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Autore: Nyssa    17/12/2008    10 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Kitt si rilassò nella grande vasca dei Prefetti di Corvonero in modo che l’acqua gli arrivasse fino al mento e lui potesse riassaporare dopo tanto tempo il potere benefico di un bagno caldo; quel pomeriggio, infatti, gli operai avevano terminato di aggiu

Kitt si rilassò nella grande vasca dei Prefetti di Corvonero in modo che l’acqua gli arrivasse fino al mento e lui potesse riassaporare dopo tanto tempo il potere benefico di un bagno caldo; quel pomeriggio, infatti, gli operai avevano terminato di aggiustare le tubature e lui voleva essere il primo ad usufruire della ritrovata comodità.

Era sbagliato utilizzare la propria influenza di Caposcuola per fare ciò che piace, ma dopotutto non aveva fatto del male a nessuno, voleva solo rilassarsi, se lo meritava dopo tutti i problemi, i grattacapi e i lavori supplementari che gli erano capitato in quel periodo di Natale…

Questo era il risultato dell’influenza di due pessimi Malfoy come amici.

Non bastava la scuola invasa dagli stranieri, non bastava la Sala Comune e metà del suo dormitorio allagati, dovevano mettercisi anche una affascinante e misteriosa Regina dei Demoni di nome Rago, la scoperta piuttosto sconcertante che uno dei suoi migliori amici era un vampiro, che la sorella di lui, oltre ad essere la ragazza di cui era innamorato, aveva addirittura ucciso quando era più giovane e aveva uno stuolo di ragazzi affascinanti che lei chiamava “fratelli” che sarebbero stati in grado di risvegliare la gelosia dell’uomo sposato alla donna più fedele del mondo.

Non solo aveva scoperto che uno degli studenti di Drumstrang non era un comune essere umano, ma un vampiro (ultimamente erano parecchio di moda, ne incontrava per ogni dove), ma era addirittura il millenario fratello di Rago venuto a cercarla. E poi aveva anche uno strano legame con Gardis.

Poi, a complicare la vita, c’erano Lachlan e Izayoi e una serie di missive da casa decisamente poco ottimiste.

A completare il quadretto una lettera di sua madre: o il mondo sarebbe terminato quel giorno o sarebbe andato avanti ancora mille anni, al di là di quello che dicesse il calendario Maya o la profezia di Nostradamus.

 

La nebbiolina di vapore che usciva dalla temperatura alta dell’acqua era un calmante naturale, ora capiva perché i romani costruissero bagni e terme dovunque, l’avrebbe fatto anche lui, di certo era il modo migliore per sciogliere la tensione e dimenticare le preoccupazioni, scacciando per un po’ i pensieri e abbandonandosi completamente alla pace dei sensi che il dolce cullare dell’acqua, l’odore dell’inverno e il calore riuscivano a risvegliare.

Chiuse gli occhi crogiolandosi nel tepore e avvertì un paio di mani che gli massaggiavano la schiena: mica male quella magia aggiuntiva, poteva quasi credere che fosse vera…

Le mani si spostarono sul collo, probabilmente era un fascio di nervi, sembravano così tiepide e delicate… poi una gli accarezzò dolcemente i capelli, scompigliandoli

-          Ciao – sussurrò una voce piano al suo orecchio con tono caldo e melodioso dalla sfumatura sensuale. Sbarrò le iridi costernato riconoscendo tra mille il tono camuffato del Prefetto dei Grifoni

-          Per la miseria! – urlò afferrando l’asciugamano che stava poco distante e affrettandosi a coprirsi l’inguine prima che il delicato pudore della piccola Malfoy venisse colpito da una visuale della quale aveva deciso di fare a meno ancora per un po’. Gardis era pudica oltre ogni misura e, se possibile, altrettanto svampita da andarsi a cercare l’imbarazzo entrando di soppiatto in bagno mentre un ragazzo si stava lavando: secondo lei stava indossando il completo da ballo?

Una risata cristallina si sparse per la stanza calmano i suoi muscoli tesi

-          Che cosa ci fai qua? – domandò lui vedendo sfumare la possibilità di continuare il suo bagno rilassante a base di riflessioni profonde, visto che sua sorella sapeva leggere la mente altri senza legilimanzia era piuttosto cauto nel pensare troppo in presenza di altri, chissà che quello non fosse un dono solo di Izayoi.

