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Autore: Arwen297    26/03/2015    3 recensioni
Una ragazza dell'alta società alle prese con un ambiente soffocante e di cui non si sente parte. Un ragazzo come tanti che per guadagnarsi da vivere corre in corse clandestine e non.
Cosa riserverà loro il destino? Niente...o forse tutto.
Presente coppia Seiya/Michiru
Avevo iniziato a pubblicare questa storia tempo fa, sotto altro titolo. Ora l'ho ripresa in mano, modificato alcuni capitoli nel loro contenuto e ne ho uniti altri.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Haruka/Heles, Mamoru/Marzio, Michiru/Milena, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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4^Capitolo: Dopo il Concerto.

Appena la nota di arrivederci si alzò dalla cassa armonica del suo compagno più fidato svanendo nella sala pochi istanti dopo, dal pubblico si levò un fragoroso applauso, ma gli occhi dell’artista andarono immediatamente a scorrere la prima fila ove sedevano i suoi genitori, per cercare di capire mentre eseguiva un grazioso inchino se aveva colmato le loro aspettative o, al contrario, le aveva deluse.

I coniugi Kaioh, però, erano già impegnati con i convenevoli con delle svariate autorità presenti quella sera al debutto da solista della figlia. Lei invece corse dietro le quinte senza indugiare molto. Non ne aveva voglia. Quella visione le metteva più nervoso del dovuto. Arrivata nel corridoio dove si trovava il suo camerino scorse la figura di Seiya , era appoggiato al muro a braccia conserte proprio di fronte alla stanza verso la quale si stava dirigendo.

Che ci fai qui?” disse appena lo ebbe raggiunto, mentre faceva scorrere il pass nel lettore della serratura.

Lo sai che non sopporto molto i tuoi no? Comunque non volevo lasciarti sola, ho la sensazione che i tuoi saranno impegnati per un po’..” rispose lui alzandosi dal muro.

Com’erano i miei? Contenti?Hanno detto qualcosa?” domandò lei di rimando, con un tono ansioso, temeva di aver compiuto qualche errore di cui non si era accorta e per cui si sarebbe presa a casa una sonora ramanzina.

Si mi sembrava di si, non si sono lamentati di niente…ma neanche si sono profusi in complimenti” rispose lui “Ma poi scusa a te cosa te ne importa? Hai suonato divinamente, anche se hai sbagliato una nota di mezzo tono, cosa che non mi sembra di aver percepito, fregatene no?” il bruno era irritato dalla rassegnazione con il quale la ragazza affrontava la vita che le girava intorno, senza però travolgerla in modo significativo.

Tu non conosci i miei genitori” gli rispose mentre allentava i crini di cavallo che costituivano l’archetto del suo violino per poi riporli nella custodia, dalla parte del coperchio, dopo di che prese un fazzoletto di carta e pulì la cassa armonica dello strumento dalla resina.



***



Appena la violinista suono l’ultima nota, parte del pubblico in sala si alzò in piedi e Usagi era tra questi, con gli occhi pieni di felicità per la musica appena sentita che l’aveva riempita di emozioni e soprattutto ricordi legati alla sua infanzia quando ancora era presente il suo papà, che aveva notato la Kaioh ancor prima che sfondasse nella musica in quel modo.

Haruka al suo fianco invece faceva altri pensieri, il suo cervello infatti era andato in tilt quando l’artista aveva fatto il suo ingresso nella sala e da quel momento aveva deciso di non funzionare più. Doveva assolutamente pensare a qualcosa per rivedere quell’angelo che aveva catalizzato la sua attenzione per quelle due ore. Ma come poteva fare?

Haru, io devo andare in bagno…mi scappa” gli disse la sorella voltandosi verso di lui dopo aver preso la giacca dalla poltrona alle sue spalle.

Ok allora vai ti aspetto dall’ingresso, sai tornarci no?” rispose lui, con la testa che pensava sempre a quel bel chiodo fisso che non aveva nessuna intenzione di andarsene, anzi! Guardò la sorella alzarsi e abbandonare la fila per andare ai servizi, lentamente intorno a lui la sala si stava svuotando e man mano il vociare calava fino a spegnersi. Una decina di minuti più tardi rimase totalmente solo in quella sala, fisso il palco mosso da chissà quale desiderio di vederla riapparire per suonare un brano solo ed esclusivamente per lui. Si maledisse da solo per quanto era ridicolo a pensare solo e minimamente che lei potesse averlo in qualche modo notato nel buio in mezzo a quel centinaio di persone che la adoravano quasi fosse un dio in terra.

