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Autore: Smiry90    17/12/2008    0 recensioni
Camminava per i corridoi e la gente si scansava per farlo passare, entrava nella mensa e subito era libero di scegliere a quale tavolo sedersi, alzava un dito e tutti erano pronti ad eseguire ogni suo ordine. Perché? Per paura. Per rispetto. Per semplice imitazione di chi diceva che con lui non si scherzava. Eppure… quanti amici aveva avuto? Seguaci, tanti. Ma amici? Uno, forse. Quanti amori? Molti… ma quanti di essi erano veri? Eccoci con una nuova yaoi! Sta volta AxelXDemyx!!
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta c'è per tutti

La prima volta c'è per tutti

Come promesso ecco qua il terzo capitolo! Se state ancora leggendo sappiate che vi amo! Se non state leggendo sappiate che vi odio, tanto non lo saprete mai!! Muhahhaha!

 

 

“aspetta Demyx!!” Riku cercava di stare dietro al biondino, insieme agli altri, ma sembrava che quella mattina Demyx avesse messo le ali ai piedi, tanto correva veloce.

Un paio di volte rischiò di cadere, ma alla fine Demyx arrivò alla scuola prima di tutti, e si riservò un posto d’onore vicino al cancello; si sistemò con le braccia incrociate al petto, mentre i suoi compagni lo raggiungevano sfiniti.

“non siamo…. Mai… arrivati così presto…” ansimò Sora, con il fiatone

“già…” anche il fratello Roxas cercava di riprendere fiato

“ei.. ma dov’è Zexion?” fece Riku guardandosi attorno. Ad un tratto videro Zexion arrivare tranquillamente con il suo libro aperto, senza il minimo senso di stanchezza “devo dire che questa volta è stato il più furbo…” sbuffò sconfitto Riku.

In breve il giardino della scuola si riempiva di ragazzi e ragazze, e i primi commenti iniziarono a riempire la mattina, alla vista del murales; c’era chi scoppiava a ridere, chi lo guardava scuotendo la testa, chi si fermava, soprattutto le ragazze, a ringhiare contro chi l’avesse realizzato. Qualsiasi cosa dicessero, però, Demyx aveva raggiunto il suo intento: quella mattina non si parlava d’altro!

“uffa! Ma proprio sta mattina si deve far aspettare??!” Demyx iniziava a spazientirsi, visto che Axel sembrava tardare ad arrivare

“io sto sperando che non arrivi affatto…” Riku se ne stava con la testa appiccicata al muro, consapevole che se non fosse arrivato quella mattina, ci sarebbero state tante altre mattine in cui Axel avrebbe sicuramente visto il loro lavoro; quindi tanto valeva farla finita subito.

Poi, il rombo della moto scosse Demyx: era lui! Parcheggiarono le moto al loro solito posto, senza fare caso al disegno; Larxene fu la prima ad accorgersene, scendendo dalla moto di Axel: tirò giù gli occhiali neri, scendendoli sul naso, tanto per accertarsi di aver visto bene, poi trattenendo un risolino fece al compagno che sistemava il casco

“sembra che qualcuno abbia la vena artistica!”

“eh?” Axel alzò lo sguardo, insieme a Marluxia e Luxord, e rimase in silenzio davanti al murales

“capo ma quello sei te!! Ah ah ah! Però stai bene con il vestitino rosa, sai!?” Marluxia scoppiò in una risata sguaiata, mentre Luxord si copriva la bocca con la mano, trattenendosi.

Demyx fissava Axel, sorridendo maleficamente, pregustandosi il momento in cui lo avrebbe visto esplodere dalla rabbia; ma Axel rimase fermo. Non disse una parola, non lasciò trasparire la minima reazione, nemmeno una piccola emozione sul suo viso; fece cenno ai compagni di seguirlo ed entrò nel giardino, come nulla fosse. Non degnò Demyx di uno sguardo, anche se lui ancora lo fissava, e sparì nella scuola, lasciando il biondino lì, fermo su quel cancello, stupito ed arrabbiato.

