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Autore: Duchannes    27/03/2015    1 recensioni
-Ma io non voglio che te ne vai, nulla ha senso senza di te. Non mi va di cantare se non posso voltarmi e vederti sorridere illuminando la stanza come il sole appena sorto- avevo sussurrato, con i singhiozzi che mi sconquassavano il petto, e mi facevano tremare come una foglia debole nel bel mezzo di un temporale.
E Zayn si era slanciato verso di me stringendomi come se ne andasse della sua vita, lasciando che mi aggrappassi a lui come era giusto che fosse.
E –Io sarò sempre al tuo fianco, con la mente sarò sempre lì Niall. Ho solo bisogno di tempo e che tu mi capisca, tu fra tutti- mormorò con le lacrime che bagnavano anche le sue di guance, perché per quanto volesse sembrare forte e deciso agli occhi di tutti, Zayn non era altro che un bambino spaventato da tutti quei sentimenti e quelle emozioni contrastanti; un bambino bisognoso di imparare a mettersi in piedi e non ci sarebbe mai riuscito senza di lui, senza il suo amore e i suoi sorrisi sempre troppo luminosi.
Zayn che lascia la band. Angst puro. 2.885 parole. Ziall.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*L'ho scritta ascoltando "Dead in the water" di Ellie Goulding e "Stay" di Rihanna ft mikky ekko, leggetela ascoltando una delle due se volete versare tutte le vostre lacrime. 

Incanto.
A Zayn, perché non so come faremo senza di te, torna, per favore.

“Quando posi la testa su di me, il dolore tace.”
 
Continuavo ad ascoltare quella canzone che adesso non faceva altro che farmi soffrire ad ogni nota, come un pugno nello stomaco. Tutto sembrava così vuoto, tutto era così arido e la percepivo ancora lì quella sensazione orribile, come impressa sulla pelle e impossibile da cancellare.
Quella canzone che mi aveva dedicato quella notte quando ubriachi marci ci eravamo stesi sul pavimento nei pressi della piscina solo per poter  vedere le stelle, perché tutto girava e noi eravamo l’unico punto fisso.
Zayn aveva riso così tanto quella sera a quella festa dove avevamo bevuto così tanto alcool da far invidia a Frank Gallagher; aveva sorriso per tutta la sera e –Sono felice Nì, puoi sentirlo?- mi aveva sussurrato mentre lo stringevo a me in mezzo a quei corpi accaldati.
Poi distesi su quel pavimento di marmo, era calato il silenzio solo per qualche minuto e lui aveva tirato fuori il suo cellulare perché “C’è una canzone che ho scoperto, mi fa così tanto pensare a te” aveva sussurrato e i brividi che mi avevano assalito a quelle parole non erano state per la temperatura troppo bassa o per la mia pelle a contatto con il marmo duro e freddo del pavimento; erano stati per i suoi occhi caramellosi che mi avevano fissato così seri e limpidi che per un attimo avevo temuto di annegarci dentro.
Ed ero rimasto in silenzio, aspettando che quella melodia si diffondesse e ci avvolgesse. Era un suono armonioso, quasi carezzevole ed era musica italiana di questo ne ero sicuro; le parole cominciarono a scorrere a fiumi e Zayn si fece più stretto, intrecciò il suo corpo al mio e sussurrò le parole di quella canzone dritte nel mio orecchio, come una ninna-nanna, come se stesse sussurrando le sue paure più nascoste, quello che provava.
E “When you lay your head on me, the pain is silent”* aveva sussurrato e le mie emozioni avevano rotto gli argini di contenimento che mi portavo dentro da una vita e si erano semplicemente riversate su di noi, come un fiume in piena che ci aveva travolto appieno fino a sommergerci completamente, senza lasciare più un respiro tra di noi.
 Ed era lì che mi aveva baciato per la prima volta, con le mani che tremavano, gli occhi timorosi e la voglia che premeva all’altezza del petto, dritto dal cuore.
Avevo semplicemente chiuso gli occhi e avevo lasciato che finalmente succedesse, che finalmente confessassimo i nostri sentimenti, tutto quello che ci portavamo dentro da un po’.
E le sue labbra erano state così morbide, così caute; e la sua lingua aveva accarezzato la mia così gentilmente da farmi credere di voler morire in quel modo, con le mani intrecciate, il suo corpo quasi su di me e la sua lingua incastrata con la mia.
E potevo ricordare ancora tutti quei baci sotto quel cielo coperto di nubi, perché poi le stelle quella sera non eravamo riusciti a vederle, ma io le avevo viste in quegli occhi che mi avevano portato così in alto senza neanche rendersene conto. Era stato come volare, come stare bene davvero.
Ricordavo ancora come ci eravamo innamorati l’uno dell’altro, piano come quel bacio di quella notte, con cautela, delicati come eravamo sempre stati.
Eppure tutto quell’amore, tutto quel sentimento che ci aveva avvolti per anni, quelle risate fatte insieme, quelle notti passate a far l’amore in camere d’albergo diverse; quelle colazioni fatte avvolti solo dai boxer sempre seduti l’uno sull’altro come a non volerci separare; quegli sguardi sul palco, quelle parole sussurrate nelle orecchie con emozione; tutto quello che avevamo condiviso, diviso e provato sembrava non essere più abbastanza, non per lui, non per restare.
 
