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Autore: Il_Capitano    25/03/2015    1 recensioni
Tutti abbiamo avuto i nostri primi appuntamenti, cosa vi ha colpito della persona? Come mai avete voluto quell'appuntamento? Come è andato?
Questa è la storia, breve, di un primo appuntamento tipico ai nostri giorni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capelli?
Ok!
Camicia?
Apposto!
Scarpe?
Impeccabili!
Forse i miei amici hanno ragione dicendo che sembro una ragazzina quando mi trovo davanti ad uno specchio; però non posso farci nulla, sono indubbiamente vanitoso.
Poi questa è una serata speciale, ho un appuntamento con quella ragazza fantastica conosciuta la scorsa settimana in discoteca, non posso fare brutta figura.
Guardo l’ora, ancora le 18.00 .
Accidenti! Mancano ancora due ore e sono già pronto, non importa, mi cambio e mi do una bella lavata, devo essere perfetto!
Entro nella doccia e apro l’acqua alla temperatura minima, il freddo irrigidirà i muscoli e mi farà sembrare più grosso di quanto non sia in realtà.
Ma che discorsi stò fecendo?!
Fortuna che sono solo in casa, i miei genitori mi avrebbero mandato da uno psicologo bravo per un ragionamento simile, figuriamoci invece quanto mi avrebbero preso in giro i miei amici…
Fatta la doccia mi lavo i denti con un quintale di dentifricio e ingoio letteralmente un paio di “Big Babol”, voglio profumare come mai prima d’ora quindi mi spruzzo anche un po’ di profumo; direi che “One Milion” possa andare per far colpo.
Sette giorni fa nemmeno sapevo il suo nome e adesso sono qua a farmi i peggio film mentali, che ragazza!
Mi ha attirato in discoteca per i suoi bei capelli dorati, ondeggiavano fra le persone come la criniera del Re della foresta, come facevo a resistere?
Una volta giunto al suo fianco ho scoperto che aveva pure un bel viso, per non parlare del fisico!
Sportiva, le gambe slanciate rimanevano scoperte per via di un vestitino nero come la pece che la fasciava avidamente e che dal seno scendeva solo fino a metà delle cosce.
Ai piedi un paio di stivaletti che, da sempre, evocano in me l’idea di una donna di classe ma contemporaneamente molto audace nei confronti dell’altro sesso.
Il mio primo approccio è fallito a causa di un energumeno che si è frapposto fra noi un secondo prima che abbia potuto sfiorarla per attirare la sua attenzione.
Il secondo tentativo è stato quello buono così, dopo aver attirato la sua attenzione e aver sfoggiato uno dei miei famosi sorrisi, le ho chiesto molto educatamente di ballare.
Lei, sorridendomi dopo una veloce occhiata, ha acconsentito senza troppe domande.
La musica, un bel pezzo di David Guetta, sembrava fatta apposta per noi, in meno di due strofe, circa un minuto e mezzo di canzone quindi,  ci stavamo già abbracciando e per la fine della canzone le nostre labbra si erano già incontrate più volte, senza far mancare la passione a nessun bacio.
Un pensiero qua e uno la e si sono già fatte le 19.30!
Cazzo, ora stai a vedere che arrivo in ritardo!
Esco di casa e corro per la tromba delle scale come se fossi un velocista, scarto abilmente la vecchia del primo piano che sta uscendo con il cane, un orrido bassotto, e, senza salutare mia madre che ha appena parcheggiato davanti al palazzo, inforco la bici e parto per il mio appuntamento.
Tempo cinque minuti per la pista ciclabile e arrivo, fortunatamente lei ancora non c’è, così faccio in tempo ad asciugarmi velocemente il sudore che gocciola dalla fronte…
Ora sono tutto umidiccio  e l’aroma del profumo che mi sono spruzzato è rimasta tutta attaccata a qualche albero in giro per la pista ciclabile.
Tutto quel tempo per prepararmi sprecato inutilmente, sto per mettermi a “piangere” quando, finalmente, la vedo scendere dall’autobus.
Che cretino! Potevo prenderlo anche io e sarei arrivato prima e senza dover sudare!
Impreco un po’ a bassa voce mentre lei si avvicina poi, quando siamo uno di fronte all’altra, la saluto cordialmente; penso di essere arrossito.
Lei ricambia il mio sorriso e insieme ci incamminiamo per le vie della città.
Indossa una giacca di belle beige con sotto un maglione a righe blu e bianche, un paio di jeans aderenti e un altro paio di stivaletti, questi al contrario di quelli che aveva in discoteca, sono marroni e fanno tinta con il giacchetto.
I capelli d’orati e lisci, evidentemente la settimana prima aveva fatto la permanente, le cadono docilmente sulle spalle, scendendo poi fino all’altezza del seno.
Solo una parola può descrivere questa Dea Greca che si fa accompagnare da me, comune mortale; fantastica!
Non è molto alta, mi arriva alla spalla, però la sua sola presenza basta a farmi sentire piccolo piccolo.
Mi faccio coraggio e chiedo se ha qualche preferenza su dove andare, mi risponde che per lei è indifferente ma leggo nei suoi occhi che non ha voglia di camminare molto.
Le dico di seguirmi, speriamo bene, e così la porto al Duomo dove c’è una bellissima vista ul tramonto.
Ormai sono le 20.15, ma siamo a fine Maggio, quindi il sole non è ancora tramontato, così facciamo in tempo a goderci l’attimo finale prima dell’oscurità della notte.
Mi giro, non abbiamo parlato molto, la guardo intensamente e sfoggio un altro sorriso, meno accennato questa volta, mi avvicino e socchiudendo gli occhi provo a baciarla.
In meno di un attimo sento le sue labbra sulle mie, non si è spostata, e così comincio a avvicinarmi sempre di più, lentamente però.
Quando siamo entrambi a nostro agio inizio a cercare una fessura dove inserire la mia lingua, voglio che sia un primo appuntamento passionale.
Lei non sembra contraria ed iniziamo a baciarci come se fosse la cosa più naturale del mondo, ci abbracciamo, siamo in due, in piedi di fronte alle porte del mondo.
La serata è finita, dopo quel bacio l’ho riaccompagnata alla fermata del autobus e le ho promesso che l’avrei chiamata presto.
Si, penso che lo farò, del resto  cosa ho da perdere se non un bel paio di labbra…
   
 
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