Sono
qui, sempre
Ad Alessandra,
senza i suoi consigli non ci sarebbe
questa storia.
Grazie
Konoha,
due giorni dopo fine della guerra
Il lavoro da sbrigare all’
ospedale era ancora tanto, i feriti sembrano non finire mai, era troppo presto
per dimenticare una guerra di tali dimensioni. Sakura stava lavorando senza
sosta, era esausta, ma non era certo quello il momento di riposare, quelle
persone avevano bisogno di lei.
“Sakura!”
“Mi dica signorina Tsunade”
“Vai nella stanza dei tuoi
compagni, qui ci penso io” I suoi compagni. Come era bello sentire quella
parola, perché si, erano entrambi lì, Sasuke
era lì.
“E’ sicura di non avere
bisogno del mio aiuto?”
“Vai, ti staranno già
aspettando”
“Grazie” e allora Sakura
percorse tutto il corridoio e poi girò a destra, ormai il suo corpo quando si
trattava di raggiungere quella stanza si muoveva da solo.
“Buongiorno” disse aprendo
la porta con uno dei suoi soliti sorrisi radiosi.
“Buongiorno Sakura-chan”
“Giorno” in quella stanza
c’era qualcosa che non andava, non doveva
essere tornato tutto come un tempo? O era solo lei la povera illusa a
credere ad una cosa del genere?
“Sakura-chan, devi farci il
controllo?” la voce di Naruto la distolse dai suoi pensieri
“Certo. Vedo che Hinata è
passata anche stamattina” disse indicando i lillà poggiati sul comodino di
Naruto.
“Si, è venuta, passa qui
tutti i giorni”
Nonostante la sofferenza
che stava provando in quei giorni per la perdita di Neji, Hinata non aveva
messo da parte neanche un momento l’amore che nutriva nei confronti di Naruto,
era ammirevole.
Sakura cominciò la visita
proprio da Naruto che non stava fermo un attimo, ed era certa che in quel
momento Sasuke li stesse osservando. Pian, piano stava imparando ad essere
disinvolta con lui, ma ancora non ci riusciva del tutto, era pur sempre il
ragazzo che amava, e che dopo mille sofferenze era lì accanto a lei, in un
letto d’ospedale e senza un braccio, ma stava bene, era vivo, a Konoha. Avevano parlato poco, e sapevano entrambi che
c’erano ancora tante cose da dire. Sasuke le aveva chiesto scusa e lei era
felice per quello, era riuscito a mettere da parte il suo orgoglio per chiedere
scusa proprio a lei. “Scusa per tutto ciò
che ho fatto” , così aveva detto ed era sicura che quelle parole sarebbero
rimaste nella sua mente finchè la vita non avrebbe abbandonato il suo corpo. Lo amava con ogni fibra del suo essere.
***
Una settimana dopo i
ragazzi furono dimessi ed era giunto il momento che nessuno voleva arrivasse
mai: Sasuke doveva confrontarsi con il consiglio di Konoha e tutti i Kage,
sarebbero stati loro a decidere la sua condanna o assolverlo da tutte le sue
colpe. Lui sembrava tranquillo, era pronto ad accettare qualsiasi cosa il destino
avesse avuto in serbo per lui.
“Quindi fatemi capire
Tsunade ha abdicato e Kakashi è diventato Hokage soffiandomi il posto?
“Naruto, fai la persona
seria, è un momento importante, fra poco inizierà il consiglio” e proprio in
quel momento giunse Kakashi dando loro le ultime direttive, e dicendo che
avevano dato il permesso a Naruto di prendere parte alla riunione. Ancora una
volta si ripeteva la stessa storia, Naruto
c’era per Sasuke, lei no, lei doveva aspettare. Non avrebbe potuto fare
niente per aiutarlo se ce ne fosse stato bisogno, non voleva che andasse così. Ma al diavolo tutte le sue paranoie!
Sasuke era lì in silenzio, poggiato vicino al muro, con gli occhi socchiusi e
le braccia incrociate sul petto, una cosa che poteva, anzi doveva fare c’era, doveva almeno parlare con lui e fargli
sapere che lei era lì.
“Sasuke-kun andrà tutto
bene.” Doveva essere per forza così, perché non poteva immaginare, in quel
momento, un solo istante della sua vita futura lontana da lui.
Di tutta risposta Sasuke
aprì gli occhi e la fissò intensamente, e
lei si chiedeva ancora come con un solo sguardo sembrava che leggesse dentro di
lei.