Zayn voleva andare, voleva lasciarmi per sempre e tutto quello che riuscivo a fare era piangere fino allo sfinimento e ascoltare quella canzone che adesso era più simile ad una condanna.
Erano giorni che mi rintanavo in quella camera d’albergo, coperto da quelle lenzuola ormai sudice, fermo in quella posizione, con gli occhi al soffitto e il dolore che mi pervadeva. Era cominciato tutto tre giorni fa quando mi aveva detto di dovermi parlare ed era venuto da me con gli occhi tristi e le mani che tremavano.
Niall voglio lasciare, ho bisogno di andarmene, sto soffocando qui” aveva detto e io lo avevo fissato a lungo, in silenzio, terrorizzato e “M-mi vuoi lasciare?” avevo chiesto, con le labbra che tremavano e le lacrime che già scorrevano sulle mie guance.
E mi aveva abbracciato con così tanta forza che avevo creduto di morirci soffocato in quell’abbraccio, e forse avrei voluto soffocarci davvero perché quel dolore che avevo sentito era stato così forte, così dilagante che mi stava soffocando lentamente senza che io me ne rendessi conto.
Poi “Non sto lasciando te Nì, ho bisogno di lasciare la band, tu non c’entri” aveva sussurrato con la speranza che comprendessi il suo grido d’allarme, che capissi che non aveva a che fare con me, ma con tutta la pressione che non riusciva a reggere. Ma per me era più del semplice lasciare la band, era lasciare tutto quello che potevamo avere stando sempre insieme, condividendo la stessa tabella di marcia.
Non ero pronto a lasciarlo andare via, vederlo qualche volta durante una pausa o all’altra; non ero pronto a non andare a dormire con lui e a risvegliarmi in un letto senza il suo profumo; non ero pronto alle colazioni con gli altri o ad ascoltare i suoi lamenti mattutini solo qualche volta al mese. Non ero pronto a non rabbrividire sul palco per i suoi sorrisi che mi toglievano il fiato o alle sue note così alte che mi facevano tremare dentro, ogni volta. Non ero pronto a lasciare le scopate veloci nei backstage solo per l’adrenalina che ancora ci scorreva nel corpo o all’idea di vederlo con gli occhi lucidi di fronte a tutto quell’affetto, quell’amore che le fans ad ogni tappa ci regalavano.
Non ero pronto ad una band senza Zayn, e non lo sarei mai stato, perché nulla aveva senso senza di lui e il fatto che non la capisse mi faceva sentire così perso, smarrito senza una via di ritorno.
Eppure nonostante le mie suppliche, nonostante le mie preghiere di rimanere Zayn aveva semplicemente scosso la testa e mi aveva detto che doveva farlo per se stesso e che l’avrei capito un giorno, che avrebbe aspettato.
Avevo risposto chiudendomi in camera sotto quelle coperte, pronto ad odiare il mondo intero e lui stesso per starmi facendo questo.
Quando i manager avevano comunicato la notizia era stato così devastante che avevo temuto di morire solo piangendo, come se lo sforzo inumano che il mio corpo stava subendo potesse disintegrarmi completamente.
Era lasciare un pezzo della nostra vita per sempre, era abbandonare quello in cui avevamo sempre creduto e mandare tutto a puttane.
Mi ero chiuso in un silenzio così intenso che rischiava di farmi impazzire, erano tre giorni che non parlavamo e che mi rifiutavo persino di rispondere ai suoi messaggi in cui mi pregava di capirlo e mi diceva di sentirsi spezzato all’idea di starmi facendo del male.
Avevo ignorato tutti i suoi ti amo e le sue giustificazioni, perché ero così profondamente arrabbiato e ferito che riuscivo solo ad ignorare tutto e tutti, volevo restare da solo a ricostruire quel muro che mi aveva sempre protetto dalle persone che non avevano fatto altro che farmi soffrire e ferirmi ogni volta; quel muro che avevo abbattuto per lui che adesso stava cercando di scappare via, andare lontano dove raggiungerlo sarebbe stato sempre complicato.
 
