La prima volta c'è per tutti
Come promesso ecco qua il terzo capitolo! Se state ancora leggendo sappiate che vi amo! Se non state leggendo sappiate che vi odio, tanto non lo saprete mai!! Muhahhaha!
“aspetta Demyx!!” Riku cercava di
stare dietro al biondino, insieme agli altri, ma sembrava che quella mattina
Demyx avesse messo le ali ai piedi, tanto correva veloce.
Un paio di volte rischiò di cadere,
ma alla fine Demyx arrivò alla scuola prima di tutti, e si riservò un posto
d’onore vicino al cancello; si sistemò con le braccia incrociate al petto,
mentre i suoi compagni lo raggiungevano sfiniti.
“non siamo…. Mai… arrivati così
presto…” ansimò Sora, con il fiatone
“già…” anche il fratello Roxas
cercava di riprendere fiato
“ei.. ma dov’è Zexion?” fece Riku
guardandosi attorno. Ad un tratto videro Zexion arrivare tranquillamente con il
suo libro aperto, senza il minimo senso di stanchezza “devo dire che questa
volta è stato il più furbo…” sbuffò sconfitto Riku.
In breve il giardino della scuola
si riempiva di ragazzi e ragazze, e i primi commenti iniziarono a riempire la
mattina, alla vista del murales; c’era chi scoppiava a ridere, chi lo guardava
scuotendo la testa, chi si fermava, soprattutto le ragazze, a ringhiare contro
chi l’avesse realizzato. Qualsiasi cosa dicessero, però, Demyx aveva raggiunto
il suo intento: quella mattina non si parlava d’altro!
“uffa! Ma proprio sta mattina si
deve far aspettare??!” Demyx iniziava a spazientirsi, visto che Axel sembrava
tardare ad arrivare
“io sto sperando che non arrivi
affatto…” Riku se ne stava con la testa appiccicata al muro, consapevole che se
non fosse arrivato quella mattina, ci sarebbero state tante altre mattine in cui
Axel avrebbe sicuramente visto il loro lavoro; quindi tanto valeva farla finita
subito.
Poi, il rombo della moto scosse
Demyx: era lui! Parcheggiarono le moto al loro solito posto, senza fare caso al
disegno; Larxene fu la prima ad accorgersene, scendendo dalla moto di Axel: tirò
giù gli occhiali neri, scendendoli sul naso, tanto per accertarsi di aver visto
bene, poi trattenendo un risolino fece al compagno che sistemava il
casco
“sembra che qualcuno abbia la vena
artistica!”
“eh?” Axel alzò lo sguardo, insieme
a Marluxia e Luxord, e rimase in silenzio davanti al
murales
“capo ma quello sei te!! Ah ah ah!
Però stai bene con il vestitino rosa, sai!?” Marluxia scoppiò in una risata
sguaiata, mentre Luxord si copriva la bocca con la mano,
trattenendosi.
Demyx fissava Axel, sorridendo
maleficamente, pregustandosi il momento in cui lo avrebbe visto esplodere dalla
rabbia; ma Axel rimase fermo. Non disse una parola, non lasciò trasparire la
minima reazione, nemmeno una piccola emozione sul suo viso; fece cenno ai
compagni di seguirlo ed entrò nel giardino, come nulla fosse. Non degnò Demyx di
uno sguardo, anche se lui ancora lo fissava, e sparì nella scuola, lasciando il
biondino lì, fermo su quel cancello, stupito ed arrabbiato.
“non è possibile! Ma perché non ha
fatto niente!!??”
“forse perché abbiamo un angelo custode molto potente!”
sospirò Riku, vedendo i cancelli del paradiso allontanarsi sempre di più da
lui
“forse era talmente incavolato che
nemmeno è riuscito a parlare!” rise Sora, sperando di convincere Demyx, che
invece non sembrava nemmeno minimamente interessato alla sua versione dei
fatti
“questa me la paga, ci ho messo
tutta la notte cazzo!!”
“ma perché per te è tanto
importante Demyx??” sbottò Riku “ perché vuoi tanto farti notare da lui? Se
davvero pensi che sia quel cazzo di ragazzino, perché non vai lì e glielo dici?”
