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Autore: DilettaWCG    18/12/2008    7 recensioni
"Cari lettori, tutti vorrebbero Scorpius Malfoy come regalo di Natale, ne sono consapevole. Purtroppo, lui è solo mio. E nonostante sappia che non ci credete, è lui che è venuto da me."
Shot natalizia scritta dopo un pomeriggio intero ad ascoltare All I want for Christmas della Carey. Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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All I want for Christmas is you

Se c'era una cosa che in quel momento, le cinque di pomeriggio di un nevoso 23 dicembre, odiavo, era il fatto che sarei dovuta uscire con mia cugina Dominique per un ultimo giro alla ricerca dei regali.

Motivo numero uno: faceva un freddo dannato. La neve scendeva in grandi fiocchi umidi e imbiancava i tetti della case e dei negozi, e non avrebbe risparmiato certo la mia testa. Mi si sarebbe congelato il cervello.
Motivo numero due: vi tocca credermi sulla parola, e fidatevi se vi dico che è molto meglio così, quando affermo che fare shopping con Dom è una cosa da pazzi. Cerco sempre di indirizzarla verso negozietti isolati o centri commerciali di piccole dimensioni, dato che... Datele un mercatino, qualche cianfrusaglia, un commesso a cui far passare un brutto quarto d'ora e la vedrete fare i salti di gioia. Provate a immaginarvi quanti sarebbero gli scaffali di fronte ai quali mia cugina si soffermerebbe a toccare tutto per poi non comprare nulla in un centro commerciale immenso!
Motivo numero tre, e tristemente più importante degli altri, Scorpius Malfoy. Il mio regalo natalizio impossibile, quello che non sarebbe mai stato lasciato da Babbo Natale sotto il mio sbrilluccicante albero rosso e dorato la notte del 24 dicembre.
La mia cotta ossessiva per un Malfoy dai capelli platinati e il corpo statuario(tutto ciò che avrei dovuto odiare, in teoria)era iniziata quando ero appena al secondo anno, e Scorpius al quarto.
Non me ne chiedete il motivo, perchè vi risponderei che non lo so. Non riuscivo a comprendermi, quando non reagivo ai suoi stupidi scherzetti da bambina, e non riesco a farlo nemmeno adesso, quando continua imperterrito a prendermi in giro e a stuzzicarmi e io lo fisso spalancando la bocca come un'ebete per poi non emettere alcun suono.
E dire che di solito ho una buona parlantina! Chiedetelo alla professoressa Mc Grannitt, oppure a mio fratello Albus, oppure...
Ok! Sto andando fuori tema. Datemi un minuto per riprendere il filo del discorso, e continuerò a saziare la vostra curiosità sul mio splendido Natale.
Dicevamo, Dominique voleva fare shopping a tutti i costi. E io temevo per la sorte del mio cervello.
<< Lily, dai, non ho ancora comprato un regalo per la mia amica Madeline, devo per forza regalarle qualcosa, sai, l'anno scorso mi ha regalato un profumo di Chanel, per il compleanno, e per Natale la sciarpa della Burberry e... >> Dominque saltellava e gesticolava facendomi impazzire nel disperato tentativo di seguire il suo discorso.
<< Okay, okay. Andiamo a fare shopping >> acconsentii, esasperata.
Mi imbacuccai infilandomi un cappotto che mi arrivava alle ginocchia(e la rimanente parte di gamba era protetta dai miei caldissimi stivali foderati di pelliccia) e due sciarpe di cachemire, e calandomi sulla testa un patetico berrettino di lana made in Molly.
<< Sono pronta >> annunciai, risparmiando la vita alle povere unghie di Dominque. Se le stava rosicchiando da dieci minuti buoni, mentre mi aspettava sulla soglia della porta.
Ci incamminammo verso la fermata dell'autobus più vicina, distante solo un centinaio di metri da casa mia. Il bus sarebbe arrivato a minuti.
Pensai a qualche domanda da fare a Dominique, dato che altrimenti mi avrebbe chiesto qualcosa lei, e probabilmente quel qualcosa sarebbe stato imbarazzante. Sapete come si dice, la miglior difesa è l'attacco.
