Kitt
si rilassò nella grande vasca dei Prefetti di Corvonero
in modo che l’acqua gli arrivasse fino al mento e lui potesse riassaporare dopo
tanto tempo il potere benefico di un bagno caldo; quel pomeriggio, infatti, gli
operai avevano terminato di aggiustare le tubature e lui voleva essere il primo
ad usufruire della ritrovata comodità.
Era
sbagliato utilizzare la propria influenza di Caposcuola per fare ciò che piace,
ma dopotutto non aveva fatto del male a nessuno, voleva solo rilassarsi, se lo meritava
dopo tutti i problemi, i grattacapi e i lavori supplementari che gli erano capitato in quel periodo di Natale…
Questo
era il risultato dell’influenza di due pessimi Malfoy come amici.
Non
bastava la scuola invasa dagli stranieri, non bastava
Non
solo aveva scoperto che uno degli studenti di Drumstrang
non era un comune essere umano, ma un vampiro (ultimamente erano parecchio di
moda, ne incontrava per ogni dove), ma era addirittura il millenario fratello
di Rago venuto a cercarla. E poi aveva anche uno
strano legame con Gardis.
Poi,
a complicare la vita, c’erano Lachlan e Izayoi e una serie di missive da casa decisamente poco ottimiste.
A
completare il quadretto una lettera di sua madre: o il
mondo sarebbe terminato quel giorno o sarebbe andato avanti ancora mille anni,
al di là di quello che dicesse il calendario Maya o la profezia di Nostradamus.
La
nebbiolina di vapore che usciva dalla temperatura alta dell’acqua era un
calmante naturale, ora capiva perché i romani costruissero bagni e terme
dovunque, l’avrebbe fatto anche lui, di certo era il modo migliore per
sciogliere la tensione e dimenticare le preoccupazioni, scacciando per un po’ i
pensieri e abbandonandosi completamente alla pace dei sensi che il dolce
cullare dell’acqua, l’odore dell’inverno e il calore riuscivano a risvegliare.
Chiuse
gli occhi crogiolandosi nel tepore e avvertì un paio di mani che gli
massaggiavano la schiena: mica male quella magia
aggiuntiva, poteva quasi credere che fosse vera…
Le
mani si spostarono sul collo, probabilmente era un fascio di nervi, sembravano
così tiepide e delicate… poi una gli accarezzò dolcemente i capelli, scompigliandoli
-
Ciao – sussurrò
una voce piano al suo orecchio con tono caldo e melodioso dalla sfumatura
sensuale. Sbarrò le iridi costernato riconoscendo tra
mille il tono camuffato del Prefetto dei Grifoni
-
Per la miseria! –
urlò afferrando l’asciugamano che stava poco distante e affrettandosi a
coprirsi l’inguine prima che il delicato pudore della piccola Malfoy venisse colpito da una visuale della quale aveva deciso di
fare a meno ancora per un po’. Gardis era pudica oltre ogni misura e, se possibile, altrettanto svampita da andarsi a cercare
l’imbarazzo entrando di soppiatto in bagno mentre un ragazzo si stava lavando:
secondo lei stava indossando il completo da ballo?
Una
risata cristallina si sparse per la stanza calmano i suoi muscoli tesi
-
Che cosa ci fai
qua? – domandò lui vedendo sfumare la possibilità di continuare il suo bagno
rilassante a base di riflessioni profonde, visto che
sua sorella sapeva leggere la mente altri senza legilimanzia
era piuttosto cauto nel pensare troppo in presenza di altri, chissà che quello
non fosse un dono solo di Izayoi.
-
Mi hanno detto
che hanno finito di riparare i tubi e così sono venuta a provare il nuovo bagno
-
Dovevi proprio
farlo mentre c’ero io? Non potevi aspettare che avessi finito? - chiese con
aria un po’ petulante
-
Un favore per un favore, no? Dopotutto tu sei stato in quello del Grifondoro… eppoi mica posso venire da sola…
-
Quella volta era perché
mi avevi chiesto di allenarti per la partita – si giustificò lui dalla memoria
improbabilmente minuziosa
-
Già è vero.
Pazienza, ormai sono qui… - non sembrava intenzionata ad andarsene
-
Da dove sbuchi
fuori?
-
Segreto – sibilò
mettendo un dito di fronte alle labbra
-
Credevo che fossi
a casa a testimoniare che tuo fratello non avesse violentato o costretto quella povera Ciel Longbottom
a firmare il contratto di matrimonio
-
Già, c’ero… fino
a dieci minuti fa
-
Non avevi proprio
nient’altro da fare? Ehi, aspetta, che fai?
