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Autore: Kiarana    28/03/2015    3 recensioni
SOSPESA.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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"La Meccanica Quantistica consente di applicare alla natura umana il fenomeno intangibile della libertà.
La Fisica Quantistica, per essere molto concisi, è la fisica delle possibilità.
Ci si chiede “di chi sono queste possibilità” e “chi sceglie tra queste possibilità"  per avere esperienze vere e proprie.
 L’unica risposta soddisfacente dal punto di vista logico, è che alla base dell’essere, c’è la coscienza."
                              
                             
   R I N N E  -  Y O U R   OT H E R   S E L F  

Konohagakure ,Paese del Fuoco

Se qualcuno vi dicesse "La luna sta venendo giù dal cielo a pezzi! " ridereste di lui, credendo che il simpaticone vi sta prendendo in giro. O, probabilmente, non ridereste affatto,  una cosa così assurda non potrebbe mai accadere nel nostro universo. Ino Yamanaka  è una di quelle persone che decisamente non riderebbe. Piuttosto non si farebbe problemi a rispondervi qualcosa del tipo: "Tanto lo so che lo stai dicendo per farmi uscire dal negozio e rubarmi qualcosa. Accontentati dei saldi che ci sono, pezzente!", cacciandovi  a spruzzate d'acqua in faccia col suo annaffiatoio.

 Ma per sua sfortuna, lei vive nell'unico universo dove un certo discendente degli Otsutsuki, i fondatori dell'universo esattamente come lei lo conosce, è in grado di fare una cosa del genere. Quindi, le cose stanno così: la luna stava venendo giù dal cielo a pezzi. Peccato  per questo pazzo megalomane che ad investigare prontamente sulla cosa vi erano stati inviati cinque dei più fidati e forti shinobi dell' Hokage, la massima autorità del  Villaggio della Foglia, in quel bizzarro universo dove la gente non aveva niente di meglio da fare che dirigere un gigantesco corpo celeste contro la Terra.

Che il quintetto avesse scoperto la cosa durante la ricerca di un qualcuno?
Non poi così importante. Quel che contava era che la Luna non sarebbe più caduta in pezzi.  Quindi il loro universo era sano e salvo? La vicenda si sarebbe chiusa con un bel "E vissero tutti quanti felici e contenti"?  Non esattamente, ma andiamo per ordine.

Ino, per tutto il resto di quella bizzarra notte, fu di supporto all’ Hokage con la sua innata abilità del proprio Clan, con un casco sensoriale in testa strillava come un’aquila ad i presenti sulla torre di controllo, informandoli sulla rotta dei detriti. Quando la minaccia fu sventata aiutó assieme agli altri shinobi nel far rientrare gli abitanti precedentemente evacuati dal Villaggio. L'ultima persona da riaccompagnare era un anziana vedova, una storica cliente del suo negozio che, non appena la riconobbe, le chiese di riaccompagnarla alla sua abitazione, agli estremi del Villaggio, accanto alla delimitazione che portava alla foresta.

 Quella vecchietta ossuta continuava a ciarlare di chissà cosa a ruota libera, ma per Ino era ormai diventato solo un ronzìo costante; bastava ignorare, annuire, sorridere a caso e soprattutto fare il proprio dovere. Si trattava di una cliente molto cara al suo defunto padre, quindi la bionda non se la sentì davvero di tirarsi indietro, nemmeno quando la vecchietta sospirò: Che mal di piedi! Ci vorrebbe proprio qualcuno che mi portasse in spalla."

Purtroppo per lei, Ino la sentì forte e chiaro.

"Un tempo ero molto bella anch’io, Ino-chan. Proprio come lo sei tu adesso. Ma dovresti riguardarti e pensare alla tua salute già da ora... Non sarai poco coperta, figliola?" le disse, materna, mentre copriva anche le spalle della ragazza con una estremità del suo scialle.

"Grazie, Mifune-san.." sorrise la bionda, cercando di essere il più cordiale possibile; anche se l' aveva vista eccome asciugarsi prima il naso e poi la fronte con quella... roba di lana durante il tragitto, dovette ammettere a sé stessa di trovare piacevole quel tepore contro la sua schiena.
 Questo conferma la teoria che, in quell'universo, il freddo di dicembre era come.. Il freddo di dicembre che c'è un po’ ovunque.  Ino prese in considerazione l'idea di comprarsi finalmente un cappottino. Magari viola, del suo colore preferito.

“ Puoi farmi scendere qui, bambina, ecco casa mia. Grazie, sei stata molto gentile.”

“Si figuri, la aspetto al mio negozio, passi quando vuole. I saldi per il Rinne Festival da noi continuano fino alla fine di Dicembre!” rispose la ragazza, facendo sorridere l’anziana. Sì, ogni tanto Ino sapeva anche essere spontaneamente gentile, soprattutto quando si parlava del suo amato negozio. E di soldi.

“Mi sembra di sentire parlare il tuo caro padre..! Quando è così, ne approfitterò per passare a prendere una bella corona di fiori da mettere sulla tomba del mio defunto marito. Porta i miei saluti anche a Shikamaru-kun. Anche lui è davvero un caro, gentile ragazzo. Sembra  ieri che eravate a giocare alla famigliola felice nel tuo negozio!”