<< Ehm... Cosa hai intenzione di regalare a Madeline? >> sparai, cercando di essere interessata. Sembrava una buona domanda, perfettamente calata nel contesto.
<< Non saprei... Tu che sai tutto, consigliami! >> m'implorò mia cugina.
<< Bè, io non la conoscos... >> tentai di rispondere, ma lei m'interruppe, iniziando a parlare a raffica. Come faceva sempre, e come speravo facesse.
<< Madeline è ricca, ha chiesto per Natale un nuovo televisore 52 pollici a schermo piatto per camera sua, un diamante 18 carati da far montare su un anello che sua nonna le ha lasciato in eredità, un i-Pod da 120 giga... >>.
Smisi di ascoltarla arrivata al quinto che elemento che componeva la lunga lista dei regali di Natale di Madeline. Un po' viziata la ragazza, non trovate?
Babbo Natale, io sono così piccola, buona e umile... Non ti ho chiesto di mandare la mia famiglia sul lastrico, ti chiesto solo Scorpius Malfoy, e non è molto, no? Suvvia, so che hai una buona capacità di persuasione...
La mia letterina più o meno sarebbe iniziata così. Intelligentemente, ho pensato di non scriverla. Insomma, come avrebbero reagito i miei genitori?
Finalmente, l'autobus arrivò. Salimmo e naturalmente non c'era un solo posto libero per sedersi. Il bus era paragonabile a un carro bestiame. So che vorreste farvi quattro risate mentre io mi dilungo a descrivere quanto il mio equilibrio sia precario mentre sto in piedi aggrappandomi solo a una stupida manopola appesa al soffitto e cadendo ogni due minuti, ma salterò questa parte del racconto. Avete già riso abbastanza per il capello di nonna Molly.
Dopo quattro fermate, una graziosa nonnetta più imbacuccata di me si alzò in piedi e scese dall'autobus. Dominique continuava a parlare, e probabilmente le mie orecchie stavano fumando.
<< Dom, vuoi andare tu a sederti là? >> domandai, sforzandomi di mantenere ferme le mie gambe. Si stavano muovendo verso il posto libero, per preservare il mio corpicino da un ulteriore livido provocato da una caduta.
<< Oh! Si! >> esclamò mia cugina, saltellando leggiadra verso il punto da me indicato. Sospirai: era così aggraziata, così bella... Cosa avrebbe potuto desiderare di più? Era il tipo di ragazza che, se non fosse stata imparentata con un Weasley, sarebbe piaciuta da morire a Scorpius Malfoy.
Il viaggio fino al piccolo centro commerciale proseguì senza complicazioni, a parte una mia caduta in braccio a una vecchietta(dotata anche di bastone, che fortuna!)e il fatto che Dominique aveva iniziato a parlare con una sfortunata ragazza che sedeva accanto a lei. Avrebbe parlato anche con un lampione.
<< Dom, dobbiamo scendere! >> le urlai, mentre le porte si aprivano e mi catapultavo fuori, seguita da mia cugina.
<< Per poco non perdevamo la fermata >> sospirò.
<< E chissà per colpa di chi >> mormorai, senza che lei riuscisse ad udirmi. E non perchè fosse troppo sorda o troppo lontana da me per farlo, ma perchè aveva già iniziato a saltellare verso l'entrata del centro commerciale, facendomi strani cenni con le mani per invitarmi a seguirla.
Le obbedii, non avevo per niente voglia che si mettesse a strillare attirando l'attenzione di tutti.
Varcammo le grandi porte a vetri dell'edificio e finalmente sentii una ventata d'aria calda accarezzarmi il viso. Ebbi anche la pessima idea di specchiarmi in una vetrina, constatando quanto fosse orribile il mio aspetto. Sembravo un pagliaccio con un enorme naso rosso.
<< Dove siamo dir... >> domandai, ma naturalmente non conclusi la frase.
