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Autore: lallab    25/03/2015    0 recensioni
Un passato doloroso, una ferita curata male, che solo l'amore, quello vero, può guarire, un'amicizia che salva dalla pazzia, dai demoni interiori, una famiglia dolce, attenta e unita, che aiuta a crescere... piccole grandi follie, commesse tra le pagine di un libro che racconta una perdita, una perdita che non si augura a nessuno, specie ad una ragazza di appena diciotto anni. Josh con la sua dolcezza, la sua armonia, riuscirà a portarla lontano dal mondo di ombre, nel quale Cecilie si è rifugiata...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scendo dalla macchina e assaporo l’aria calda di Los Angeles, mando un messaggio a Josh che sta girando
delle scene per un film e guardo casa mia, finalmente, prendo le chiavi e chiudo il cancello da lontano, entro
silenziosa, l’odore della vernice mi riempie il naso, guardo il salotto dipinto di grigio caldo con la frase “Dream”
scritta in nero, il divano di pelle nera, di fronte al televisore schermo piatto e un caminetto elettrico, entro nella
mia immensa cucina e sorrido guardando la quantità illimitata di oggetti, che mi ha sistemato la donna delle pulizie,
assunta da Osvaldo, prendo le valigie e le porto al piano di sopra, apro la porta della stanza e sorrido, una
stanza bianca, con le immagini delle Hawaii appese al muro, sorrido e poso la valigia sul letto, inizio a disfarla e a
mettere le cose nell’armadio, uno squillo al cellulare
–ehi, nano-rispondo, lo sento ridere
–grazie, Naomi Campbell!- alzo gli occhi al cielo
–sono comunque più alta di te Josh,dimmi tutto- apro la finestra, poi vedo un tizio in canottiera gialla su una moto nera
che ringhia appena fuori il cancello di casa mia
–ma ti vedo!- dico sventolando la mano, lui ride
–sì anche io ora! Non sapevo come farti aprire il cancello blindato della Casa Bianca, qui- scoppio a ridere e scendo di corsa
– non ho ancora il citofono! Scusa!- esclamo attaccando, faccio scattare il cancello e apro la porta aspettandolo sulla soglia a braccia incrociate.
-Allora, cosa ti porta qui? Non avevi le scene da girare?- chiedo posando una caraffa di the ghiacciato
alla pesca sul tavolino del soggiorno, lui allunga le gambe
– beh primo: dovevi vedere il mio nuovo  bolide, secondo: oggi prove con le comparse, terzo: ho una pausa
di due settimane per problemi tecnici quindi sono tutto dedicato a te oggi, contenta?- sorrido e gli verso del the
–certo! Guarda, devo appendere due quadri e devo sistemare le cose nell’armadio, sei davvero il benvenuto- la sua faccia sbianca e scoppio a ridere.

–No, è storto, più a sinistra- sorrido, mentre fisso i muscoli di Josh contratti per lo sforzo
–certo che Hunger Games ti ha fatto bene, Clapton Davis non era un gran macho- si gira, scioccato
–hai visto i miei film?- sorrido
–certo! Tutti, sennò chi interpreterà il protagonista maschile, nell’adattamento cinematografico del mio libro?- domando
in tono enfatico, lui molla il quadro e salta giù dal letto, mi stritola in un mega abbraccio 
-sei sicura?- mi guarda
–oh yes baby, ma appendi quel quadro, che stasera ti porto a cena fuori- guardo la sua faccia
–andiamo con il tuo bolide, okay- annuisco sconfitta, lui sorride soddisfatto.

Scendo dalla macchina per entrare da Starbucks e prendere il mio cappuccino e un donut, mi giro perché sento dei
rumori fastidiosi e un migliaio di flash mi inondano, mi copro gli occhi ed entro nella caffetteria. Mentre mi avvicino al bancone
dietro la fila chilometrica, cerco un modo per uscire da lì con i bulbi oculari non fritti dai flash, fisso il barista e mi
viene l’illuminazione, appena arriva il mio turno mi chino verso di lui
–scusami, senti, qui fuori è pieno zeppo di giornalisti, non è che mi potresti aiutare? Hai qualcosa da prestarmi per
non farmi notare? Magari torno po
meriggio a prendere l’auto, va bene?- gli dico allungandogli una banconota
da cinquanta dollari, sgrana gli occhi
–no, non mi devi pagare, credo di capire il guaio … allora aspetta un minuto … Brad! Brad!!- fa cenno ad un suo collega
–mi sostituisci qui un minuto?- Brad  fa cenno di sì e il ragazzo mi chiede di seguirlo nel retro, entro e mi ritrovo in una stanza
bianca e verde con una sfilza di armadietti verdi e un tavolo enorme bianco circolare con lo stemma di starbucks al centro,
seguo il tipo
–quella è l’uscita secondaria -dice facendo un gesto frenetico verso una porta verde scura
–vediamo per la trasformazione, allora ho una felpa con il cappuccio, può andare?- mi chiede fissandomi perplesso
–sì, sì perfetto- sorride raggiante
–come ti posso ringraziare?- chiedo timorosa
–con un autografo?-dice quasi con paura, sorrido e mi porge un quaderno
–come ti chiami?- chiedo, aprendo una penna
–Nathan – sorride
–allora … A Nathan per questa salvata epocale, grazie mille: Cecilie Sanders – scandisco bene, appena finisco gli do penna, 
 quaderno e un bacio sulla guancia, si tocca il viso stupito
–grazie- sussurra, gli faccio l’occhiolino ed esco dalla porta.