“Sakura, vorresti entrare
lì dentro con me ,vero? Si, era davvero così, lui riusciva dove nessuno poteva,
lui riusciva a percepire i suoi stati d’animo, tutte le sue paure, le sue
preoccupazioni, probabilmente solo notando le sue mani completamente sudate, o
quanto ticchettava nervosamente il piede sul pavimento, o il modo in cui si
toccava i capelli, oppure semplicemente
guardandola negli occhi, occhi così diversi suoi.
“Aspetterò qui” Una promessa. Significava che non se ne
sarebbe andata non l’avrebbe lasciato solo, mai.
“Forse ci vorrà un po’”
“ Io sono qui, non me ne vado”
“Va bene Sakura, aspetta
qui, a dopo” sembrava davvero più sereno
e pronto ad affrontare tutto, e lei era lì ad affrontare quel tutto insieme a
lui.
***
L’attesa era diventata
davvero angosciante, erano passate almeno due ore da quando quella maledetta
riunione era cominciata e Sakura non si era mossa neppure di un centimetro, non
l’avrebbe mai fatto, Sasuke sapeva che
lei era lì.
“Ciao, Sakura” Eccola,
sapeva sarebbe arrivata, Ino non la lasciva mai da sola, era sempre lì accanto
a lei.
“Ciao Ino” e cercò di
sorridere, ma non ci riusciva, perché il suo pensiero fisso era solo sulla
sorte di Sasuke.
“Non ho mai visto sorriso
più brutto Sakura”
“Non riesco a sorridere in
un momento del genere” e i suoi occhi erano così tristi, così poco luminosi, quel verde era così lontano dal suo.
“Sasuke se la caverà,
vedrai”
“Sto cercando di
convincermene Ino, e so che lui è forte”
era una delle persone più forti che conosceva, una persona come lei per esempio
non sarebbe stata in grado di portare sulle spalle tutta la sofferenza che era
toccata a Sasuke. Lo ammirava.
“E allora resta con la tua
convinzione”
“Io mi chiedo una cosa Ino, è così ingiusto che lui sia felice?”
Tutti meritavano di essere felici, anche Sasuke. Le avrebbero potuto dire che
era una sciocca a desiderare la felicità di una persona che le aveva spezzato
il cuore, ma a lei non sarebbe importato, un po’ di felicità se la meritava,
doveva essere sereno anche lui, proprio come si sentiva lei a riaverlo accanto.
“ Ti struggi ancora per
lui?”
“E’ diverso Ino. Il mio è
un puro desiderio egoistico, desidero solo che lui stia bene”
“Perché metti ancora da
parte te stessa?”
“Non lo sto facendo, ma
Sasuke ha bisogno di me, adesso” non solo adesso, sempre
“Sakura, tu lo ami con
tutta te stessa, e questo credo che lo sappiano tutti, ma non soffrire, devi
essere felice anche tu, non mettere da
parte la tua felicità”
“Sto bene Ino, e sono felice” e dal sorriso con cui
Sakura pronunciò quelle parole, Ino capì che stava dicendo la verità, stava
bene e sarebbe stata ancor meglio, sempre meglio.
***
La prima persona che Sakura
vide appena la porta della sala riunioni si aprì fu Kakashi, seguito subito
dopo da Naruto che alzò il pollice sorridendo. Poteva significare solo una
cosa, Sasuke era finalmente libero.
Era una sensazione così bella, così difficile da spiegare a parole, era come se
il cuore di Sakura potesse scoppiare dalla gioia da un momento all’altro, Ed
eccolo, imperturbabile come sempre, con lo sguardo scocciato, probabilmente
stanco di sentire parlare probabilmente
stanco di stare al centro dell’ attenzione, stanco di un po’ tutto. Fu
questione di un attimo e lei si ritrovò ad abbracciarlo, c’erano solo loro in
quel preciso momento, tutto ciò che li
circondava era scomparso.
“Sakura, ti avevo detto che
ci avremmo messo un po”
“Non mi sono mossa neanche
un secondo” ma Sasuke lo sapeva, non aveva bisogno di conferme, non aveva
dubitato neanche un attimo che lei sarebbe rimasta lì.
