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Autore: DanzaNelFuoco    28/03/2015    2 recensioni
Partecipa al quarto turno della "Fandom League" di Mari di Challenge - prompt: angolo - devono essere presenti una cravatta e un taccuino.
- Intro:
Neville Paciock non è più il goffo ragazzino di un tempo. Ad anni di distanza dalla Battaglia di Hogwarts, ha superato le prove della vita - e del Ministero - ed è diventato un Indicibile. Un furto all'Ufficio Misteri e il ritrovamento del cadavere di un suo vecchio compagno di scuola lo porteranno sulle tracce di un nemico che sembrava essere stato sconfitto decenni prima. Ma la magia, si sa, è sempre più complicata di come appare.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Time Killer


Neville si sistemò la cravatta, facendo scorrere un dito sotto il colletto della camicia, a disagio. Si sentiva tornato a tredici anni, goffo, tremante e stupido davanti al temuto professore di Pozioni. 

"Hai qualcosa per me, Molly?" 

La ragazza si allontanò di scatto dal microscopio su cui era china.

"Santo Merlino! Neville! Non ti avevo sentito arrivare." esclamò, cercando di calmare il battito furioso del cuore nel suo petto. 

"Scusami." disse lui, allentandosi ancora di più il nodo della cravatta. 

"Allora, hai qualcosa?" 

Molly occhieggiò la porta, come temendo che qualcuno potesse spuntare fuori improvvisamente e arrestarla. Lanciò un incantesimo di Isolamento sulla stanza e chiuse la porta.  

"Forse." non si sbilanciò più di tanto. "Dà un'occhiata tu stesso." 

Neville prese il suo posto al microscopio. 

"La biopsia ha rilevato tracce di incantesimi nel liquor cefalorachidiano. Riesci a vedere quelle sorte di microfilamenti gialli nello striscio?" attese la conferma di Neville prima di proseguire. "Se solo riuscissimo a eliminarli completamente..."

"Avremmo raggiunto il nostro obiettivo." concluse Neville per lei. 

"Sì." confermò. "Ma è probabile che i residui si siano estesi fino al cervello stesso."

"Non puoi fare altri esami?"

Molly si mordicchiò il labbro inferiore. "Neville... Non posso effettuare una biopsia cerebrale andando a tentoni, non so quale sia il tessuto patologicamente danneggiato, potrei rimuovere i residui e lasciarli muti per il resto dei loro giorni, o peggio." 

"E la TAC?"

"Ci ho provato, ma gli strumenti Babbani non sono in grado di rilevare le tracce magiche. Per un qualunque medico non magico i tuoi genitori sono perfettamente sani." 

"Non puoi modificare la strumentazione?"

"Neville, io sono laureata in Biologia Magica, non in ingegneria." rispose con aria di scuse. "Posso provare a chiedere a Doyle."

Neville annuì. "Grazie. Non c'è bisogno che ti dica..." 

Molly gli posò un dito sulle labbra, costringendolo a tacere. "Nessuno deve sapere, lo so. Rischio tanto quanto te ad aiutarti, se ci scoprono la mia carriera è finita." 

Il ragazzo annuì e Molly si allontanò, sistemandosi la coda di cavallo. 

"Allora... Ufficialmente cos'hai per me?" 

La ragazza fece fluttuare il vetrino incriminato lontano dal microscopio e lo nascose tra i preparati istologici per i confronti, poi sciolse tutti gli incantesimi di protezione alla stanza.

"Penso che siano collegati." strinse le labbra.

Neville si prese la testa fra le mani. "Stai scherzando?" 

Molly si strinse nelle spalle. "Vorrei poterti dire di sì."

"È la peggiore notizia che potessi darmi, pensavo che se ne sarebbero potuti occupare gli Auror. Dannazione, se la Gazzetta del Profeta lo scopre siamo fregati!" 

"Che cosa farete?" 

Neville si ricompose, lo sguardo indurito. "Lavoreremo nell'ombra e lasceremo l'arresto agli Auror." 

"Pensavo avreste rilevato il caso e messo tutto a tacere." 

"Così la Skeeter potrà ricamare sul nostro silenzio e far sembrare questo disastro ancora più disperato? No, passeremo alla stampa quello che ci farà comodo, non abbiamo bisogno di gente terrorizzata e chiusa in casa, paralizzerebbe l'economia."

"Ma come farebbero a collegare i fatti?" 

Neville rise amaro. "È la Skeeter, collegherebbe qualunque cosa se le servisse per uno scoop e un'irruzione al Ministero, nel nostro reparto... è troppo succosa perché non riesca a cavarne fuori qualcosa e collegarla all'omicidio di Diagon Alley. Quella donna mi fa venire l'acidità di stomaco!" 