Dominique mi afferrò la mano e mi costrinse ad attraversare la grande navata centrare del centro commerciale a corsa per raggiungere un negozio che vendeva praticamente di tutto.
Evidentemente, seconda la sua pericolosa e perversa psicologia di semi-francese, era la soluzione ideale ai suoi problemi. Avevo una gran voglia di mettermi le mani nei capelli: quanto ci avremmo messo, per spulciare ogni scaffale di quell'immenso negozio?
Altrattanto evidentemente, la mia faccia aveva assunto un'espressione addolorata. Dominique se ne accorse, e dopo avermi squadrata da capo a piedi sorridendo, sospirò:
<< Non ci metteremo molto >>.
Ahah! Questa sì che era una bella battuta. Forse non aveva ben chiaro il concetto di "molto".
Sbuffai ma la seguii controvoglia.
Come avevo previsto, ci fermammo un quarto d'ora al primo scaffale, pieno di strane statuette raffiguranti la natività, dipinte con strani colori sgargianti che si addicevano poco al Natale. Non ne capii l'utilità, dato che Madeline aveva un presepe a grandezza naturale, a casa sua.
Continuammo a guardare nei reparti natalizi senza uno scopo preciso, fin che non convinsi Dominique che chiedere consiglio a un commesso sarebbe stato un atto saggio.
<< Mi scusi, può aiutarci? >> domandò, fermando un ragazzo che non aveva più di vent'anni. Il tesserino diceva che si chiamava Simon C. , e scioccamente mi ritrovai a pensare che la S di Scorpius suonava molto meglio che quella di Simon.
Il commesso sorrise a Dominque e le chiese su cosa preferisse orientare le ricerche. Non mi degnò nemmeno di un'occhiata, ma anche se l'avesse fatto... Che importanza avrebbe avuto?
Mia cugina iniziò a sbattere le ciglia civettando e rispose che non aveva la minima idea di cosa regalare alla sua amica. Simon rimase imbambolato per un minuto e poi, senza sbuffare, tornò a sorridere e rivolgersi in tono gentile a Dom.
<< Non si preoccupi, signorina, qui soddisfiamo ogni sua esigenza. Prego, mi segua... >>.
Dio, com'era irritante avere una cugina bella e civettuola. Voi, comuni essere umani possessori di cugine della vostra solita ragazza, non potete capire. Vi assicuro che è meglio così, dato che la bellezza di Dom, nella famiglia Delacour, è moltiplicata per due, se non per tre, considerando anche il piccolo Louis, che presto si trasformerà in un giovanotto nerboruto e attraente che si comporterà esattamente come Dominique, con la sola differenza che si orienterà sul genere femminile.
Probabilmente avevo gli occhi sbarrati e un'espressione ebete sul viso, mentre seguivo il giovane commesso e mia cugina saltellare in giro per il negozio in cerca del giusto regalo per Madeline.
E secondo voi, in quel momento, cosa poteva mai succedere di imbarazzante? Insomma, sono l'unica che non riesce a stare un'ora senza fare brutte figure?
Si, cari lettori, proprio così. La scena che vi sta balenando per la testolina è esattamente quella che si verificò quello sfortunato pomeriggio.
Il mio delicato piedino destro inciampò sopra un filo elettrico non nascosto bene, e caddi addosso a qualcuno.
E quel qualcuno, cari lettori, era proprio Scorpius Malfoy. E come al solito, quando mi ritrovai di fronte al suo viso, non riuscii a fare a meno di entrare in catalessi.
Sembrava un angelo. I capelli biondi e dal taglio accurato erano leggermente umidi, probabilmente a causa della neve, e come se volesse farmi definitivamente morire, se li ravviò con una mano.
La mascella era tesa e la labbra piene erano curvate in un finto sorriso. Mi fissava con quegli occhi grigi e gelidi, anche se non sembrava sul punto di incenerirmi.
<< Potter >> disse, porgendomi una mano per aiutarmi a rialzarmi.
Fermi un attimo. Porgendomi una mano? Impiegai trenta secondi buoni per riuscire a realizzare il motivo per cui il suo braccio era teso verso di me.