Proprio mentre quella canzone ripartiva per l’ennesima volta, la porta della mia camera si aprì lasciando entrare Zayn con gli occhi cerchiati di viola per le ore di sonno che aveva perso, stando male e torturandosi con i suoi stessi pensieri e le sue stesse decisioni.
Si era avvicinato deciso e aveva afferrato il mio volto per inchiodare i miei occhi, per poi voler inchiodare le mie labbra ed era stato proprio in quel momento che mi ero voltato negandogli un bacio di cui lui necessitava.
Perché voleva lasciarmi andare e allora avrebbe anche potuto farlo subito.
Lessi la delusione in quegli occhi così belli da farmi ancora tremare dopo tutto questo tempo e bastò un attimo per farlo completamente scattare ed esplodere.
-Non ti sto lasciando cazzo, Niall! Ci vedremo comunque, ci sentiremo tutti i giorni, sarà lo stesso tra di noi- sbottò deciso, come a voler sottolineare l’assurdità del mio comportamento.
E quelle parole accantonarono da una parte il dolore che provavo, lasciando spazio solo alla rabbia che mi divorava lentamente e mi tirai su sgusciando via da quelle lenzuola confortanti, solo per poterlo fronteggiare.
-Non azzardarti a dire che sarà tutto uguale, ci stai lasciando tutti! Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme tutti e cinque, tutti gli ostacoli che abbiamo dovuto superare tu vuoi semplicemente buttare la spugna e lasciarci così, con quattro parole- gridai, puntandogli un dito sul petto, prima di continuare e lasciare scorrere tutte le parole che avevo tenuto dentro, chiuso in delle mura di cartone pronte a cedere di fronte all’amore che provavo per lui.
-E vuoi lasciare me, dopo tutto quello che abbiamo condiviso, perché non mi importa se dici che continueremo a restare insieme, nulla sarà più lo stesso; non ci sveglieremo tutti giorni accanto all’altro, non vivremo quei fottuti concerti insieme, non canteremo fissandoci, non scoperemo nel backstage, non faremo l’amore dopo gli eventi più importanti, perché tu semplicemente non sarai con noi, ma sarei in qualche parte del mondo a vivere la tua semplice vita da ventiduenne, senza di me. E non me lo spiego Zayn, non riesco a capire come tu voglia abbandonare tutto questo e tutto quello per cui sei nato, l’affetto delle fans, i loro sorrisi, le emozioni che ti trasmettono su quel dannato palco. Mi hai sempre detto che credi di essere nato per questo, eppure ti stai tirando indietro come un codardo- sputai fuori, colpendo dritto i suoi punti deboli, quelle che ferite che sapeva avrebbero bruciato da morire; stavo decisamente buttando sale su squarci nella carne, ma era esattamente come aveva fatto sentire me in tutto questo tempo.
E i suoi occhi diventarono più bui, più lucidi e le sue mani cominciarono a tremare incontrollate, insieme al suo corpo –Non cambierà comunque l’amore che provo per te… i-io non sono più me stesso su quel palco Niall, ho bisogno di ritrovarmi, di stare bene. Non posso più reggere tutto questo, voglio stare da solo, voglio riscoprire me stesso, ma non senza di te, io sarò comunque al tuo fianco ogni volta che potremmo e non sarà come stare insieme tutti i giorni, ma non per questo dobbiamo lasciar perdere quello che abbiamo. Io non voglio lasciar perdere te- sussurrò con voce roca prossima al pianto, con il tono che usava solo quando era così ferito internamente e perso, smarrito nel labirinto di se stesso; e fu come prendermi a calci ancora, fino a che le lacrime non erano esplose e avevano invaso il mio volto ancora, come una litania senza fine.
-Ma io non voglio che te ne vai, nulla ha senso senza di te. Non mi va di cantare se non posso voltarmi e vederti sorridere illuminando la stanza come il sole appena sorto- avevo sussurrato, con i singhiozzi che mi sconquassavano il petto, e mi facevano tremare come una foglia debole nel bel mezzo di un temporale.
E Zayn si era slanciato verso di me stringendomi come se ne andasse della sua vita, lasciando che mi aggrappassi a lui come era giusto che fosse.
E –Io sarò sempre al tuo fianco, con la mente sarò sempre lì Niall. Ho solo bisogno di tempo e che tu mi capisca, tu fra tutti- mormorò con le lacrime che bagnavano anche le sue di guance, perché per quanto volesse sembrare forte e deciso agli occhi di tutti, Zayn non era altro che un bambino spaventato da tutti quei sentimenti e quelle emozioni contrastanti, un bambino bisognoso di imparare a mettersi in piedi e non ci sarebbe mai riuscito senza di lui, senza il suo amore e i suoi sorrisi sempre troppo luminosi.