Usagi nel frattempo si era avviata nel corridoio del teatro che portava all’entrata della sala alla ricerca del bagno, sapeva che era da quelle parti, se lo ricordava fin da quando anni prima i loro genitori li accompagnavano a vedere spettacoli di ogni tipo, il corridoio era piuttosto anonimo, dai muri bianchi e dal pavimento in legno rossiccio, così come il battiscopa, il suo sguardo si posò sulla freccia che indicava i bagni e svoltò da quella stessa parte. Trovò nel disimpegno dove vi erano cinque lavandini svariate donne, dai bellissimi ed elegantissimi abiti e sentì le sue guance divenire rosse al solo pensare quanto fosse anonimo ciò che indossava. Nessuna firma importante le rivestiva il corpo. Si sentì improvvisamente fuori posto tra tutto quello sfarzo.

Tesoro devi andare in bagno?” la voce di una donna dai capelli bruni raccolti dietro al capo la riportò alla realtà, indossava un abito rosso carminio, che metteva in risalto il suo seno prosperoso, la stava fissando con i suoi neri, in attesa di una sua risposta.

Si grazie mille” rispose lei infilandosi nel primo bagno libero sperando che quando ne sarebbe uscita fosse stata sola.

Dopo aver tirato lo scarico girò la chiusura del bagno e dopo di che si lavò le mani con il sapone, decise di non asciugarsele per sentire un po’ di fresco in più nonostante l’aria condizionata fosse accesa e ben funzionante. Fatto questo uscì nuovamente nel corridoio e si guardò intorno non sapendo bene da che parte andare per ritornare verso l’ingresso, decise di percorrere il corridoio verso sinistra, non sapeva se poteva essere quello giusto ma dalla parte opposta era esattamente della stessa lunghezza, e soprattutto identico. Raggiunse in breve tempo la fine del corridoio e voltò verso destra, le ballerine che risuonavano a contatto del pavimento. Quel corridoio però non lo aveva mai visto, o era semplicemente una sua impressione? Forse era solamente enormemente confusa ed era solamente frutto della sua immaginazione il fatto che avesse sbagliato strada.



***

Dopo aver posto nella custodia il violino si voltò verso Seiya scoprendo che il bel moro era proprio accanto a lei, quella vicinanza così improvvisa le provocò strane sensazioni che le percorsero tutto il corpo, si sentiva a disagio quasi in imbarazzo. Capirai che novità! Con lui era sempre stata in imbarazzo, ma quella volta era diverso. Era una sensazione diversa, e sentiva gli occhi del bel moro puntati su di lei.

Perché mi fissi? Ho forse qualcosa fuori posto?” mormorò girandosi a fissarlo incuriosita, e in effetti pensò lui, una cosa fuori posto l’aveva: una ciocca si era liberata dall’acconciatura tenuta insieme da dei ferretti e le era ricaduta scompostamente su una spalla.

A parte questa, niente di più” le sussurrò lui fissandola mentre le rimetteva apposto il ciuffo, provando inspiegabili emozioni quando i suoi polpastrelli sfiorarono il viso di porcellana della violinista, avrebbe voluto rimanere li in eterno, in quella specie di incantesimo che si era creato nel silenzio di un gesto così semplice, così casto. Si persero nel loro contatto visivo, godendosi quei lievi attimi di un’intimità appena accennata.

Michiru ma cosa credi di fare?Una voce ai lati della sua coscienza la riportò alla realtà spezzando l’incantesimo di cui erano caduti vittima, riprese lucidità e registrò immediatamente la presenza della mano di lui sul lato sinistro del viso , portò la sua sopra a quella del ragazzo, come a non sapere cosa fare, come comportarsi. Sapeva solamente che quel gesto era tremendamente dolce.

Non ti preoccupare, un passo per volta” disse lui riportando la mano sui fianchi: aveva intuito il cambiamento di lei avvenuto in pochi secondi, quasi avesse capito la “ gravità” di ciò che stava avvenendo e il frutto di quella consapevolezza aveva fatto si che il muro di ghiaccio tornasse al suo posto. Poco male. L’importante era sapere che quel muro poteva pian piano essere scalfito, se non addirittura sciolto.