-
Mi sembra ovvio –
la testolina bionda sbucò da dietro il paravento con la sua cascata di capelli
chiari – mi metto il costume – la frase fu accompagnata da un sospiro disperato
da parte di lui
-
Si bagneranno
tutti i vestiti se li lasci lì – cercò di dissuaderla con una motivazione
razionale, ma un braccio nudo comparve dal separé mostrando una chiave con
appeso un numero: era il 19
-
Come fai ad avere
la chiave dell’armadietto di Ciel?
-
Un favore per un favore. – quel giorno doveva essere la sua frase preferita -
Io testimonio per loro e loro fanno tutto quello che dico – ovviamente si stava
ancora riferendo al contratto di matrimonio.
La
vide comparire col costume dell’altra volta, prese i suoi abiti e li chiuse dentro
lo stipetto che i Prefetti avevano su una delle pareti, spingendo per farci
entrare tutto.
Poi
si avvicinò al bordo della vasca e percorse i tre gradini bassi che si immergevano piano nel liquido fino a sistemarsi accanto a
lui.
Un
suono soddisfatto uscì dalle labbra sottili di lei mentre il calore l’avvolgeva, quasi come le fusa di un gatto.
Un
altro sospiro, questa volta di lui, pareva quello di un condannato a morte.
-
Gardis, forse non
te ne sei accorta, ma io sarei nudo, quindi potresti… stare un po’ più lontano?
Le
mani di lei, che fino a quel momento stavano
armeggiando con pinze e ciuffi di capelli per salvarli dall’acqua si
abbassarono istantaneamente e lei rimase immobile, le iridi sbarrate.
Un
colorito rosso cominciò a imporporarle le guance finchè
il suo viso non fu completamente vermiglio. Gli occhi, uno azzurro ed uno ambrato, si spostarono velocemente da un’altra parte,
fissando con un interesse particolare il puntino nero sul soffitto.
-
Gardis
-
Sì? – rispose
ancora imbarazzata
-
Cosa
succederebbe se entrasse qualcuno?
– saggia osservazione da parte di uno che in genere si occupa perfino dei
minimi dettagli e, come si dice, deve prevedere l’imprevedibile
La
mano sinistra di lei si sollevò dall’acqua andando a coprire la bocca “ops” fu tutto quello che riuscì a dire.
Kitt
scosse la testa, senz’altro non sarebbe rimasto un bagno tranquillo.
-
Mi dispiace, me n’ero dimenticata
Facendo
violenza su se stesso si costrinse ad uscire
dall’acqua, preoccupandosi di coprirsi prima che lei fosse troppo turbata, poi
si diresse verso la porta.
Il
comportamento esageratamente pudico di Gardis faceva a pugni con la sua dote
innata di cacciarsi in situazioni decisamente
equivoche. A volte c’era da chiedersi come avesse fatto ad arrivare vergine
alla sua età.
Un
altro respiro profondo. Aprì l’uscio
-
Sto controllando
le tubature, quando avrò finito il bagno sarà agibile,
potete dirlo ai Prefetti?
Gridò
nel corridoio all’indirizzo di un paio dei suoi compagni seduti nelle poltrone
della Sala Comune che sporsero la testa e annuirono non troppo sconcertati da
quella richiesta.
Rudiger
comparve dal nulla facendo cucù e spaventandolo a morte, tanto che rischiò di
cadere sul pavimento scivoloso del bagno; il biondo gli fece sorridente ciao ciao con la manina, l’espressione
maliziosa del suo volto, però, non gli piacque per nulla, quella pettegola serpeverde aveva qualcosa in mente
-
Tu da dove salti
fuori? – gli chiese con poca diplomazia, desiderando solo liberarsi di tutti i
rompiscatole e tornarsene al suo bagno tranquillo
-
Faccio la guardia
alla porta – rispose con innocenza lo Slytherin
mentre i suoi occhi verdi mandavano barbagli
-
La guardia alla
porta? – ripetè come se il Prefetto delle Serpi fosse
impazzito tutto d’un colpo
-
Sì, ora torna
pure ad occuparti delle tubature – e gli sorrise
mettendo in mostra una fila di denti perfetti, qualcosa suggerì al moro che Rudiger fosse a conoscenza della presenza lì di Gardis –
anzi, se posso darti un consiglio ti direi di occuparti di un paio di
“tubature” in particolare, una ha bisogno di essere messa in uso e l’altra ha
bisogno di veder scorrere un po’ d’acqua.