Una settimana dopo:  Appena rientro dallo jogging suona il telefono
–pronto?- chiedo con il fiatone
–Cecilie! Si può sapere perché sei sui telegiornali?- la voce di O.J. mi perfora il timpano come un razzo
–cosa?!- prendo il telecomando e accendo sulla CNN la mia foto, di starbucks, oh cielo, gemo e mi butto su
uno sgabello della cucina, che pizza, ora anche andare a prendere un cappuccino in santa pace è diventato difficile.
Il giorno seguente esco con Josh che è in pausa, prendo la macchina e mi avvio verso Beverly Hills, mentre guido
accendo lo stereo e parte “Empire State Of Mind” di J-Z e Alicia Keys, mi piace un sacco, perché New York, ma in generale
  l’America, è il paese dei sogni che diventano realtà. Scorgo Josh, che aspetta davanti ad una gelateria, appoggiato alla moto,
suono il clacson e lui sventola la mano e mi viene incontro, sto cantando quando apre lo sportello
–wow grande cantante anche, che altri talenti hai?- sorrido
–tanti, Josh, davvero tanti- si mette comodo sul sedile, mettendosi meglio gli occhiali ray-ban che gli coprono il viso,
si gira verso di me che lo fisso
–che c’è?- sorride
–è che tra un po’ mi dovrò camuffare anche io- dico mettendo in moto
–sì ho visto.. dai è uno degli svantaggi di essere famosi, benvenuta tra noi- dice dandomi in buffetto sulla gamba,
scuoto la testa dando un colpo di acceleratore.
-Come mai qui?- dice Josh sdraiandosi sulla coperta
–perché non ci verrà a disturbare nessuno- inclina leggermente la testa
–l’ho comprata..- inizia a ridere
–e perché avresti comprato un terreno?- mi imbroncio
–non l’ho comprato per me, ho fatto un’ opera buona, la dovevano ricoprire di cemento e farci una specie di clinica estetica- alzo le spalle
–sei così naturalista- mi dice con falsa ammirazione Josh
–prendi in giro?- gli tiro una ciliegia in faccia
–ehi!- si alza e iniziamo una vera e propria guerra.
Nel pomeriggio resto sdraiata al sole con la canottiera tirata su, assorbendo tutto il sole che posso,
mentre lui dormicchia con la testa sulle mie gambe.
 –Ti manca?- chiede ad un certo punto, sono seduta con la testa di Josh sulla coscia, smetto di toccare i suoi capelli
–chi?- lui si tira su, si gira e si mette in ginocchio, mi fissa negli occhi
–Riley- apro la bocca, abbasso la testa
–i..io non lo so … lui, è parte di me, credo che sia con me in ogni momento, a volte lo sento, davvero, la sua voce, la sua risata,
io gli parlo, a volte trovo le risposte, e penso che sia stato lui ad aiutarmi ad uscire dagli impicci che creo, so che è una cosa stupida.
Io lo amavo- mi fisso le mani, timorosa
–e ora?- mi chiede, alzo lo sguardo, aggrotto le sopracciglia
–ora cosa?- domando dubbiosa, lui mi fissa
–ora … lo ami, ora?- sorrido debolmente, piego la testa e mi sistemo i capelli, non so dare una risposta
–non lo so, lui, ormai … voglio dire …- non faccio in tempo a finire, Josh annulla la distanza dalle nostre labbra,
preme il suo corpo contro il mio, mi distendo, lui sopra di me, prendo tra le dita i suoi capelli e ci gioco, piego un ginocchio
e lui si sistema, tra le mie gambe. Ci fermiamo per riprendere fiato, lo guardo, sono rossa come una ciliegia, mi sorride
–sei bellissima- mi mette in testa la corona di foglie che ho fatto prima,  abbasso lo sguardo
–credo … di provare qualcosa di forte verso di te- mi alza il viso.
Corro a più non posso, mi sto allontanando, devo andarmene, sto per soffrire di nuovo, mi piego in due dalle fitte alla milza,
scoppio a piangere, mi siedo sul ciglio della strada, metto la testa sulle ginocchia e singhiozzo; ho lasciato Josh al terreno,
manca poco perché mi raggiunga, devo trovare le parole da dirgli, io non so se lo amo, non so se voglio una storia, non sono
sicura di essere una persona che merita di essere amata, sono orribile, ma non voglio soffrire. Mi alzo, inizio a camminare
verso il centro, dopo qualche secondo, il suono del clacson mi fa sobbalzare, Josh scende al volo
–che succede?- senza parole, mi fiondo tra le sue braccia, inizio a singhiozzare, mentre cerca di calmarmi, mi prende il viso tra le mani
–se tu non vuoi, sono disposto ad esserti amico, certo aspettati molti complimenti- sorride, chiudo gli occhi,
-io anche credo di provare qualcosa per te- apro gli occhi, le lacrime vengono asciugate dai suoi baci, mi stringe, mentre mi sfogo,
lasciandomi baci tra i capelli, consolandomi con parole dolci.



Siamo arrivati al fatidico momento, si sono detti qualcosa!!! Come state? fatevi sentire vi prego! anche un semplice "fai schifo"
va bene, mi interessa sapere se vi sta piacendo la storia!! Aspettando le vostre recensioni, mi eclisso e vi saluto, un bacione!!! 
                                                                                                    XOXO Lallab

  
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