Forse è il caso che raggiungiamo i miei, si staranno chiedendo dove sia finita” gli rispose mordendosi il labbro inferiore.

Si hai ragione” mormorò, prima di prendere la giacca di lei per appoggiargliela sulle spalle, lei afferrò il violino e si diresse verso la porta del suo camerino, appena ne uscì però senza neanche guardarsi intorno, perché in effetti non ci sarebbe dovuto essere nessuno in quel corridoio tranne lei, e in quel caso Seiya, andò a sbattere contro qualcosa che sembrava a occhio e croce una persona. Se non fosse stato per il ragazzo alle sue spalle avrebbe fatto una rovinosa caduta in terra, per sua fortuna e soprattutto per il suo prezioso violino questo non avvenne. Guardò la persona che l’aveva scontrata. Era una ragazzina di massimo quattordici anni con i capelli acconciati in due buffi e stranissimi codini in cima ai quali svettavano due odango rotondi, bionda con gli occhi azzurri.

Ahi che botta! Fu questo ciò che pensò in prima battuta Usagi quando si ritrovò da un momento all’altro per terra, prima di fissare le scarpe della persona che aveva rovinosamente scontrato, come al solito aveva l’abitudine di andare in giro con la testa tra le nuvole e come sempre non si era smentita con le sue orrende e terribili figuracce.

Vuoi una mano per alzarti?” una voce sconosciuta ma al tempo stesso che conosceva a memoria per averla sentita svariate volte alla televisione la riportò alla realtà, il suo sguardo si incammino dalle scarpe su, lungo il corpo di colei che la stava osservando con un velato interesse dall’alto. Il suo sguardo incontrò una gonna di un vestito rosso appena sopra il ginocchio, e poi finalmente arrivò a incrociare il suo sguardo con un paio di dolcissimi occhi blu, arrossì vistosamente mentre una grandissima emozione si impadroniva di lei. Era li a pochi centimetri dal suo idolo di sempre ed era andata a finire in terra dopo averlo scontrato. Usagi hai fatto proprio una bruttissima figuraccia. Si disse. “Ehi ci sei? Non ti mangio mica sai!” le disse.

Si scusa e che…vedi non mi aspettavo proprio che fossi tu…” biascicò imbarazzata prima di prendere la mano della violinista e alzarsi. “Anzi… sc-scusami, non volevo farti male…” mamma quanto si sentiva ridicola. Certo che dal vivo era ancora più bella.

O figurati non ti scusare proprio, colpa mia che non ho guardato neanche prima di uscire dal camerino” le sorrise il suo idolo “Piuttosto che ci fai in questa zona del teatro, è riservata agli artisti e agli attori”

Ehm… si… credo di essermi persa” mormorò la biondina.

A ok be allora se vuoi ti aiuto a ritrovare la strada, io e Seiya stavamo proprio andando all’uscita principale” disse lei.

Ok Grazie” rispose, non sapendo bene cosa dire. Poteva chiederle un autografo, in fondo quando le sarebbe capitato di nuovo di stare così a pochi passi da lei? Mai più! E doveva sfruttare quell’occasione. Si incamminò a fianco della ragazza dai capelli mossi, in silenzio.

Eri al concerto immagino” interruppe il silenzio proprio quest’ultima.

Si…anzi sei bravissima, suoni dei brani incredibili ti ammiro tantissimo sai? Mio papà era un tuo ammiratore fin da quando eri ancora ai più sconosciuta, se fosse ancora qui non ci crederebbe mai” rispose con gli occhi luccicanti.

Grazie… troppi complimenti” sorrise l’altra.

Anzi se non sono troppo indiscreta posso chiederti un autografo?” buttò li con non curanza, al massimo le avrebbe risposto di no, sicuramente non l’avrebbe mangiata o almeno lo sperava!

Si certo prendo carta e penna e te lo faccio subito” detto questo si fermò poco prima di svoltare nel corridoio e ritrovarsi nell’atrio “Seiya tieni un secondo” esclamò porgendo orizzontalmente la custodia del violino per tirarne fuori un quaderno di spartiti e una penna blu mare stilografica, dopo di che sfogliò il quaderno al primo foglio libero, e diede un colpo secco per strapparlo.

Ma no, hai rovinato un tuo spartito, scusa non volevo” mormorò mortificata Usagi.