Greengrass
rise dell’espressione stordita del giovane Black
-
Mi occupo io di
insonorizzare la stanza, dopotutto ti devo un favore – e gli strizzò l’occhio -
E levati questo coso! – aggiunse afferrando l’asciugamano dai fianchi e
strappandoglielo via – non ne avrai certo bisogno!
Senza
aspettare che Chris cominciasse a minacciarlo, l’altro gli sbatté la porta in
faccia e il moro udì perfino i giri di chiave.
Cominciava
ad avere chiaro che cosa avesse in mente quello stupido serpeverde
e non era una cosa su cui indugiare visto che Gardis
l’aveva implorato con tanto di lacrime agli occhi di aspettare ancora un po’
prima di passare ad uno stadio più intimo della loro relazione…
…già,
Gardis… bel problema, come ci arrivava alla vasca adesso? Non poteva certo
girarsi bello bello e andare
a rituffarsi nell’acqua, come minimo lei avrebbe perso i sensi sconvolta…
Si
guardò attorno perplesso alla ricerca di una via di fuga da quella situazione
imbarazzante: il primo asciugamano stava impilato sul sedile di una sedia a
diversi metri di distanza, se avesse camminato voltandole la schiena forse
l’avrebbe salvata da uno spettacolo decisamente più
imbarazzante del suo fondoschiena.
Mosse
un passo di lato con lentezza e udì una risata alle sue spalle: Gardis stava
ridendo di lui, bel ringraziamento!.
-
Lo sai che hai
proprio un bel sederino? – gli disse sfoderando il tono preferito di papà al mattino, specie quando la mamma si alzava per prima
Bell’affare,
lui cercava di risparmiarle la vergogna e lei lo prendeva in giro, ad ogni modo
c’erano momenti che la natura tipicamente Malfoy di lei era
in netto contrasto con il fatto che fosse candida come un giglio.
-
Non scherzare, Gardis, non sono in vena
Un’altra
risata, lei metteva a dura prova il suo contegno da bravo ragazzo, ah, come
avrebbe voluto poterlo buttare e farle seriamente vedere che era un autentico Black, altrettanto bastardo…
-
Sei sicuro di non
prendere freddo? – continuò impietosa la bionda, sapendo che lui avrebbe fatto
tutto il possibile per non scandalizzarla troppo e, chiaramente, lei se la
stava ridendo
-
Non
approfittartene solo perché sono in questo stato quando sai che lo sto facendo
per te, potrei seriamente pensare di dimenticarmene e fare come mi gira… –
bofonchiò contrariato
-
Andiamo Kitt, lo so benissimo che non lo faresti mai –
scherzò lei mentre le sue risate si propagavano leggere per la stanza
-
Ah sì?
Il
tono con cui lo disse non le piacque molto, sembrava quello di un’altra
persona.
Pareva
decisamente più cattivo e avrebbe avuto notevoli
motivi di preoccuparsene se avesse visto le labbra di lui, prima piegate in una
smorfia preoccupata e adesso curvate all’insù in un sorriso dal retrogusto
sadico.
Molto
bene.
Lasciando
andare le mani lungo i fianchi, non più a coprirsi, Kitt si voltò
tranquillamente verso di lei e fece per raggiungere senza troppi
la vasca, dopotutto era lei quella che aveva dei problemi, lui non se ne faceva
poi molti a farsi vedere nudo.
Gardis
cacciò un urletto che le si bloccò
in gola uscendole come un gracidio sommesso mentre le mani andavano a coprire
la faccia, completamente cremisi e lei si raggomitolava su se stessa.
Appunto,
l’immagine dell’innocenza.
-
Rivestiti
immediatamente! – strillò imbarazzata aprendo un occhio e costatando che la
situazione non era migliorata di molto
-
Sei stata tu a
volertelo, non dovresti approfittare delle persone e delle loro buone
intenzioni – le fece notare rilassandosi nell’acqua senza troppi problemi
-
Sei
cattivo
-
Solo ogni tanto…
- ammise lui sorridendole mentre, ormai tranquillo e senza fisime, allargava le
braccia sul bordo, rimmergendosi nel calore tiepido
dell’acqua.