Il silenzio calò tra loro, mentre entrambi riflettevano. Se si fosse scoperto che qualcuno aveva fatto irruzione all'Ufficio Misteri e aveva rubato una Giratempo sarebbe stato un disastro. Senza pensare al fatto che quella persona era probabilmente la stessa che aveva lasciato il cadavere orribilmente sfigurato di Draco Malfoy davanti al Serraglio Stregato quella stessa mattina. 

"D'accordo, che prove hai?" 

"Questo è il problema. Assolutamente nulla. L'assassino non ha lasciato tracce, niente segni di colluttazione, né cellule sotto le unghie o sangue. Nulla. Per ucciderlo sono stati usati incanti taglienti. La ragazza gliene ha spediti contro almeno sei, ma credo che fosse già morto al quarto, visto che è stato quello che gli ha squarciato la trachea."

"Ragazza?" 

"Sì. Sono abbastanza sicura che fosse una donna, piuttosto giovane a giudicare dal tipo di incantesimo. Il magispettrofotometro ha rilevato un incantesimo lanciato con grande potenza, ma più fievole verso la fine, mi fa pensare che lo utilizzi da poco, é un incanto che le casalinghe utilizzano per tagliare le verdure, quindi non importa che la potenza perduri. Inoltre l'angolazione, chi ha lanciato l'incantesimo era alto un metro e sessantasei. Un po' troppo basso per essere un uomo." 

"Quindi era piuttosto arrabbiata." 

"Direi di sì." 

"Come fai a dire che è collegato alla scomparsa della Giratempo?"

"Tracce di magia temporale."

"Dannazione!" imprecò. "Grazie, Molly. Sei comunque la migliore." la abbracciò goffamente. "Adesso posso eliminare dai sospettati metà della popolazione magica d'Inghilterra e le modelle." scherzò. 

La ragazza gli diede un buffetto scherzoso, sperando che non notasse il suo imbarazzo. "Dammi due giorni e il mio meraviglioso magico marito" indicò il magispettrofotometro, molto simile ad una fotocopiatrice industriale Babbana, che faceva le fusa in un angolo, "ti dirà di che materiale é fatta l'anima della bacchetta che ha lanciato l'incantesimo. Non è una garanzia, ma..."

"È un passo in avanti." 

***

Neville aveva preso la metropolitana. Non avrebbe potuto Smaterializzarsi direttamente dentro Diagon Alley, non da quando il corpo di Malfoy era stato ritrovato e le Barriere Anti-Smaterializzazione erano state attivate. 

Il Paiolo Magico era tetro come al solito, ma Neville non ci fece caso, dirigendosi invece verso il muro di mattoni. 

"Buongiorno, Hannah." salutò la barista. 

Quella gli rivolse un secco cenno di saluto prima di tornare a pulire un bicchiere assolutamente immacolato. Neville sapeva di non potersi aspettare molto di più dalla sua ex - moglie, quella che lo aveva lasciato perché lui non era mai a casa, troppo preso da un lavoro di cui non poteva dire neanche una parola. Un Indicibile è una figura ammantata di mistero, che lavora con cose pericolose e spesso rischia di non tornare vivo a casa, non può certo lasciar trapelare qualcosa a causa di una moglie pettegola. 

Le strade di Diagon Alley erano quasi vuote. Neville sistemò ancora una volta il nodo della cravatta dell'abito Babbano che indossava, il mantello del suo dipartimento piegato e ben nascosto nella valigetta, e si avviò in direzione del Serraglio Stregato. 

Superò il capannello di curiosi radunati attorno all'Incantesimo Scudo che serviva a mantenere gli estranei a distanza e non contaminare la scena. Attese che uno degli Auror notasse la sua presenza, per poter presentare un documento e farsi ammettere all'interno, ma nessuno sembrava prestargli attenzione. 

Tra gli Auror riconobbe Harry Potter, Ron Weasley, i suoi vecchi compagni di scuola, e Katie Lewis, un'Auror con cui aveva lavorato al suo primo caso. Fu lei a notarlo mentre attendeva e ad avvicinarglisi per permettergli di passare oltre gli scudi. 

"Non riuscite a farli allontanare?" le chiese, indicando la folla che aveva iniziato a protestare per l'entrata dello sconosciuto. 

"No. Abbiamo provato in tutti i modi."

"Minacciate di mandarli ad Azkaban." ribatté, duro. 

"Ci abbiamo già provato."

"Allora cominciate a farlo! Devono andarsene!" 

Katie lo fissò stralunata. "Non stai dicendo sul serio!" 

"Sì. Arrestateli, teneteli in stato di fermo al quartier generale per qualche ora, ma fate credere a loro e a tutti gli altri che saranno mandati ad Azkaban. Basterà che ne arrestiate cinque e anche gli altri se ne andranno." 