“Lo so”
“Ora sei libero, hai di nuovo la tua vita” e fu solo in quel momento
che Sakura si rese conto della mano di Sasuke sulla sua schiena, non l’aveva
respinta come avrebbe fatto il ragazzino scontroso di dodici anni a cui aveva
confessato per la prima volta i suoi sentimenti. Sasuke era cambiato, ma andava
bene così, lo amava comunque. Era strano
che Sasuke ricambiasse un suo abbraccio, ma estremamente bello, sensazioni
che Sakura non avrebbe mai e poi mai potuto descrivere a parole, nessuno
sarebbe mai stato in grado di capirle, neanche una mente eccelsa come quella di
Shikamaru.
“Già” C’era malinconia o
proprio tristezza nella sua voce? Era un enigma, ma Sakura percepì che gli
frullava qualcosa nella testa, pensieri che sicuramente non erano su di lei.
Con Sasuke Uchiha non c’era mai qualcosa di facile da comprendere, era sempre
dannatamente complicato, ma probabilmente un Sasuke non complicato non era il suo Sasuke Uchiha.
***
“Teme, devi dirlo a Sakura, non posso farlo io al tuo posto!” il dobe in
quegli anni non avevo perso la sua petulanza, continuava a tormentarlo.
“Naruto, non c’è molto da
dire”
“E io che pensavo che fossi
cambiato, ma mi sbagliavo” Naruto si stava agitando e Sasuke stava per perdere
la pazienza, come da copione, una scena vista e rivista.
“Dobe, smettila”
“Sasuke, devi assolutamente
dire a Sakura che non hai intenzione di
restare a Konoha, o almeno non per il momento”
“Lo saprà al momento giusto”
“Quale sarebbe il momento
giusto?” questa si che era una bella domanda, non sapeva neanche lui qual era
il momento giusto, ma Sakura non poteva sapere così su due piedi che lui se ne sarebbe
andato, di nuovo, probabilmente una
notizia del genere l’avrebbe distrutta.
“Non adesso”
“Soffrirà lo sai?” certo
che lo sapeva, ma non potava fare diversamente, non c’era altro modo e lui non
era capace di alleviare la sofferenza di nessuno, tantomeno quella di Sakura
“Non intrometterti in
questa faccenda Naruto”
“Lo so bene che tu tieni a Sakura-chan, per te lei è
importante” Sakura. Difficile dire
cos’ era Sakura per lui in quel momento, ma lei c’era sempre, lo sapeva.
“Dobe, hai finito?”
“Tu non vuoi che soffra più a causa tua”. Era vero Sakura aveva
sofferto davvero troppo per lui, aveva pianto tutte le lacrime possibili, non meritava che una persona una soffrisse così intensamente solo per lui,
ma lei era diventata abbastanza forte da reggere un altro duro colpo. Era cresciuta.
***
A Konoha, in quel periodo,
il posto perfetto per raccogliere le erbe mediche era il fiume. Dopo la fine
della guerra, ce n’era davvero bisogno, considerata la quantità di feriti che
ancora non si erano ristabiliti. Sakura adorava il fiume, era rilassante
sentire il rumore dell’acqua che scorreva, sembrava
che portasse via tutti i suoi pensieri, ed era bello non pensare anche se
per poco. Era strano come nonostante fosse felice per il fatto che Sasuke era
finalmente libero, aveva ancora un peso sul cuore, dovuto probabilmente alle tante
cose da chiarire con lui, e se ne rendeva conto proprio mentre l’oggetto dei
sui pensieri era lì davanti a lei, seduto sulla riva del fiume con lo sguardo
perso nel vuoto. Com’ era bello averlo vicino, avrebbe perso intere giornate ad
osservarlo per comprendere cosa pensava, per capire se stava davvero bene, le sue ferite non erano facili da ricucire.
“Sasuke-kun” lo chiamò, e
lui si voltò
“Sakura”
“Che cosa ci fai qui?”
“Niente di particolare” non
era incline a parlare in quel momento e
Sakura lo aveva capito da quell’unica risposta che lui gli aveva dato, c’era qualcosa che probabilmente lo
preoccupava o comunque teneva impegnati
i suoi pensieri.
“Io sono qui per raccogliere
erbe mediche, nelle vicinanze del fiume sono sempre molto rigogliose, e poi
oggi è una bella giornata, è il momento perfetto per raccoglierle” e sorrideva,
continuava a farlo, un sorriso di quelli
che illuminava ogni cosa.
“Sakura...” era quello il
momento giusto.
“Si, Sasuke-kun?”
“Lascio Konoha” dopo quelle due sole parole il mondo di Sakura era
diventato un cumolo di macerie, tutte le sue certezze erano crollate, la
felicità che credeva di aver raggiunto rischiava di sfumare davanti ai suoi
occhi, non poteva essere vero, non doveva
esserlo.
