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Autore: Nami93_Calypso    27/03/2015    4 recensioni
Percy e Rachel sono amici fin dall'asilo.
Una volta giunti all'università frequentano lo stesso gruppo di amici e sono ancora molto legati.
Lui si fidanzerà con Annabeth, lei si frequenterà con Ottaviano.
Questi, insieme ad altri avvenimenti, porteranno in loro confusione e sentimenti che forse poco hanno a che fare con l'amicizia.
"Storia partecipante al contest La Lirica della Coppia Felice indetto da MichiGR sul forum di EFP"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Octavian, Rachel Elizabeth Dare
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Nickname Autore (su Efp e sul Forum): Nami93
Titolo: Confusione e sentimenti
Tipologia: One Shot
Generi: Introspettivo, sentimentale, triste
Avvertimenti: Triangolo
Note: AU
Nda: Allora allora… Volevo usare questo spazio per spiegare perché la Perachel. Il fatto è che Rachel è il mio personaggio preferito della saga Dei dell’Olimpo e mi sono innamorata di lei fin dalla sua prima apparizione in La maledizione del Titano. Mentre invece non posso sopportare Annabeth, non so dirvi bene il motivo, ma appena inizio un nuovo capitolo è c’è il suo nome come titolo alzo gli occhi al cielo. E poi la Percabeth mi pare una coppia alquanto scontata e l’ho pensato fin da subito. Con questo non voglio offendere nessuno! Ognuno è liberissimo di shippare chi vuole, ci mancherebbe, volevo solo spiegarvi il perché della mia scelta.
Passiamo invece alla storia. L’idea originale era quella di fare una long ma per mancanza di tempo mi sono ritrovata a pochi giorni dal termine del contest con nulla scritto per cui ho ripiegato su una One Shot però il senso generale della storia che volevo scrivere non si è perso minimamente, è come se questo fosse l’ultimo capitolo della long. L’idea originale era un AU in cui i nostri semidei sono dei normali ragazzi che frequentano l’università. Percy e Rachel sono amici d’infanzia, molto legati, da qualche tempo Percy sta con Annabeth, hanno il loro gruppo di amici, Rachel inizia ad uscire con Ottaviano più per accontentare il padre che per sentimento, insomma tutte cose normali. Ma alla fine i sentimenti dei nostri cari protagonisti sarebbero cambiati, in particolare dopo che si scopre che Percy partirà con Annabeth per il suo erasmus di 6 mesi in America. Da qui non aggiungo nulla, troverete la fine in questa OS.
Altra cosa: adoro anche Calypso!! E in questa long mi ero immaginata questa amicizia tra lei e Rachel e non volevo rinunciarvi così ne ho inserito un microscopico scorcio anche qui. Vi prego ditemi che non sono l’unica pazza che le shippa come amiche *.*
Spero che Percy non risulti OOC: essendo un po’ più grande rispetto all’originale me lo sono immaginato un po’ più maturo e ho voluto sottolineare le sue qualità altruistiche, il suo preoccuparsi sempre degli altri e anteporre il bene altrui al proprio.
Ultimissima cosa, lo giuro! Volevo ringraziare l’ideatrice del contest, M I K I, per avermi dato l’opportunità di scrivere su questa coppia che personalmente adoro.
Bene, penso di aver detto tutto. Non posso far altro che augurarvi buona lettura e ringraziarvi per essere passati :)

 



 
Dire ciò che sentiamo e non ciò che conviene dire.
(Oscar Wilde)
 


Confusione e sentimenti


POV RACHEL
Osservo Percy e Annabeth da lontano, rimanendo in disparte.
Lui sta quasi soffocando stritolato da un abbraccio di Leo mentre lei abbraccia spasmodicamente Piper, entrambe in lacrime.
Il nostro gruppetto di amici è tutto qui riunito, in aeroporto, per salutare Percy e Annabeth che stanno per partire: lei sarebbe dovuta andare in America per sei mesi, in erasmus, per approfondire gli studi di architettura, e lui ha deciso di partire insieme a lei. Non voleva stare lontano dalla sua fidanzata per tutto quel tempo.
Così ci lasceranno…. E io non rivedrò il mio migliore amico dai tempi dell’asilo per mesi.