-Niall non lasciarmi da solo, ti prego, ho così bisogno di te- aveva sussurrato tra i singhiozzi che lo svuotavano completamente.
E l’avevo stretto ancora di più a me, lasciando che le nostre lacrime si mischiassero, si unissero tra loro e tutto quel dolore scivolasse via insieme a quella tristezza e quelle emozioni devastanti che ci avevano portato lì.
Ed ero preoccupato oltre che terribilmente triste perché Zayn sembrava così indifeso e perso, alla deriva e non riuscivo ad aiutarlo, a portarlo indietro, dove doveva stare.
Così mi staccai per poterlo guardare negli occhi, per poter incontrare quelle iridi che mi avevano amato sin dalla prima volta in cui ci eravamo incrociati e tutto era cambiato per sempre.
 Quelle iridi che avevano brillato come le stelle nel cielo coperto, quando ci eravamo finalmente trovati. E l’avevo allora baciato, leccando via quelle lacrime amare che bagnavano le labbra del ragazzo che amavo più di se stesso; e poi l’aveva baciato più forte, con le lingue che si incontravano come in un abbraccio stritolatore e le labbra che si toccavano combaciando perfettamente.
E le lacrime dell’uno e dell’altro si confondevano, fino a diventare un flusso solo.
Quel bacio era bisognoso e terribilmente sentito, quel bacio racchiudeva tutte le insicurezze e la paura che stavamo provando. E lo baciai ancora, lasciando che si stringesse completamente a me, catturando con le dita quelle lacrime che non continuavano a lasciare i suoi occhi e a percorrere le sue guance troppo magre, segno di tutto il dolore che si portava dentro.
–Io non ti lascerei mai, Zayn- sussurrai su quelle labbra perfette, prima di baciarlo più forte, volendo essere più forte per lui, quello che in realtà non ero mai stato. Perché era sempre stato Zayn a tirarmi su dopo una caduta, lui che aveva leccato tutte le mie ferite, che mi aveva sempre baciato più forte e amato con sempre più intensità.
E anche quella volta, dopo quel bacio così carico di forza, vacillai ancora come scosso dentro dal dolore che ancora una volta si riversava con potenza sulle mie emozioni, e lui l’aveva percepito guardandomi negli occhi e –Niall, andrà tutto bene, te lo prometto- aveva sussurrato prima di baciarmi ancora ed essere di nuovo lui il mio punto fisso.
-Fai l’amore con me- aveva sussurrato con la voce che tremava e le emozioni che dilagavano e avevo versato altre lacrime mentre annuivo.
Le aveva asciugate tutte, le aveva catturate con i suoi baci premurosi –Ehi, non ti sto dicendo addio, sarà così anche per tante altre volte mi amor- aveva sussurrato, cercando di strapparmi un sorriso con quel nomignolo con cui mi chiamava, che era nato una notte a caso, passata per le vie di Barcellona a nasconderci nei vicoletti bui per poter pomiciare senza essere visti.
E in uno di quei vicoletti dopo avermi baciato a lungo aveva strofinato i nostri nasi in un gesto affettuoso che mi faceva sempre ridacchiare e “Mi amor” aveva sussurrato, spiazzandomi completamente, facendomi sorridere, strappandomi un pezzo del cuore per averlo con sé, sempre.
E sorrisi anche allora, mentre sfilava con calma la mia maglietta bianca che aveva assorbito tutte le lacrime di quei giorni, sorrisi tra le lacrime perché non avremmo più condiviso quei pochi momenti di pausa insieme, non avremmo più condiviso tutto come eravamo abituati a fare e faceva terribilmente male.
Sarebbe stato tutto più complicato, più distante e più virtuale tanto da farmi venir voglia di legarlo a me per sempre e non lasciarlo andare più via.
E forse fu proprio quello che feci quando entrò piano dentro di me quasi per paura di spezzarmi; legai le mie gambe dietro la sua schiena, lasciando che il suo corpo finisse completamente schiacciato contro il mio e –Più forte- avevo sussurrato, cercando le sue mani, per incastrarle insieme, come a formare un unico puzzle.
E avevo raccolto tutti i suoi ansimi con le mie labbra, avevo morso piano le sue labbra rosse sentendo tutto l’amore e la passione pervadere il mio corpo eccitato, e l’avevo stretto contro di me più forte quando si era spinto fino a toccare quel punto che apriva le porte del paradiso; e avevo stretto così tanto le mani alla base della sua schiena fino quasi a lasciargli le impronte.
Avevamo fatto l’amore fino ai brividi, fino a lasciarci lividi.
E ci eravamo baciati più forti quando avevamo raggiunto il piacere, in una promessa tacita, in una promessa di restare per sempre Niall e Zayn.
 