“ Ma si può sapere a te che te ne
frega, Riku?”
“mi frega se un mio amico cerca di
farsi ammazzare!”
“dai su, smettetela” Roxas cercava
di calmare le acque, che sembravano aver preso a bollire un po’
troppo
“Roxas ha ragione! Avanti, siamo
tutti vivi per miracolo, e adesso volete scannarvi tra voi?” Sora aveva posto i
palmi delle mani sui petti dei due, nel tentativo di tenerli lontani l’uno
dall’altro.
“sai che ti dico? Fa come ti pare
Demyx! Fatti ammazzare da quello schizzato! Ma poi non venire a piangere da me!”
Riku si rigirò, dandogli le spalle, ed entrò a passo deciso nella
scuola
“Riku!” Sora tentò di fermarlo, ma
anche Demyx gli scappò di mano
“ma fa come ti pare” fece,
avviandosi anche lui nella scuola, ma passando a 1km da dove era passato
Riku
“Demyx!” visto fallire anche il
secondo tentativo di fermare qualcuno, Sora si prese i capelli tra le mani
“maledizione! Ma che gli prende sta mattina a tutti e
due!”
“dai, vedrai che si calmano… su
Sora, sta calmo!” Roxas cercava di assistere il fratello, che si sentiva come la
causa di quel litigio, e intanto vedeva andare in frantumi la sua possibilità di
parlare con Naminè.
Ad un trattò una voce lo
scosse
“scusate… ecco, perché non prendete
dell’acqua!” Roxas si voltò verso la voce angelica che aveva parlato, e gli
bastò vedere i capelli aurei per capire di chi si trattasse; senza riuscire a
respirare disse solo un goffo
“come..?!”
Naminè sorrise, porgendogli la
bottiglietta d’acqua “quel ragazzo là” ed indicò Zexion “mi ha detto se potevo
darvi dell’acqua! Il tuo amico non sembra stare bene”
“ah…!” Roxas prese la bottiglia
come fosse stata una reliquia, e la porse a Sora, che ne bevve una buona
quantità “cmq è mio fratello… eh eh…”
“mi sembrava che vi somigliaste
moltissimo! Anzi, siete proprio identici!”
A Roxas non piaceva sentirsi dire
di essere uguale a Sora, ma se lo diceva Naminè poteva andare bene! Fece un
sorrisetto un po’ idiota, e le porse di nuovo la bottiglia “grazie
mille”
“di nulla! Ah, cmq io mi chiamo
Naminè, scusa per la maleducazione!”
“ma stai scherzando! Sono io che
non mi sono presentato! Mi chiamo Roxas, piacere!” lei gli porse la mano, e lui
la strinse, delicatamente, come per timore di farle male, ed arrossì. Naminè
sorrise dolcemente, poi si allontanò con delle amiche, salutando ancora Roxas,
tra le risate delle altre ragazze.
Roxas rimase imbambolato, mentre
suo fratello se la rideva, e poi finalmente si ricordò che doveva ringraziare
qualcuno; si fiondò al collo di Zexion, che non si scosse, come si aspettasse
quella reazione
“grazie Zeku!!! Grazie mille! Sei
un amico!!”
“se aspettavo te gli avresti
parlato l’anno prossimo…”
Forse Roxas avrebbe voluto
innalzargli una statua, ma la campanella gli ricordò che non ne aveva
tempo.
Quando entrarono, la stanza
sembrava di ghiaccio, con Riku seduto al posto di Sora e Demyx al suo,
incavolato nero; non si degnavano nemmeno di uno sguardo. Sora si sedette
sconfitto vicino a Demyx, fissando i due e sperando che quella situazione fosse
finita presto.
