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Autore: Arya Rossa    26/03/2015    10 recensioni
okay, è un'idea abbastanza assurda, ma non scrivevo su Game of thrones da un pezzo e mi mancava, così ho deciso di scrivere questa... cosa: mi sono chiesta, se i personaggi di GoT si ritrovassero nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts?
è tutto ambientato dopo la prima guerra magica ma prima di Harry e ci sono quasi tutti i personaggi di game of thrones ed anche alcuni della storia originale, più un po' di Jon/Ygritte e di Arya/Gendry (le mie OTP) per rendere tutto più... 'alla me'
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters, Jon Snow, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Arya si gettò sul sedile di uno dei vari vagoni del treno, stremata. Tutta la famiglia la circondava e fecero esattamente la stessa cosa. “Salvi per un soffio, come l’anno scorso e non voglio riferirmi a nessuno in particolare, Sansa” esclamò per poi fissare sorella, che si stava arricciando nervosamente i chilometrici capelli rossi, con fare accusativo, mentre lei tentava, per la prima volta i vita sua, di distogliere l’attenzione da se stessa. Invano. “Non è colpa mia, siete voi che non mi avete svegliata presto stamattina” iniziò a far ruotare lo sguardo un po’ ovunque per la cabina, ma senza incrociare gli occhi di nessuno dei familiari.
Arya sospirò e appoggiò la testa al finestrino alla sua destra. “Già, dovevamo svegliarti prima per darti il tempo di  imbottire il reggipetto per nascondere che sembri una dodicenne anche se ormai hai quindici anni. Il tuo egoismo mi stupisce, come diamine ci sei finita in tassorosso?”
Bran, seduto accanto ad Arya, si mise a ridere. “Probabilmente perché le mancano sia coraggio sia Intelligenza per entrare nelle altre case. Considerando che ha una cotta per quel piccolo serpeverde di Joffrey”
Calò un silenzio imbarazzante quando iniziarono a parlare di quella casa. Nella famiglia non avevano mai accettato che Arya fosse finita nella casa dei… ‘cattivi’. Lei sapeva bene il motivo, ma non lo aveva detto a nessuno e fingeva che fosse stato un caso. Gli Stark accettavano ogni casa, ma non serpeverde.
Eddard era finito in grifondoro, Catelyn in corvonero e il figlio maggiore, Robb, nella stessa del padre, finchè…
“Bran, dove credi che finirai?” Jon interruppe quel silenzio riferendosi all’undicenne.
“E chi lo sa, per me è indifferente, ma credo che mi piacerebbe grifondoro, manca solo quello in famiglia caro il mio corvo” lo sfotté ricevendo in risposta una smorfia.
Jon era chiamato corvo perché tra i corvonero persino lui sembrava più intelligente di molti altri. Il cappello parlante era parecchio indeciso tra quella casa e grifondoro, ma Jon aveva preferito l’intelligenza al coraggio, nessuno sapeva perché: non lo aveva detto. Era una famiglia piena di segreti.
Arya sospettava c’entrasse quella piccola rossa, Ygritte, finita in quella casa poco prima di lui, ma non aveva certezze, specialmente perché nonostante tutto il tempo passato i due avevano scambiato si e no due parole.
“E Rickon dove lo sistemi?” continuò.
Arya sorrise. “Questo è l’ultimo anno per te fratellone, se l’anno prossimo il piccolo finisse in corvonero tornerebbe tutto normale, anche se non de lo vedo”
“E comunque” ricominciò Sansa. “a me non piace Joffrey”
“Me lo auguro, quello è meschino, prepotente e una grandissima testa di…”
Qualcuno aprì lo scompartimento. “Qualcosa dal carrello?” affermò la donna con un sorriso.
“No grazie” la porta si richiuse. “testa di cazzo” continuò Arya più a bassa voce.
“E tu che ne sai?” esclamò indignata la più grande.
“Ehm… io sono serpeverde come lui! Lo sento mentre parla nel nostro dormitorio e alla nostra tavola
“Arya, è un purosangue! Lui è nobile, gentile…”
“Hai detto solo due aggettivi e già ho capito che non parli di lui”
Sansa rimase in silenzio, come faceva sempre quando era Jon a parlare.
Un giorno Eddard era partito e quando era tornato c’era un bambino con lui, si sapeva solo che il suo vero cognome era Snow. L’uomo non aveva tradito Cat, non lo avrebbe mai fatto, l’amava davvero, ma nessuno sapeva quali fossero le vere origini di Jon e, siccome non era un vero Stark, Sansa e Cat non lo avevano accettato. A differenza degli altri che invece lo adoravano, soprattutto Arya.
Il loro rapporto era davvero indescrivibile.
“Arya” continuò Bran. “mi racconti un po’ di Hogwarts?”
“Che vuoi che ti dica? Sansa è nella casa più sottovalutata e contribuisce da cinque anni a renderla tale con il suo meraviglioso carattere”
“Non voglio sapere delle case, ho letto i libri, le conosco” sbuffò il piccolo.
Arya sorrise. “Si, ma io volevo insultare Sansa”
“Parlami del Quidditch, come si diventa cercatori? Mi piacerebbe entrare nella squadra”
“Io lo sono diventata al secondo anno, cioè l’anno scorso, devi solo impegnarti. E farti notare naturalmente” si accovacciò accanto al baule per prendere qualcosa da mangiare.
“In grifondoro chi lo è?”
