"La
Meccanica Quantistica consente di applicare alla natura umana il
fenomeno intangibile della libertà.
La Fisica Quantistica, per essere molto concisi, è la fisica
delle possibilità.
Ci si chiede “di chi sono queste
possibilità” e “chi sceglie tra queste
possibilità" per
avere esperienze
vere e proprie.
L’unica
risposta soddisfacente dal punto
di vista logico, è che alla base dell’essere,
c’è la coscienza."
• R I N N E -
Y O U R OT H
E R S E L F
•
Konohagakure
,Paese del Fuoco
Se
qualcuno vi dicesse "La luna sta venendo giù
dal cielo a pezzi! " ridereste di lui, credendo che il simpaticone vi
sta
prendendo in giro. O, probabilmente, non ridereste affatto, una cosa così
assurda non potrebbe mai
accadere nel nostro universo. Ino Yamanaka
è una di quelle persone che decisamente non
riderebbe. Piuttosto non si
farebbe problemi a rispondervi qualcosa del tipo: "Tanto lo so che lo
stai
dicendo per farmi uscire dal negozio e rubarmi qualcosa. Accontentati
dei saldi
che ci sono, pezzente!", cacciandovi a
spruzzate d'acqua in faccia col suo
annaffiatoio.
Ma per sua sfortuna,
lei vive nell'unico
universo dove un certo discendente degli Otsutsuki, i fondatori
dell'universo
esattamente come lei lo conosce, è in grado di fare una cosa
del genere. Quindi,
le cose stanno così: la luna stava venendo giù
dal cielo a pezzi. Peccato per
questo pazzo megalomane che ad
investigare prontamente sulla cosa vi erano stati inviati cinque dei
più fidati
e forti shinobi dell' Hokage, la massima autorità del Villaggio della Foglia, in
quel bizzarro
universo dove la gente non aveva niente di meglio da fare che dirigere
un
gigantesco corpo celeste contro la Terra.
Che il quintetto avesse scoperto la cosa durante la ricerca di un
qualcuno?
Non poi così importante. Quel che contava era che la Luna
non sarebbe più
caduta in pezzi. Quindi
il loro universo
era sano e salvo? La vicenda si sarebbe chiusa con un bel "E vissero
tutti
quanti felici e contenti"? Non
esattamente, ma andiamo per ordine.
Ino, per tutto il resto di quella bizzarra notte, fu di supporto
all’ Hokage con
la sua innata abilità del proprio Clan, con un casco
sensoriale in testa
strillava come un’aquila ad i presenti sulla torre di
controllo, informandoli
sulla rotta dei detriti. Quando la minaccia fu sventata
aiutó assieme agli
altri shinobi nel far rientrare gli abitanti precedentemente evacuati
dal
Villaggio. L'ultima persona da riaccompagnare era un anziana vedova,
una
storica cliente del suo negozio che, non appena la riconobbe, le chiese
di
riaccompagnarla alla sua abitazione, agli estremi del Villaggio,
accanto alla
delimitazione che portava alla foresta.
Quella vecchietta
ossuta continuava a
ciarlare di chissà cosa a ruota libera, ma per Ino era ormai
diventato solo un
ronzìo costante; bastava ignorare, annuire, sorridere a caso
e soprattutto fare
il proprio dovere. Si trattava di una cliente molto cara al suo defunto
padre,
quindi la bionda non se la sentì davvero di tirarsi
indietro, nemmeno quando la
vecchietta sospirò: Che mal di
piedi! Ci
vorrebbe proprio qualcuno che mi portasse in spalla."
Purtroppo per lei, Ino la sentì forte e chiaro.
"Un
tempo ero molto bella anch’io, Ino-chan.
Proprio come lo sei tu adesso. Ma dovresti riguardarti e pensare alla
tua
salute già da ora... Non sarai poco coperta, figliola?" le
disse, materna,
mentre copriva anche le spalle della ragazza con una
estremità del suo scialle.
"Grazie,
Mifune-san.." sorrise la bionda,
cercando di essere il più cordiale possibile; anche se l'
aveva vista eccome
asciugarsi prima il naso e poi la fronte con quella... roba di lana
durante il
tragitto, dovette ammettere a sé stessa di trovare piacevole
quel tepore contro
la sua schiena.