A quel punto, intelligentemente, mi accorsi delle mie mani. Avvampai e diventai dello stesso colore dei capelli.
Ne avevo una poggiata sul suo sedere(involontariamente, sia chiaro)e con l'altra stringevo il suo polso. Lo stravo stritolando.
Senza dire nulla, provai a rialzarmi senza il suo aiuto. E scivolai di nuovo. Abbassai gli occhi: non ero caduta inciampando in un filo della corrente. Sul pavimento c'era dell'acqua.
<< Stai attenta >> mi rimproverò.
Rimasi imbambolata al suono della sua sensuale e bellissima voce mentre lo faceva. E dire che odiavo quando lo facevano mamma e papà.
Mi aiutò a rimettermi in piedi e questa volta presi la sua mano. Era calda e la pelle era liscia.
<< Tutto a posto? >> domandò, come se fosse realmente preoccupato per me. Ma, naturalmente, era il mio cervello che s'immaginava tutto.
Annuii impercettibilmente. Era incapace di proferir parola, incantato dalla sua perfezione assurda.
<< Hai perso la lingua, Potter? >>.
<< Come sempre, quando mi trovo davanti a te >>.
Un attimo! Checosa? Cosa avrei avuto il coraggio dire io, Lily Luna Potter?
Arrossii ancora di più, e lo stesso fece Malfoy.
Rimasi senza parole. Quel pomeriggio, il mondo girava al contrario, dato che io avevo rivelato al mio peggior nemico che mi piaceva, e lui era arrossito. Impossibile.
<< Ehm... Cosa sei venuto a comprare? >> domandai, schiarendomi la voce. Che domanda stupida.
Scorpius girò la testa a destra e a sinistra, alzando una mano per indicarmi qualcuno. Qualcuno che non c'era.
<< Oh... Ero con Zabini >> farfugliò, rendendosi conto che stava facendo una figuraccia.
Non che me ne rendessi conto io, invece. Il mio cervello si era spento momentaneamente.
<< E tu? >> chiese, riprendendosi.
<< Ehm... Io... >>.
Io ero con quella simpaticona di mia cugina Dominique, che adesso è proprio q... No, non è qui. E dov'è?
Uno a uno, palla al centro. Stavo decisamente superando ogni limite di decenza.
<< Lily! >> strillò mia cugina. Non mi resi conto della parte da cui proveniva la sua voce, ero completamente rintronata.
Mi raggiunse in pochi saltelli, con Simon dietro. Anche lui aveva assunto la stessa espressione che avevo io quando ero con loro: si era reso conto che Dom, per quanto bella, era assolutamente insopportabile.
<< Ma dove cavolo eri? Sei caduta, come semp... Oh >>. Vide Scorpius. Diventai ancora più rossa.
Stranamente, però, non sembrava sorpresa di vederlo. Le spuntò un sorrisetto sulle labbra. O ero io che distorcevo la realtà?
Fissai Scorpius, cercando di concentrarmi sulla sua espressione e non sulla sua perfezione. Anche lui pareva divertito.
<< Andiamo a casa >> sentenziai, prendendo per mano Dominique e correndo via.
Che figuraccia. Oddio, oddio, oddio. Che figuraccia. Non potevo assolutamente continuare così: avrei fatto un corso di yoga, che mi avrebbe aiutato ad essere più calma e ad avere più equilibrio. Così non potevo andare avanti.
Una volta tornata a casa, salutai tutti e mi rintanai nella mia stanza, chiudendomi dentro a chiave. Avevo bisogno di un film d'amore.
Mi avvicinai alla mensola dove erano allineati tutti i miei DVD in ordine alfabetico, già consapevole che avrei scelto... Notting Hill.
Si addiceva alla situazione, no? Hugh Grant, all'inizio del film, è idiota quasi quanto me. Quando dice a Julia Robert "è stato surreale ma bello" raggiunge il culmine della stupidità.
E arrivata a quella scena, iniziai a ridere istericamente, così forte da strozzarmi con la mia stessa saliva.