“Non riesco a capire” erano
le uniche parole che le erano venute in quel momento, non sapeva cos’altro dire,
era una situazione in cui non si sarebbe mai voluta trovare
“Non c’è molto da capire”
“Non vuoi restare qui?”
stava per piangere, non voleva farlo,
eppure era così dure resistere a quelle parole, perché se ne stava andando di nuovo ? Questo proprio non riusciva a
capirlo.
“Non adesso Sakura, non sento che questo è il posto giusto per me” Sasuke stava percependo la tensione di
Sakura, vedeva quanto le sue mani stavano tremando, quanto stesse cercando
di non piangere, quanto voleva essere forte.
“Devo rendermi conto di
alcune cose”
“Non stai bene a Konoha? Sai
quanto Naruto ne soffrirà?”
“Lui lo sa, ha capito, dovresti provarci anche tu” e a quelle parole Sakura scoppiò come
un fiume in piena insieme alle sue lacrime che cominciarono a scendere, non
poteva più resistere, doveva dirgli tutto quello che aveva da dire c’era il
rischio che non avrebbe più potuto farlo:
“Scusami, ma io non ci
riesco. Ho passato la maggior parte della mia a cercare di capire cosa di
passasse per la testa e probabilmente non ci sono mai riuscita, ma stavolta
credevo davvero stessi bene, forse mi
sbagliavo. Mi dispiace se per alleviare il tuo dolore ho cercato di
ucciderti, credo che fin quando morirò non me lo perdonerò mai, è strano come
anche in quel momento non avessi capito quanto stessi male, sono stata davvero
cieca in quell’ occasione, ma probabilmente non ti ho mai conosciuto come
credevo. Ti ho sempre voluto accanto a me, sei sempre stato un punto
fondamentale della mia vita, è anche
grazie a te che sono diventata la donna che sono adesso, grazie a te che mi
hai fatto soffrire, grazie a te che dovevo riportare a casa. Sasuke-kun, mi dispiace se sei tu quello che mi rende felice e mi
distrugge al tempo stesso, ma non riesco a volerti lontano”
“ Ti senti meglio dopo
esserti sfogata?
“Si, mi sento veramente
meglio” Ed era vero, sfogarsi direttamente con lui era stato un toccasana per
la sua mente, le era venuto così naturale, e la paura di perderlo di nuovo
l’aveva aiutata.
“Per la faccenda del Paese
del Ferro non c’è bisogno che tu ti senta in colpa, ho cercato di ucciderti
anche io”
“Sasuke-kun, non abbiamo
mai parlato così io e te, sono davvero
felice di questo” bastava così poco per farla sorridere, semplicemente bastava lui.
“Sakura, non starò via per sempre”
“Io ho bisogno di te qui
Sasuke-kun, ti voglio accanto a me adesso”
“Non è il momento giusto”
“Esiterà mai questo momento
giusto?” nella sua voce c’era amarezza, tristezza, dolore.
“C’è un momento giusto per tutto”
“Mi fido di te allora, l’ho
sempre fatto e non smetterò certo adesso”
***
Erano rimasti lì, Sakura e
Sasuke, l’uno accanto a l’altra in riva
al fiume che scorreva incessantemente. Non parlavano ma entrambi sapevano che
c’era ancora molto da dire.
“Sakura…” lei sobbalzò un
attimo, non si aspettava che lui così poco incline a parlare, lo facesse
proprio in quel momento.
“Dimmi Sasuke-kun…”
“Ho una cosa per te” e
cominciò a frugare nelle tasche. Ora si stava davvero preoccupando, Sasuke
Uchiha che aveva qualcosa per lei?
“Oh…”
“Tieni” nella sua mano
Sakura vide una collanina con un ciondolo a forma del ventaglio del clan di
Sasuke, era semplicemente così delicata e…perfetta.
“Io non so che dire” era
davvero emozionata, il primo regalo di Sasuke, una collanina che simboleggiava
il clan Uchiha e che in qualche modo la
legava a lui.
“Perché devi farti sempre
così tanti problemi? Prendila e basta” e Sakura fede come lui le disse, la
prese dalla sua grande mano e la legò al suo collo, si sentiva importante con
quel ciondolo e si sentiva ancora più importante perché Sasuke la stava
guardando.
