando la bocca fino a toccargli il punto sotto l’orecchio.

Il Nephilm si ritrasse all’istante, facendo destare il Presidente Miao che scese dalle sue gambe con profondo disappunto.

- Non attacca. - lo ammonì. - Mi hai lasciato solo con una tua cliente! Ho dovuto inventarmi un argomento di conversazione davvero banale.

- Di che avete parlato? - indagò Magnus. - Non che ci sia bisogno che qualcuno me lo ricordi, ma al telefono non faceva che ripetermi quanto sei delizioso.

Alec arrossì. - Ero presente quando l’hai chiamata. E comunque abbiamo parlato di gatti.

- Di gatti?

- Già.

- Di gatti. - ripeté Magnus.

Alec gli lanciò un’occhiataccia. - Se ti metti a ridere, giuro che mi avvento sopra di te e ti faccio vedere... - si interruppe quando vide le sopracciglia di Magnus schizzare in alto fino all’attaccatura dei capelli, espressione seguita subito dopo da uno sguardo che definirlo malizioso sarebbe stato un eufemismo. - Perché devi sempre trovare qualcosa di pervertito in tutto? - proseguì Alec, esasperato. - Sei peggio di Jace.

Magnus si trattenne dal dire che Jace, a confronto, era un vero e proprio pivello. Si limitò invece a osservare Alec sorridendo appena, con un braccio piegato sopra la spalliera del divano e una mano a sorreggergli la testa.

Alec sembrò agire contro volontà quando si avvicinò a Magnus fino a poggiare la fronte su quella di lui. - Non sono arrabbiato. - disse con un sorriso, mentre le sue mani cercarono, per poi trovare, quelle dello stregone. - Non potrei. Sarebbe accaduto, prima o poi.

Poco dopo, Magnus sentì le labbra morbide e calde di Alec sulle proprie e il suo cuore che perdeva battiti. Mantenendo il contatto, il Nephilim si spinse in avanti facendo in modo che Magnus si stendesse sotto di lui lungo il divano.

- Senti... - sussurrò Magnus, infilando una mano sotto la maglietta di Alec per accarezzargli il fianco. - Questa cosa del sexy segretario mi ispira parecchio...

Alec si chinò e rise contro il collo di Magnus. - Sei impossibile!

- È per questo che mi ami, Alexander. - gli sorrise lo stregone, tornando a baciarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Questa OS era in cantiere da una vita e finalmente ha visto la luce. Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta oppure se farei meglio a scappare in Uganda :D

Vi ringrazio tanto ^^

A presto!

   
 
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