Mentre salutano i nostri amici io me ne rimango in un angolo, affianco ad Ottaviano. Lui si guarda intorno quasi scocciato ed annoiato dalla situazione; quanto lo detesto quando fa così. In realtà lo detesto in generale: ho accettato di uscire con lui solo per fare un piacere a mio padre. Il suo è un uomo molto potente e potrebbe offrire un lavoro prestigioso al mio se solo i suoi capricci venissero accontentati. Per questo quando mio padre è entrato una sera in camera mia chiedendomi di dare una chance a questo ragazzo biondo, arrogante e allampanato non ho potuto rifiutare.
Ora Percy sta abbracciando dolcemente Hazel mentre parla con Frank, Annabeth sta scambiando dei saluti con Reyna.
Perché non mi avvicino? Perché sono bloccata qui invece di essere lì ad abbracciare il mio migliore amico e ad augurare buon viaggio a lui e alla sua ragazza?
Forse perché ho paura che non lo lascerei partire. Se lo avessi tra le braccia vorrei che ci rimanesse per sempre.
Il mio cuore prende uno strano ritmo a questo pensiero.
È da quando ho saputo della sua partenza che mi sento confusa, con un peso sullo stomaco.
So che dovrei essere felice per lui eppure non ci riesco. Vorrei che rimanesse qui con noi, con me…
Ma non posso dirglielo, non avrebbe alcun senso; non voglio fare la figura dell’amica gelosa e non voglio che lui si senta in colpa a partire. In più i rapporti tra me e Annabeth non sono mai stati dei migliori: è sempre stata molto guardinga nei miei confronti, distante, ed io non sopporto le persone fredde e che non parlano chiaro e di certo non perdo il sonno se qualcuno non vuole avermi come amica.
Percy scambia una virile stretta di mano con Jason mentre la bionda abbraccia affettuosamente Nico.
Ormai manco solo io da salutare e sento lo stomaco stringersi in una morsa.
Ma le mie reazioni sono normali, vero? È da settimane che cerco di convincermi di questo, che qualsiasi persona reagirebbe così alla partenza del proprio migliore amico. Eppure Jason e Piper non sono in panico quanto me. Forse perché loro non rimarranno soli, potranno contare l’uno sull’altra nella malinconia. Io invece non avrò nessuno. No, Ottaviano non lo considero nemmeno.
-Arrivederci, Ottaviano- sentendo quelle parole mi riscuoto, sobbalzando appena.
Presa come ero dai miei pensieri non mi ero resa conto che Percy si è avvicinato, mentre Annabeth saluta Calypso, e ora sta stringendo la mano del ragazzo che mi sta accanto con sguardo duro e un’espressione tesa.
Nemmeno a lui va molto a genio, in realtà a nessuno del gruppo.
-Buon viaggio, Jackson- risponde il biondo con tono altero.
Il moro interrompe il contatto tra loro e si porta di fronte a me. Fa un sorriso tirato ma lo conosco troppo bene per sapere che non è sincero e che è proprio da lui sdrammatizzare le situazioni difficili.
-Mi raccomando fai la brava, Oracolo- mi dice allargando il sorriso.
Sbuffo fintamente offesa al suono di quel soprannome ridicolo: il fatto è che quando scommettiamo su eventi futuri, come condizioni climatiche, risultati di partite, coppie future, io ci azzecco sempre. Ho guadagnato molti gelati in questo modo.
-E tu vedi di non metterti a strillare in preda al panico una volta sull’aereo- lo canzono affettuosamente obbligandomi a sorridere.
Lui ride appena e, dopo un attimo di esitazione di cui mi accorgo, mi abbraccia.
L’odore di salsedine che tanto bizzarramente lo contraddistingue mi invade prepotentemente le narici; forse è questo a farmi realizzare davvero cosa sta succedendo.
Allaccio strette le braccia dietro al suo collo e lo stringo più forte che posso mentre sento gli occhi pizzicare. Non posso piangere, non posso mostrarmi debole, non voglio dargli preoccupazioni o fargli cambiare idea.
Alcuni dei momenti trascorsi insieme mi affiorano alla mente: il nostro primo incontro all’asilo, gli acquerelli che mi regalò per i miei otto anni, i dolci blu di sua madre, le cioccolate prese nel bar del centro.
Chiudo gli occhi e appoggio la guancia sulla sua spalla mentre mi accarezza dolcemente i capelli.