Questo conferma la
teoria che, in
quell'universo, il freddo di dicembre era come.. Il freddo di dicembre
che c'è
un po’ ovunque. Ino
prese in
considerazione l'idea di comprarsi finalmente un cappottino. Magari
viola, del
suo colore preferito.
“
Puoi farmi scendere qui, bambina, ecco casa mia.
Grazie, sei stata molto gentile.”
“Si
figuri, la aspetto al mio negozio, passi quando
vuole. I saldi per il Rinne Festival da noi continuano fino alla fine
di
Dicembre!” rispose la ragazza, facendo sorridere
l’anziana. Sì, ogni tanto Ino
sapeva anche essere spontaneamente gentile, soprattutto quando si
parlava del
suo amato negozio. E di soldi.
“Mi
sembra di sentire parlare il tuo caro padre..!
Quando è così, ne approfitterò per
passare a prendere una bella corona di fiori
da mettere sulla tomba del mio defunto marito. Porta i miei saluti
anche a
Shikamaru-kun. Anche lui è davvero un caro, gentile ragazzo.
Sembra ieri che
eravate a giocare alla famigliola
felice nel tuo negozio!”
“..Senz’altro,
signora.” mormorò la bionda, ma lo
fece invano
perché che la vecchietta se
ne era già
rientrata nella sua
abitazione. Vecchiaccia irriconoscente!
Durante
il tragitto per tornare a casa Ino camminava
lentamente per la strada ormai deserta, quasi accostata al muro che
separava la
foresta dal villaggio.
Era
stanchissima, e adesso anche di mal umore : usare
il chakra a lungo, riaccompagnare a casa propria e rassicurare gente
che si
spintona senza motivo, quando poi si è diretti tutti nella
stessa direzione...
E poi, infine,
sentir nominare
Shikamaru. La cosa l’aveva innervosita. Diamine,
più che innervosita.
Per quanto
assurdo potesse sembrare l'aveva proprio fatta arrabbiare di brutto.
Il
motivo risaliva a qualche mese fa, quando Shikamaru
era rientrato da una missione dal villaggio della Sabbia ed aveva
invitato sia lei
che Choji a mangiare al solito BBQ
Coreano.
Già, la fatidica sera che aveva detto "Adieu!" al suo
cuoricino, per
innamorarsi perdutamente del suo migliore amico. Non Choji, per
carità.
Shikamaru.
________________________________________________________________________________
"Se
vi ho invitati io qui, perché avrei dovuto
mangiare qualcosa prima di venire…?"
Shikamaru
inarcò un sopracciglio,
guardando Choji ingozzarsi a più non posso di carne arrosto.
Diamine, era il suo
migliore amico, ma in
certi momenti sembrava avere un cervello che riusciva ad elaborare solo
due
azioni: mangia, e ingoia.
"Ed
io che ne so. Non hai toccato nulla fino ad
adesso! Magari hai già mangiato qualcosa. "
Il
Jonin scosse il capo, concedendosi un piccolo sorrisino. Sì, era
diventato un Jonin dopo la Quarta
Grande Guerra, mentre i sue due debosciati amici lì presenti
erano ancora
semplici chuunin.
"Choji, guarda che sia io che Shikamaru non siamo più
nell'età della
crescita, e non abbiamo bisogno di mangiare così tanto. E
nemmeno tu!"
Ridacchiò Ino ai lamenti del suo buon amico dall'ossatura
grossa, mentre faceva
un gesto di assenso col capo a Shikamaru, che prese un pezzo di carne
cotto a
puntino proprio dal
suo lato. Il BBQ
coreano funzionava così,
c’erano
disposte sul tavolo due griglie con della carbonella costantemente
ardente, su
cui si potevano cuocere carne e verdure. Carino, eh?
Lo sguardo di
Ino si soffermò quasi per caso sulla mano di Shikamaru: le
sue dita reggevano
le bacchette con fermezza, Certo che aveva delle belle mani maschili,
non lo
aveva mai notato. Istintivamente
e con
fare indagatore cercò
qualcos'altro e
venne colpita dalla notevole muscolatura che il suo amico d'infanzia
aveva
sviluppato recentemente…
Niente male davvero! E che dire della sua espressione? Con occhi nuovi (se li era
appena rifatti
scrutando impunita le braccia scolpite del suo migliore amico)
potè notare che
non aveva più quell'aria perennemente annoiata, da mezzo
deficiente, ma al suo
posto vi era una composta e seria espressione. Per la prima volta , Ino
pensò che
Shikamaru sembrasse quasi
affascinante.
