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Autore: Mikael    14/02/2005    1 recensioni
"Vi è solo un motivo per cui ho scritto ‘Principessa’ : farla sentire a lei. Farle capire i suoi errori, aprirle gli occhi, comunicarle quanto ho odiato dal profondo chiunque avesse osato farle del male, chiunque avesse intaccato la sua bellissima anima. Solo lei sa chi sono realmente, a che sesso appartengo, come mi chiamo. Credo capirà tutto questo dalle parole della canzone."
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritto di getto pensando a te

Scritto di getto pensando a te. Non è esattamente il monologo che ti ho promesso – e che forse un giorno arriverà – ma questo ha dettato l’ispirazione. E’ lei che mi comanda, non potrò mai tacerla o tradirla. Spero che ti accontenterai. Sperando sia di tuo gradimento, il sipario si alza e gli attori trepidano nell’attesa di cominciare.

 

                                                                                                                                                       ~Anna

Principessa in un bosco di rovi

Lo vedi il castello laggiù

D’oro e tenebra è costruito

Lì è custodito il tesoro che agogni

E ti sembra vicino

Quand’è invece lontano mille chilometri

E non è ch’una chimera

Che le tue illusioni hanno fabbricato

Principessa di sola luce

Lontana dall’oscurità

Che il tuo cuore non sopporterebbe

Lo vedi il tuo animo, è così bianco e bello

Ma segnato di rosso

Stilla viva e pulsante di vita

Che cola, e segna la tua pelle

Ferite, colpi, graffi

E i rovi ti hanno ricoperta

Barriera anteposta a te

Lucchetto alla tua anima

Che il dolore non ti sfiori più

Ma chiudendoti dentro di te

Non solo perderai il dolore

Ma ogni cosa bella che la vita vuol donarti

Principessa in un bosco di rovi

Non perderti dentro te stessa

Principessa di luce

Abbandona il bosco di rovi

Principessa

Principessa

Principessa

 

Note che si propagano nella luce del crepuscolo. Il suono è dolce come un coro di angeli, di voci bianche, di bambini vestiti con candide tuniche.

Una canzone entra nel cuore dei passanti. Le parole hanno il suono nostalgico di una poesia scritta di getto, ma che rivela tutto il cuore del poeta, mettendo a nudo la vera natura della sua anima.

Il violino accompagna la voce cantante. Ed è come miele che s’espande. La dolcezza stilla d’ogni parola, scritte da qualcuno dall’animo puro … ma triste. Infinitamente triste.

Chi sia il compositore di questo testo non si sa. E probabilmente non si saprà mai. Egli, od ella, ha preferito tenere celata la sua identità. Nonostante questa melodia sia stata più volte trasmessa in radio, l’autore, o l’autrice, non ha rilasciato mai interviste, n’è è stato mai in qualche programma televisivo.

L’unica traccia che indica la reale esistenza di questo poeta-cantautore – oramai credono tutti che l’artista sia un uomo, quindi per convenzione ne parlerò come se parlassi d’un ragazzo, essendo anch’io all’oscuro di chi sia veramente – è un piccolo articolo, che sembra quasi una favola, comparso in un qualche giornale, pochi mesi fa. E’ stato messo nell’ultima pagina, per volontà del cantante.

Esso spiega il motivo per cui scrisse quella canzone. Anzi … spiega per CHI la scrisse.

Per una sua amica. La persona migliore che conoscesse. Quella a cui si era più affezionato.

Ne tesse le lodi per quattro o cinque righe. La descrive buona, generosa, sempre disponibile, dall’animo nobile e profondo, con un grande talento per le poesie. Ne sottolinea, però, l’unico grande difetto : la troppa sensibilità, mista poi all’introversione, che la portava a soffrire. A soffrire immensamente.

Dice che quella canzone fu scritta per lei. Per dirle ciò che in tanti anni di vicinanza, di lacrime e sorrisi, non è riuscita a dirle. L’introversione e la timidezza è un tratto caratteristico anche del misterioso cantante.

Poiché i riassunti non sono il mio forte, vi riporto l’articolo nella sua interezza.

“Vi è solo un motivo per cui ho scritto ‘Principessa’ : farla sentire a lei. Farle capire i suoi errori, aprirle gli occhi, comunicarle quanto ho odiato dal profondo chiunque avesse osato farle del male, chiunque avesse intaccato la sua bellissima anima. Solo lei sa chi sono realmente, a che sesso appartengo, come mi chiamo. Credo capirà tutto questo dalle parole della canzone.