-          Mi hanno detto che hanno finito di riparare i tubi e così sono venuta a provare il nuovo bagno

-          Dovevi proprio farlo mentre c’ero io? Non potevi aspettare che avessi finito? - chiese con aria un po’ petulante

-          Un favore per un favore, no? Dopotutto tu sei stato in quello del Grifondoroeppoi mica posso venire da sola…

-          Quella volta era perché mi avevi chiesto di allenarti per la partita – si giustificò lui dalla memoria improbabilmente minuziosa

-          Già è vero. Pazienza, ormai sono qui… - non sembrava intenzionata ad andarsene

-          Da dove sbuchi fuori?

-          Segreto – sibilò mettendo un dito di fronte alle labbra

-          Credevo che fossi a casa a testimoniare che tuo fratello non avesse violentato o costretto quella povera Ciel Longbottom a firmare il contratto di matrimonio

-          Già, c’ero… fino a dieci minuti fa

-          Non avevi proprio nient’altro da fare? Ehi, aspetta, che fai?

-          Mi sembra ovvio – la testolina bionda sbucò da dietro il paravento con la sua cascata di capelli chiari – mi metto il costume – la frase fu accompagnata da un sospiro disperato da parte di lui

-          Si bagneranno tutti i vestiti se li lasci lì – cercò di dissuaderla con una motivazione razionale, ma un braccio nudo comparve dal separé mostrando una chiave con appeso un numero: era il 19

-          Come fai ad avere la chiave dell’armadietto di Ciel?

-          Un favore per un favore. – quel giorno doveva essere la sua frase preferita - Io testimonio per loro e loro fanno tutto quello che dico – ovviamente si stava ancora riferendo al contratto di matrimonio.

La vide comparire col costume dell’altra volta, prese i suoi abiti e li chiuse dentro lo stipetto che i Prefetti avevano su una delle pareti, spingendo per farci entrare tutto.

Poi si avvicinò al bordo della vasca e percorse i tre gradini bassi che si immergevano piano nel liquido fino a sistemarsi accanto a lui.

Un suono soddisfatto uscì dalle labbra sottili di lei mentre il calore l’avvolgeva, quasi come le fusa di un gatto.

Un altro sospiro, questa volta di lui, pareva quello di un condannato a morte.

-          Gardis, forse non te ne sei accorta, ma io sarei nudo, quindi potresti… stare un po’ più lontano?

 

Le mani di lei, che fino a quel momento stavano armeggiando con pinze e ciuffi di capelli per salvarli dall’acqua si abbassarono istantaneamente e lei rimase immobile, le iridi sbarrate.

Un colorito rosso cominciò a imporporarle le guance finchè il suo viso non fu completamente vermiglio. Gli occhi, uno azzurro ed uno ambrato, si spostarono velocemente da un’altra parte, fissando con un interesse particolare il puntino nero sul soffitto.

 

-          Gardis

-          Sì? – rispose ancora imbarazzata

-          Cosa succederebbe se entrasse qualcuno? – saggia osservazione da parte di uno che in genere si occupa perfino dei minimi dettagli e, come si dice, deve prevedere l’imprevedibile

La mano sinistra di lei si sollevò dall’acqua andando a coprire la bocca “ops” fu tutto quello che riuscì a dire.

Kitt scosse la testa, senz’altro non sarebbe rimasto un bagno tranquillo.

-          Mi dispiace, me n’ero dimenticata

 

Facendo violenza su se stesso si costrinse ad uscire dall’acqua, preoccupandosi di coprirsi prima che lei fosse troppo turbata, poi si diresse verso la porta.

 

Il comportamento esageratamente pudico di Gardis faceva a pugni con la sua dote innata di cacciarsi in situazioni decisamente equivoche. A volte c’era da chiedersi come avesse fatto ad arrivare vergine alla sua età.

 

Un altro respiro profondo. Aprì l’uscio

-          Sto controllando le tubature, quando avrò finito il bagno sarà agibile, potete dirlo ai Prefetti?

Gridò nel corridoio all’indirizzo di un paio dei suoi compagni seduti nelle poltrone della Sala Comune che sporsero la testa e annuirono non troppo sconcertati da quella richiesta.