La
bionda sibilò qualcosa di inintelligibile prima di
levarsi le mani dalla faccia incontrando il sorriso dolce di Kitt: alla faccia
dei problemi di personalità! Vide il braccio sinistro disteso sul bordo e
fasciato con una benda di cotone piuttosto spessa che lo avvolgeva dal gomito
al polso.
-
Che hai fatto al
braccio? – domandò perplessa non ricordando incidenti disastrosi
-
Mi è arrivato un
bolide questa mattina - si giustificò svelto lui
-
Doveva essere uno
di quelli truccati dimenticati dalle serpi – constatò
con uno scuotimento del capo lei
-
Come faceva Rudiger a sapere che eri qua? –
indagò il moro continuando a tenere gli occhi chiusi, perso nella sia
beatitudine, il suo tono però era uguale a quello di
sua madre quando scopriva qualche marachella
-
Avevo chiesto a
lui quando sono arrivata
-
Che cosa?
-
Dove fossi
-
Come se lo
conoscessi da cinque minuti, non aspettava altro che un’occasione ghiotta per
ficcare quel suo nasino francese…
Lei
sollevò le spalle incurante della ramanzina, Chris
teneva decisamente alla sua privacy.
-
Chris, senti…
vuoi che mi spogli anche io?
La
saliva che il ragazzo stava deglutendo gli andò di traverso e cominciò a
tossire, lei sorrise battendogli affettuosamente dei colpetti sulla schiena,
era decisamente comico
-
Ma sei impazzita? – le gridò con gli occhi ancora pieni
di lacrime – perché mai dovresti fare una cosa del genere?!
-
Beh, così non
dovresti sentirti in colpa visto che io ho visto te…
Lui
le battè
la mano sulla testa come si fa con i cuccioli
-
Gardis, per un
ragazzo è diverso che per una ragazza…
-
Sul serio? – la
bocca della verità
-
Gardis – cominciò
serio – se mai dovessi levarti quei due striminziti pezzi di stoffa che hai
addosso, credimi, non penso che potrai ritardare più di tanto l’inevitabile –
lei arrossì – oppure devo credere che vuoi provare il bagno dei Prefetti per
qualcos’altro? – rimasta senza parole, lei scosse la testa
-
Preferirei
qualcosa di più ortodosso – perché la sua mente stava prendendo in
considerazione quella cosa?
-
Già, perché nel
caso dovrei anche inventarmi qualcosa…
-
No no, non è il caso! – biascicò confusa mentre lui rideva
giocando con le goccioline sulle piastrelle
Ci
fu un momento di silenzio mentre lui sospirava soddisfatto e lei cominciava di
nuovo ad armeggiare con i capelli per far sì che non si bagnassero troppo.
-
Posso baciarti? –
domandò lui all’improvviso spalancando le iridi blu screziate
I capelli di lei si sciolsero completamente, finendo per metà
nell’acqua
-
Perché me lo
chiedi?
-
Secondo te siamo
fidanzati? – indagò lui a sua volta
-
Questa è una
domanda a cui non so rispondere – si giustificò lei –
forse…
Prima
che potesse continuare la frase la bocca di lui andò a
posarsi su quella di lei con gentilezza, ma piano piano
il bacio si fece più profondo e appassionato e perfino lei, le cui esperienze
erano paragonabili a zero, si sentì come trasportare una forza strana e uno
strano languore le salì dal ventre mentre il punto dove lui le stava tenendo le
mani bruciava come se si fosse scottata.
Impercettibilmente
arricciò le dita dei piedi come credeva fosse possibile solo nei libri che lei ed Hestia divoravano.
Quando
lui scostò il viso aveva il volto tutto arrossato e
accaldato e respirava con fatica
-
Mi dispiace – si
scusò lui – mi sono lasciato trasportare… - aggiunse voltandole la schiena a
disagio.
Lei
si spostò nell’acqua e gli allacciò le braccia intorno al collo, era un gesto
fraterno che aveva fatto parecchie volte e con tante persone, ma questa le
sembrava diverso, forse perché, inconsciamente, aveva registrato tutte le
differenze dalla volta precedente e, rispetto a quando abbracciava suo
fratello, sotto di sé sentiva la schiena di un ragazzo, ma non la pelle gelida
e distante di un vampiro che lo contraddistingueva.
-
Dobbiamo imparare
tutti e due – rispose con filosofia - … non mi è
dispiaciuto.
Lui
si voltò tra le sue braccia e la strinse con forza contro di sé
-
Sei così fragile
e indifesa – mormorò quasi che tra le mani stringesse una bambola di
porcellana.