L'Auror lo guardò per essere certa che non stesse scherzando, prima di allontanarsi per dare l'ordine. Non avrebbe riconosciuto il ragazzino timido e goffo che sette anni prima era appena entrato a far parte degli Indicibili e non avrebbe avuto il coraggio di fare del male ad una mosca nell'uomo deciso e risoluto che aveva davanti. 

Neville attese in silenzio, sistemandosi la cravatta, mentre aspettava. Ormai era un gesto di consuetudine che compiva durante ogni attesa per essere sempre presentabile, perché un Indicibile doveva sempre essere impeccabile. 

Vide due Auror uscire dal perimetro e n la folla. Nel tempo che l'Auror Lewis impiegò per tornare indietro tutti se ne erano andati. 

"Bene." disse Neville. "Con chi posso parlare per sistemare quest'incresciosa situazione?" 

"L'Auror Potter è a capo dell'indagine." parlò con un tono neutro, ma Neville poté intuire che la cosa non le facesse piacere. Harry aveva una trentina d'anni esattamente come lui ed era già riuscito ad arrivare più in alto della competente Auror Lewis, nonostante quest'ultima, con i suoi quarantacinque anni, avesse molta più esperienza sul campo. 

"Andiamo, allora." la invitò con un gesto a precederlo. 

Harry Potter fu parecchio sorpreso di vedere Neville Paciock in eleganti abiti babbani dentro la scena del crimine. 

"Che cosa ci fa un civile qui?" 

Lewis fece per rispondere, ma Neville la precedette. 

"Non sono un civile, sono un Indicibile dell'Ufficio Misteri. Sono venuto per l'assassinio di questa mattina."

"Che c'entra l'Ufficio Misteri con noi?" 

"Questo non posso dirtelo Harry."

"Quindi ci passerete semplicemente sopra? Questo è il mio caso!" cominciò ad arrabbiarsi, ma Neville con calma lo placò.

"No, al contrario. Vorremmo che accettaste il nostro aiuto senza farne parola con nessuno." 

"Prego?" 

"Il mio Dipartimento è convinto che in questa indagine sia coinvolto un artefatto magico molto prezioso. Se si venisse a sapere si scatenerebbe il panico."

"Merlino, Neville, di cosa stiamo parlando esattamente?" chiese Harry, adesso molto più preoccupato. Se gli Indicibili si scomodavano doveva essere qualcosa di grosso. 

"Non sono autorizzato a dirtelo, mi spiace, Harry." 

"Come si suppone che riusciamo a venirne a capo se non ci dite niente?" replicò quello stizzito. 

"Siete comunque più indietro senza di noi. Accettate il nostro aiuto." 

"Abbiamo una qualche scelta?" 

"Non davvero. Ma sarebbe più piacevole per tutti se fingessimo che io ve l'abbia chiesto e che voi abbiate accettato. Come segno di amicizia vi dirò cosa abbiamo scoperto. L'assassino è una donna, alta all'incirca un metro e sessantasei è sicuramente ha un alibi." 

Harry lo fissò stranito. Il corpo era stato trovato solo cinque ore prima, come diamine faceva a saperlo?

"Il mio Dipartimento ha molte risorse, Harry." gli tese la mano. 

Harry lo fissò come se fosse un alieno. In fondo quello era un alieno. Erano dodici anni che non vedeva Neville, da quando, dopo aver ricostruito la scuola, avevano finito l'ultimo anno ad Hogwarts, e l'uomo che aveva davanti sembrava sempre di più il ragazzo forte che aveva decapitato Nagini e sempre meno il ragazzino impacciato e goffo che era stato per la maggior parte del tempo in cui Harry l'aveva visto. 

Non avrebbe voluto accettare l'aiuto degli Indicibili, lui era più che in grado di risolvere il caso da solo, ma quello era Neville è davvero sapeva più cose di loro. Così gli strinse la mano. 

Il viso di Neville si aprì in un sorriso, poi la stretta si intensificò e Harry si sentì tirare fino in un abbraccio tra vecchi amici. 

"Non posso dirti di cosa si tratta, ma se ti dico che dai fascicoli sono rimasto molto sorpreso di sapere che l'Ufficio Misteri ne abbia affidata una ad una Hermione Granger di tredici anni, sono sicuro che potrai capire di cosa sto parlando." gli bisbigliò in un orecchio, per poi sciogliere l'abbraccio. 