Rudiger comparve dal nulla facendo cucù e spaventandolo a morte, tanto che rischiò di cadere sul pavimento scivoloso del bagno; il biondo gli fece sorridente ciao ciao con la manina, l’espressione maliziosa del suo volto, però, non gli piacque per nulla, quella pettegola serpeverde aveva qualcosa in mente

-          Tu da dove salti fuori? – gli chiese con poca diplomazia, desiderando solo liberarsi di tutti i rompiscatole e tornarsene al suo bagno tranquillo

-          Faccio la guardia alla porta – rispose con innocenza lo Slytherin mentre i suoi occhi verdi mandavano barbagli

-          La guardia alla porta? – ripetè come se il Prefetto delle Serpi fosse impazzito tutto d’un colpo

-          Sì, ora torna pure ad occuparti delle tubature – e gli sorrise mettendo in mostra una fila di denti perfetti, qualcosa suggerì al moro che Rudiger fosse a conoscenza della presenza lì di Gardis – anzi, se posso darti un consiglio ti direi di occuparti di un paio di “tubature” in particolare, una ha bisogno di essere messa in uso e l’altra ha bisogno di veder scorrere un po’ d’acqua.

Greengrass rise dell’espressione stordita del giovane Black

-          Mi occupo io di insonorizzare la stanza, dopotutto ti devo un favore – e gli strizzò l’occhio - E levati questo coso! – aggiunse afferrando l’asciugamano dai fianchi e strappandoglielo via – non ne avrai certo bisogno!

Senza aspettare che Chris cominciasse a minacciarlo, l’altro gli sbatté la porta in faccia e il moro udì perfino i giri di chiave.

Cominciava ad avere chiaro che cosa avesse in mente quello stupido serpeverde e non era una cosa su cui indugiare visto che Gardis l’aveva implorato con tanto di lacrime agli occhi di aspettare ancora un po’ prima di passare ad uno stadio più intimo della loro relazione…

…già, Gardis… bel problema, come ci arrivava alla vasca adesso? Non poteva certo girarsi bello bello e andare a rituffarsi nell’acqua, come minimo lei avrebbe perso i sensi sconvolta…

Si guardò attorno perplesso alla ricerca di una via di fuga da quella situazione imbarazzante: il primo asciugamano stava impilato sul sedile di una sedia a diversi metri di distanza, se avesse camminato voltandole la schiena forse l’avrebbe salvata da uno spettacolo decisamente più imbarazzante del suo fondoschiena.

 

Mosse un passo di lato con lentezza e udì una risata alle sue spalle: Gardis stava ridendo di lui, bel ringraziamento!.

-          Lo sai che hai proprio un bel sederino? – gli disse sfoderando il tono preferito di papà al mattino, specie quando la mamma si alzava per prima

Bell’affare, lui cercava di risparmiarle la vergogna e lei lo prendeva in giro, ad ogni modo c’erano momenti che la natura tipicamente Malfoy di lei era in netto contrasto con il fatto che fosse candida come un giglio.

-          Non scherzare, Gardis, non sono in vena

Un’altra risata, lei metteva a dura prova il suo contegno da bravo ragazzo, ah, come avrebbe voluto poterlo buttare e farle seriamente vedere che era un autentico Black, altrettanto bastardo…

-          Sei sicuro di non prendere freddo? – continuò impietosa la bionda, sapendo che lui avrebbe fatto tutto il possibile per non scandalizzarla troppo e, chiaramente, lei se la stava ridendo

-          Non approfittartene solo perché sono in questo stato quando sai che lo sto facendo per te, potrei seriamente pensare di dimenticarmene e fare come mi gira… – bofonchiò contrariato

-          Andiamo Kitt, lo so benissimo che non lo faresti mai – scherzò lei mentre le sue risate si propagavano leggere per la stanza

-          Ah sì?

Il tono con cui lo disse non le piacque molto, sembrava quello di un’altra persona.

Pareva decisamente più cattivo e avrebbe avuto notevoli motivi di preoccuparsene se avesse visto le labbra di lui, prima piegate in una smorfia preoccupata e adesso curvate all’insù in un sorriso dal retrogusto sadico.

Molto bene.

Lasciando andare le mani lungo i fianchi, non più a coprirsi, Kitt si voltò tranquillamente verso di lei e fece per raggiungere senza troppi la vasca, dopotutto era lei quella che aveva dei problemi, lui non se ne faceva poi molti a farsi vedere nudo.

 

Gardis cacciò un urletto che le si bloccò in gola uscendole come un gracidio sommesso mentre le mani andavano a coprire la faccia, completamente cremisi e lei si raggomitolava su se stessa.

Appunto, l’immagine dell’innocenza.