“non è possibile! Ma perché non ha fatto niente!!??”
“forse perché abbiamo un angelo custode molto potente!” sospirò Riku, vedendo i cancelli del paradiso allontanarsi sempre di più da lui

“forse era talmente incavolato che nemmeno è riuscito a parlare!” rise Sora, sperando di convincere Demyx, che invece non sembrava nemmeno minimamente interessato alla sua versione dei fatti

“questa me la paga, ci ho messo tutta la notte cazzo!!”

“ma perché per te è tanto importante Demyx??” sbottò Riku “ perché vuoi tanto farti notare da lui? Se davvero pensi che sia quel cazzo di ragazzino, perché non vai lì e glielo dici?”

“ Ma si può sapere a te che te ne frega, Riku?”

“mi frega se un mio amico cerca di farsi ammazzare!”

“dai su, smettetela” Roxas cercava di calmare le acque, che sembravano aver preso a bollire un po’ troppo

“Roxas ha ragione! Avanti, siamo tutti vivi per miracolo, e adesso volete scannarvi tra voi?” Sora aveva posto i palmi delle mani sui petti dei due, nel tentativo di tenerli lontani l’uno dall’altro.

“sai che ti dico? Fa come ti pare Demyx! Fatti ammazzare da quello schizzato! Ma poi non venire a piangere da me!” Riku si rigirò, dandogli le spalle, ed entrò a passo deciso nella scuola

“Riku!” Sora tentò di fermarlo, ma anche Demyx gli scappò di mano

“ma fa come ti pare” fece, avviandosi anche lui nella scuola, ma passando a 1km da dove era passato Riku

“Demyx!” visto fallire anche il secondo tentativo di fermare qualcuno, Sora si prese i capelli tra le mani “maledizione! Ma che gli prende sta mattina a tutti e due!”

“dai, vedrai che si calmano… su Sora, sta calmo!” Roxas cercava di assistere il fratello, che si sentiva come la causa di quel litigio, e intanto vedeva andare in frantumi la sua possibilità di parlare con Naminè.

Ad un trattò una voce lo scosse

“scusate… ecco, perché non prendete dell’acqua!” Roxas si voltò verso la voce angelica che aveva parlato, e gli bastò vedere i capelli aurei per capire di chi si trattasse; senza riuscire a respirare disse solo un goffo

“come..?!”

Naminè sorrise, porgendogli la bottiglietta d’acqua “quel ragazzo là” ed indicò Zexion “mi ha detto se potevo darvi dell’acqua! Il tuo amico non sembra stare bene”

“ah…!” Roxas prese la bottiglia come fosse stata una reliquia, e la porse a Sora, che ne bevve una buona quantità “cmq è mio fratello… eh eh…”

“mi sembrava che vi somigliaste moltissimo! Anzi, siete proprio identici!”

A Roxas non piaceva sentirsi dire di essere uguale a Sora, ma se lo diceva Naminè poteva andare bene! Fece un sorrisetto un po’ idiota, e le porse di nuovo la bottiglia “grazie mille”

“di nulla! Ah, cmq io mi chiamo Naminè, scusa per la maleducazione!”

“ma stai scherzando! Sono io che non mi sono presentato! Mi chiamo Roxas, piacere!” lei gli porse la mano, e lui la strinse, delicatamente, come per timore di farle male, ed arrossì. Naminè sorrise dolcemente, poi si allontanò con delle amiche, salutando ancora Roxas, tra le risate delle altre ragazze.

Roxas rimase imbambolato, mentre suo fratello se la rideva, e poi finalmente si ricordò che doveva ringraziare qualcuno; si fiondò al collo di Zexion, che non si scosse, come si aspettasse quella reazione

“grazie Zeku!!! Grazie mille! Sei un amico!!”

“se aspettavo te gli avresti parlato l’anno prossimo…”

Forse Roxas avrebbe voluto innalzargli una statua, ma la campanella gli ricordò che non ne aveva tempo.

Quando entrarono, la stanza sembrava di ghiaccio, con Riku seduto al posto di Sora e Demyx al suo, incavolato nero; non si degnavano nemmeno di uno sguardo. Sora si sedette sconfitto vicino a Demyx, fissando i due e sperando che quella situazione fosse finita presto.