Harry sembrò un po' frastornato. Certo che si ricordava cosa era successo durante il loro terzo anno, come scordarlo! Una Giratempo! Quindi stavano parlando di una Giratempo! Ora capiva perché Neville era così preoccupato. Le Giratempo erano molto pericolose, ecco perché erano state tutte sequestrate e registrate e solo con un permesso speciale se ne poteva avere una temporaneamente, ma non di certo per i paradossi temporali che si sarebbero potuti formare, andiamo nel mondo magico nessuno avrebbe ucciso qualcuno per avere il proprio aspetto, magari avrebbero aspettato di vedere la Polisucco smettere di fare effetto se proprio non avessero creduto alla storia del viaggio nel tempo. Inoltre c'era un incantesimo di Materializzazione sulla catenella che si trasmetteva a cui che l'usava, in modo che se per caso la Giratempo si fosse rotta o l'avessero usata in più di uno e poi si fossero separati, quelli sarebbero riusciti comunque a essere trasportati nel punto esatto in cui erano partiti due secondi prima che la linea temporale si crepasse. No, il vero pericolo della Giratempo consisteva in cosa avrebbero potuto fare coloro che ne possedevano una, ecco perché tutti erano meticolosamente registrati, in modo da riuscire a risalire all'attuale possessore in caso di bisogno. 

Harry annuì. "Certo. Faremo tutto il possibile per collaborare con il vostro Dipartimento. Abbiamo spedito il corpo al San Mungo perché rilevassero ogni traccia."

Neville scosse il capo. "Ce ne siamo occupati noi. Il primo omicidio da anni, due giorni dopo il furto di un oggetto molto prezioso... dovevamo controllare."

"Certo." rispose l'altro, rigido. Cercò di non pensare al fatto di essere stato scavalcato. 

"La nostra priorità è recuperare l'oggetto in questione il più velocemente possibile, per farlo dobbiamo sapere tutto e subito. Vi metteremo a conoscenza di tutto quello che sappiamo." estrasse dalla valigetta una copia del rapporto di Molly e la porse all'Auror. 

Quello estrasse dalla tasca interna della veste il proprio taccuino, confrontando le informazioni. "È morto al quarto incantesimo? Avevamo ipotizzato il sesto." 

"La nostra esperta è convinta che sia stato il quarto a tagliargli la gola, il fatto che ne abbia praticati altri due indicherebbe era un fatto personale, il movente è l'odio, Malfoy non era una vittima scelta a caso." 

"No, immagino che molti ce l'avessero con lui anche dopo tutti questi anni. Riceveva ancora lettere di minaccia." rispose Harry, correggendo con una matita l'informazione sul suo taccuino. 

"Qualcuna di recente?" 

"No, l'ultima denunciata era arrivata il mese scorso. Ho inviato un Auror a controllare al Manor, ma non abbiamo altre notizie. Narcissa Malfoy assicura che non ricevevano gufi da tempo e la moglie assicura di non aver visto nessuno di sospetto aggirarsi attorno alla Villa. In realtà, Malfoy non usciva spesso di casa negli ultimi tre mesi se non per andare a visitare il padre al San Mungo. Tutte le mattine gli comprava una composizione floreale e crediamo che sia stato aggredito mentre stava recandosi lì, non sono stati trovati fiori nelle prossimità della scena del crimine e il Serraglio Serrato è di strada, ma comunque abbastanza fuori mano. Pensiamo che conoscesse il suo assalitore e sia stato attirato con qualche scusa lontano dalla strada."

"Erano le otto e mezza del mattino, nessuno ha visto niente?"

"No. Nessun testimone e non abbiamo molte piste." 

"Senza sospettati la faccenda si complica."

"Oh, il problema è che ne abbiamo fin troppi! Non possiamo davvero essere sicuri che sia stata una donna. L'assassino ha premeditato l'omicidio, ha fatto irruzione al Ministero per potersi creare un alibi, gli ci saranno voluti mesi per progettare il tutto. Chi ci dice che nel frattempo non abbia assunto della Pozione Polisucco?" 

"Tra due giorni sapremmo di che materiale era fatta l'anima della bacchetta, credo che facendo un confronto con le bacchette dei sospettati si possa ottenere una prova inequivocabile."

"Si può davvero fare?"

"Sì, ma non lo diciamo in giro per timore che i criminali comincino a rubare le bacchette per compiere i loro crimini. Di solito si pensa che bastino una decina di incantesimi per ripulire la bacchetta da un Prior Incantatio, ma con le nostre tecnologie siamo riusciti ad associare il DNA alla bacchetta. Con i nostri metodi possiamo risalire fino alle scintille di prova nel negozio di Olivander, escludendo qualunque incanto sia stato fatto da altri." 

Harry parve vagamente sotto shock. 

"Se lo dici a qualcuno poi dovrò Obliviare te e tutte le persone che conosci, perciò fa sì che sia un segreto ben custodito." 

"Certo." 

"Ora, con permesso, devo andare a redigere un rapporto. Ti contatterò in caso di nuovi sviluppi, mi ha fatto piacere rivederti."

"Anche a me. Come sta tua moglie?" 