 

-          Rivestiti immediatamente! – strillò imbarazzata aprendo un occhio e costatando che la situazione non era migliorata di molto

-          Sei stata tu a volertelo, non dovresti approfittare delle persone e delle loro buone intenzioni – le fece notare rilassandosi nell’acqua senza troppi problemi

-          Sei cattivo

-          Solo ogni tanto… - ammise lui sorridendole mentre, ormai tranquillo e senza fisime, allargava le braccia sul bordo, rimmergendosi nel calore tiepido dell’acqua.

La bionda sibilò qualcosa di inintelligibile prima di levarsi le mani dalla faccia incontrando il sorriso dolce di Kitt: alla faccia dei problemi di personalità! Vide il braccio sinistro disteso sul bordo e fasciato con una benda di cotone piuttosto spessa che lo avvolgeva dal gomito al polso.

-          Che hai fatto al braccio? – domandò perplessa non ricordando incidenti disastrosi

-          Mi è arrivato un bolide questa mattina - si giustificò svelto lui

-          Doveva essere uno di quelli truccati dimenticati dalle serpi – constatò con uno scuotimento del capo lei

-          Come faceva Rudiger a sapere che eri qua? – indagò il moro continuando a tenere gli occhi chiusi, perso nella sia beatitudine, il suo tono però era uguale a quello di sua madre quando scopriva qualche marachella

-          Avevo chiesto a lui quando sono arrivata

-          Che cosa?

-          Dove fossi

-          Come se lo conoscessi da cinque minuti, non aspettava altro che un’occasione ghiotta per ficcare quel suo nasino francese… 

Lei sollevò le spalle incurante della ramanzina, Chris teneva decisamente alla sua privacy.

 

-          Chris, senti… vuoi che mi spogli anche io?

La saliva che il ragazzo stava deglutendo gli andò di traverso e cominciò a tossire, lei sorrise battendogli affettuosamente dei colpetti sulla schiena, era decisamente comico

-          Ma sei impazzita? – le gridò con gli occhi ancora pieni di lacrime – perché mai dovresti fare una cosa del genere?!

-          Beh, così non dovresti sentirti in colpa visto che io ho visto te…

Lui le battè la mano sulla testa come si fa con i cuccioli

-          Gardis, per un ragazzo è diverso che per una ragazza…

-          Sul serio? – la bocca della verità

-          Gardis – cominciò serio – se mai dovessi levarti quei due striminziti pezzi di stoffa che hai addosso, credimi, non penso che potrai ritardare più di tanto l’inevitabile – lei arrossì – oppure devo credere che vuoi provare il bagno dei Prefetti per qualcos’altro? – rimasta senza parole, lei scosse la testa

-          Preferirei qualcosa di più ortodosso – perché la sua mente stava prendendo in considerazione quella cosa?

-          Già, perché nel caso dovrei anche inventarmi qualcosa…

-          No no, non è il caso! – biascicò confusa mentre lui rideva giocando con le goccioline sulle piastrelle

 

Ci fu un momento di silenzio mentre lui sospirava soddisfatto e lei cominciava di nuovo ad armeggiare con i capelli per far sì che non si bagnassero troppo.

 

-          Posso baciarti? – domandò lui all’improvviso spalancando le iridi blu screziate

I capelli di lei si sciolsero completamente, finendo per metà nell’acqua

-          Perché me lo chiedi?

-          Secondo te siamo fidanzati? – indagò lui a sua volta

-          Questa è una domanda a cui non so rispondere – si giustificò lei – forse…

Prima che potesse continuare la frase la bocca di lui andò a posarsi su quella di lei con gentilezza, ma piano piano il bacio si fece più profondo e appassionato e perfino lei, le cui esperienze erano paragonabili a zero, si sentì come trasportare una forza strana e uno strano languore le salì dal ventre mentre il punto dove lui le stava tenendo le mani bruciava come se si fosse scottata.

Impercettibilmente arricciò le dita dei piedi come credeva fosse possibile solo nei libri che lei ed Hestia divoravano.

 

Quando lui scostò il viso aveva il volto tutto arrossato e accaldato e respirava con fatica

 

-          Mi dispiace – si scusò lui – mi sono lasciato trasportare… - aggiunse voltandole la schiena a disagio.

Lei si spostò nell’acqua e gli allacciò le braccia intorno al collo, era un gesto fraterno che aveva fatto parecchie volte e con tante persone, ma questa le sembrava diverso, forse perché, inconsciamente, aveva registrato tutte le differenze dalla volta precedente e, rispetto a quando abbracciava suo fratello, sotto di sé sentiva la schiena di un ragazzo, ma non la pelle gelida e distante di un vampiro che lo contraddistingueva.