Lei
rabbrividì impercettibilmente a quelle parole. Era la persona meno indifesa del
pianeta…
Gardis
si sciolse dall’abbraccio e lo guardò con aria seria, le sopracciglia si abbassarono
-
C’è una cosa che
devo dirti – per un momento fu tentata davvero di confessargli di essere lei la
portatrice dello spirito di Rago, ma si trattenne –
forse dopo di questo non vorrai avere più a che fare con me, non è una cosa
bella. Ha a che fare col mio essere indifesa. Non sono
debole, so proteggere me stessa da sola, hai capito?
La
testa scura fece impercettibilmente segno di sì senza capire davvero molto di
quel discorso.
-
Kitt – prese un
respiro e spalancò gli occhi – una volta, quando ero più piccola, io ho ucciso
una persona
A
differenza di quanto si sarebbe aspettata, lui non ebbe reazioni particolari né
esagerate, eppure ne aveva tutte le ragioni visto che
era più o meno fidanzato ad un’assassina
-
Lo sapevo –
ammise lui rendendosi conto che non riusciva a respingere gli occhi bicolori di
lei che gli leggevano l’anima – tuo fratello me l’ha detto…
Beh,
se non altro capiva perché non fosse così tanto
stupito
-
Non preoccuparti,
non mi ha detto perché, ma sono certo che non l’hai fatto apposta
-
Invece sì – gli
occhi blu di lui si spalancarono – non l’ho fatto per cattiveria, ma… ecco… ho
perso il controllo. Lui stava per uccidere una persona a cui
voglio molto bene
-
Avrai avuto le
tue motivazioni – Kitt cercava sempre di trovare il lato buono delle cose, ma
senza le altre informazioni che gli aveva precluso, e con quello che stava per
dirgli, non è che se ne potessero vedere molti…
-
Non sono pentita
di quello che ho fatto. – mormorò – Tu mi hai detto che non vuoi farmi del male
tenendomi con te, ma quando verrà il momento di dirci addio, e so che ci stai
pensando anche tu nonostante manchino parecchi mesi, tieni conto che so come si
bada a se stessi più di quanto tu possa credere. Anche io
ho dei segreti che non ti ho detto.
-
Mi vuoi dire come è andata?
-
Lui ed altre persone si erano infiltrate in casa nostra, avevano
un piano
-
Ladri?
-
No. Mangiamorte.
Christopher
rabbrividì a sentire quella parola. Così familiare e, allo stesso tempo, così…
distante e proibita.
-
Non mi vuoi più vedere
adesso?
-
Ma che cosa dici… - la strinse per le spalle e la attirò
contro di sé appoggiandole la testa sulla sua. Traditori e assassini andavano
sempre d’accordo. Gardis non sembrava troppo sconvolta da quello che gli aveva
rivelato, piuttosto dalla sua vicinanza svestito
,visto che era di nuovo arrossita e che tastava il suo petto come se fosse
cosparso di mine pronte a tagliarle le mani.
-
Non mi vuoi
cacciare via?
-
No
-
Però non pensare più che io sia una piccola bambolina
indifesa, chiaro? – il suo tono era perentorio, ma la sua espressione decisamente più adatta ad un esserino
col vestito d’organza e il viso di porcellana.
-
Ma se sei così piccola e graziosa
-
Non scherzare
-
E anche stupidina. Non ti hanno insegnato a non fare certe faccette
buffe quando sei in una vasca con un ragazzo nudo? – alla
parola nudo una nuova ondata di rossore le colorò le guance. Ancora!
Doveva smetterla di arrossire peggio di sua madre
-
Sei magro, Kitt –
constatò mentre, timidamente, lo abbracciava
avvertendo il contatto della sua pelle contro la propria e la forma delle ossa
sotto le sue mani incerte – dovrò dire a Dishman di
nutrirti meglio
-
Io invece dovrò
dimezzarti la razione del pranzo – commentò lui scostandosi con un bel sorriso
sulle labbra – qua davanti sei anche troppo in carne – e il polpastrello si
fermò sulla punta del seno che si intravvedeva dalla
stoffa del costume. Il colorito vermiglio si propagò dalla radice dei capelli
fino al collo rendendola letteralmente fumante. – e smettila di arrossire come
una verginella, come se non avessimo combinato di peggio…
-
Ah, sentitelo! –
bofonchiò arrabbiata – come se io vergine non lo fossi più…
Lui
si strinse nelle spalle e fece per alzarsi in piedi, poi ci ripensò e tornò
nell’acqua
-
Prima le signore,
non vorrei mai offendere il tuo pudore da verginella
-
Smettila di
parlare come mio fratello!