"E'
da un bel po’ che non uscivamo tutti
assieme!" Choji portò l'attenzione su di sè. No,
lui non era cambiato
tanto. Era il
solito Choji, corredato
ora da un ispido pizzetto. Spiacente
di
comunicare che il suo numero non è reperibile: in questo
universo non esistono
i telefoni cellulari.
"Shikamaru è impegnato con l'Unione e gli ordini
dell'Hokage, Choji. Non
ha tempo di uscire a divertirsi con
noi." Lo ammonì Ino. Un altro punto a favore del Jonin, che
lo rendeva
ancor più interessante: Shikamaru era diventato recentemente
Capitano di una
sua squadra scelta di Shinobi.
Chissà com'era vederlo abbaiare ordini a destra e sinistra
ai suoi uomini…
"Questo
lo capisco, però…" protestò Choji,
rivolgendo un occhiata dispiaciuta al suo amico, il quale gli rispose
prontamente con un mezzo sorriso, come se avesse profondamente
apprezzato che i
suoi compagni sentissero la sua mancanza.
"Shikamaru..
tutto bene? Sembri così
distratto." Chiese improvvisamente Ino, con un tono così
tenero di cui si
soprese lei per prima. Choji nemmeno
la
stava ascoltando, perché... diamine, vi sfido a indovinare
cosa stesse facendo.
"Hm… Non è nulla. Avevo solo voglia di vedervi,
ragazzi." Sorrise lui
cordiale.
Fu un sorrisino
semplice, niente di
particolare. Probabilmente era solo contento che lei, la sua migliore
amica, si
fosse preoccupata per lui, ma non fu esattamente lo stesso per lei.
Il suo cuore
iniziò senza preavviso a
battere fortissimo.
"Ah..
va bene."
Shikamaru prese
un’altra listarella di
carne, mangiando in silenzio. Choji anche. Cominciarono poi a
parlottare tra di
loro di qualche episodio (imbarazzante) del passato, come quando il
povero
Asuma non potendo pagare il conto di un pranzo offerto a Choji, dovette
lavare
le stoviglie del ristorante per una settimana. E risero, spensierati
come i
ragazzini che ormai non erano più.
Ino
sorrideva di tanto in tanto, non riuscendosi però a non
pensare a ciò che era
successo prima. Lui sorrideva, ignaro di lei che non riusciva a
staccargli gli
occhi di dosso.
________________________________________________________________________
Come colta da un fulmine ebbe un sussulto. Si trovava vicino alle porte
del
Villaggio. Come diamine ci era finita lì, casa sua era dalla
parte opposta!
Immersa nei suoi pensieri non aveva nemmeno fatto caso a dove stesse
andando.
Sperò con tutto il cuore di non aver pestato niente di
anomalo.
“Cosa stavo dicendo...? Ah sì, Shikamaru. Quella
sera gli ho nominato tutti i
ragazzi con cui sono uscita e non ha fatto nemmeno una piega! E quando
ci siamo
separati dopo la cena non mi ha nemmeno riaccompagnato a casa! E'
sempre il
solito maschilista e misogino che.. ma, un momento. Ma
perché me la sto prendendo
così tanto? ...e perché sto parlando da sola...?
Ino Yamanaka…perdi colpi! Hai
un ragazzo adesso. Perché parli da sola di un uomo che, per
giunta, è
Shikamaru? Devi
essere impazzita.”
Già, fidanzarsi con un tizio quando in realtà te
ne piace un altro. Perdi
davvero colpi, Ino!
Mentre
stava avendo quella conversazione di qualità con
sè stessa, sgranò
improvvisamente gli occhi guardandosi intorno. Le era parso di sentire
un
rumore metallico provenire dalla foresta, ma nel silenzio che
seguì dopo non
avvertì più nulla. Forse me lo sono immaginato,
pensò. Scrollò il capo,
tornando a camminare. Improvvisamente quel rumore tornò a
farsi sentire. Le
porte del Villaggio erano rimaste aperte, da dove lei uscì
appena fuori. Alla
guardia della torre di vedetta non c’era nessuno,
l’emergenza aveva mobilitato
tutti nel Villaggio.
Si guardò intorno, ma non vide nè
sentì più nulla. "Proviene dalla foresta.
C'è qualcosa..lo sento."