-          Dobbiamo imparare tutti e due – rispose con filosofia - … non mi è dispiaciuto.

Lui si voltò tra le sue braccia e la strinse con forza contro di

-          Sei così fragile e indifesa – mormorò quasi che tra le mani stringesse una bambola di porcellana.

Lei rabbrividì impercettibilmente a quelle parole. Era la persona meno indifesa del pianeta…

 

Gardis si sciolse dall’abbraccio e lo guardò con aria seria, le sopracciglia si abbassarono

-          C’è una cosa che devo dirti – per un momento fu tentata davvero di confessargli di essere lei la portatrice dello spirito di Rago, ma si trattenne – forse dopo di questo non vorrai avere più a che fare con me, non è una cosa bella. Ha a che fare col mio essere indifesa. Non sono debole, so proteggere me stessa da sola, hai capito?

La testa scura fece impercettibilmente segno di sì senza capire davvero molto di quel discorso.

-          Kitt – prese un respiro e spalancò gli occhi – una volta, quando ero più piccola, io ho ucciso una persona

A differenza di quanto si sarebbe aspettata, lui non ebbe reazioni particolari né esagerate, eppure ne aveva tutte le ragioni visto che era più o meno fidanzato ad un’assassina

-          Lo sapevo – ammise lui rendendosi conto che non riusciva a respingere gli occhi bicolori di lei che gli leggevano l’anima – tuo fratello me l’ha detto…

Beh, se non altro capiva perché non fosse così tanto stupito

-          Non preoccuparti, non mi ha detto perché, ma sono certo che non l’hai fatto apposta

-          Invece sì – gli occhi blu di lui si spalancarono – non l’ho fatto per cattiveria, ma… ecco… ho perso il controllo. Lui stava per uccidere una persona a cui voglio molto bene

-          Avrai avuto le tue motivazioni – Kitt cercava sempre di trovare il lato buono delle cose, ma senza le altre informazioni che gli aveva precluso, e con quello che stava per dirgli, non è che se ne potessero vedere molti…

-          Non sono pentita di quello che ho fatto. – mormorò – Tu mi hai detto che non vuoi farmi del male tenendomi con te, ma quando verrà il momento di dirci addio, e so che ci stai pensando anche tu nonostante manchino parecchi mesi, tieni conto che so come si bada a se stessi più di quanto tu possa credere. Anche io ho dei segreti che non ti ho detto.

-          Mi vuoi dire come è andata?

-          Lui ed altre persone si erano infiltrate in casa nostra, avevano un piano

-          Ladri?

-          No. Mangiamorte.

Christopher rabbrividì a sentire quella parola. Così familiare e, allo stesso tempo, così… distante e proibita.

-          Non mi vuoi più vedere adesso?

-          Ma che cosa dici… - la strinse per le spalle e la attirò contro di sé appoggiandole la testa sulla sua. Traditori e assassini andavano sempre d’accordo. Gardis non sembrava troppo sconvolta da quello che gli aveva rivelato, piuttosto dalla sua vicinanza svestito ,visto che era di nuovo arrossita e che tastava il suo petto come se fosse cosparso di mine pronte a tagliarle le mani.

-          Non mi vuoi cacciare via?

-          No

-          Però non pensare più che io sia una piccola bambolina indifesa, chiaro? – il suo tono era perentorio, ma la sua espressione decisamente più adatta ad un esserino col vestito d’organza e il viso di porcellana.

-          Ma se sei così piccola e graziosa

-          Non scherzare

-          E anche stupidina. Non ti hanno insegnato a non fare certe faccette buffe quando sei in una vasca con un ragazzo nudo? – alla parola nudo una nuova ondata di rossore le colorò le guance. Ancora! Doveva smetterla di arrossire peggio di sua madre

-          Sei magro, Kitt – constatò mentre, timidamente, lo abbracciava avvertendo il contatto della sua pelle contro la propria e la forma delle ossa sotto le sue mani incerte – dovrò dire a Dishman di nutrirti meglio

-          Io invece dovrò dimezzarti la razione del pranzo – commentò lui scostandosi con un bel sorriso sulle labbra – qua davanti sei anche troppo in carne – e il polpastrello si fermò sulla punta del seno che si intravvedeva dalla stoffa del costume. Il colorito vermiglio si propagò dalla radice dei capelli fino al collo rendendola letteralmente fumante. – e smettila di arrossire come una verginella, come se non avessimo combinato di peggio…

-          Ah, sentitelo! – bofonchiò arrabbiata – come se io vergine non lo fossi più…

Lui si strinse nelle spalle e fece per alzarsi in piedi, poi ci ripensò e tornò nell’acqua

-          Prima le signore, non vorrei mai offendere il tuo pudore da verginella

-          Smettila di parlare come mio fratello!