Più tardi, ormai asciutti, con le lenzuola stropicciate a coprire i nostri corpi incastrati, le mani intrecciate e gli occhi puntati addosso all’altro, Zayn mi aveva baciato piano, in un bacio carico di tutto l’amore –Ti amo Niall Horan in tutti i giorni della mia vita e tutto questo non cambierà niente, sarò sempre ad un passo da te, anche lontano dieci, venti o mille chilometri- aveva sussurrato, mentre lo stringevo più forte bisognoso di sentirlo lì, con me, ora.
E ovunque sarebbe stato, ovunque sarebbe andato senza quella band e senza di me, sapevo che non l’avrei perso e lui non avrebbe perso me, mai.
 


 
*la frase è della canzone di Tiziano ferro "Incanto", l'ho tradotta in inglese perché boh, mi andava. Penso che la conoscete tutti, ma se così non fosse correte ad ascoltarla! 
Hi! 
Non so con che coraggio sto pubblicando questa piccola os di angst puro, ma io come tutte voi sono completamente distrutta dalla decisione di Zayn e dovevo canalizzare il dolore in qualcosa, dovevo buttarlo fuori nell'unico modo in cui so farlo: la scrittura.
Sono una grossa fan degli Ziall, ho visto quella fanart e ho immaginato cos'avesse provato Niall alla notizia di Zayn, ovviamente qui esiste anche un coinvolgimento sentimentale intimo che non credo esista nella realtà, ma volevo che fosse così perché per me si appartengono.
Zayn ci hai distrutte tutte e ti prego torna.
Mi sento esattamente come Niall, escluso il coinvolgimento in rapporti intimi ovviamente lol 
L'ultima frase è messa in grassetto proprio perché è quello che sento, ovunque andrà non lo perderemo e lui non perderà noi. 
Zayn, please stay.
Spero davvero che non abbiate versate tutte le lacrime che avete in corpo come me con questa os, non so neanche da dove sia uscita. 
E sarei davvero davvero felice se mi faceste sapere che ve ne pare o tipo se vorreste insultarmi in tutti i modi possibili. Tutto è ben accetto. 
Tornerà, lo sento. 
Adesso vado e grazie a chiunque leggerà o mi farà sapere, grazie in anticipo. 

Su twitter sono: @lunatjque e su facebook: Duchannes efp. 
   
 
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