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Autore: Gary Kleppe    18/12/2008    8 recensioni
Ranma è alla ricerca di un’ispirazione che lo aiuti a decidere se sposare o no Akane. Forse la Fonte della Verità potrebbe fare al caso suo...
ATTENZIONE: Questa storia appartiene a Gary Kleppe, che mi ha dato il permesso di tradurla. Kuno84.
WARNING: This story belongs to Gary Kleppe, who gave me the permission to translate it. Kuno84.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ranma Saotome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“THE SIGN”


A Ranma 1/2 Fanfiction
by Gary Kleppe





“Sto cercando una cosa chiamata Fonte della Verità” disse Ranma. “Qualcuno di voi sa dove sia?”

“Ohayo!” risposero gli uomini, sbattendogli ancora una volta in faccia le loro guide turistiche.

“Ve l’ho detto, non ho i soldi per comprarla!” si spazientì Ranma. “Inoltre, la cosa che sto cercando non è su quella mappa. Ho già controllato.”

“Ohayo!” dissero nuovamente.

“Non parlano giapponese” spiegò un altro uomo. Sembrava simile agli altri, piccoletto, di mezz’età e vestito in maniera sciatta. “Io parla un poco. Pensano tu semplice turista. Per via di abiti fuori moda che tu indossa.”

“Sai dove si trova la Fonte della Verità?” domandò Ranma.

“Quella? Solo vecchia storiella. In parco la usano per fare in modo che turisti vengono e spendono denaro. Se tu cerca verità, non la ottiene da un poco d’acqua.”

Ranma riprese il suo cammino. Doveva continuare a cercare. La Fonte, probabilmente, era solo una leggenda, ma lui era disperato e pronto a tentare di tutto.

Sembrava così facile, solo poco tempo prima. Aveva appena sconfitto Safulan, e Akane era stata ad un passo dal venire annoverata tra le vittime della battaglia. In quel momento Ranma era sicuro di amarla, avrebbe dato qualunque cosa perché fosse ancora viva e vegeta. E presto Akane lo fu. Ma in seguito si erano rifatti avanti tutti i vecchi consueti dubbi, riguardo alle scarse abilità culinarie della fidanzata, al fatto di venire mazzolato per ogni malinteso, riguardo ad ogni cosa.

Papà gli aveva raccontato della leggenda della Fonte. Si credeva che fosse in grado di dare risposta a qualunque domanda. Papà non era noto per tirar fuori buone idee, ma valeva la pena tentare. Così, lui e il genitore avevano lasciato indietro gli altri a Hefei e avevano fatto una camminata fino a questo parco. Papà aveva insistito perché lui si addentrasse nel parco da solo… per quanto si possa essere ‘da soli’ in Cina, a meno di non trovarsi in una landa desolata come Jusenkyo. Dopotutto, la ricerca non riguardava nient’altri che Ranma.

Il sentiero che stava seguendo portò ad un vasto stagno. Era questo? Stranamente, non c’erano altre persone nei dintorni. Ranma guardò nello stagno. L’acqua era molto sporca e torbida, ed era impossibile scorgervi qualcosa oltre al proprio riflesso. Nessuna risposta sarebbe potuta venire da lì. Com’era stato stupido, pensò, a credere che l’avrebbe trovata.

Ranma sospirò. “Che diamine faccio, adesso?”

L’acqua girò vorticosamente, come se qualche pezzo di detrito stesse galleggiando verso la superficie. Ranma rimase a bocca aperta per la meraviglia, quando riuscì ad intravedere una scritta in giapponese su qualcosa posto al di sotto della superficie liquida. Attraverso l’acqua torbida, poté scorgere appena ciò che diceva:

“TU AMI AKANE. SPOSALA.”

“Aaaaah!!” Ranma indietreggiò per la sorpresa, come se avesse visto un fantasma. Quando tornò a guardare, la scritta era svanita. Ma ora sapeva che diceva il giusto. Nel profondo del suo cuore, l’aveva saputo per tutto il tempo.

Ranma si voltò e s’incamminò distrattamente per la via da dov’era venuto, poi iniziò a procedere con fare più spedito. Voleva tornare in città, voleva vedere Akane.

Un poco più tardi, le acque dello stagno turbinarono violentemente, e la figura di un panda gigante sbucò in superficie. Sputò via la canna, vuota al suo interno, che aveva usato a mo’ di respiratore subacqueo. Quindi abbandonò anch’egli la scena, prendendo una scorciatoia lungo il bosco. Ringraziò silenziosamente le divinità dei cartelli e dell’inchiostro impermeabile, sempre che esistessero. Era stato un piano rischioso, molte cose sarebbero potute andare per il verso sbagliato, ma Genma era disperato e pronto a tentare di tutto.


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Note del traduttore:
1) ho deliberatamente scelto di non tradurre il titolo della one-shot, vista l’ambiguità del termine “sign”, riferibile sia al “segno” tanto cercato da Ranma, che al “cartello” utilizzato da Genma-panda per ingannare il figlio;
2) “ohayo” vuol dire semplicemente “ciao”, ed è tutto quello che sanno di giapponese i venditori cui si rivolge Ranma;
3) ho scritto “Safulan” in luogo di “Saffron” in quanto i lettori italiani del manga conoscono il primo nome e non il secondo (negli USA si usa quest’altra dizione, perché letteralmente “saffron” significa “zafferano”, così da mantenere l’originario gioco di parole della Takahashi).
Infine, vi ricordo che la versione originale della storia si trova sul sito di Gary (http://www.garykleppe.org/comics.html).
Kuno84.


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