-          Sbrigati ad uscire – e le diede una pacca sul sedere

-          Ma sei sicuro di essere la stessa persona di una settimana fa? – chiese costernata dal suo gesto, decisamente da Black, ma ben poco da lui…

Afferrando un telo dal supporto, si andò a nascondere dietro il paravento mentre lui ridacchiava del suo imbarazzo e, uscendo a sua volta, si asciugava in un altro asciugamano che aveva posato non molto distante dalla sua divisa di Corvonero con il bordo della camicia rifinito di blu e argento.

 

Passò rapidamente una mano su uno dei vetri appannati della finestra e, dopo essersi infilato la biancheria e i pantaloni si lasciò cadere sopra una delle sedie a torso nudo continuando a passarsi il telo di spugna tra i capelli per asciugarsi; emise un sospiro soddisfatto mentre il silenzio calava finalmente nella stanza e Gardis si cambiava, il tramonto ne tracciava la sagoma minuta sulla parete opaca del divisorio in controluce.

-          Gardis – disse all’improvviso rompendo l’atmosfera – credo di doverti parlare di Hestia – annunciò riflettendo se rivelare alla bionda che una delle sue migliori amiche aveva una relazione ben più che fraterna con un parente di sangue piuttosto stretto.

-          Hestia? – ripetè lei affacciandosi e lasciando spuntare un po’ della stoffa a fiorellini del reggiseno

-          Sì – lei riflettè che anche la maggiore dei gemelli Potter le aveva accennato riguardo qualcosa su Kitt, forse era il caso che si mettesse a sciogliere quella matassa

-          Dimmi pure

-          Riguarda lei e Jeff  - la testa bionda tornò a scrutarlo dal bordo del paravento e parve farsi seria per un po’, poi annuì e attese che ricominciasse – l’altra sera erano tutti e due di ronda

-          Ma non c’era Maller? – chiese ricordando a menadito le ronde delle ultime tre settimane

-          Ho scambiato il suo turno con Weasley perché Hestia mi aveva pregato di non lasciarla sola assieme con lui dopo il modo in cui si erano lasciati.

-          Non ne sapevo niente dello scambio, però non si sono lasciati bene, Maller era un porco, Hestia ha fatto bene a dargli dei giri e a mandarlo per la sua strada

-          Ad ogni modo gli ho cambiato il turno, poi, verso l’una, stavo facendo un giro per i corridoi…

-          E cosa ci facevi a quell’ora per la scuola? Il coprifuoco è alle undici

-          Parla quella che sta alzata con me fino alle due di mattina

-          Dacci un taglio che è accaduto?

-          Ho visto la tua amica Hestia e Jeff. Si stavano baciando

-          CHE COSA?!? Non avrai visto male?

-          Assolutamente. E loro hanno visto me

-          Hestia? E Jeff? Ma è assurdamente impossibile! Si beccano come galline, quasi come me e Leonard! E poi sono cugini!

-          Appunto

-          In che senso appunto?

-          Quello è l’unico problema. Per loro quello è l’unico problema.

-          Cazzo…

-          Gardis… - la rimproverò per il vocabolo poco adatto alle sue labbra

-          Merda?

-          Smettila.

-          Sono cugini! Nel senso… nel senso che la madre di Hestai e il padre di Jeff sono fratelli! Certo anche io so cosa significa, beh, veramente no perché cugini non ne ho, sai papà non ha fratelli e la mamma è già una fortuna che i nonni hanno deciso di farla nascere, però, beh, insomma, ecco, sì, ho molti fratelli acquisiti! Ad ogni modo, se si sono innamorati a me non importa… certo, è strano, sono come fratelli, però… cribbio sono cugini! Nessuno li approverà mai! Non possono sposarsi! Non possono fare figli! Ronald ammazzerà suo figlio, piuttosto, e zia Ginny vorrà la pelle di Hestia, sembra Terminator quando è arrabbiata!