Era passata si e no un’ora, quando
qualcuno bussò alla porta; all’assenso dell’insegnante, entrò un tipo vestito
abbastanza formale, che sembrava uno dei segretari della scuola. Il tipo si
guardò un attimo intorno, poi sentenziò “Demyx… è in questa classe vero? Deve
scendere in segreteria”
Demyx non ne sembrò turbato, ma i
compagni si. Riku soprattutto. Si voltò di scatto verso Demyx, che si alzava
senza la minima paura o preoccupazione, e lo fissò, chiedendosi perché fosse
stato convocato. Che avessero scoperto che era stato lui a fare il murales? Ma
perché avevano convocato solo lui? Gli occhi di Riku erano parecchio
preoccupati, tanto che Zexion lo richiamò sulla terra
“sei preoccupato per
lui?”
“eh?” fece Riku scuotendosi, e
rimettendosi a sedere compostamente “ sai che me ne frega… se l’hanno scoperto
cavoli suoi… io lo avevo avvertito”
“sarà…” Zexion non incalzò oltre;
gli bastò vedere l’occhiata furtiva che Riku lanciò a Demyx mentre usciva a
fargli capire che quel litigio non sarebbe durato ancora per
molto…
Demyx seguiva quell’individuo quasi
per inerzia; nella sua testa c’era solo una cosa: la rabbia! Non poteva
accettare quella reazione da parte di Axel, non era ammissibile! Ci aveva messo
quasi tutta la sera a fare quel murales, si era anche rischiato una denuncia e
lui? Lui l’aveva praticamente ignorato!
Ancora immerso nei suoi pensieri,
Demyx non si accorse che non erano affatto davanti alla segreteria, e prima che
potesse rendersene conto quel tizio lo prese per la maglietta e lo catapultò in
un aula; le tendine erano semichiuse ed entrava poca luce che rendeva il
laboratorio di fisica al quanto inquietante.
Quando Demyx ebbe realizzato quello
che fosse successo, il suo sguardo fu rapito da una figura che si erigeva
minacciosa su di lui; e prima che la vedesse completamente fu costretto a
piegarsi in due, sotto la forza del pugno che aveva appena incassato in pieno
stomaco. E fu lì che riconobbe, senza dubbio, Axel.
“ti sei divertito ragazzino?”
iniziò il rosso, con la voce più calma del mondo “pensavi davvero che non avrei
capito che eri stato tu?”
Demyx, inaspettatamente sorrise “ne
ero sicuro… e ci speravo…” fece, mentre alcuni colpi di tosse gli mozzavano il
fiato
“ah davvero?”
Il biondino si ritrovò con le
spalle attaccate al muro, la mano di Axel che sembrava frantumargli la spalla;
il rosso pose il gomito vicino al suo orecchio, appoggiando al testa alla mano,
e con l’altra lasciò stare la spalla di Demyx, per prendergli la mascella con
forza, costringendolo a guardarlo
“e perché?”
“mpf…” Demyx rise… rise senza
sapere cosa rispondere! Poteva sempre dirgli dell’orfanotrofio, dirgli che si
erano conosciuti da bambini e quello era il suo modo per dirgli “ti ricordi?”.
Sembrava aver esaurito le parole, sembrava non sapere più cosa dire, forse anche
perché era troppo concentrato sul dolore che la mano di Axel, che gli stringeva
la mascella, gli procurava.
Si fissavano, Axel calmissimo
mentre aspettava la sua risposta, Demyx che cercava di nascondere il dolore che
provava per la sua stretta; ad un tratto Axel si avvicinò ancora di più a
Demyx
“allora?” incalzò, rafforzando la
stretta. Ma Demyx, stranamente, non avvertì il dolore… ma solo il fiato caldo di
Axel che gli passò sulle labbra. Non gli piaceva trovarsi in quella situazione
di svantaggio, ma, inspiegabilmente, sentiva di non trovarsi male in quella
posizione; si riscosse solo quando capì che stava fissando gli occhi di Axel
senza un motivo preciso, ma li guardava solo per guardarli.
“se mi stringi così la mascella…”
fece a mezza bocca “non posso parlare, stupido”
Axel lì per lì non reagì, poi rise,
lasciando la presa; rimase ancora nella sua posizione, attendendo di sentire da
Demyx qualche stupida spiegazione.
Demyx si massaggiò un poco la
mascella, poi guardò Axel, che non sembrava spazientirsi, e gli fece con occhi
da bambino afflitto “proprio non ti ricordi?”
