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Autore: alicenonehoidea    25/03/2015    1 recensioni
"Ma continueremo a non lasciarci
a ferirci
ad ammazzarci
Come due fiori
che si strappano i petali
a vicenda
perché ci vogliamo
ma non sappiamo prenderci.
Come due bestie
che si azzannano
ancora
e ancora
ma che anche se vedono l'altro
ansimante
a terra
morente
non si fermano lo stesso.
E senza accorgercene
ci troveremo trafitti
alla fine di questo amore malato.
In cui siamo uniti
e mischiati
e confusi
come due colori
incapaci ora di tornare indietro
ad un unico cuore
ad un'unica anima
ma condannati
ad un ricordo logorante."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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6.45, la sveglia, grande nemico che suona, quel suono tremendo che ogni mattina sono costretta a sentire.

Vado per spegnerla, poi mi tiro giù dal letto.

Vado in bagno, mi lavo.

Poi in camera, mi vesto.

Prendo lo zaino, faccio un cenno di saluto ai miei ed esco.

Dopo 10 metri circa arrivo alla fermata, mi accendo una sigaretta a stomaco vuoto, che come al solito, mi da la nausea, non importa.

Tutto mi da la nausea ormai.

Arriva la corriera, lascio cadere a terra l'avanzo e salgo, ovviamente posti a sedere non ce ne sono, perché è normale che io, alle 7 e un quarto di mattina devo rimanere in piedi per circa 20 minuti. Ma me ne frego.

Arrivata scendo, come solito Cecilia mi aspetta fuori dalla scuola.

"Entriamo un'ora dopo?" Solito di lei.

Io e Cecilia ci conosciamo circa da quando avevamo 14 anni, italiana anche lei, finite per caso in questa Sydney. Solo che ad adattarci, noi due, non siamo proprio il massimo.

Risi "Vabene, solito posto?"

"Ovvio."

Ci incamminammo tutte e due allo skate park dietro la scuola, intenzionate a sederci sulla solita panchina.

Ma no, era occupata.

Cecilia sbuffò. "Chi diavolo sono quelli? E che diavolo ci fanno sulla nostra panchina?"

"Che problema c'è? Andiamo."

Andammo tutte e due da quei tizi strani, ci piazzammo li davanti, intente ovviamente a farli alzare.

Parlai io, per evitare qualche sclero mattutino stile Cecilia. "Scusate, che ci fate voi qui?"

Quei due si guardarono, poi uno dei due alzò la testa e guardò noi, con un sorrisino insulso.

Il tizio dai capelli rossi, non rosso naturale, proprio rosso, acceso, un rosso finto: parlò. "Ci facciamo una canna, voi?"

Ecco, Cecilia intervenne. "Noi? Noi stiamo aspettando che voi vi alziate dal nostro posto!"

A quel punto il ragazzo rise, non il sorriso finto di prima, rise proprio. "E perché dovremmo farlo?"

"Perché questo è il nostro posto, sono circa 3 anni che passiamo ogni mattinata della nostra vita qui e ora tutto un tratto ci viene fregato da voi, no, quindi siete pregati di alzarvi e di 'andare a farvi una canna' da un'altra parte, grazie."

A quel punto risi io, perché adoro Cecilia, il suo carattere così schietto, senza peli sulla lingua, così acida ma anche così dolce..infondo.

L'altro ragazzo, quello che finora non ci aveva nemmeno degnato di uno sguardo iniziò a parlare, senza ancora alzare la testa. "Sentite, tutte e due, questo posto, come potete notare ora è occupato quindi, da brave bimbe quali siete, andatevene e spostatevi da un'altra parte e fateci stare in pace, non ho mai amato gli starnazzi di prima mattina."

"Scusaci?" Cecilia era furiosa.

"Dai cè, andiamo da un'altra parte, che ti importa?"

Era davvero furiosa. "Eccome se mi importa, ma chi cazzo sono questi due? Che vogliono da noi? Dovete andarvene, non mi interessa chi siete e-"

"Figurati se a me interessa chi sei te."

Quel ragazzo mi stava davvero sul cazzo.

"Ehi Luke, dai, non esagerare. Scusatelo è un po' acidello, ma comunque c'è posto anche per voi, se volete potete sedervi qui con noi."

Il ragazzo cercava di pararsi il culo, secondo me Cecilia lo aveva spaventato.

"Non è un po' acidello, è un po' stronzo, e comunque grazie-"

"Ma no. Non ci siederemo vicino a voi, non ne abbiamo alcun minimo interesse." Ora sono intervenuta io.

Faccio cenno a Cecilia di andarcene e ci dirigiamo verso la scuola.

Lei si era un po' calmata ma era pur sempre nervosa, così si eccese una sigaretta, ovviamente presa dal mio pacchetto. "Non li sopporto quei due, non li ho mai visti prima."