Sai quanti fogli finiscono nel cestino quando compongo? Una miriade! Come ti chiami?” rispose l’altra mentre scriveva qualcosa con la sua calligrafia elegante.

Usagi…Usagi Ten’o”

Usagi…che bel nome, sai che significa coniglio lunare?” rispose lei mentre disegnava accanto alla piccola dedica un coniglio in stile kawaii.

No non lo sapevo”

Tieni” la biondina afferrò il foglio che le porse l’artista “ I tuoi sono nell’ingresso? Dobbiamo salutarci qui perché appena mi vedranno sarò sommersa dai giornalisti sai com’è anche saper suonare ha i suoi lati negativi…e non immagini neanche quanti siano” mormorò.

Ok nessun problema…grazie ancora…d’avvero non avrei mai immaginato di incontrarti…anzi scontrarti!” rispose l’altra prima di avviarsi felicissima verso il fratello che l’attendeva con la schiena appoggiata il muro con quella sua area da strafottente che da sempre lo contraddistingueva, mentre lo raggiungeva non poté fare a meno di notare quante ragazze lo osservavano da lontano, e si sentì orgogliosa di poter essere l’unica a poterlo abbracciare quanto voleva. Suscitando in loro l’invidia più cieca in assoluto.

Haruka, non sai cosa mi è successo!” esclamò saltando al braccio di lui.

Che cosa? Hai fatto una cacca più grossa del solito visto quanto ci hai messo?” commentò lui con il suo sorriso sghembo.

No Haru! Ho incontrato Michiru… la Kaioh capito? Guarda!” esclamò facendogli vedere il foglio con l’autografo.

Le parole della sorella catturarono l'attenzione del biondo, che si tirò su ricuperando la sua postura naturale.

"Dove l'hai incontrata Usa?" le chiese immediatamente lui.

" Poco fuori dai bagni perché avevo sbagliato strada, mi ha accompagnata fino a quella porta li" esclamò lei, indicandola con un dito " poi mi ha lasciata per non essere presa di mira dai giornalisti, è tutta diversa da come la immaginavo molto alla mano veramente.. ed è ancora più bella vista da vicino e dal vivo!" esclamò la ragazzina emozionata.

"Potevi mandarmi un sms, così venivo a recuperarti e la conoscevo" mormorò lui "Così anche io avrei avuto il mio autografo" rispose lui, ma alla fine dell'autografo non gli interessava, era la musicista l'oggetto reale delle sue attenzioni.

***

Circa un'ora più tardi le sue scarpe col tacco toccarono finalmente l'auto di famiglia, l'arco di tempo compreso tra la fine dell'esibizione e quel momento era stato riempito da mille convenevoli provenienti da persone che lei nemmeno conosceva e con la quale non aveva mai scambiato alcuna parola. La stanchezza della giornata iniziava a pesarle, nonostante fosse abituata a quella vita estiva il suo fisico non era del suo stesso avviso.

Durante l'inverno era tutto estremamente più semplice con la scuola di mezzo, era forse impegnata molto di più ma almeno con la scusa dello studio i suoi concerti venivano ridotti solo al periodo di Natale per farla concentrare nel rendimento scolastico e negli allenamenti della squadra di nuoto della quale lei faceva parte essendone il capitano. Le vacanze estive invece per lei erano una prigione da cui non riusciva a scappare e che ogni anno le diventava sempre più stretta. Dietro in macchina con lei c'erano sia Seiya che sua madre, la donna era in mezzo a loro.

I suoi pensieri si andarono a posare a quando era stata da sola nel camerino con il ragazzo che era al suo fianco, nei sedili posteriori dell’auto. Sul dolce imbarazzo provato, ma soprattutto si concentrò sull’alchimia che si era venuta a creare nell’istante stesso in cui il bruno le aveva spostato il ciuffo di capelli sfuggito alla sua pettinatura. Non sapeva come definire tutto ciò, era perfettamente sicura che forse non era il caso di fidarsi, soprattutto di uno che sembrava avere tutto l’appoggio dei suoi genitori. Ma fatto sta che, in quei giorni, Seiya era riuscito a scalfire quella corazza che negli anni si era eretta intorno a se, più simile ad un guscio dal quale affacciarsi ogni tanto pronta a nascondervisi appena ce ne fosse stato bisogno. E il tutto si era verificato senza che lei se ne accorgesse, fino a quel momento per lo meno.