Neville si permise di sistemarsi la cravatta. "Hannah e io siamo divorziati da quattro anni, ormai. Questo lavoro non consente molte interazioni personali e se, dopo dodici ore fuori, quando torni a casa non puoi raccontare niente, finisci per non avere molti argomenti di conversazione. Ginny invece?"

Harry parve mortificato di aver tirato fuori l'argomento. "Ginny è un po' fuori di testa, ha appena partorito e già si sta lamentando di non aver perso i chili in più." 

"Maschio o femmina?"

"Maschio. Il secondo. L'abbiamo chiamato David." 

"Buona fortuna, allora."

"Anche a te." rispose. Ma Neville era già sparito oltre la Barriera. 

***

Neville era rimasto sveglio fino alle due di notte per finire di scrivere il rapporto e analizzare la biopsia di sua madre, così quando alle sei del mattino un gufo bussò al vetro della sua finestra ci mise più di un minuto a riemergere dal sonno. 

Mentre si strofinava gli occhi e metteva a bollire l'acqua del tè con un colpo di bacchetta, allungò un biscotto al gufo. Poi spiegò il messaggio e lo lesse. 

"Porca Morgana!"

In nere lettere contro la pergamena color crema, vergata dalla nitida calligrafia di Molly Arvey, spiccava un'unica frase.

C'è stato un altro omicidio.

***

Il corpo di Blaise Zabini era stato abbandonato in mezzo alla strada in una pozza di sangue. Quando Neville arrivò sul luogo del delitto, il cadavere era già stato rimosso e spedito al San Mungo dove Molly l'avrebbe intercettato e analizzato. Era stato ritrovato da una pattuglia di Auror, quindi grazie al cielo, e all'orario assurdo, nessun curioso affollava il perimetro. 

"Cosa sappiamo di Zabini?" chiese a Harry. 

"Non molto. Non è mai stato un personaggio di spicco, ma è stato ucciso quasi con lo stesso modus operandi."

"Quasi?"

"Abbiamo calcolato tre tagli, il terzo mortale. Non ha infierito come con il cadavere di Malfoy." 

"In che rapporti era Zabini con Malfoy?"

"A detta delle due famiglie i due non si parlavano dai tempi della scuola." 

"Erano entrambi a Serpeverde, giusto?"

"Sì. Pensi che possa essere il collegamento?"

"Non lo so, potrebbe essere." 

"In quanto tempo i tuoi esperti possono avere il rapporto dell'autopsia?" 

"Qualche ora per l'autopsia completa." 

In quel mentre un gufo picchiò contro la barriera. Neville riconobbe il gufo che poche ore prima aveva bussato alla sua finestra e con un colpo di bacchetta gli permise di entrare. Quello andò a posarsi sulla sua spalla consegnandogli una nuova pergamena. 

"Perdonami, Harry, ma sono stato richiamato alla base." 

Raggiunse il Ministero della Magia Smaterializzandosi nell'ingresso. L'urgenza con cui era stato richiamato l'aveva preoccupato e, nonostante preferisse di gran lunga i mezzi Babbani, aveva preferito arrivare subito dove doveva. 

Scese con l'ascensore fino al nono livello e raggiunse Molly nel laboratorio. 

La ragazza lo guardò con occhi spiritati. "Questo è impossibile! Assolutamente impossibile!" 

"Cosa?" 

Ma Molly non lo stava ascoltando. "È una leggenda! Una dannatissima leggenda! Come può essere possibile?" 

Neville la afferrò per le spalle, costringendola a fissarlo negli occhi. "Adesso calmati e dimmi cosa è successo."

"È una dannata leggenda, ma... Lo spettrometro ha riconosciuto un materiale impossibile! Deve essersi rotto!" 

"Cosa? Molly, cosa dice lo spettrometro?"

"Zabini ha lottato. Aveva in mano un pezzo di stoffa tagliato dall'incantesimo dell'assassino, l'ho fatto analizzare e... apparentemente sarebbe un pezzo di Mantello dell'Invisibilità."

"Pensavo fosse indistruttibile!"

"Pensavo non esistesse!" strillò istericamente Molly. "Aspetta un attimo! Vuol dire che tu sapevi che esisteva! Ecco spiegata all'assenza di testimoni, nonostante l'ora!"

"Sì, lo sapevo. E so anche chi é il proprietario." Ora era Neville a essere sotto shock. "Con permesso, devo andare a controllare i file di Sorveglianza." disse, meccanicamente, e la lasciò impalata in mezzo alla stanza. 

I file di Sorveglianza erano in una stanza segreta. Ufficialmente non esistevano, ma qualunque Indicibile poteva accedervi e controllare qualunque informazione reperibile su qualunque persona - mago o magonò - e creatura magica avesse mai posato piede sul territorio britannico. 

