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Autore: LadyStoneheart93    25/03/2015    3 recensioni
Harry sentì il cuore battergli all'impazzata. Il suo cervello si era ridotto ad una poltiglia di neuroni mal funzionanti.
Aveva sognato quel momento, oh Merlino se l'aveva sognato... Era stato il suo desiderio per anni, custodito nel suo cuore gelosamente.
-mah…-
-Si-
-tu…-
-…esatto-
-…Papà?!-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, James Potter, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo I
 
 
La porta si aprì sbattendo contro il muro di quella lugubre stanza della stamberga strillante.
Harry e Hermione si precipitarono dentro, raggiungendo Ron che stringeva tra le mani Crosta. Solo poche parole riuscì a balbettare il rosso, parole che furono quasi incomprensibili al mago e alla strega che solo pochi minuti prima, si erano gettati all'inseguimento di quel grande cane nero ed avevano affrontato il platano picchiatore.

 
- Harry lui non è un cane ma un animagus!-
 
la porta si richiuse dietro di loro provocando un sinistro cigolio.Dietro di essa apparve una figura scarna, con occhi grigi che sporgevano grazie alla magrezza del viso.
I capelli gli ricadevano in una massa aggrovigliata di ricci fino alla spalla. A coprire quel mucchio di ossa ambulante, una sporca maglia a righe con tanto di pantaloni abbinati.
Hermione si frappose tra Harry e il famigerato Sirius Black, aprendo le braccia e divaricando leggermente le gambe.
la voce della giovane strega era forte e chiara, minacciosa contro quella figura, provocando un leggero eco a causa delle pareti semispoglie della stanza.
 
-Se vuoi uccidere Harry dovrai uccidere prima me!- tuonó Hermione
-No... solo uno morirà questa notte! - ribatté Sirius.
-E QUESTO SARAI TU! - urló Harry.
 
Solo una frazione di secondo, ed Harry estrasse la bacchetta scagliandosi contro Sirius che cadde di spalle sul pavimento.

Hermione si gettò nella loro direzione ma un uomo spuntato dal nulla la bloccó sfilandole con forza la bacchetta dalle mani, spostandola vicino Ron, per poi avvicinarsi ad Harry e Sirius. Prese il giovane grifondoro con dolcezza, posando le mani ai lati delle sue spalle. Harry notò che quelle mani non erano minacciose, anzi, aveva come la sensazione di conoscere quel tocco.
L'Uomo misterioso staccó il bambino sopravvissuto da Black, tenendo ben strette le mani intorno alle spalle del ragazzo.
Harry si voltò velocemente, le gambe quasi gli vennero meno incontrando quei capelli castani intolleranti alla spazzola, e due occhi nocciola con venature d'orate all'interno, nascosti dietro un paio di lenti rotonde.
All'altezza del mento nasceva una cicatrice che si fermava poco sopra il labbro superiore e gli angoli della bocca si arricciarono in un sorriso dolce. Le labbra si schiusero lasciando uscire parole impregnate di un tono amorevole e paterno.
- l'ultima volta che ti ho visto non sapevi stare sulle tue gambe senza che io o tua madre ti mantenessimo - 
Harry sentì il cuore battergli all'impazzata. Il suo cervello si era ridotto ad una poltiglia di neuroni mal funzionanti.
Aveva sognato quel momento, oh Merlino se l'aveva sognato... Era stato il suo desiderio per anni, custodito nel suo cuore gelosamente.
 
-mah…-
-Si-
-tu…-
-…esatto-
-…Papà?!-
 
Il sorriso di James Charlus Potter si allargó, gli occhi nocciola diventarono lucidi e iniziarono a pizzicargli. Esattamente come Harry, anche lui aveva sognato per anni quel momento.
 
-hai gli stessi occhi di tua madre, figliolo-
 
 
[-------------]
 
 
 
 Tick, Tock, Tick, Tock,
Il rumore delle lancette dell'orologio bianco sopra la porta, andava in sincrono con il respiro sereno e ritmico, della giovane figura stesa sul piccolo lettino situato al quarto piano del San Mungo.
Dodici anni erano passati da quando l'ospedale dei maghi aveva accolto quella giovane per un male ancora ignoto. All'inizio pensavano a qualche fattura, ma le condizioni della giovane peggioravano di giorno in giorno fino a che, non si addormentó e da lì mai più svegliata.
una tale disgrazia pensavano in molti, aveva solo 17 anni quando fu avvolta in quel sonno anormale.  Qualche anno fa i medimaghi hanno alzando le mani annunciando che bisognava solo sperare in un miracolo, poiché la magia non aveva soluzione.
 