-Ehi, non monopolizzarla!-
Al sentire quella voce spalanco gli occhi infastidita.
Dietro di lui Annabeth ci guarda sorridendo ma con una strana luce negli occhi, che poco si addice alla sua espressione giocosa.
Percy si stacca da me, indugiando con una mano sulla mia spalla, e la bionda mi si avvicina. Mi stringe frettolosamente tra le braccia e mi lascia un bacio sulla guancia senza quasi guardarmi.
Se fossi un animale in questo momento starei ringhiando per la collera.
Come si permette di fare la finta amica con me solo per fare bella figura davanti a Percy?
I due si allontanano per recuperare i propri bagagli da imbarcare.
Un nodo mi serra la gola.
Osservo la schiena di lui mentre saluta tutti un’ultima volta agitando la mano e lei lo prende sotto braccio sorridendo raggiante.
Ormai è troppo tardi per dire o fare qualsiasi cosa.
Ormai mi è chiaro che per lui provo qualcosa che va oltre l’amicizia ma sono troppo confusa per capire esattamente cosa sia ed è troppo poco per intromettermi nella sua relazione. Sono stata una sciocca, avrei dovuto rendermene conto prima. Ora mi toccherà soffrire in silenzio.
Una voce dentro di me urla prepotentemente di corrergli dietro, fermarlo, implorarlo di rimanere, ma io cerco di zittirla in tutti i modi.
Eppure a volte capita che non sia la parte razionale di noi ad avere la meglio.
 
POV PERCY
Afferro la maniglia della valigia mentre Annabeth afferra il mio braccio.
Saluto ancora una volta tutti i nostri amici e il cuore mi si stringe in una morsa ma mai come quando mi giro un’ultima volta a guardare Rachel: è lì, in disparte, accanto ad Ottaviano, e il solo saperla vicino a lui mi fa montare una rabbia dentro. So che non prova nulla per lui, e probabilmente anche lui sta con lei solo per interesse o divertimento, eppure da quando ho saputo che uscivano insieme la mia antipatia per lui è cresciuta ancor più di quanto non fosse prima.
Cerco il suo sguardo ma lei abbassa il viso verso il pavimento ma ho notato il velo di lacrime nei suoi occhi.
Sta soffrendo a causa mia, perché staremo lontani per sei mesi e non era mai successo prima. Le ho detto in tutti i modi di stare tranquilla, che io starò bene, ma non so se sono riuscito a sortire l’effetto desiderato.
Anche se volessi non potrei mandare a monte questo viaggio. Ho promesso ad Annabeth che sarei partito con lei e quando gliel’ho detto era così felice e radiosa che non potrei mai rimangiarmi la parola.
E poi, forse, questo viaggio mi farà bene….
Da qualche tempo ho iniziato a provare strane sensazioni: spesso penso più alla mia migliore amica che alla mia fidanzata, mi preoccupo più per lei e vorrei passare più tempo con lei.
Tutta questa confusione mi… confonde. È anche per questo che voglio partire, per schiarirmi le idee. E anche perché non posso innamorarmi della mia migliore amica! Per di più se ho già una ragazza che mi ama! Questo tempo lontani mi servirà a dimenticarmi di lei.
Non posso dirle nulla di tutto ciò perché so che sarebbe inutile, lei non ricambia i miei sentimenti, non mi ha mai guardato in quel modo. Per lei sono l’amico un po’ sciocco e pasticcione. Certo, l’unico con cui si sente libera di essere realmente sé stessa, ma pur sempre solo un amico.
Mi avvio verso il metaldetector trascinandomi dietro la valigia a rotelle, con Annabeth al mio fianco.
-Percy!-
Sentendo quel richiamo mi arresto all’istante, soprattutto perché ho riconosciuto la voce.
Mi volto con occhi sgranati e vedo Rachel che viene verso di me, qualche lacrima a rigarle il volto.
Si ferma a pochi passi di distanza e mi fissa, le spalle che si muovono per il fiatone non causato da attività fisica ma per l’agitazione.
-Percy… non andare- sussurra –Rimani qui con me-
Sputa fuori serrando gli occhi da cui fuoriescono altre lacrime.
I miei invece si spalancano all’inverosimile. Sento la presa di Annabeth sul mio braccio farsi più salda.