-          Magari è una cosa passeggera

Davanti agli occhi di Gardis passarono le immagini di Hestia e Jeff assieme degli ultimi dieci anni. Il 90% delle volte stavano gridandosi qualcosa di poco carino e politicamente scorretto con tutta la voce che avevano in corpo, però… c’era quel 10% che, ora che lo rammentava, pareva essere costellato da gesti di affetto un po’ sospetti e sguardi e sorrisi decisamente fuori luogo.

No, non c’era alcuna possibilità che fosse una cosa temporanea, se erano arrivati a tanto avevano fatto entrambi i loro conti, non erano così imbecilli da baciarsi in un corridoio se non fosse stata una cosa di cui non erano convinti al 1000 per 1000, non avrebbero rischiato, soprattutto riflettendo sul fatto che erano parenti.

-          No… ne sono sicura

-          Che farai?

-          Che devo fare? Ne parlerò ad Hestia

-          Credo si aspetti che tu le chieda qualcosa in proposito – Gardis annuì

-          Non posso volere male a due miei amici, se vogliono amarsi possono farlo, non sono bigotta

-          Bene. Ma non sarà facilissimo

-          No, sarà una merda!

-          Gardis… ma se volessero… se decidessero di…?

-          Sono stata zitta quando Karen voleva farsi mio fratello, credi che farò qualcosa di diverso? Come minimo li aiuterò pure, mi conosco, sono una Malfoy snaturata!

-          Beh, l’importante è che siano convinto loro

La bionda annuì e tornò ad infilarsi i vestiti.

 

-          Sai dovresti cambiare biancheria – se ne uscì all’improvviso lui abbottonandosi con lentezza i pomelli della camicia

-          Biancheria? – Gardis credeva di aver capito male, aveva sentito quella parola in bocca a lui a malapena una volta all’anno e sempre in contesti molto meno espliciti di ora (ovvero riferendosi alla biancheria del letto) – perché mai?

-          La tua è un po’ infantile…

-          Hai qualcosa contro le mie mutandine? – chiese accigliata

-          Per carità, le conchigliette sono molto graziose, ma quale ragazza le indosserebbe dopo essere stata un’ora in una vasca con un ragazzo nudo? – il suo fare allusivo non le piaceva

-          Non è successo niente di drastico. Non dovrei preoccuparmi

-          Trovo che il nero ti donerebbe di più, ma il mio preferito è il color caffè  - ammiccò con un sorriso

-          Non siamo ancora arrivati al punto da dettarmi le tue preferenze circa cosa devo indossare sotto i vestiti, non dovresti neppure vederla!

-          Allora evita di venire a trovarmi mentre faccio il bagno. E di mostrarmela.

-          Io non ho fatto niente! – protestò sconcertata ricordando di essersi curata ben poco di coprirsi, forse aveva ragione… male, non andava bene quando era lui ad avere ragione.

 

Irritata lei gli voltò le spalle mentre lui rideva e si diresse alla porta, dopo essersi rivestita

-          Greengrass, sto uscendo! – sbraitò contro l’uscio con la bacchetta in pugno – se non muovi il culo da lì buttò giù la porta, sono stata chiara?

Udì le mandate della porta scattare e la faccia del serpeverde comparve nello spiraglio

-          Francamente speravo di trovarti di umore più conciliante

-          Perché, che favore ti serve?

-          Ho bisogno di un favore per vederti felice?

-         

-          D’accordo, sai quei compiti della Sprite del quarto anno…

Il Prefetto del Grifondoro lo oltrepassò con sdegno, Kitt mise all’amico una mano sulla spalla e scosse la testa

-          Strano, non c’è traccia di sangue

-          Volevi che l’ammazzassi? – domandò perplesso

-          Ve la giocate in quanto a ingenuità, io e te dobbiamo fare due chiacchiere… da uomini – aggiunse vedendo la sua aria perplessa e lo trascinò via

 

*          *          *

 

Gardis arrivò di pessimo umore nella Torre dei grifoni, sbatté l’uscio, fece sussultare i suoi compagni seduti in Sala Comune che sapevano che il suo cattivo umore poteva portare ad un regime totalitario stile Ceausescu, poi si diresse su per le scale a passo marziale mentre i tre ragazzi tiravano un sospiro di momentaneo sollievo: la loro ora non era ancora giunta.

 

Un conto era tuo fratello che ti dà della bambina e un conto è che il ragazzo che ti piace e con cui “forse” sei fidanzata critica la tua biancheria. Urgevano misure drastiche.