Il fascicolo di Ginevra Weasley in Potter era piuttosto corposo. Trasalì leggendo la sua altezza, un metro e sessantasei. Sfogliò il fascicolo, stupendosi di scoprire che il suo strano comportamento del primo anno era dovuto ad una possessione da Horcru. La bacchetta era di Nocciolo, con un'anima di corda di Cuore di Drago, lunga undici pollici. Sposata con Harry Potter, due figli, Andrew, di due anni, e David, di tre settimane. Una postilla a matita dell'Indicibile Sorvegliante Drew gli fornì una pista. Quello sospettava una depressione post-partum non diagnosticata. Se questo era vero... il secondo parto poteva essere stato l'evento scatenante. 

Sistemò le scartoffie meccanicamente, poi tornò da Molly. 

"Quanto ci vorrà per avere il risultato del magispettrofotometro? Ho bisogno di sapere l'anima della bacchetta." 

"Quattro ore. Ho interrotto il processo per verificare che le bacchette dei due delitti fossero la stessa." 

"E?" 

"È stata usata la stessa bacchetta, ma il delitto era meno personale, meno arrabbiato."

Neville annuì. "Aspetterò con te la conferma, prima di fare qualunque cosa." 

"Pensi di sapere chi sia stato?" 

"Sì. Conosco un'unica persona che possegga un Mantello dell'Invisibilità."

"Chi?" 

"Harry Potter."

Molly quasi si strozzò con la propria saliva. "Quell'Harry Potter?! Il Salvatore del Mondo Magico?!" 

"Sì."

"Non può essere." Molly boccheggiò. "È... È un uomo, é più alto di un metro e sessantasei e... e... non può essere stato lui!"

"Penso sia stata sua moglie." 

"Oh." la ragazza si fermò. "Non ci resta che aspettare, dunque." 

"Sì."

"Cosa farai se uccide di nuovo prima del risultato dell'esame?"

"Non lo so."

"Oh."

"Già, proprio così."

Neville si allentò la cravatta. Si sentiva messo all'angolo. Non poteva arrestare Ginny prima di avere le prove, non poteva lasciare che morisse un altro Serpeverde per semplice burocrazia. Impasse.

Quattro ore dopo il magispettrofotometro sputò fuori una sentenza di condanna.

***

Neville si Materializzò davanti a Grimmauld Place e bussò alla porta. 

Ginevra Potter aprì la porta, stralunata. Neville non si aspettava il suo aspetto sciatto, i capelli scarmigliati, la vestaglia sporca, che aveva visto giorni migliori, malamente intrecciata sul petto e tenuta stretta con le mani scarne, la cintura che penzolava molle sul fianco. 

"Posso aiutarti? Harry non c'è." 

In lontananza un bambino cominciò a piangere.

Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime davanti a lui. "Ti prego." 

Non sapeva esattamente per cosa lo stesse supplicando, ma Neville si chiese se una donna del genere avrebbe mai potuto freddamente calcolare un furto con scasso in uno dei luoghi meglio sorvegliati del pianeta e due omicidi. 

"Lo aspetterò in casa, se non ti dispiace."

"No, no. Entra." la donna si fece da parte per permettergli di entrare e senza dirgli niente si diresse al piano di sopra.

Neville si sistemò in salotto, accomodandosi sul divano. Al piano di sopra il bambino smise di piangere e Ginny scese. "Posso offrirti un caffè?" chiese stancamente.

"Sì, grazie." 

La donna si diresse verso la cucina con passo strascicato. 

"Ginny?" la chiamò Neville, ma la ragazza non si voltò. "Ginny, ti senti bene?" 

Lei continuò a non rispondere e lui scattò in piedi e la raggiunse. L'afferrò per un braccio, fermandola e le pupille della ragazza virarono dal rosso all'azzurro acquoso talmente velocemente che Neville si chiese per caso non se lo fosse immaginato. 

"Ginny, stai bene?"

"Sì, sì." rispose, superandolo. 

Neville la seguì in cucina. "Ginny... Hai ucciso Draco Malfoy e Blaise Zabini?" 

"Era colpa loro." replicò monocorde.

"Vuoi parlarmene?" 

"Era colpa loro, di tutti i Serpeverde."

"Per cosa?' chiese, cauto, temendo che la donna esplodesse.

"Io sono qui, chiusa in casa con due stupidi bambini, ma sarei potuta essere molto di più... Molto meglio di così."

"E i Serpeverde?"

"È colpa loro. Non hanno cercato l'Erede." 

Neville ora poteva distinguere chiaramente le iridi scarlatte dalla donna e rabbrividì. Solo Molly sapeva dov'era, nessun altro, e non avrebbe potuto inviare rinforzi abbastanza in fretta. 

"L'Erede di Serpeverde?" 