Perché mi sta dicendo questo? La conosco troppo bene per sapere che lei è una di quelle persone così gentili da soffrire in silenzio, che non farebbe mai notare il proprio dolore per evitare di causarne ad altri. Cosa c’è d diverso questa volta per farla reagire così?
Ho un solo modo per saperlo.
-Perché?- le chiedo unicamente.
Il tono che uso sorprende anche me stesso: titubante, incerto, speranzoso.
La mia domanda sembra colpirla duramente; spalanca gli occhi fissando un punto imprecisato sul pavimento tra di noi, come alla ricerca di una risposta più per se stessa che da rivolgere a me, come se si fosse ripresa da uno stato di trance.
-Perché io…- mormora, senza ancora guardarmi –Ho bisogno di te-
Dietro di lei vedo i nostri amici che se ne stanno lì in silenzio: Piper la osserva in cagnesco mentre Calypso mi guarda con occhi che comunicano dolcezza e tristezza allo stesso tempo. Cosa sta cercando di dirmi?
Osservo più accuratamente Rachel; l’espressione che ha sul volto è una maschera di puro dolore e sofferenza. Sta lottando con se stessa perché non sa se sia più giusto tenersi dentro o buttare fuori quello che prova e sente. Ma è una sofferenza che va ben oltre quella che si prova per la partenza di un amico; è la stessa sofferenza che sto provando io ora a guardarla in quello stato e sentire di non potere far nulla per lei, di non poterla stringere perché sento ancora la mano di Annabeth sul braccio.
Ma se le cose stanno davvero così allora è giusto che vengano a galla.
Perché se le cose stanno davvero così io avrei una valida ragione per rimanere e non salire su quell’aereo.
Non mi importa nulla delle conseguenze.
-Rachel, dillo- dico, con tono più fermo di prima, facendo mezzo passo verso di lei.
Sentendo la mia determinazione solleva lo sguardo sul mio viso, sorpresa. Quello che trova sono due occhi verdi che le sorridono come nessuna bocca potrebbe mai fare e che la spronano a dire la verità, rassicurandola che è la cosa giusta da fare.
-Io… Provo qualcosa per te, che va ben oltre la semplice amicizia…- mormora guardandomi negli occhi ma improvvisamente interrompe il contatto visivo e porta lo sguardo su un punto alla mia sinistra nello stesso momento in cui sento il mio braccio liberarsi.
Mi volto anche io. Annabeth mi fissa con espressione dura e occhi leggermente velati di lacrime.
-Annabeth, mi dispiace. Io…- sento dire a Rachel ma viene subito interrotta dalla bionda.
-Stai zitta!- le urla quasi contro, volandosi verso di lei. Se potesse la starebbe incenerendo con lo sguardo –Non voglio sentire le tue patetiche scuse!- afferma, orgogliosa.
-E invece dovresti- una voce tenace e risoluta giunge alle nostre orecchie.
Calypso si è avvicinata a Rachel e ora le appoggia una mano sulla spalla: la rossa la guarda con gratitudine mentre i suoi occhi sono fissi sulla bionda che ricambia lo sguardo con espressione incredula. Ha sempre avuto molta stima di Calypso e ha sempre tenuto molto in conto il suo parere, nonostante fosse la persona più vicina ad una migliore amica per Rachel, e per questo non riesce a credere al suo intervento contro di lei. Ma sono certo che a lei darà ascolto.
-Continua- sussurra incoraggiante all’orecchio della rossa prima di allontanarsi.
L’altra riporta lo sguardo sulla bionda e prende un profondo respiro prima di parlare.
-Annabeth, io e te non siamo mai andate molto d’accordo pur non avendo mai avuto screzi e quant’altro però una ragione deve esserci. Io non ho mai pensato a Percy a quel modo e non ho mai pensato di rubartelo o portartelo via- mentre parla lancia di quando in quando occhiate furtive verso di me –Però… Da quando ho saputo che sarebbe partito per sei mesi, con te, qualcosa è cambiato. Ho iniziato a sentirmi davvero molto strana, provavo sensazioni contrastanti ma non sono mai riuscita ad identificarli fino ad ora che state per partire per davvero. E se ora sto dicendo tutte queste cose non è perché io voglia ferirti ma perché non sono riuscita a trattenermi-
Ora si volta verso di me.