 

Era passata si e no un’ora, quando qualcuno bussò alla porta; all’assenso dell’insegnante, entrò un tipo vestito abbastanza formale, che sembrava uno dei segretari della scuola. Il tipo si guardò un attimo intorno, poi sentenziò “Demyx… è in questa classe vero? Deve scendere in segreteria”

Demyx non ne sembrò turbato, ma i compagni si. Riku soprattutto. Si voltò di scatto verso Demyx, che si alzava senza la minima paura o preoccupazione, e lo fissò, chiedendosi perché fosse stato convocato. Che avessero scoperto che era stato lui a fare il murales? Ma perché avevano convocato solo lui? Gli occhi di Riku erano parecchio preoccupati, tanto che Zexion lo richiamò sulla terra

“sei preoccupato per lui?”

“eh?” fece Riku scuotendosi, e rimettendosi a sedere compostamente “ sai che me ne frega… se l’hanno scoperto cavoli suoi… io lo avevo avvertito”

“sarà…” Zexion non incalzò oltre; gli bastò vedere l’occhiata furtiva che Riku lanciò a Demyx mentre usciva a fargli capire che quel litigio non sarebbe durato ancora per molto…

 

Demyx seguiva quell’individuo quasi per inerzia; nella sua testa c’era solo una cosa: la rabbia! Non poteva accettare quella reazione da parte di Axel, non era ammissibile! Ci aveva messo quasi tutta la sera a fare quel murales, si era anche rischiato una denuncia e lui? Lui l’aveva praticamente ignorato!

Ancora immerso nei suoi pensieri, Demyx non si accorse che non erano affatto davanti alla segreteria, e prima che potesse rendersene conto quel tizio lo prese per la maglietta e lo catapultò in un aula; le tendine erano semichiuse ed entrava poca luce che rendeva il laboratorio di fisica al quanto inquietante.

Quando Demyx ebbe realizzato quello che fosse successo, il suo sguardo fu rapito da una figura che si erigeva minacciosa su di lui; e prima che la vedesse completamente fu costretto a piegarsi in due, sotto la forza del pugno che aveva appena incassato in pieno stomaco. E fu lì che riconobbe, senza dubbio, Axel.

“ti sei divertito ragazzino?” iniziò il rosso, con la voce più calma del mondo “pensavi davvero che non avrei capito che eri stato tu?”

Demyx, inaspettatamente sorrise “ne ero sicuro… e ci speravo…” fece, mentre alcuni colpi di tosse gli mozzavano il fiato

“ah davvero?”

Il biondino si ritrovò con le spalle attaccate al muro, la mano di Axel che sembrava frantumargli la spalla; il rosso pose il gomito vicino al suo orecchio, appoggiando al testa alla mano, e con l’altra lasciò stare la spalla di Demyx, per prendergli la mascella con forza, costringendolo a guardarlo

“e perché?”

“mpf…” Demyx rise… rise senza sapere cosa rispondere! Poteva sempre dirgli dell’orfanotrofio, dirgli che si erano conosciuti da bambini e quello era il suo modo per dirgli “ti ricordi?”. Sembrava aver esaurito le parole, sembrava non sapere più cosa dire, forse anche perché era troppo concentrato sul dolore che la mano di Axel, che gli stringeva la mascella, gli procurava.

Si fissavano, Axel calmissimo mentre aspettava la sua risposta, Demyx che cercava di nascondere il dolore che provava per la sua stretta; ad un tratto Axel si avvicinò ancora di più a Demyx

“allora?” incalzò, rafforzando la stretta. Ma Demyx, stranamente, non avvertì il dolore… ma solo il fiato caldo di Axel che gli passò sulle labbra. Non gli piaceva trovarsi in quella situazione di svantaggio, ma, inspiegabilmente, sentiva di non trovarsi male in quella posizione; si riscosse solo quando capì che stava fissando gli occhi di Axel senza un motivo preciso, ma li guardava solo per guardarli.

“se mi stringi così la mascella…” fece a mezza bocca “non posso parlare, stupido”

Axel lì per lì non reagì, poi rise, lasciando la presa; rimase ancora nella sua posizione, attendendo di sentire da Demyx qualche stupida spiegazione.