-...Aurora, incuriosita dallo strano oggetto che stava usando la vecchia, chiese se le poteva essere insegnato ad usarlo... -
 
La ragazza tra molti visitatori, ne aveva uno abituale. Un uomo sui trentatre anni, capelli nel biondo miele che con le punte gli toccavano le spalle, un viso dai lineamenti severi. Sotto un paio di confetti biondi, si nascondevano due iridi azzurre, che si muovevano in base ai righi posseduti dal libro che reggeva tra le mani, e che prendevano forma dalla voce calda di quest'ultimo.
 
-La vecchia, il cui viso oscurato dalle rughe fu scosso da un impercettibile sorriso maligno, acconsentì alla richiesta della principessa, passandole il fuso...-
 
Jhonatan Archibald Moody. Era questo il nome di quel giovane mago che ogni giorno arrivava alle 14:00 e andava via alle 18:00, leggendo un libro di fiabe, cominciandone un'altro ogni volta che finiva il precedente.
Quella sera, toccava evidentemente alla Bella Addormentata.
 
-...Aurora avvicinó la mano al fuso, la vecchia le punse il dito con l'ago e Aurora cadde immediatamente in un sonno profondo...-
 
perché lo faceva?
Non lo sapeva neanche lui a dire il vero. Alcuni medimaghi gli avevano detto che parlarle, oppure farle sentire una voce familiare, poteva aiutare.
 
-... una grande foresta di rovi apparve a protezione del castello, quello strano sonno colpì l’intero castello della principessa. Solo il bacio del vero amore avrebbe risvegliato Auro...-

-Dimmi un pó ragazzo ti stai rammollendo?-
 
A quella voce, Jhon fermó la lettura e per poco non non rischió di cadere dalla poltroncina su cui era comodamente seduto.
 
-se ti vedo fare la maglia come le nonnine giuro sulle mutande flosce di Merlino che ti faccio fuori!-
 
John chiuse il libro posandolo sul comodino posto di fianco a lui.
 
- difficile papà, corro più veloce io e non ho un arto di legno
 
Tutti sapevano che Malocchio Moody non era l'incarnazione paterna per antonomasia, ma ciò che non sapevano, è quanto il rapporto che avesse con il suo unico figlio fosse speciale.
Certo, si imprecavano a vicenda, era molto più probabile un apocalisse di peluche giganti invece di vederli scambiarsi qualche smanceria padre-figlio, ma entrambi avrebbero venduto l'anima l'uno per l'altro.
Quelle piccole provocazioni di Malocchio, altro non erano che un vano tentativo di distrarre il figlio dalla giovane addormentata.
Malocchio fece qualche passo avanti, stringendo la presa sul bastone che usava per camminare.
Una gamba sola e l'altra di legno non erano l'ideale per l'equilibrio.
 
-difficile papà un corno mammoletta! Sapevo che non mollavi la speranza ma non credevo ti fossi ridotto a tanto-
 
-a lei piacciono-  si limitò a dire alzando gli occhi in quelli del padre. Se Malocchio avesse avuto ancora tutti i pezzi del corpo, non c'erano dubbi, che suo padre sarebbe sembrato il suo ritratto della vecchiaia.

 
-come mai sei qui? Di solito il tuo turno è quello della mattina... -continuó Jhon con calma.
-ti sostituisco! Kingsley ha mandato un Patronus, ci sono delle tracce di Sirius Black, è richiesta la tua presenza -

Malocchio si accorse della stretta di pugni di suo figlio. Osservò per qualche momento Jhon con entrambi gli occhi, e in quel momento desiderava ardentemente che il suo occhio magico potesse leggere i pensieri del suo ragazzo.
 