Il solo pensiero di correre il rischio di essere presa in giro le baluginò nella mente, si voltò verso il ragazzo e vide il suo profilo un po' di sbieco mentre anche lui come lei fino a pochi istanti prima osservava come ipnotizzato le luci dei locali e dei lampioni davanti a se. Forse perché si sentì osservato voltò dopo qualche attimo il viso e i loro sguardi si incrociarono, sul volto di lui si dipinse il migliore dei sorrisi. No era impossibile che lui era come tutti gli altri, pronto a ferirla sparendo dalla circolazione, il suo affetto sembrava molto sincero. E se non lo era, il bruno era molto bravo a fingere. Come gli altri incontrati in passato. Arrossì con la paura di essere apparsa troppo sfacciata a fissarlo in quel modo, un arrossamento accompagnato da un muto e imbarazzato sorriso nell'oscurità che a intervalli regolari piombava nell'abitacolo.

Il moro era rimasto sorpreso da come la violinista nonostante fosse di nobili origini si fosse aperta in presenza di quella ragazzina che l'aveva scontrata. Al suo posto il novanta per cento delle nobil donne avrebbe snobbato se non altro umiliato una plebea, poco importa se questa era poco più che una bambina. Questa sfumatura della ragazza provocò in lui alcuni pensieri sul perché con lui invece fosse così gelida, verso quell'ambiente e quella vita che in molte le invidiavano lo era.

La macchina scura ci impiegò pochissimo a percorrere la passeggiata a mare che collegava il teatro alla villa di Michiru, nonostante i semafori a quell'ora tarda il traffico era veramente irrisorio.

Arrivati alla villa i genitori della ragazza come prevedibile si fermarono in sala a bersi qualcosa, dando un rapido sguardo alla televisione per vedere se in qualche giornale di tarda notte ci fossero già delle notizie riguardanti il concerto di quella sera. Sembravano avere una fissazione per il successo, per loro era una droga vera e propria. Dalla quale era impossibile disintossicarsi, almeno fino a quando loro non avrebbero voluto farlo, e quell'opzione era al quanto stramba se non insensata rivolta alle persone che l'avevano messa al mondo. Come era abituata non ricevette un minimo di complimento da loro.

Io mi ritiro nella mia stanza perché sono stanca” mormorò lei “Buona notte” quel disinteresse che affliggeva i suoi genitori le faceva sempre un gran male, anche se ormai era la prassi a cui era abituata da sedici anni, ma si sa che nonostante un abitudine sia radicata, non vuol dire che essa sia totalmente indolore per chi la subisce. Mentre si dirigeva verso la sua stanza però, non poté far a meno di notare che qualcuno la stava seguendo, molto probabilmente era Seiya, anzi sicuramente era lui, arrivata accanto alla porta della sua camera la socchiuse.

Dovevi dirmi qualcosa?” chiese prima di entrare voltandosi verso di lui, non si spiegava altrimenti il motivo per il quale l’aveva seguita fino a li.

Niente… volevo solamente augurarti la buona notte, e poi non te la prendere…” le disse lui sorridente come sempre, come riusciva ad essere sempre così allegro? Sarebbe rimasto sempre un autentico mistero per lei.

Per cosa non me la dovrei prendere scusami? Non capisco…” O meglio, faceva finta di non capire, se lui si era accorto che c’era qualcosa che non va anche se la conosceva solamente da una settimana, come potevano i suoi genitori non accorgersene quando la conoscevano da sedici anni.

Per i tuoi genitori Michiru…” sospirò lui, prima di trattenere a stento uno sbadiglio piuttosto rumoroso, che fece sorridere la ragazza che aveva di fronte. “Sarà meglio che io vada a dormire, domani entrambi dobbiamo studiare ed è meglio essere freschi e riposati”

Si hai ragione…be allora buona notte ci vediamo domani” rispose lei facendo l’atto di entrare in camera sua.

Michiru…” si sentì chiamare dopo pochissimi istanti, fu costretta a riemergere dalla stanza trovandoselo davanti, fu un istante e sentì le labbra del ragazzo sulla guancia. “Sogni d’oro” mormorò prima di allontanarsi da lei come se niente fosse successo, lasciandola li in balia della scossa che le aveva provocato lui con quel semplice gesto. Dopo averlo visto avviarsi per il corridoio diretto alla sua camera fece rientro nella stanza, chiudendosi definitivamente la porta alle sue spalle, dopo di che andò immediatamente a lavarsi i denti e poi si infilò sotto le coperte.