Demyx si massaggiò un poco la mascella, poi guardò Axel, che non sembrava spazientirsi, e gli fece con occhi da bambino afflitto “proprio non ti ricordi?”

“eh?” Axel a quel punto reagì “ricordarmi cosa?”. Gli occhi sbarrati, confusi dalla domanda, fissavano Demyx, che sembrava diventato serio.

“tu sei stato in un orfanotrofio?” chiese poi il biondino, appoggiando la testa al muro

“a te che te frega, scusa?”

“ci sei stato?” incalzò ancora Demyx. Axel alzò gli occhi al cielo, rassegnato

“si, e allora?”

Demyx si fermò un istante, e poi sorrise “allora non mi ero sbagliato!”

Axel lo fissò ancora, non capendo più nulla, mentre il biondino si staccò dal muro e gli si parò davanti “io sono Demyx!” sorrise poi, indicandosi con gli indici

“e quindi?”

“Axel possibile che non ricordi?” Demyx sembrò volersi mettere a piangere… forse si sbagliava su Axel, forse non era lo stesso ragazzino che aveva conosciuto, ma non gli importava. Lui voleva che fosse così! Poi ebbe come un flash, un ricordo fulmineo che gli diede la speranza di farlo ricordare; si avvicinò ad Axel, e senza rendersi conto di cosa stesse facendo, lo baciò. Un bacio rapido, a stampo, una semplice sovrapposizione di labbra; Axel sbarrò gli occhi, e la prima reazione che ebbe fu quella di spingerlo a terra, per staccarselo di dosso “ma che diavolo fai?”

Demyx lo fissò dal basso, massaggiandosi il sedere per la botta appena data, e finalmente realizzò quello che aveva fatto: aveva baciato Axel! Ma che gli era passato per la testa? Non rispose al rosso, che imboccò la porta. Di scatto, poi si fermò. Si voltò verso il biondino, ancora a terra e quasi silenziosamente disse “Demyx, eh?”

Prima che Demyx avesse potuto provare a rialzarsi, lui era già uscito dal laboratorio, lasciandolo li da solo. Demyx si passò una mano tra i capelli, e guardando fisso il punto in cui poco prima aveva baciato Axel, fece tra sé e sé “ma che diavolo ho fatto?”

 

Riku se ne stava appoggiato ad un termosifone, con le braccia incrociate, deciso a non rientrare in classe finchè non avesse visto Demyx tornare. Sora e gli altri erano accanto a lui.

“è quasi ora di rientrare…” fece Roxas, guardando l’orologio che aveva al polso. Mentre parlava vide Naminè rientrare in classe con alcune compagne; lei si fermò un istante e lo notò, e sorridendo dolcemente lo salutò con un leggero ondeggiare della mano. Roxas rimase un secondo imbambolato, ma quando Zexion gli diede una leggera gomitata furtiva, si decise a salutare la ragazza.

“Riku” fece Zexion distrattamente “vuoi rimanere qui fuori tutta l’ora ad aspettarlo?”

“io non sto aspettando nessuno!”

“e allora rientra, no?”

“si sta bene sul termosifone, ok?”

“Demyx!” all’esclamazione di Sora, Riku sobbalzò, volgendo lo sguardo in direzione di Demyx, che saliva le scale tenendosi una mano sul ventre. Riku stava per corrergli incontro, ma quando notò lo sguardo di Zexion su di sé, tornò ad accomodarsi sul termosifone

“guarda che se vuoi andare da lui puoi farlo” Zexion nemmeno lo guardava

“io non voglio andare proprio da nessuno” rispose Riku, stringendosi le braccia forti al petto.

“Demy ma dove diavolo sei stato?” fece Sora, dandogli una pacca sulla spalla, poco prima quasi frantumatagli da Axel. Demyx trattenne un’espressione di dolore.

“in segreteria!” sorrise stupidamente “ si erano persi un bollettino che avevo pagato tempo fa! È stato un casino, non mi hanno lasciato venire via prima di averlo ritrovato!”

“ah ecco..!” sorrise Sora, abboccando pienamente alla storia dell’amico; anche Roxas non ebbe problemi a credere alla balla di Demyx, vedendolo sorridere senza problemi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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