 

-          Hestia! – gridò spalancando la porta della sua stanza. La mora abbassò il suo libro e la fissò – ho bisogno di un favore

Senza un’altra parola la maggiore dei gemelli chiuse di scatto il volume e le dedicò tutta la sua attenzione, Gardis e i favori andavano d’accordo solo in ordine inverso.

-          Che ti serve?

-          Devo andare a fare shopping – mormorò sedendosi sul letto accanto a lei sulla coperta coi fiorellini tipo tappezzeria

-          E che ti serve? – domandò la ragazza dagli occhi verdi mentre questi sbrilluccicavano: era estremamente raro che Gardis decidesse ad andare a fare del comune shopping e soprattutto che esigesse la sua compagnia, in genere i suoi acquisti si limitavano a capi piuttosto semplici che comprava da sola perché i loro gusti non andavano molto d’accordo

-          Voglio comprare della biancheria, il mio cassetto necessita di un restyling… e ho bisogno di te.

-          Magnifico… - la vena sadica di Hestia stava prendendo il sopravvento sulla sua parte pensante – è bello vedere che stai diventando una donna…

Gardis arrossì e inveì contro le brutte abitudini di sua madre, suo padre non aveva mai imparato ad arrossire.

-          Hai bisogno di una consulenza? – le sopracciglia scure si sollevarono, era chiaro che la risposta era SI

-          Qualcosa del genere. Ma ho qualcosa in mente

-          Foggia?

-          No

-          Modello?

-          Neppure

-          E cosa?

-          Colore

-          Che colore?

-          Caffè

Il sorriso si allargò sulle belle labbra della Potter

-          Tu mi sorprendi. Ma ce la farò… - e le battè melodrammaticamente la mano sulla spalla, poi la sua espressione cambiò – Black ti ha detto niente su di me?

-          Sì – i suoi occhi s’incupirono e lo stesso fecero quelli di Gardis – ma questo non è il momento di parlarne – e le accarezzò la testa – questa sera alle dieci, in camera mia.

-          Pro o contro? – indagò ancora la mora, la bionda si strinse nelle spalle

-          Non puoi chiedermelo stasera? Non ho avuto neppure mezz’ora per abituarmi all’idea…

-          Adesso!

-          Facciamo pro

-          Alle dieci, eh? Ci sarò – sorrise e la salutò tornando al suo libro come se niente fosse stato – ora dove vai?

-          Ho comprato uno smalto color rame e voglio provarlo

-          In tinta con le tue idee?

-          Come sempre – Hestia sorrise con fare materno; molti dicevano che fosse la copia sputata di sua madre, ma… forse no, in quell’ultimo periodo si sentiva come suo padre.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: eccoci e ben ritrovati! È un po’ che non ci sentiamo, vero? Mi dispiace moltissimo per il ritardo, ma non ho assolutamente avuto il tempo di aggiornare la fic domenica scorsa, tra un po’ tanto valeva che mi lanciassi direttamente al prox weekend, dopotutto mancano solo un paio di giorni…

In realtà questo capitolo non necessita di grandi cose da dire, dovevo solo districare un pochettino la situazione di Hestia e Jeff e spiegare perché lei fosse così sulle spine la notte di Capodanno quando era assieme a Kitt.

Con questo vi saluto, spero davvero che il chappy vi piaccia e aspetto le vostre recensioni e le vostre opinioni! Un bacio a tutti e scusatemi se anche questa volta devo saltare la fase dei ringraziamenti, sono certa che molti di voi capiscono… non c’è mai tempo sufficiente per niente, una cosa dietro l’altra che si rincorrono, questo fine settimana, se ho tempo e la luna girata dritta, spero di riuscire a scrivere il finale della storia.

Ad ogni modo sappiate che siete stati davvero meravigliosi, tutti! E grazie infinite per le recensioni, sono stupende, quando le leggo non riesco davvero a smettere di scrivere fanfic e spero che, se a me piace scriverne, a voi piaccia leggerne.

Ciao e a prestissimo, questa volta cercherò di non fare ritardi… ma ci pensate che il prossimo aggiornamento cadrebbe proprio dopo Natale? Wow, non mi sembra quasi che lo sia già… beh, gli auguri alla prossima, ancora bye!

Nyssa

 

PS: un saluto particolare a Kri che parte per una delle sue follie ^_^ non preoccuparti, tutte ne facciamo.

 

PS2: un appunto per Akiko: mi daresti ripetizioni di latino?

   
 
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