"Sì. Sono stati in un angolo a tremare, mentre diventavo grande e avevo bisogno di loro. Sono stati indegni."

"Perché te la sei presa tanto con Malfoy?"

"Loro mi hanno dato il diario, la possibilità di essere grande, poi mi hanno voltato le spalle. I Serpeverde avrebbero dovuto cercarmi e venerarmi invece di temermi e tradirmi. Per questo ora mi vendico." 

"Hai rubato tu la Giratempo?" 

"Sì. Entrare al ministero è ancora facile come una volta. Ti ricordi quando abbia fatto irruzione noi?"

Neville sorrise triste. "Sì, c'è ancora una targa." 

"Ah, è stato divertente, certo. Avremmo quasi vinto se Silente non fosse arrivato." 

Poi Neville comprese. 

"Tu non sei Ginny." 

La ragazza rise, il suono gutturale sembrava arrugginito. 

"Ginny? Può essere che io sia Ginny?"

"Sei Lord... Voldemort?" pronunciò dopo essersi sforzato di non sostituire il nome di quel mostro con una inutile perifrasi. 

"Forse sì, forse no. È tutto un po' confuso qui nella mia testa." si colpì la tempia destra con l'indice, tenendo nella stessa mano la bacchetta. 

"Perché hai rubato la Giratempo? E come hai fatto a superare le barriere?” 

"Gira gira gira." canticchiò lei. "Il tempo scorre. Io dovevo essere qui. Potter è una tale seccatura. Io sono una tale seccatura, con questa carne flaccida e questi bambini stupidi che non fanno altro che urlare e urlare e urlare e piangere." Scosse la testa come cercando di cacciare un pensiero. "Harry non c'è mai e i bambini piangono e sento una voce. E la voce sa che è colpa dei Serpeverde se hanno cacciato l'Erede, sa che devo rubare una Giratempo per poter continuare a uccidere gli indegni, sa come entrare al Ministero, sa che devono morire. Devono morire tutti." rise.

Con un unico gesto fluido della bacchetta Ginny accese il fuoco sotto il bollitore e gli puntò contro la bacchetta. "Carnem caedere!" 

"Speculum reverso!" Neville recitò l'incantesimo di Scudo prima ancora che Ginny potesse terminare il proprio e la maledizione vi rimbalzò contro. Uno squarcio si aprì sul collo di Ginny e il sangue cominciò a scorrere copioso, il corpo della ragazza sbalzato contro la parete della cucina dalla potenza dell'incantesimo. 

"Merda! Epismendo!" 

Il sangue smise di fluire. Grazie al cielo la ragazza utilizzava un semplice incantesimo domestico e non la Maledizione Dissanguante o il blando incantesimo curativo non avrebbe potuto fermare il potere oscuro del Sectumsempra.

"Vulnera sanentur!" ripeté lo stesso incantesimo usato da Severus Piton molti anni prima per salvare dalla Maledizione Dissanguante lanciata da Harry Potter lo stesso Malfoy che era stato trovato morto per opera di un incantesimo Tagliuzzante lanciato da Ginny Weasley. Tanti anni prima sarebbe stato fiero di poter mostrare al vecchio pipistrello che era in grado di eseguire un incanto tanto potente, ora quello era all'ordine del giorno. Non potevi diventare un Indicibile se non eri in grado di lanciare un incantesimo del genere in pochi secondi, faceva parte della prova d'ingresso. 

Poi gettò della Polvere Volante nel camino e vi entrò sostenendo tra le braccia la ragazza esanime. 

"San Mungo." scandì a gran voce, per scomparire in una fiammata verde. 

***

Salve, Miss Weasley. Una voce famigliare eppure lontana nel tempo nei recessi della sua memoria la accolse. 

In realtà sarebbe Mrs. Potter. rispose lei. 

Certo, mi scusi, sono passati un po' di anni in effetti dall'ultima volta che ci siamo visti e non avrei mai pensato di tornare qui e vedere lei. 

Tutto intorno a lei era candido e abbacinante, talmente accecante che non riusciva a vedere dove si trovasse. Poi nel punto da cui proveniva la voce la nebbia cominciò a diradarsi. In trasparenza comparve una figura biancastra che a malapena si distingueva dal resto di ciò che la circondava. 

Ah, sono passati anni dall'ultima volta che sono stato qui e al suo posto c'era proprio suo marito, Miss Potter. disse la voce. 

Professor Silente! 

Oh, cara ragazza.

Cosa è successo?

Non lo sai mia cara? Chi non è in grado di accettare la morte, spesso si lega alla vita molto meno naturalmente di quanto ci si aspetterebbe. Voldemort si è nutrito della tua anima, si è legato indissolubilmente a te. 

Silente le si avvicinò sempre di più. 