Non stavo per niente bene. Forse avevo una malformazione al cervello. Molto, molto probabile.
Non so a che ora, nè come, mi addormentai.
E cosa sognai? Scorpius, risposta esatta. Dite un po', cari lettori, ma non è che tra voi si nasconde Edward Cullen che vi riferisce quello che penso? O sono così prevedibile che anche le vostre menti assetate di pettegolezzi indovinano le mie azioni senza il minimo sforzo?
No, non c'è bisogno che puntualizziate che la seconda opzione è senz'altro quella giusta.
Torniamo a me. Mi svegliai con il sorriso sulle labbra; il viso perfetto di Malfoy, quello dalle guance colorate di rosa del pomeriggio precedente, mi aveva tenuto compagnia tutta la notte.
Purtroppo, quando mi alzai e scesi in cucina, fui costretta a tornare alla realtà.
Mi ero totalmente scordata la sciocca tradizione che si ripeteva ogni anno il 24 dicembre in casa mia. Tutte le mamme di casa Weasley(e zia Fleur, zia Angelina e compagnia varia erano incluse nel prezzo)si riunivano nella mia umile dimora per cucinare insieme la cena della vigilia di Natale. Un appetitoso profumo di brodo si era propagato per la cucina.
<< Lily! >> strillò nonna Molly, appena vide la mia testolina spuntare dalle scale. Oh, no.
<< Ciao, nonna >> la salutai, cercando di fingere almeno un po' di calore mentre lei mi stritolava con un dei suoi possenti abbracci.
<< Cara, ma sei impazzita? >> mi fissò, squadrandomi da capo a piedi.
<< Perchè? >> domandai, confusa e insonnolita.
<< Sei scalza! Fa freddo! >> strillò istericamente la nonna. Le mie orecchie cominciarono a lanciare segni di protesta.
<< Ehm, ero venuta solo a dare il buongiorno. Non mi sento tanto bene, me ne torno a letto >> sussurrai, inventando una scusa. Nonna Molly mi fissò sospettosa, mentre mamma si girò dalla mia parte e si sistemò i capelli dietro un orecchio col dorso della mano.
<< Ma Lily, non puoi startene chiusa in camera tutto il giorno... >> provò a convincermi.
Oh, certo che posso. Starò tutta la santa giornata a rimproverarmi per la figuraccia di ieri, mammina.
<< Ma mamma, non voglio disturbarvi mentre mi lamento dei miei malanni... >> mi giustificai, facendo una faccia da cucciolo abbandonato. O almeno, tentando di farlo. Ero una pessima attrice.
Mamma sbuffò, ma poi acconsentì. Me ne tornai in camera da brava bambina.
Bene, qui ci sarebbe da discorrere su tutte le mie perverse fantasie di quel giorno, ma di questo passo la storia non finirà più. Quindi sintetizzo e taglio, arriviamo alla fatidica cena, che riuniva tutti i parenti Weasley, Potter e Granger, con mogli e figli. Il vero delirio non era veramente la cena, quando tutti erano impegnati a mangiare, ma arrivava dopo.
Nonno Arthur si travestiva da Babbo Natale per i suoi pargoli, e Dio solo sa quanto poco fosse credibile. Ma i bambini sembravano felici, e questo bastava a fare di questa messinscena patetica una tradizione.
Una volta finito di mangiare, l'allegra banda si trasferì in salotto. La confusione mi dava un fastidio tremendo, ma non potevo tornarmene in camera mia. Non quando mia nonna Molly mi scrutava ogni due minuti con uno sguardo indagatore che avrebbe fatto invidia a un segugio.
Il campanello suonò, e tutti guardarono me. Come da copione, toccava proprio a me andare ad aprire.
Fortunatamente il salotto era piuttosto distante dall'ingresso principale, e nel tragitto ebbi il tempo di sbuffare ripetutamente.
Arrivata al portare, feci un respirone e lo aprii.
E per poco non svenni. Per un istante, rimpiansi nonno Arthur travestito da Babbo Natale.