Mettendo da parte le puerili preoccupazioni di prima, si
concentrò meglio su quella
sensazione. Puntò un ginocchio al terreno e chiuse gli
occhi, mentre
Intrecciava le dita come quando era pronta per lanciare un jutsu: la
sua
abilità sensoriale identificò immediatamente la
fonte. Non sapeva chi o cosa
fosse, sapeva soltanto che, in quel momento, stava provando un
grandissimo
senso di malinconia che le arrivò fino al cuore.
Istintivamente si sentì da
esso così attratta che si incamminò da sola verso
il luogo da cui sembrava
provenire. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo. In qualsiasi universo
non si
dovrebbe mai controllare una cosa del genere da soli, di notte. Anche
se si è
una kunoichi in grado di friggere il cervello con il suo jutsu di
sconvolgimento spirituale. Riusciva a vedere poco a causa del buio, e
durante
il cammino inciampò in qualcosa. Si voltò di
scatto per guardare meglio:
sembrava essere un grosso sacco.
"Ma che diamine...?"
Era
effettivamente un sacco aperto, ed era pieno di
grossi amuleti fatti di legno
e ferro
che a lei sembrò di riconoscere subito, alcuni erano
sparpagliati sull'erba.
Erano tondi e piatti, grossi quanto una noce. La loro liscia superfice
di
metallo scintillava alla pallida luce della luna.
"...questi
li vendevano dove ho preso il regalo
del Rinne Festival per Sai. Forse un predone ha approfittato della
bancarella
vuota durante l’evacuazione, e stava fuggendo con il suo
bottino. Sono ciondoli
di buona qualità, avrebbe potuto rivenderli. Ma poi,
spaventato dalla pioggia
di detriti ha lasciato tutto quanto, fuggendo via.” La bionda
sospirò rassegnata,
piantando una mano su di un fianco, scoprendo che quella sera avrebbe
dovuto anche
acchiappare un ladruncolo. E noi ancora più rassegnati di
lei, scopriamo che si
è fidanzata con Sai, una sottospecie di brutta copia di
Sasuke Uchiha.
"Forse
è proprio lui quello che ho sentito qui
attorno.. deve essersi pentito ed è tornato indietro. Ed
io... ed io sto di
nuovo parlando da sola. Hey, tu!"
Sbottò lei improvvisamente, con voce
estremamente annoiata.
"Ovunque tu sia, esci fuori! Se
ti
scusi col padrone della bancarella sarai perdonato, forse. Ma questa
foresta
non è sicura. Esci allo scoperto!" Nessuna risposta. "Okay,
allora
muori. Ma questa roba viene con me. E torna dal suo proprietario..."
Fece per chinarsi sugli amuleti rimasti sul terreno, rimettendoli alla
rinfusa
all'interno del sacco. Erano tutti lisci e senza alcun
intaglio… tranne uno.
Gliene
capitò
tra le mani uno estremamente particolare, ed anche
piuttosto inquietante
a suo dire: era rotondo e della stessa dimensione degli altri, ma sulla
lastra
di metallo montata sul legno era intagliato un disegno di due serpenti che si
mordevano la coda a
vicenda.
"Sono
intrecciati tra loro.." osservò
la bionda "..e sembrano formare
un cerchio."
Un
cerchio molto simile al simbolo del Rinne
Festival, il Rinne
appunto, il cerchio
infinito della morte e della rinascita. Con quello strano pensiero in
mente, le
venne l'istinto improvviso di provare l'amuleto al collo. In qualsiasi
universo
vi possiate trovare.. lo so che lo sapete, è quasi superfluo
ricordarlo. Ma
comunque: non andrebbero MAI messi degli amuleti di dubbia provenienza
al
collo. Ma Ino parve dimenticare quella regola fondamentale. Non era mai
stata
una persona incauta, non era nemmeno sicura del perché delle
sue azioni. Era
come se qualcuno la stesse quasi supplicando di farlo, come se una voce
estremamente
triste le stesse dicendo "Ti prego, indossalo.". E non se ne
curò
nemmeno mentre apriva la catenella e la agganciava dietro al collo,
scostando i
capelli.
Accadde tutto quanto in un istante.
Il
rumore delle foglie che proveniva dagli alberi
iniziò a riecheggiare debole, sempre più debole
nelle orecchie di Ino, fino a
suonare come delle gocce d’acqua che cadono in lontananza.