-Percy… Non avrei mai voluto metterti in questa situazione, di fronte a questa scelta. Voglio che tu sappia che io per te provo qualcosa che va oltre l’amicizia ma tu sei libero di agire come vuoi. Se ami Annabeth e vuoi partire con lei devi farlo. Ma se quello che provo io non è a senso unico… vorrei saperlo- termina con un sorriso teso.
E io ora sono qui, in questo limbo, tra due ragazze che mi guardano con occhi lucidi, espressioni sofferenti e al contempo speranzose, in attesa di una risposta.
Le catastrofi naturali avvengono sempre nei momenti meno opportuni. Perché non può arrivare all’istante un tifone, un terremoto, un’invasione aliena? O perché non posso svenire seduta stante?
No, non posso sottrarmi a questa responsabilità. Queste due ragazze a cui io tengo molto stanno solo aspettando che io dica qualcosa.
Purtroppo è inevitabile che una delle due soffra. Ma io ho già preso la mia decisione, da quando Rachel mi ha richiamato prima di superare il metaldetector, perché al solo sentire la sua voce ho capito che non avrei potuto lasciarla.
Mi volto verso quella che fino ad ora è stata la mia fidanzata.
-Annabeth, mi dispiace…-
Per un attimo i suoi occhi si erano illuminati vedendomi rivolgermi a lei, ma dopo aver sentito queste due semplici parole e visto la mia espressione colpevole il suo volto si è trasformato in una maschera di indifferenza, troppo orgogliosa per mostrare il suo dolore.
-Credo che il legame che unisce me e Rachel sia sempre stato qualcosa di più ma per uno scherzo del destino ce ne siamo accorti solo ora. Ma se devo essere onesto… Io già da qualche mese ho avvertito qualcosa cambiare, diversamente da lei. Da quando ha iniziato a uscire con Ottaviano- non posso non rimarcare il nome con una nota di fastidio –Ho capito che qualcosa non andava. Mi dispiace, non volevo prenderti in giro… Non era mia intenzione…-
Appena termino di parlare vedo lo sguardo di Annabeth indurirsi e lei porta indietro la mano. Capisco che mi ha tirato una sonora sberla solo quando sento un bruciore acuto sula guancia. Non sono nemmeno riuscito a percepire il movimento del suo braccio o lo spostamento del mio capo.
Rimango immobile mentre lei recupera la sua valigia e si avvia spedita a passo di carica verso il metaldetector.
-Addio- dice unicamente con tono più acuto del solito. So che si sta trattenendo dal piangere, non vuole farlo davanti a tutti.
La seguo con lo sguardo per tutto il tragitto.
La guancia fa ancora male ma non porto una mano a massaggiarla, me lo sono più che meritato e questo dolore deve restarmi da monito.
Ma probabilmente qualcuno non la pensa come me.
Percepisco un tocco delicato sul viso che mi spinge a voltarlo.
Rachel mi fissa con i suoi occhioni verdi ancora un po’ acquosi e un timido sorriso sul volto.
-Mi dispiace… Ti fa male?- sussurra dolcemente.
-Un po’, ma è giusto, aveva tutte le ragioni per farlo- le rispondo appoggiando una mano sulla sua e tentando di ricambiare il sorriso.
Siamo io e lei, uno di fronte all’altro, non vedo più il luogo in cui ci troviamo o le persone che ci circondano.
Eppure il cuore non è colmo di gioia come dovrebbe. Prima di essere davvero felice dovrò superare questa storia, dovrò accettare il fatto di aver ferito così profondamente un’altra persona, una persona come Annabeth che mi è stata vicina per anni.
-Sono sicura che tutto tornerà a posto- mi dice.
È fantastica, anche in questa situazione in cui ognuno ha rivelato i suoi veri sentimenti, lei continua a comportarsi da amica e a preoccuparsi per me, per me e per quella che ormai è la  mia ex nonché sua rivale.
Senza pensarci troppo passo le braccia dietro la sua schiena e la stringo a me, posando il mento sul suo capo, tra i suoi capelli infuocati che sano di fiori, mentre lei copia i miei gesti immergendo il viso nel mio petto. Non è ancora il momento di baciarla.
-Prima dobbiamo preoccuparci di noi, capire quello che proviamo, il resto verrà dopo- mormoro in modo che solo lei possa sentirmi –E magari trovare un modo per evitare che Piper mi uccida- aggiungo osservando l’altra che mi lancia occhiate di puro odio.
 
 
   
 
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