Arya strinse il panino appena cacciato. “Quel brutto bastardo”
“Chi?”
Jon si mise a ridere. “Ce l’hai ancora con Waters sorellina?”
Lei sgranò gli occhi ed alzò il tono della voce. “Mi ha fatto un incantesimo incollandomi le scarpe per terra prima della lezione di pozioni! Pozioni! La professoressa Lannister si è incazzata a morte, spera di non vederla mai incazzata, credo anche che ce l’abbia con me”
Sansa sospirò. “Lei è una purosangue, non la dovreste insultare. A differenza di quel Gendry, mez…”
“SANSA!” Arya la bloccò. “Io posso insultare Gendry perché ci detestiamo e perché lui insulta sempre me, ma tu non puoi fare lo stesso. Specialmente non per il fatto che uno dei suoi parenti non era un mago, come se cambiasse qualcosa poi. Molti purosangue sono dei coglioni e tu sei un esempio se lo insulti per questo”
Bran si mise a ridere. “Mi spieghi come sei passata dall’insultarlo al difenderlo?”
“L’incantesimo che mi ha fatto alle scarpe era efficace, non posso negare che sia un bravo mago, specialmente se paragonato a Sansa”
La ragazza sbuffò. “Non ricominciare”
“Lui ha due anni in più di me, ergo è al quinto anno come te e nonostante questo ti supera praticamente in tutto”
Jon sorrise. “Quindi ammetti che è più bravo di te?”
“Solo negli incantesimi perché è più grande. Nel volo lo batto senza alcun problema”
Silenzio imbarazzante, di nuovo, e Jon si ritrovò ad interromperlo, di nuovo. “Comunque che Cersei è una stronza lo sanno tutti. Ma tu avevi barato ad una partita di Quidditch o sbaglio? Per questo ti aveva fatto quell’incantesimo, vendetta”
“Sono una serpeverde, barare è il mio ruolo”
Stava scherzando mentre lo diceva, era ovvio, ma Sansa iniziò a guardare fuori dal finestrino pensierosa. “Spero solo che il nome della tua casa non ti autorizzi a passare dalla Sua parte, ricordati bene quello che ci ha fatto, a tutti noi Arya”
Il sorriso scomparve improvvisamente dalla bocca dei fratelli, che furono costretti a rimanere in silenzio fino all’arrivo a scuola.
Sembrava quasi che Sansa si divertisse a rovinare le giornate altrui.

Arya era seduta al tavolo con tutta la sua casa serpeverde a parlare con Daenerys Targaryen. Era un anno più grande di lei e non sembrava affatto così cattiva da dover entrare in serpeverde. Ma quando qualcuno la faceva arrabbiare si poteva davvero dire che l’inferno arrivava sulla terra, quando si arrabbiava si divertiva parecchio a fare incantesimi che comprendevano il fuoco e a quel punto...
A scuola andava abbastanza bene, ma nel quidditch faceva veramente pena, cosa strana considerando che a volare era particolarmente brava. Non quanto Arya, ma brava. Le stava raccontando di ciò che aveva sentito sul nuovo insegnante di rune antiche: Tyrion Lannister. Come se tutti i Lannister in quella scola non bastassero: Jaime come insegnante di difesa contro le arti oscure non era questa meraviglia.
Dopo qualche minuto entrò la professoressa McGranitt con una sfilza di ragazzini del primo anno. Arya vide subito il fratellino, ma siccome il suo cognome era ‘Stark’ sarebbe stato uno degli ultimi ad essere smistatati. Prima vennero divisi circa i tre quarti dei ragazzi. Un ragazzino colse l’attenzione di Arya: Tommen Baratheon, il fratellino di Joffrey, ma fu smistato in tasso rosso. Si vedeva che non era cattivo, aveva uno sguardo troppo innocente.
A differenza del più grande che stava prendendo in giro con i suoi amici idioti quelli più piccoli, anche quelli della sua stessa casa. Troppo codardo per insultare quelli in grado di difendersi, infatti era molto raro che prendesse di mira Arya o che facesse scherzi a qualcuno quando lei era nelle vicinanze. Aveva una brutta esperienza da quel punto di vista.
Una volta la ragazza gli aveva lasciato una brutta cicatrice.
Quando arrivò il turno di Bran ad Arya salì il cuore in gola. Lui aveva detto che era indifferente dove sarebbe stato smistato, ma non era vero: quando lei era finita in serpeverde tutti avevano iniziato a… guardarla male.
La piccola Stark, figlia di generazioni di grifondoro, tassorosso e corvonero, case buone e oneste, era finita nella casa che era praticamente l’opposto di tutte quelle caratteristiche.
Solamente Jon non gliel’aveva fatto pesare, scherzandoci sopra e prendendola in giro invece di trattarlo come un argomento da prendere con le pinze.
Gli altri invece… non voleva che a Bran succedesse lo stesso insomma.
Lo vide avanzare incerto e iniziare a tremolare quando il cappello iniziò a muoversi sulla sua testa. Ci mise solo pochi secondi prima di pronunciare la parola “grifondoro”.
Un coro di applausi si levò dalla tavola rosso-oro e anche Arya non riuscì a fare a meno di sorridere e unirsi battendo le mani.
La ragazza incontrò prima lo sguardo del fratellino e poi quello del fratellastro, continuando a sorridere fiera, poi si girò ricominciando a parlare con Daenerys.

  
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