A causa dei meteoriti che avevano colpito casualmente il territorio, si
respirava nell’aria un odore tiepido e minerale, e a lei
sembrò come trovarsi
sul fondo di uno stagno. Non riusciva a muoversi, non riusciva a
chiamare
aiuto. L'amuleto
improvvisamente prese ad
illuminarsi di una luce bluastra, quasi accecante, svanendo. Non si era
semplicemente dissolto, assolutamente no. Era
svanito nel suo corpo, affondato dentro di
lei come se fosse stato poggiato su di uno specchio d'acqua, e
affondato subito
dopo.
Ino
rimase ad occhi sgranati, nel buio, tastandosi
nervosamente il
collo e il centro del
petto.
No, non c'era. La collana e quello strano amuleto non c'erano
più!
"Che
cosa è appena successo? ...Dove diamine è
finito?”
Si
accorse di essere
addirittura crollata sulle ginocchia, e si
guardò spaesata attorno.
Il sacco era ancora
lì, gli amuleti non
raccolti erano ancora sparsi. E soprattutto, non c'era alcun ladro. La
cosa più
logica da fare in quel momento? Andarsene, ovviamente.
Perché farsi prendere dal panico, quando puoi ignorare
l'accaduto? Come se non
fosse successo niente.
"Va
bene, è stata una lunga notte per tutti. La
spiegazione più logica è questa: sono stanca,
molto stanca. Ho
sentito il sacco rovesciarsi, sono uscita
qua fuori ed evidentemente ho respirato i fumi di qualche pianta
allucinogena
bruciata dai detriti! Ah, deve essere per forza così! Per
quanto mi riguarda
quel tizio può anche starsene nella foresta, io me ne torno
a casa!”
Si rialzò in fretta e furia, ridacchiando nervosamente, e
scrollandosi la terra
dalla lunga gonna. Rientrò al Villaggio e a nervose falcate
si diresse verso
casa. Stava bene, no? Sudava freddo, ma stava benissimo. E quella era
la cosa
più importante.
"Una bella dormita e passa tutto qua- ed io sto continuando a parlare
da
sola. Fantastico...devo averne respirato davvero parecchio, di fumo."
Giappone, Hokkaido.
Da
qualche parte nel tessuto dimensionale, in una
stanza illuminata al minimo, delle apparecchiature dall'aspetto di
grossi e
complessi computer da lavoro scientifico furono messe in funzione.
L’unica
porta fu chiusa ermeticamente da un avanzato sistema di sicurezza. Era
una
procedura proibita quella, e lui lo sapeva bene.
“Esperimenti quantistici di
questo calibro sono pericolosi. Ed
in
più non ricoprono il nostro budget.”, gli avevano risposto così
quei vermi con cui era suo
malgrado costretto a lavorare ogni giorno. Che fossero pericolosi a lui
non
interessava affatto.
Tanto peggio, anzi, tanto meglio. Gli esseri umani sapevano essere
davvero miserabili.
Era per questo che aveva scelto quel laboratorio immerso nel verde di
una
sconosciuta foresta, lontano da occhi indiscreti. Non aveva bisogno di
teorie
per sapere che la sua dimensione non era che una delle tante dimensioni
possibili,
ma di coordinate tangibili per accedervi.
Vi era un modo per
accedervi?
Assolutamente sì.
Come faceva lui a saperlo? Lo
sapeva
a basta.
Dei fari alonati si accesero, riflettendo una grande lastra nera su cui
una
piccola riproduzione
olografica minuziosamente ricostruita del pianeta Terra giaceva al
centro.
Un rapido susseguirsi di tasti e dei macchinari per una accurata
registrazione
vennero attivati; essi calcolarono coordinate, misurarono distanze in
maniera
millimetrica.
Raccolsero innumerevoli “informazioni”, questo era
il termine che lui utilizzava, che
vennero trasferite
sulla proiezione del pianeta.
Quell'ologramma venne circondato da un anello di una luce blu
fatiscente, che
giró per qualche istante attorno ad esso. Quel cerchio si
infranse dopo qualche
minuto sotto il suo vigile sguardo. In quegli occhi in cui si
rifletteva
l'immagine della Terra vennero adombrati da una muta collera, come se
quelle
immagini fossero scorse innumerevoli volte fino alla nausea, e come se
ci
fossero anche altre ragioni personali per cui odiarla. Ed era proprio
di odio
che quegli occhi sinistri ormai si nutrivano, ripetendo e ripetendo
ancora quei
movimenti senza perdere mai la speranza di leggere su uno di quei
monitor un
esito che fosse finalmente positivo.