***



Haruka ma non dire idiozie!” Setsuna lo guardava con uno sguardo che avrebbe fatto impallidire chiunque.

Non lui.

Il biondo la fissò in silenzio, mentre muoveva la bottiglia di birra in modo da farne roteare il contenuto.

Ripensava alla sera prima. Lui ed Usagi erano rientrati quando era già l’una passata, cercando di fare il minor rumore possibile, a luce spenta per non svegliare la madre che già dormiva nella stanza di fronte alla loro. Sua sorella era stata la prima ad andare in bagno, per uscirne poco dopo coi lunghi capelli biondi che liberi dalle costrizioni a cui erano obbligati durante il giorno l’avvolgevano quasi fossero un mantello, indosso aveva il solito pigiama rosa e bianco, si era diretta verso la scrivania ove era poggiato il foglio su cui era stato tracciato l’autografo, gli occhi ancora luccicanti per le emozioni provate al concerto. Dopo di che, la vide raggiungere il suo letto e spense la luce proprio nel momento in cui il motociclista si dirigeva in bagno per prepararsi, si lavò i denti e si mise il pigiama prima di andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua. L’abitazione era avvolta nella più completa oscurità.

Tornato in camera, impostò il condizionatore al massimo, si sdraiò nel letto, facendosi avvolgere definitivamente dall’oscurità e dal silenzio tutt’intorno, le tenebre interrotte solamente dalle luci che filtravano dalla strada attraverso le tapparelle.

Doveva rintracciarla. In qualunque modo, non poteva non rivederla, poteva aspettare qualsiasi altro suo concerto, ma sentiva il bisogno di parlarle a quattro occhi.

Il suo pensiero era rivolto solamente a un chiodo fisso: Michiru Kaioh , non aveva mai incontrato nessuna in grado di fargli provare delle emozioni così forti solamente nel suo essere ammirata. Forse la musica era stata complice nel dipingere la figura di quell’angelo bellissimo comparso sul palco ma quelle due ore erano bastate per fargli provare il desiderio di rivederla. Era più forte di lui. Non poteva resisterle. Quello era l’unico pensiero che gli martellava il cranio. Era stato tormentato tutta la notte da quel pensiero, tanto da riuscire a chiudere occhio solamente verso le sei, per quattro piccole ore, dopo di che aveva dovuto alzarsi per forza, quella nottata aveva lasciato come strascico un forte mal di testa per aver dormito troppo poco, contribuendo a fargli prestare ancora meno attenzione a ciò che la sua migliore amica gli stava dicendo. Non che in condizioni normali le avrebbe dato retta.

Ruka ci sei?” la voce della bruna lo riportò alla realtà.

Certo! Stavo solamente pensando” mormorò “E comunque Sets ormai ho deciso, devo fare di tutto per incontrarla” aggiunse dopo qualche secondo mentre sorseggiava dalla bottiglia, seduto sulla sella della sua moto, accanto alla quale c’era l’amica.

Ti rendi conto di quello che dici? Torna alla realtà per favore” era sbigottita, tutto ciò che aveva sentito fino a quel momento non aveva senso “ Appartenete a due mondi completamente diversi, è matematicamente impossibile che lei ti degni anche solo di un minimo sguardo, quella è un piccola principessa viziata come solo lei sa quanto” provò a convincerlo, con poca convinzione, ben sapendo che era un’impresa disperata, che avrebbe solamente arrecato altro dolore alla persona che aveva a fianco, e lei come sempre avrebbe dovuto assistere impotente a tutto ciò. “E poi come la rintracci?” chiese all’improvviso.

Quello ho già risolto” le disse, pensando alle ricerche che aveva fatto su internet quel pomeriggio dopo pranzo “ Abita con moltissime probabilità sul lungo mare, come tutti gli abitanti benestanti della città”

E quindi?” fu incalzata.