-
Sbrigati ad uscire – e le diede una pacca sul sedere
-
Ma sei sicuro di essere la stessa persona di una
settimana fa? – chiese costernata dal suo gesto, decisamente
da Black, ma ben poco da lui…
Afferrando
un telo dal supporto, si andò a nascondere dietro il paravento mentre lui
ridacchiava del suo imbarazzo e, uscendo a sua volta, si asciugava in un altro
asciugamano che aveva posato non molto distante dalla sua divisa di Corvonero con il bordo della camicia rifinito di blu e
argento.
Passò
rapidamente una mano su uno dei vetri appannati della finestra e, dopo essersi
infilato la biancheria e i pantaloni si lasciò cadere sopra una delle sedie a
torso nudo continuando a passarsi il telo di spugna tra i capelli per
asciugarsi; emise un sospiro soddisfatto mentre il silenzio calava finalmente
nella stanza e Gardis si cambiava, il tramonto ne
tracciava la sagoma minuta sulla parete opaca del divisorio in controluce.
-
Gardis – disse
all’improvviso rompendo l’atmosfera – credo di doverti parlare di Hestia – annunciò riflettendo se rivelare alla bionda che
una delle sue migliori amiche aveva una relazione ben più che fraterna con un
parente di sangue piuttosto stretto.
-
Hestia? – ripetè lei affacciandosi
e lasciando spuntare un po’ della stoffa a fiorellini del reggiseno
-
Sì – lei riflettè che anche la maggiore dei gemelli Potter le aveva
accennato riguardo qualcosa su Kitt, forse era il caso che si mettesse a
sciogliere quella matassa
-
Dimmi pure
-
Riguarda lei e
Jeff - la testa
bionda tornò a scrutarlo dal bordo del paravento e parve farsi seria per un
po’, poi annuì e attese che ricominciasse – l’altra sera erano tutti e due di
ronda
-
Ma non c’era Maller? – chiese
ricordando a menadito le ronde delle ultime tre settimane
-
Ho scambiato il
suo turno con Weasley perché Hestia
mi aveva pregato di non lasciarla sola assieme con lui
dopo il modo in cui si erano lasciati.
-
Non ne sapevo
niente dello scambio, però non si sono lasciati bene, Maller
era un porco, Hestia ha fatto bene a dargli dei giri
e a mandarlo per la sua strada
-
Ad ogni modo gli
ho cambiato il turno, poi, verso l’una, stavo facendo un giro per i corridoi…
-
E cosa ci facevi
a quell’ora per la scuola? Il coprifuoco è alle undici
-
Parla quella che
sta alzata con me fino alle due di mattina
-
Dacci un taglio
che è accaduto?
-
Ho visto la tua
amica Hestia e Jeff. Si stavano baciando
-
CHE COSA?!? Non avrai visto male?
-
Assolutamente. E
loro hanno visto me
-
Hestia? E Jeff? Ma è assurdamente
impossibile! Si beccano come galline, quasi come me e Leonard! E poi sono
cugini!
-
Appunto
-
In che senso
appunto?
-
Quello è l’unico
problema. Per loro quello è l’unico problema.
-
Cazzo…
-
Gardis… - la
rimproverò per il vocabolo poco adatto alle sue labbra
-
Merda?
-
Smettila.
-
Sono cugini! Nel senso…
nel senso che la madre di Hestai
e il padre di Jeff sono fratelli! Certo anche io so
cosa significa, beh, veramente no perché cugini non ne ho, sai papà non ha
fratelli e la mamma è già una fortuna che i nonni hanno deciso di farla
nascere, però, beh, insomma, ecco, sì, ho molti fratelli acquisiti! Ad ogni
modo, se si sono innamorati a me non importa… certo, è
strano, sono come fratelli, però… cribbio sono cugini! Nessuno li approverà
mai! Non possono sposarsi! Non possono fare figli! Ronald ammazzerà suo figlio,
piuttosto, e zia Ginny vorrà la pelle di Hestia, sembra Terminator quando è arrabbiata!
-
Magari è una cosa
passeggera
Davanti
agli occhi di Gardis passarono le immagini di Hestia
e Jeff assieme degli ultimi dieci anni. Il 90% delle volte stavano
gridandosi qualcosa di poco carino e politicamente scorretto con tutta la voce
che avevano in corpo, però… c’era quel 10% che, ora che lo rammentava, pareva
essere costellato da gesti di affetto un po’ sospetti e sguardi e sorrisi
decisamente fuori luogo.