Scorpius Malfoy se ne stava in piedi davanti all'ingresso di casa mia. Indossava un cappotto color biscotto e una sciarpa di un marrone più scuro, e sorrideva.
Ed era qualcosa di indescrivibile. Sentii un bip: il mio cervello si era spento.
Ma restava una domanda: perchè era lì?
<< Ciao Lily >> mormorò.
Ciao, cari lettori, è stato un piacere fare la vostra conoscenza, ma rievocare quei ricordi mi provoca lo stesso colpo al cuore che mi venne in quel momento.
Restai muta. Dovevo sembrare una cretina, ma lui rimaneva lì, immobile nella sua posa naturale e sensuale e bellissima, senza scappare.
<< So che non ti aspettavi questa visita... >> iniziò, e mi sentii avvampare. Iniziai a fantasticare, ma non dovevo. No, no, no! Non era lì per me. Ci doveva essere un'altra ragione. Non aveva assolutamente senso.
Lo vidi sbirciare dietro di me. Mi voltai di scatto. Dominique sorrideva, ma appena incontrò il mio sguardo, si nascose.
Oh. Ora si spiegano i sorrisetti di ieri pomeriggio al centro commerciale. pensò la parte irrazionale di me.
Ma cosa stai dicendo?! ribatteva quella razionale.
<< Sono venuto a prendermi il mio regalo di Natale >> mormorò, e mi fissò con i suoi occhi di ghiaccio. Mi sciolsi.
<< Nonno Arthur non è ancora arrivato >> risposi, senza capire.
Scoppiò in una risata fragorosa, mentre io continuavo a guardarlo, confusa.
Quando si ricompose, tornò a fissarmi negli occhi.
<< Davvero non capisci? >> domandò.
Si! Si! Io sono il tuo regalo, sono tutta tua!
Scossi il capo, scacciando la parte irrazionale. O tentando di farlo.
<< Lily, sono qui per te. Tu sei tutto ciò che desidero per Natale. Tu sei il mio regalo >> disse, arrossì di nuovo.
Ormai ero pienamente consapevole di aver assunto la tipica e famosissima espressione dell'ebete d.o.c. Ciò che mi stava dicendo strideva con il suo comportamento di sempre.
<< Sono stato uno sciocco, e per nascondere tutto l'amore che provo per te ti ho sempre presa in giro >> spiegò, come se mi avesse letto nel pensiero.
Parla, Lily, parla. Dì qualcosa, qualsiasi cosa! mi spronava la parte razionale.
Avevo perso il controllo di me stessa. Continuavo a stare in silenzio, pur volendo parlare.
Scorpius scomparve per un attimo dalla mia visuale, per poi tornare subito dopo... Con un rametto di vischio in mano.
Tutto ciò era incomprensibile. Lo sollevò posizionandolo sulla ghirlanda appesa alla mia porta.
<< Ci si deve baciare sotto il vischio, è una tradizione >> mormorò, avvicinandosi pericolosamente a me.
Ripresi il controllo.
<< Chi sei tu e che ne hai fatto di Scorpius Malfoy? >> domandai, sgranando gli occhi.
Scoppiò di nuovo a ridere. Oh, com'era assurdamente bello il suo sorriso.
Si avvicinò ancora di più, cingendomi la vita con la braccia.
E sì, cari lettori, mi baciò. Così a lungo e così dolcemente da farmi avere le vertigini. Così appassionatamente da non farmi rendere conto che era arrivato mio nonno Arthur vestito da Babbo Natale.
Ma non me ne importava gran che, sinceramente. Incomprensibilmente, il mio regalo di Natale aveva trotterellato allegramente fino a casa mia, e si era consegnato alla sottoscritta si sua spontanea volontà. E aveva anche aggiunto che mi amava.
Cari lettori, vi sembra un finale troppo sdolcinato? Ebbene, so che se penserete questo è solo perchè siete invidiosi. Ma non preoccupatevi: a chi recensirà questa storia verrà regalato uno Scorpius Malfoy quasi identico all'originale!


I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true oh
All I want for Christmas is you

  
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