Cammina.

Come?

Cammina, per favore. In quella direzione. indicò con un gesto la direzione opposta alla sua. 

Ginny trovò molto difficile muove il primo passo, praticamente impossibile il secondo. Si voltò verso Silente e quello le sorrise. Teneva un piede sulla sua ombra e quella cercava di liberarsi senza grossi risultati.

Tom è intrecciato alla tua personalità, è diventato la tua ombra.

Lui è qui? Vuole usarmi per risorgere?

No, è solo un eco, ha sfruttato la debolezza della tua malattia per tornare a galla. Ora sei più forte, ma devi liberarti di lui. 

Ginny annuì e si lanciò contro il bianco con tutta la forza della disperazione, mentre la sua ombra si lacerava, il suono dello strappo assordante nel silenzio bianco, un dolore che avrebbe rischiato di farla impazzire se non fosse già stata poco lucida di per sé. 

Ottimo lavoro. le disse Silente, quando si accasciò ansante su quello che doveva essere il pavimento in quello spazio adimensionale.

E adesso?

Ora più scegliere se tornare indietro o andare avanti.

Cosa c'è indietro?

La tua vecchia vita, tuo marito, i tuoi figli... avete avuto figli?

Ginny annuì

E ovviamente c'è anche la responsabilità delle tue azioni.

E cosa c'é avanti?

Non è qualcosa che posso rivelarti. Diciamo che è solo l'ennesimo grande avventura. Cosa vuoi fare? 

Ginny rifletté qualche istante. Voglio tornare indietro, vedere i miei figli. 

Sei consapevole che verrai arrestata, vero?

La ragazza annuì. Lo so. Cosa devo fare?

Se ne sei consapevole, allora basta soltanto che tu prenda un treno per tornare indietro. 

Mentre Ginny pensava, la figura nebbiosa di Silente scompariva. In lontananza il rumore di una locomotiva. 

***

Ginny si svegliò in un letto d'ospedale e la prima cosa che notò era che il suo polso destro era ammanettato alla sponda metallica del letto. 

Gemette, cercano di alleviare il dolore del metallo che le si era conficcato contro la carne, e Neville scattò in piedi dalla sedia di plastica su cui stava attendendo. Esibiva un occhio nero e una guancia livida. 

"Che é successo?" 

"Hai tentato di uccidermi e tuo marito e tuo fratello non sono stati molto felici del fatto che abbia voluto difendermi." 

"Mi dispiace." 

"Stai bene ora?" 

Ginny annuì. "Sì. Sono completamente io, adesso."

"Sai che sarà solo una attenuante, vero?"

"Ne sono consapevole."

"Ti converrà patteggiare."

"È quello che ho intenzione di fare." 

Neville si passò una mano tra i capelli, aveva rinunciato a sciogliersi la cravatta a causa dello stato pietoso del nodo. 

"Ti daranno cinque anni nel reparto psichiatrico, ma solo se io faccio sparire questo." Estrasse un taccuino di pelle rossa dalla giacca e lo aprì. Sulla prima pagina spiccavano i nomi dei Serpeverde che avrebbe dovuto uccidere. La prossima sulla lista, dopo i nomi cancellati di Malfoy e Zabini, era Pansy Parkinson. Poi Theodore Nott, Daphne Greengrass, Millicent Bullstrode e altri nomi che riempivano almeno tre pagine. 

“Non voglio che tu lo faccia." 

Neville sorrise. "Sono contento che tu sia tornata indietro."

"Anche io. Questi ultimi due anni sono stati così nebbiosi e confusi, riesco a malapena a ricordarmeli." 

"Mi dispiace."

"Anche a me."

"Vado a chiamare Harry, Ron e il resto della tua famiglia."

Neville uscì dalla stanza per lasciare loro un po' di privacy. 

Ginny non se la sarebbe cavata a buon mercato dopo aver ucciso due purosangue di famiglie molto influenti, ma non era più un problema di Neville. Lui aveva già recuperato la Giratempo, ora doveva solo riportarla al suo posto.

Superò le difese intensificate dell'Ufficio Misteri e lasciò l'artefatto magico.

"Neville, ho bisogno di parlarti!" lo raggiunse Molly.

"Che c'è?" chiese, vista l'agitazione della ragazza. 

"Ho una novità, Doyle ha sistemato la macchina. Non ha voluto sapere perché, nel caso ci scoprissero e lui dovesse testimoniare, ma aveva il vago sospetto che c'entrasse il permesso negato dai piani alti di fare ricerca sulla patologia dei tuoi genitori."

"Quindi?"

"Quindi non vuoi essere tu a trovare i risultati?" gli chiese allegra.

Neville le sorrise. "Precedimi." 

Forse le cose stavano cominciando a girare per il verso giusto. 

 

  
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