“Grazie, la terrò sempre con
me” e in quel momento a Sasuke ritornò
alla mente di una collana così simile a quella, che sua madre indossava ogni
giorno, non se ne separava mai e le aveva detto che quello era un regalo di suo
padre, ma lui essendo ancora molto piccolo non aveva fatto caso questa storia,
e poi gli risultava strano che quel burbero di suo padre potesse fare regali a
sua madre.
“Perché mi hai fatto questo
regalo Sasuke-kun?” doveva aspettarsela quella domanda, ma la verità è che non lo sapeva neanche lui, e non gli piaceva non
sapere le cose.
“Te l’ho detto prima
Sakura, ti fai troppi problemi”
“Per me è importante questo
regalo, è come se una parte di te
restasse con me, è il primo regalo che mi fai e non ne son nemmeno il
motivo”
“Non deve esserci per forza un motivo”
“Ti aspetterò, sempre” o
forse poteva fare di più, chissà.
***
Il giorno che Sakura voleva
non giungesse mai, era arrivato fin troppo in fretta: Sasuke stava partendo. Le
faceva male stare lì alla porta del villaggio a vedere che lui andava via, ma
doveva farlo, sarebbe stata insieme a lui fino all’ ultimo secondo. I giorni
insieme a lui era stata serena, felice, consapevole che lui provasse almeno
affetto nei sui confronti, ma quella collana che le aveva regalato le faceva
sperare in qualcosa di più, perché lui
sarebbe tornato, ne era certa.
“Voglio essere sincero con
te, in altre circostanze saresti in prigione con una condanna a vita, ma hai
ottenuto la grazia perché il tuo aiuto è stato indispensabile per sciogliere lo
Tsukuyomi. Questo motivo, però, non era utile a salvarti del tutto, ma Naruto,
considerato il vero eroe della guerra, e io Sesto Hokage abbiamo interceduto
per te. Cerca di stare calmo perché le conseguenze ricadrebbero su di me” le
parole di Kakashi l’avevano scossa dal suo pensare e l’avevano riportata alla
realtà.
“Si scusa” rispose Sasuke
“Quindi stai già andando?
Tsunade sta finendo di completare il tuo
braccio mancante con le cellule di Hashirama” era come se volesse trattenerlo
ancora un po’ lì a Konoha, era più forte di lei.
“Devo vedere con i miei
occhi il mondo ninja e vedere se vale la pena lottare per esso. Sono sicuro che
adesso vedrò tutte quelle cose che ho
trascurato fino ad oggi, e lo farò in modo diverso. E poi ci sono alcune
cose che devo fare”
Sakura doveva farsi forza,
doveva dirglielo “ E se io…ti dicessi di
voler venire con te?” chiedendolo aveva abbassato lo sguardo ed arrossita
vistosamente, ma doveva assolutamente chiederglielo.
Aveva alzato lo sguardo
ancora rossa in viso e Sasuke aveva risposto:
“Questo è il viaggio per la
mia redenzione. Tu non c’entri nulla con le mie colpe”
“ Io non c’entro nulla…”
aveva abbassato la testa, era davvero depressa, lui aveva rifiutato di nuovo di
portarla con se. Sentì qualcosa o meglio qualcuno di fronte a lei e alzando la testa
vi si trovo Sasuke che le poggiò due dita sulla fronte:
“La prossima volta sicuramente. E grazie” Sakura non riusciva a
parlare, il suo cuore era in turbinio di emozioni. Sasuke le aveva fatto una
promessa, una vera e propria, e le aveva pronunciato di nuovo quel «grazie» che aveva sancito la prima volta
che lui era andato via dal Villaggio. Ora però aveva un sapore diverso, non di
addio, ma della promessa che presto si sarebbero rivisti e lui non sarebbe più
andato via.
Vedere la sua schiena che
si allontanava fu molto meno doloroso di quello che Sakura si aspettava, non
aveva versato neanche una lacrima, e si, si sentiva stranamente anche serena,
pronta a vivere di nuovo la sua assenza, e Sasuke quando sarebbe tornato
l’avrebbe trovata ancora più forte e cresciuta, ma i suoi sentimenti verso di lui non sarebbero mai mutati e quella
collanina che avrebbe indossato ogni giorno ne era la prova.
Note dell’ autrice:
Eccomi qui dopo molto
tempo, finalmente sono tornata! Beh non c’è molto da dire su questa fanfiction,
una semplice e pura SasuSaku post 699…spero di poter scrivere qualcosina anche
su Sakura e la collana, ma vedrò un po’…spero che comunque vi piaccia <3