“eh?” Axel a quel punto reagì
“ricordarmi cosa?”. Gli occhi sbarrati, confusi dalla domanda, fissavano Demyx,
che sembrava diventato serio.
“tu sei stato in un orfanotrofio?”
chiese poi il biondino, appoggiando la testa al muro
“a te che te frega,
scusa?”
“ci sei stato?” incalzò ancora
Demyx. Axel alzò gli occhi al cielo, rassegnato
“si, e
allora?”
Demyx si fermò un istante, e poi
sorrise “allora non mi ero sbagliato!”
Axel lo fissò ancora, non capendo
più nulla, mentre il biondino si staccò dal muro e gli si parò davanti “io sono
Demyx!” sorrise poi, indicandosi con gli indici
“e quindi?”
“Axel possibile che non ricordi?”
Demyx sembrò volersi mettere a piangere… forse si sbagliava su Axel, forse non
era lo stesso ragazzino che aveva conosciuto, ma non gli importava. Lui voleva
che fosse così! Poi ebbe come un flash, un ricordo fulmineo che gli diede la
speranza di farlo ricordare; si avvicinò ad Axel, e senza rendersi conto di cosa
stesse facendo, lo baciò. Un bacio rapido, a stampo, una semplice
sovrapposizione di labbra; Axel sbarrò gli occhi, e la prima reazione che ebbe
fu quella di spingerlo a terra, per staccarselo di dosso “ma che diavolo
fai?”
Demyx lo fissò dal basso,
massaggiandosi il sedere per la botta appena data, e finalmente realizzò quello
che aveva fatto: aveva baciato Axel! Ma che gli era passato per la testa? Non
rispose al rosso, che imboccò la porta. Di scatto, poi si fermò. Si voltò verso
il biondino, ancora a terra e quasi silenziosamente disse “Demyx, eh?”
Prima che Demyx avesse potuto
provare a rialzarsi, lui era già uscito dal laboratorio, lasciandolo li da solo.
Demyx si passò una mano tra i capelli, e guardando fisso il punto in cui poco
prima aveva baciato Axel, fece tra sé e sé “ma che diavolo ho fatto?”
Riku se ne stava appoggiato ad un
termosifone, con le braccia incrociate, deciso a non rientrare in classe finchè
non avesse visto Demyx tornare. Sora e gli altri erano accanto a
lui.
“è quasi ora di rientrare…” fece
Roxas, guardando l’orologio che aveva al polso. Mentre parlava vide Naminè
rientrare in classe con alcune compagne; lei si fermò un istante e lo notò, e
sorridendo dolcemente lo salutò con un leggero ondeggiare della mano. Roxas
rimase un secondo imbambolato, ma quando Zexion gli diede una leggera gomitata
furtiva, si decise a salutare la ragazza.
“Riku” fece Zexion distrattamente
“vuoi rimanere qui fuori tutta l’ora ad aspettarlo?”
“io non sto aspettando
nessuno!”
“e allora rientra,
no?”
“si sta bene sul termosifone, ok?”
“Demyx!” all’esclamazione di Sora,
Riku sobbalzò, volgendo lo sguardo in direzione di Demyx, che saliva le scale
tenendosi una mano sul ventre. Riku stava per corrergli incontro, ma quando notò
lo sguardo di Zexion su di sé, tornò ad accomodarsi sul
termosifone
“guarda che se vuoi andare da lui
puoi farlo” Zexion nemmeno lo guardava
“io non voglio andare proprio da
nessuno” rispose Riku, stringendosi le braccia forti al
petto.
“Demy ma dove diavolo sei stato?”
fece Sora, dandogli una pacca sulla spalla, poco prima quasi frantumatagli da
Axel. Demyx trattenne un’espressione di dolore.
“in segreteria!” sorrise
stupidamente “ si erano persi un bollettino che avevo pagato tempo fa! È stato
un casino, non mi hanno lasciato venire via prima di averlo ritrovato!”
“ah ecco..!” sorrise Sora,
abboccando pienamente alla storia dell’amico; anche Roxas non ebbe problemi a
credere alla balla di Demyx, vedendolo sorridere senza
problemi.
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