“In realtà ci sono due versione di ‘Principessa’. La versione canora, ch’è quella che conoscono tutti, e la versione sotto forma di novella. Se non vi dispiace, vorrei raccontarla.

“A te, mia preziosa Principessa di Luce.

“C’era una volta un castello. Sembrava fatto d’oro, ma quella era solo una patina utile a coprirne il marciume. Così erano anche gli abitanti di quella rocca fortificata. Di fronte ad esso, un altro castello. Al contrario di quell’altro, esso appariva come logoro e consumato, ma all’interno nascondeva il tesoro di mille e mille re. Così erano le persone che lo abitarono.

“Ebbene, le due principesse di questi così diversi manieri un giorno s’incontrarono. Per convenzione le chiamerò Principessa Bianca e Principessa di Luce, e credo sia estremamente facile capire chi sia una e chi sia l’altra.

“Dicevo, le due fanciulle un giorno, casualmente, s’incontrarono, e l’amicizia fu istantanea. I rapporti fra loro andarono bene per un po’ di tempo. Ma c’era qualcosa, nella ragazza di tenebra, che non andava.

“La superbia, forse dettata dal suo alto rango, l’aveva accecata. Non riusciva a vedere le sofferenze della principessa luminosa. La protervia le faceva credere che la sua amica fosse sempre lì con lei in qualsiasi momento, qualsiasi cosa le facesse … come s’ella fosse un cane, un animale domestico sempre fedele in qualsiasi situazione. E la fredda indifferenza che caratterizzava la futura regnante infliggeva ogni volta nuove ferite nello spirito della Principessa Candida.

“Colpo, colpo, ferita, ferita, graffio, graffio. Ogni dolore, ogni nuovo dolore era come una fiamma che accendeva la miccia di una bomba al suo interno, che lei tentava sempre di frenare. Ma un giorno, inevitabilmente, esplose. E fu l’Apocalisse …

“Qui finisce il mio racconto. Andare più avanti significherebbe per me snudare troppo di lei. Sarebbe come darle un altro colpo. Ed è tutto quel che voglio evitare.

“Qui termina anche il mio discorso. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, sperando che l’abbia fatto anche lei. Ecco, se possibile prolungherei un attimo quest’articolo. Ho un messaggio per lei, per la mia Principessa Bianca :

“Non rinchiudere in fondo al cuore tutto ciò che ti rende speciale per paura di soffrire. Perché sono più le persone che ti porteranno amore e conforto, di quelle che ti porteranno in un baratro di tenebra – ma le persone che t’amano ti ridaranno le ali per portarti su.

“Un giorno un vecchio angelo, ebbro di sofferenza e di vita, ti chiederà di comprare le sue immense ali bianche per pochi soldi. Tu accetta e vola via, spezzando le catene che ti riempiono di sofferenza. Ma lascia una piuma sul mio davanzale, così saprò che ti sarai ricordata di me prima d’arrivare in Paradiso.

“Ora, dopo queste frasi pseudo-filosofali che tanto mi si addicono, concludo qui questo scritto, mio primo tentativo di pseudo-articolo-giornalistico … anche se sembra più adatto ad una raccolta di novelle.”

Qui veramente si è concluso l’articolo. Neanche da questo è deducibile la sua identità, neanche il sesso a cui appartenga. Ma questo m’incuriosisce. E parecchio. L’animo curioso di chi dedica la sua vita a far sognare con le proprie sapienti parole dovrebbe essere di certo attratto da questo mistero. Perciò la mia indagine continuerà per molto tempo ancora. Riuscirò a capire chi sia il misterioso ‘paggio’ … perché paggio ? Ascoltate. La voce bianca sta continuando la sua canzone. Forse sono quest’ultime strofe che hanno fatto intuire la natura maschile del cantante. E danno il senso d’immensa tristezza a tutto.

 

Principessa in un bosco di rovi

Quell’altra forse

Ti ha trasmesso la sua boria

Perché non vedevi

Quell’umile paggio

Che immensamente soffriva per te

Piangeva quando il tuo sorriso non era per lui

E dalle sue lacrime stillava

Principessa di luce

Il paggio viveva per te

Eri il suo chiodo impiantato nell’animo

E la cura delle sue lacrime

Principessa bianca

Apri gli occhi e guardati intorno,

I gigli del tuo animo fioriscono ovunque.

  
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