"In effetti non sono proprio il massimo della simpatia." Dissi.

Ma stavamo davvero parlando noi due di simpatia?

Non ci siamo ancora fatte degli amici dopo tre anni in questa scuola e stavamo parlando di simpatia noi, anche se, alla fine, a chi interessano gli amici? Dovrebbero essere un premio, e noi due, un premio, proprio non ce lo meritavamo.

"Alice? Allora che stai aspettando? Vieni."

Quell'istituto grigio, spento, vecchio, con un'aria così consumata che agli asmatici sarebbe vietato l'ingresso: quella era la nostra scuola.

Scuola per modo di dire visto che per noi due andarci era una cosa opzionale, brutto da dire, visto che viviamo entrambi su due famiglie di 'gran classe': mio padre era un dottore, mia madre non ho mai capito che lavoro faccia, so solo che bisogna studiare tanto per arrivare ai suoi livelli, mio fratello, che fine ha fatto mio fratello? Non lo vedo da fin troppo tempo, lui vive in Italia, dopo aver preso la laurea con il massimo dei voti si è trovato un lavoro a Milano.

Insomma resto io, la figlia minore, senza un futuro, guardata in modo strano da tutti e non raccomandabile come amica, ragazza o qualsiasi altra cosa potrebbe far avere un rapporto con me.

Un po' la delusione di questa famiglia, ma a chi interessa? Alla fine, ad essere guardati con aria di disprezzo, ci si abitua.

"Alice? Ti vuoi muovere?"

"Eccomi scusa."

Appena entrate era come se non ci stavamo, la gente non ci ha mai degnato di uno sguardo, grazie a dio.

Ci dirigiamo verso i nostri armadietti, consumati in ogni angolo, con stickers di varie band e cose varie attaccate sopra.

Cecilia sospirò. "Ho inglese ora."

"Fortuna beh, io chimica, vaffanculo a me e quando ho permesso ai miei di scegliermi i corsi." Anche se, lasciargli il permesso, è stata una formalità, lo avrebbero fatto comunque per assicurarsi che io studiassi, certo.

Rise. "Come se ti avessero lasciato altra scelta."

Appunto.

"In effetti, dai andiamo, a dopo."

"A dopo."

-

"Signorina le sembra l'ora di arrivare questa? La lezione è già cominciata."

Ma prega a Dio che ci vengo a lezione. "Dovevo andare in bagno."

"Le sembra una scusa? Poteva andarci prima, non stiamo affatto andando bene signorina Johnson, tra le assenze, i brutti voti e le entrate in ritardo..."

"E allora mi bocci, tanto a me non interessa comunque." Come se questi discorsetti minatori mi servissero a qualcosa, faccio pur sempre di testa mia.

"...e la mancanza di rispetto. Vada a sedersi, subito."

Rottura di coglioni madò.

Ovvio che mi vado a sedere, ma non bastava la panchina, un'altro tizio, ora, si era proprio seduto al mio posto. Mi misi di fianco.

"Che mancanza di rispetto signorina Johnson." Si mise a mimare il tizio che si era preso il mio posto.

Mi frega il posto e ora mi da pure confidenza?

"Sei sul mio posto, domani ritorna mio, ti avverto."

Quel ragazzo aveva un viso così dolce -che mi faceva venir voglia di vomitare- ma allo stesso tempo si contraddiva con la bandana che portava sui capelli e la canottiera, strappata, dei Nirvana.

Il ragazzo sorrise. "Mi perdoni signorina Johnson, non accadrà più, da domani il posto sarà solamente suo."

Mi stava iniziano ad arritare. "La smetti di chiamarmi così?"

Ancora sorridente. "Scusami, ma se non so il tuo nome come dovrei chiamarti?"

Ma cosa aveva da ridere. "Non chiamarmi, e se devi farlo chiamami Alice, ma ripeto, non chiamarmi."

Perché avrebbe dovuto chiamarmi?

"Come siamo acide stamattina, io sono Ashton, Ashton Irwin, piacere di conoscerti Alice."

"Non mi sembra di avertelo chiesto."

Salvata dalla campanella mi alzai, senza nemmeno far caso a questo Ashton e mi diressi a mensa, sperando di non trovarmelo anche lì.


 


 

Spazio scrittrice:

Ciao a tutte ragazzee! Questa è la mia prima ff, spero vi piaccia, magari lasciatemi dei commenti per farmi sapere cosa ne pensate, o se avete qualche consiglio anche, accetto tutto visto che sono alle prime armi!:)

Siate a conoscenza del fatto che scrivo senza avere la minima idea di cosa accadrà dopo, cioè, per ora ho una fine, ma non so cosa capiterà nel mezzo, vedremo un po' ahahah.

Bene, ciao ciao e alla prossima!��

twitter: chxnel5

wattpad: chxnel5

instagram: alicedolci

   
 
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