E quindi ho trovato una nuova zona della città dove compiere la mia corsa pomeridiana” le fece l’occhiolino, prima di lanciare con una mira perfetta la bottiglia nella spazzatura, dopo di che si infilò il suo casco integrale sulla zazzera bionda, e dopo averla salutata diede gas alla moto prima ancora che lei potesse dirgli qualcosa. Di qualunque tipo. Ne era sicuro, prima o poi l’avrebbe incontrata, avrebbe incontrato Michiru Kaioh.



***

Il mattino dopo giunse a colazione con un po’ di anticipo, e trovò solamente i suoi genitori al tavolo che stavano iniziando a spalmare della marmellata di mirtilli su delle fettine di pane, poco lontano dal porta pane c’era una caraffa con succo d’arancia e le tazze erano ancora totalmente vuote.

Buongiorno” esclamò ancora un po’ assonnata appena sedutasi sulla sedia, dopo di che si servì del succo d’arancia e del pane tostato sul quale avrebbe poi spalmato della nutella.

Giorno cara, senti volevamo parlarti a proposito dei quattro giorni di tour che io e tuo padre dovremo iniziare la prossima settimana” le disse la madre, con un tono falsamente apprensivo.

E cosa dovevate dirmi?” chiese lei, senza porre poi molta attenzione alla risposta mentre spalmava con una violenza non necessaria la crema alla nocciola sul pane.

Seiya verrà con noi per questi quattro giorni perché deve tornare a Tokyo, sai credo debba sistemare alcune cose con l’Università” le rispose, questo voleva dire quindi che lei sarebbe rimasta sola per quattro giorni. Stranamente però invece di essere contenta come le altre volte della mancata presenza dei suoi genitori, si incupì visibilmente e si limitò ad annuire solamente.

Buongiorno a tutti” Seiya fece la sua comparsa più radioso che mai in cucina, al contrario dei Kaioh però la ragazza si limitò a fissare il piatto in cui c’erano le sue fettine di pane, senza rispondere. Improvvisamente non aveva più fame, anzi stare seduta a quel tavolo era divenuto all’improvviso troppo soffocante, non sopportava più stare li e non vedeva l’ora che la cameriera di casa portasse il cappuccino come tutte le mattine.

Il bruno sembrò non farci invece molto caso all’umore sotto terra della violinista, pensò subito che si fosse svegliata male o che avesse dormito troppo poco almeno quanto lui, continuò però a fissarla più che poteva nella speranza che lei alzasse lo sguardò verso di lui, azione che non si verificò neanche quando lei allungò la mano per afferrare la tazza con il cappuccino fumante, molto probabilmente era successo qualcosa in sua assenza, tuttavia i coniugi Kaioh di cui era ospite non sembravano adirati. Che l’avessero ripresa per un comportamento errato della figlia per quanto riguarda la sera prima che lui non aveva notato? Doveva assolutamente capire la ragione di quella totale chiusura verso il mondo esterno. Possibile che quella reazione era stata causata da quel bacio innocente che le aveva dato sulla guancia? No era decisamente impossibile, doveva esserci dell’altro sotto. Si era sicuramente così.

Mentre lui era immerso nei suoi pensieri, finalmente lei decise che era opportuno pronunciare qualche parola.

Se non arreco disturbo, preferirei ritirarmi nella mia stanza” si limitò a dire, sperando che i suoi le concedessero il permesso di sparire da li almeno fino alla lezione che aveva in programma per quel pomeriggio.

Certamente Michiru fai pure” le rispose suo padre. La violinista si alzò senza guardare nessuno, era mortificata dalla notizia che le avevano dato i suoi, era molto immatura quello si, ma c’era rimasta male per il comportamento del ragazzo. Si sentiva presa in giro, e in un certo senso anche abbandonata. Aveva pensato erroneamente che lui non avesse una vita e degli amici a Tokyo, che fosse come lei e solo in quel momento si accorse quanto i suoi pensieri fossero egoistici. Era naturale che lui li avesse, mica tutti erano come lei costrette a starsene in casa a perdere tempo con lezioni futili e inutili. Mentre era quasi al corridoio che portava alle stanze sentì una sedia spostarsi, qualcosa le diceva che fosse proprio il bel bruno a essersi alzato per raggiungerla.

Seiya per favore lasciami stare non ho voglia di parlare, per favore. Pensò. Lui era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

Michiru aspetta!!” lo sentì esclamare poco distante da lei, ma decise comunque di ignorare quel richiamo, costringendolo ad afferrarla per un braccio, con più forza di quanto lui avesse realmente voluto, non voleva farle male ma doveva scoprire il perché di quella improvvisa chiusura anche nei suoi confronti, voleva sapere cosa aveva sbagliato con lei.