No,
non c’era alcuna possibilità che fosse una cosa temporanea, se erano arrivati a
tanto avevano fatto entrambi i loro conti, non erano
così imbecilli da baciarsi in un corridoio se non fosse stata una cosa di cui
non erano convinti al 1000 per 1000, non avrebbero rischiato, soprattutto
riflettendo sul fatto che erano parenti.
-
No… ne sono
sicura
-
Che farai?
-
Che devo fare? Ne
parlerò ad Hestia…
-
Credo si aspetti
che tu le chieda qualcosa in proposito – Gardis annuì
-
Non posso volere
male a due miei amici, se vogliono amarsi possono
farlo, non sono bigotta
-
Bene. Ma non sarà facilissimo
-
No, sarà una
merda!
-
Gardis… ma se
volessero… se decidessero di…?
-
Sono stata zitta
quando Karen voleva farsi mio fratello, credi che farò
qualcosa di diverso? Come minimo li aiuterò pure, mi conosco, sono una Malfoy
snaturata!
-
Beh, l’importante
è che siano convinto loro
La
bionda annuì e tornò ad infilarsi i vestiti.
-
Sai dovresti cambiare biancheria – se ne uscì all’improvviso lui
abbottonandosi con lentezza i pomelli della camicia
-
Biancheria? –
Gardis credeva di aver capito male, aveva sentito quella parola in bocca a lui
a malapena una volta all’anno e sempre in contesti
molto meno espliciti di ora (ovvero riferendosi alla biancheria del letto) –
perché mai?
-
La tua è un po’
infantile…
-
Hai qualcosa
contro le mie mutandine? – chiese accigliata
-
Per carità, le conchigliette sono molto graziose, ma quale ragazza le
indosserebbe dopo essere stata un’ora in una vasca con un ragazzo nudo? – il
suo fare allusivo non le piaceva
-
Non è successo
niente di drastico. Non dovrei preoccuparmi
-
Trovo che il nero ti donerebbe di più, ma il mio preferito
è il color caffè - ammiccò con un
sorriso
-
Non siamo ancora
arrivati al punto da dettarmi le tue preferenze circa cosa devo indossare sotto
i vestiti, non dovresti neppure vederla!
-
Allora evita di
venire a trovarmi mentre faccio il bagno. E di mostrarmela.
-
Io non ho fatto
niente! – protestò sconcertata ricordando di essersi curata ben poco di
coprirsi, forse aveva ragione… male, non andava bene quando era lui ad avere
ragione.
Irritata
lei gli voltò le spalle mentre lui rideva e si diresse alla porta, dopo essersi
rivestita
-
Greengrass, sto uscendo! – sbraitò contro l’uscio con la
bacchetta in pugno – se non muovi il culo da lì buttò
giù la porta, sono stata chiara?
Udì
le mandate della porta scattare e la faccia del serpeverde
comparve nello spiraglio
-
Francamente
speravo di trovarti di umore più conciliante
-
Perché, che
favore ti serve?
-
Ho bisogno di un
favore per vederti felice?
-
Sì
-
D’accordo, sai
quei compiti della Sprite del quarto anno…
Il
Prefetto del Grifondoro lo oltrepassò con sdegno,
Kitt mise all’amico una mano sulla spalla e scosse la testa
-
Strano, non c’è
traccia di sangue
-
Volevi che l’ammazzassi? – domandò perplesso
-
Ve la giocate in
quanto a ingenuità, io e te dobbiamo fare due
chiacchiere… da uomini – aggiunse vedendo la sua aria perplessa e lo
trascinò via
* * *
Gardis
arrivò di pessimo umore nella Torre dei grifoni, sbatté l’uscio, fece sussultare i suoi compagni seduti in Sala Comune che
sapevano che il suo cattivo umore poteva portare ad un regime totalitario stile
Ceausescu, poi si diresse su per le scale a passo marziale mentre i tre ragazzi
tiravano un sospiro di momentaneo sollievo: la loro ora non era ancora giunta.
Un
conto era tuo fratello che ti dà della bambina e un conto è che il ragazzo che
ti piace e con cui “forse” sei fidanzata critica la tua biancheria. Urgevano
misure drastiche.