-va e non fare cazzate ragazzino!-
 
 
[-------------]

 
Semplicemente, James non aveva resistito.
Non appena Harry lo aveva chiamato papà e lui gli aveva dato conferma di ciò, il malandrino aveva stretto suo figlio in un abbraccio. Non gli importava delle conseguenze, Harry poteva non credergli, odiarlo, staccarsi da lui… ma anche per un solo secondo, voleva riassaporare quella sensazione che non provava da dodici anni.
La sensazione di essere padre, e di stringere un batuffolo rosa… anche se cresciuto.
Sirius si rimise a sedere sul pavimento, massaggiandosi la nuca. Hermione guardava esterrefatta la scena mentre Ron cercava di calmare un Crosta decisamente troppo esuberante.
Nessuno dei tre, a parte il topo, aveva il cuore di interrompere quell’abbraccio, abbraccio cui Harry, anche se inizialmente colto alla sprovvista, rispose con forza.
Nessuno gli dava la certezza che quell’omone  identico a lui eccetto per gli occhi e la cicatrice fosse suo padre. Semplicemente come James, voleva godersi quel momento di sogno… voleva provare per una volta ad essere amato da un padre, prima che la realtà piombi dinanzi a loro.
James scostò la guancia dalla testa disordinata di Harry, incontrando nuovamente i suoi occhi, gli occhi della sua dolce metà.
Harry fece lo stesso, fissò lo sguardo negli occhi dell’uomo che sembrava essere suo padre, che aveva la sua stessa voce. Tante, troppe domande ronzava nella testa di entrambi… ma le paure dei due Potter si concretizzò.
Un Exspelliarms prese in pieno James allontanandolo da Harry sbattendolo contro il muro provocandogli un gemito di dolore.
Sulla soglia della porta si ergeva trionfante Severus Piton, e subito dietro di lui apparve un ammaccato Remus Lupin che si rivolse ai due amici.
 
-Mi dispiace… non sono riuscito a fermarlo!-
-
Va bene così Remus… - lo rassicurò James.
-
Oh… ci mancava solo l’olio extravergine d’oliva ambulante –
 
Il volto di Severus si contrasse in una smorfia mentre puntava minaccioso la bacchetta sul viso di Sirius.
L’aria si era fatta più tesa, gli occhi neri del professore di pozioni saettavano da quelli grigi di Black a quelli nocciola del presunto Potter senior.
Impossibile capire chi dei tre sprizzava più odio e rancore, e ad Harry parve quasi che la stanza stesse per esplodere dato lo sprigionamento di così tante emozioni da parte dei presenti.
 
-Però… vedo che neanche l’inferno ti vuole, Potter!-
 
Sputò Piton per nulla sorpreso di ritrovarselo davanti. James rispose con un beffardo mezzo sorriso, inclinando leggermente il capo e socchiudendo gli occhi nocciola –vedo che non hai neanche la faccia tosta di fingerti sorpreso… - mosse un paio di passi nella direzione di Harry, il suo intento? frapporsi tra suo figlio e il professore di pozioni.
Non sapeva se Piton gli avrebbe fatto del male, sta di fatto che non voleva rischiare, non dopo ciò che quell’uomo gli aveva fatto.
Piton strinse la presa sulla bacchetta da cui uscirono piccoli scoppi di una luce rossastra e James si fermò all’istante.

 
 -perché dovrei? Chi crederà ad un fantasma? O a un mezzo galeotto?
E soprattutto ad un lupo mannaro? –
Piton scosse la testa, per poi aprire di nuovo le labbra.
-
Nessuno! … -  
-
E pensare che ti ho anche salvato la vita –
-
Solo perché volevi far colpo su di lei… -
-Lei non c’entrava, Sirius aveva semplicemente esagerato…-
 
A quelle parole dell’amico, Sirius sbuffò roteando gli occhi al celo –esagerato un culo di troll! avresti dovuto lasciarlo fare… sempre a ficcare quel suo unto naso in tutti i nostri affari… E alla fine com’è andata a finire?  -  James gli fece cenno di zittirsi, la sua situazione era già abbastanza tragica senza che si inimicasse qualcuno che già li odiava fino al midollo.
Per Harry, Ron ed Hermione tutto era diverso e confusionale. Solo di una cosa iniziavano ed essere sicuri, che quell’uomo fosse realmente il padre di Harry… le parole del professor Piton continuavano a dare loro questa certezza.
 
-questa sarà l’ultima volta che mi raggiri Potter… Black tornerà dai dissennatori, quei poverini saranno così felici che sicuramente gli daranno un bacetto di bentornato… –
 
Sirius rabbrividì a quell’affermazione, James portò cautamente una mano dietro i suoi pantaloni, accarezzando con le dita il manico della sua bacchetta.
 
-mentre tu Potter… finirai dov’eri destinato fin dall’inizio!
Due metri sotto terra… AVADA KED…-

 -EXSPELLIARMUS!! -
-NO!-
-BASTARDO FIGLIO DI UNA CAGNA! –
 - SIRIUS! –
- PAPÀ NO! –


 
To Be Continued 
   
 
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