RICERCA ED ANALISI COMPLETATA
Rilevata una Dimensione che rispetta i criteri della ricerca.
N°72,00000
Fonte di energia denominata CHAKRA,
PRESENTE
Campo di perturbazione ATTIVO, PRESENTE
La
sua voce ruppe quel
silenzio bianco fatto
di soli rumori telematici. Lui sembrava sconvolto, decisamente
sconvolto. Finalmente
un contatto. Finalmente
qualcosa da cui iniziare.
"..ha trovato la dimensione da cui
provengo! Ma allora..."
Improvvisamente, un suono simile ad una debole
sirena annunciò un
secondo cerchio di colore rosso che circondò il globo, e
cambiò la luce soffusa
di colore blu che illuminava la stanza in una sinistra colorazione
rossa, ed un
ennesimo messaggio apparì sul monitor.
ANALISI PERTURBAZIONE
CAUSA Oggetto ad densità quantica superiore al 97%
IDENTIFICAZIONE, Oggetto conforme al soggetto “R I N N
E”
"Il Gioiello
è finalmente risorto
dal suo antico torpore! Durante la prossima perturbazione
avrò le coordinate da
seguire per ritornare nella mia dimensione d’origine, e mi
riprenderò ciò che
mi appartiene. Molto presto.. non esisterà che un solo ed
unico universo. Per
sempre.”
Dei
tasti diedero il comando alla lastra di disperdere la proiezione del
globo
virtuale che si sgretolò come sabbia. Lui guardò
la proiezione della Terra distruggersi,
con inquietante soddisfazione.
Nella stanza riecheggiò non più il rumore dei
macchinari, ma solo quello di una
risata diabolica.
Around the Corner
Grazie per aver letto il primo capitolo di “Rinne”!
Che cosa ne pensate?
Vi piace l’immagine dell’amuleto? In
realtà è una versione Steampunk di un Auryn,
ma mi è piaciuta così tanto quando l’ho
trovata online che mi ha ispirato per
questa storia. In
“dietro l’angolo” mi
troverete sempre qui a scrivere cavolate.
Interesserà a qualcuno ciò che
scrivo…?Ho scelto volutamente un tema a cui mi
sono appassionata recentemente, la fisica quantistica. Leggerete di
alcune sue affascinanti
teorie per spiegare molte cose che troverete durante la storia.
Come indicato nel genere, questa storia sarà anche una What
If, ma fino ad un
certo punto la trama seguirà gli avvenimenti
dell’opera originale, quindi il
manga e il recente
ultimo film “The
Last”.
Vi è piaciuto The Last, ed il finale del manga? Vi
aspettavate di vedere altro?
Io ci avrei giurato che Shikamaru sarebbe stato messo con Temari, ma lo
avrei
preferito con Ino!*momento fangirl estremo*
Ho scritto questa storia anche per questo, ma ci saranno ovviamente
anche altre
coppie. Lo so che volete le coppie! E avrete le vostre coppie, ve lo
posso
garantire. La scena del BBQ Coreano la potete trovare nella novella
Shikamaru
Hiden che sto attualmente leggendo,ovviamente è stata
riadattata. Non ho mai
provato la cucina coreana, ma trovo che sia divertente quanto bizzarra
l’idea
di arrostirsi da soli la “materia prima” che ti
viene servita assieme al
contorno, anch’esso da arrostire. Insomma, quando ho voglia
di andare a
mangiare fuori lo faccio perché non mi va di cucinare.
Immaginatevi a
raccontarlo ad un amico:“Ieri sera non avevo voglia di
cucinare a casa mia..
quindi me ne sono andato a cucinarmi la carne in un
ristorante!” E’ un po’ una
contraddizione. Ma sto divagando.. tornando a noi, i racconti Hiden
series sono
delle novelle di un centinaio di pagine, e sono quasi delle fanfiction
scritte
più o meno bene. Personalmente credo che nei 72 volumi che
questo manga conta
si avrebbe potuto parlare anche dei
personaggi minori in maniera più accurata. E invece abbiamo
delle fanfiction
canon. Leggete piuttosto la mia! *ride*
Alla prossima!