Lasciami Seiya!!” fu la risposta gelida di lei, che si volse a guardarlo con gli occhi di ghiaccio, del colore del mare in tempesta improvvisamente molto meno dolci.

Si ti lascio ma a patto che parliamo, sei strana stamattina” rispose lui allentando la presa intorno al polso di lei. Abbassando lo sguardo con fare colpevole.

Non c’è niente di cui parlare, dopo tutto sono io stupida a pensare, che tutti siano come me. Ma giustamente anche tu hai una vita e dei tuoi amici, e perché no magari anche una ragazza e io non sono nessuno” si sentì rispondere, la voce della pittrice tremava per il magone. Quanto era stata stupida ad illudersi così tanto. Ma chi glielo aveva fatto fare?

Ma cosa stai dicendo? Non capisco!! Io sono single, da dove ti esce sta esclamazione?” rispose stupito lui sgranando gli occhi, ma che cosa le prendeva? Non riusciva proprio a capirla.

Non fare il finto tonto Seiya, andrai a Tokyo con i miei genitori” si morse il labbro “ e non mi hai detto niente prima di dirlo a loro” Sei ridicola. Pure la scenata gli fai ora. Si disse dentro di se.

Per questa cosa tu mi fai tutta sta scena?” rispose lui incredulo, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere, non da una ragazza come quella che aveva davanti. Le era sembrata sempre indifferente alle sue attenzioni, ma quella discussione confermava l’esatto contrario.

Si lo so sono ridicola, sono stupida solo che…” si bloccò conscia che se fosse andata avanti avrebbe parlato troppo, scoprendosi troppi lati della sua psiche, i suoi punti deboli per giunta. Le sue mancanze affettive avute durante gli anni della sua infanzia.

Solo che?” le domandò lui, con il cuore che gli batteva a mille, temeva e insieme desiderava conoscere la risposta alla sua domanda.

Niente…” mormorò lei cercando di ricacciare indietro le lacrime prima che fosse troppo tardi per poterle fermare, sentì una mano del ragazzo appoggiarsi sul suo viso che fu alzato verso l’alto dal bruno, i loro occhi ora potevano fissarsi.

Cosa ti turba Michiru, dimmelo…magari possiamo trovare una soluzione. Non volevo ferirti credimi” nei suoi occhi un sincero dispiacere per averla ferita senza volerlo veramente.

E solo che…non voglio rimanere sola…un’altra volta…” mormorò lei sentendo le lacrime scorrerle ai lati del viso.

Non rimarrai sola, te lo prometto. Quattro giorni non cambieranno niente nel nostro rapporto” la rassicurò lui prima di trarla a se per abbracciarla. Quella reazione aveva svelato più di quanto era palese agli occhi suoi ma anche di qualsiasi altra persona che avrebbe voluto vedere ciò che vi era da vedere: ovvero una ragazza sola, che aveva bisogno di sentirsi amata per quello che è, e non per le doti che la natura le aveva donato credendo di farle un immenso regalo.

Tra quelle braccia si sentiva protetta, al sicuro si sentiva estremamente scoperta, e vulnerabile per aver dato così sfogo a ciò che da anni si portava dietro, e ora lui avrebbe potuto giocare con lei come voleva. Ma soprattutto ciò che la sua mente si chiedeva era una domanda sola: ciò che aveva causato quella reazione, era forse un sentimento di gelosia? O era solamente la paura di rimanere sola come aveva appena ammesso. Aveva la strana sensazione di essersi imbarcata in qualcosa di tanto grande quanto desiderato, voleva bene a quel ragazzo conosciuto poco più di una settimana prima. E poteva essere sicura che anche lui le voleva bene. E questo per il momento le poteva bastare, se la sua anima gemella fosse lui o un’altra persona sicuramente non poteva, ne voleva, saperlo.




Note dell'autrice: Eccovi il quarto capitolo, grazie a chi ha recensito e a chi ha inserito la storia nelle seguite ecc... come al solito fatemi sapere come ne pensate. Mi rendo conto che i capitoli sono un pò lenti, e ancora la storia non è partita al 100% e saranno così per altri vari capitoli. Ma spero mi continuiate a seguire :D

   
 
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