-
Hestia! – gridò spalancando la porta della sua stanza. La
mora abbassò il suo libro e la fissò – ho bisogno di un favore
Senza
un’altra parola la maggiore dei gemelli chiuse di
scatto il volume e le dedicò tutta la sua attenzione, Gardis e i favori
andavano d’accordo solo in ordine inverso.
-
Che ti serve?
-
Devo andare a
fare shopping – mormorò sedendosi sul letto accanto a lei sulla coperta coi fiorellini tipo tappezzeria
-
E che ti serve? –
domandò la ragazza dagli occhi verdi mentre questi sbrilluccicavano:
era estremamente raro che Gardis decidesse ad andare a
fare del comune shopping e soprattutto che esigesse la sua compagnia, in genere
i suoi acquisti si limitavano a capi piuttosto semplici che comprava da sola
perché i loro gusti non andavano molto d’accordo
-
Voglio comprare
della biancheria, il mio cassetto necessita di un
restyling… e ho bisogno di te.
-
Magnifico… - la
vena sadica di Hestia stava prendendo il sopravvento
sulla sua parte pensante – è bello vedere che stai diventando una donna…
Gardis
arrossì e inveì contro le brutte abitudini di sua madre, suo padre non aveva
mai imparato ad arrossire.
-
Hai bisogno di
una consulenza? – le sopracciglia scure si sollevarono, era chiaro che la
risposta era SI
-
Qualcosa del
genere. Ma ho qualcosa in mente
-
Foggia?
-
No
-
Modello?
-
Neppure
-
E cosa?
-
Colore
-
Che colore?
-
Caffè
Il
sorriso si allargò sulle belle labbra della Potter
-
Tu mi sorprendi. Ma ce la farò… - e le battè
melodrammaticamente la mano sulla spalla, poi la sua espressione cambiò – Black ti ha detto niente su di me?
-
Sì – i suoi occhi
s’incupirono e lo stesso fecero quelli di Gardis – ma questo non è il momento
di parlarne – e le accarezzò la testa – questa sera alle dieci, in camera mia.
-
Pro o contro? –
indagò ancora la mora, la bionda si strinse nelle spalle
-
Non puoi chiedermelo
stasera? Non ho avuto neppure mezz’ora per abituarmi all’idea…
-
Adesso!
-
Facciamo pro
-
Alle dieci, eh?
Ci sarò – sorrise e la salutò tornando al suo libro come se niente fosse stato
– ora dove vai?
-
Ho comprato uno
smalto color rame e voglio provarlo
-
In tinta con le
tue idee?
-
Come sempre – Hestia sorrise con fare materno; molti dicevano che fosse
la copia sputata di sua madre, ma… forse no, in quell’ultimo periodo si sentiva
come suo padre.
* * *
Spazio autrice: eccoci e ben ritrovati! È un po’ che non ci sentiamo,
vero? Mi dispiace moltissimo per il ritardo, ma non ho assolutamente avuto il
tempo di aggiornare la fic domenica scorsa, tra un
po’ tanto valeva che mi lanciassi direttamente al prox
weekend, dopotutto mancano solo un paio di giorni…
In
realtà questo capitolo non necessita di grandi cose da
dire, dovevo solo districare un pochettino la
situazione di Hestia e Jeff e spiegare perché lei
fosse così sulle spine la notte di Capodanno quando era assieme a Kitt.
Con
questo vi saluto, spero davvero che il chappy vi
piaccia e aspetto le vostre recensioni e le vostre opinioni! Un bacio a tutti e
scusatemi se anche questa volta devo saltare la fase dei ringraziamenti, sono
certa che molti di voi capiscono… non c’è mai tempo sufficiente per niente, una
cosa dietro l’altra che si rincorrono, questo fine settimana,
se ho tempo e la luna girata dritta, spero di riuscire a scrivere il finale
della storia.
Ad
ogni modo sappiate che siete stati davvero meravigliosi, tutti! E grazie
infinite per le recensioni, sono stupende, quando le leggo
non riesco davvero a smettere di scrivere fanfic e
spero che, se a me piace scriverne, a voi piaccia leggerne.
Ciao
e a prestissimo, questa volta cercherò di non fare
ritardi… ma ci pensate che il prossimo aggiornamento cadrebbe proprio dopo
Natale? Wow, non mi sembra quasi che lo sia già… beh, gli auguri alla prossima,
ancora bye!
Nyssa
PS:
un saluto particolare a Kri
che parte per una delle sue follie ^_^ non preoccuparti,
tutte ne facciamo.
PS2:
un appunto per Akiko: mi daresti ripetizioni di latino?