“..Senz’altro, signora.” mormorò la bionda, ma lo fece  invano perché che la vecchietta se ne era  già rientrata nella sua abitazione. Vecchiaccia irriconoscente!

Durante il tragitto per tornare a casa Ino camminava lentamente per la strada ormai deserta, quasi accostata al muro che separava la foresta dal villaggio.

Era stanchissima, e adesso anche di mal umore : usare il chakra a lungo, riaccompagnare a casa propria e rassicurare gente che si spintona senza motivo, quando poi si è diretti tutti nella stessa direzione...
 E poi, infine, sentir nominare Shikamaru. La cosa l’aveva innervosita. Diamine, più che innervosita.

 Per quanto assurdo potesse sembrare l'aveva proprio fatta arrabbiare di brutto.

Il motivo risaliva a qualche mese fa, quando Shikamaru era rientrato da una missione dal villaggio della Sabbia ed aveva invitato  sia lei che Choji a mangiare al solito BBQ Coreano.
Già, la fatidica sera che aveva detto "Adieu!" al suo cuoricino, per innamorarsi perdutamente del suo migliore amico. Non Choji, per carità. Shikamaru.


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"Se vi ho invitati io qui, perché avrei dovuto mangiare qualcosa prima di venire…?"
 Shikamaru inarcò un sopracciglio, guardando Choji ingozzarsi a più non posso di carne arrosto.  Diamine, era il suo migliore amico, ma in certi momenti sembrava avere un cervello che riusciva ad elaborare solo due azioni: mangia, e ingoia.

"Ed io che ne so. Non hai toccato nulla fino ad adesso! Magari hai già mangiato qualcosa. "

Il Jonin scosse il capo, concedendosi un piccolo sorrisino.  Sì, era diventato un Jonin dopo la Quarta Grande Guerra, mentre i sue due debosciati amici lì presenti erano ancora semplici chuunin.
"Choji, guarda che sia io che Shikamaru non siamo più nell'età della crescita, e non abbiamo bisogno di mangiare così tanto. E nemmeno tu!"
Ridacchiò Ino ai lamenti del suo buon amico dall'ossatura grossa, mentre faceva un gesto di assenso col capo a Shikamaru, che prese un pezzo di carne cotto a puntino  proprio dal suo lato. Il BBQ coreano funzionava così,  c’erano disposte sul tavolo due griglie con della carbonella costantemente ardente, su cui si potevano cuocere carne e verdure. Carino, eh?

 Lo sguardo di Ino si soffermò quasi per caso sulla mano di Shikamaru: le sue dita reggevano le bacchette con fermezza, Certo che aveva delle belle mani maschili, non lo aveva mai notato.  Istintivamente e con fare indagatore  cercò qualcos'altro e venne colpita dalla notevole muscolatura che il suo amico d'infanzia aveva sviluppato recentemente…
Niente male davvero! E che dire della sua espressione?  Con occhi nuovi (se li era appena rifatti scrutando impunita le braccia scolpite del suo migliore amico) potè notare che non aveva più quell'aria perennemente annoiata, da mezzo deficiente, ma al suo posto vi era una composta e seria espressione. Per la prima volta , Ino pensò  che Shikamaru sembrasse quasi affascinante.

"E' da un bel po’ che non uscivamo tutti assieme!" Choji portò l'attenzione su di sè. No, lui non era cambiato tanto.  Era il solito Choji, corredato ora da un ispido pizzetto.  Spiacente di comunicare che il suo numero non è reperibile: in questo universo non esistono i telefoni cellulari.

"Shikamaru è impegnato con l'Unione e gli ordini dell'Hokage, Choji.  Non ha tempo di uscire a divertirsi con noi." Lo ammonì Ino. Un altro punto a favore del Jonin, che lo rendeva ancor più interessante: Shikamaru era diventato recentemente Capitano di una sua squadra scelta di Shinobi.

Chissà com'era vederlo abbaiare ordini a destra e sinistra ai suoi uomini…

"Questo lo capisco, però…" protestò Choji, rivolgendo un occhiata dispiaciuta al suo amico, il quale gli rispose prontamente con un mezzo sorriso, come se avesse profondamente apprezzato che i suoi compagni sentissero la sua mancanza.

"Shikamaru.. tutto bene? Sembri così distratto." Chiese improvvisamente Ino, con un tono così tenero di cui si soprese lei per prima. Choji nemmeno  la stava ascoltando, perché... diamine, vi sfido a indovinare cosa stesse facendo.

"Hm… Non è nulla. Avevo solo voglia di vedervi, ragazzi." Sorrise lui cordiale.
 Fu un sorrisino semplice, niente di particolare. Probabilmente era solo contento che lei, la sua migliore amica, si fosse preoccupata per lui, ma non fu esattamente lo stesso per  lei.
 Il suo cuore iniziò senza preavviso a battere fortissimo.

"Ah.. va bene."

 Shikamaru prese un’altra listarella di carne, mangiando in silenzio. Choji anche. Cominciarono poi a parlottare tra di loro di qualche episodio (imbarazzante) del passato, come quando il povero Asuma non potendo pagare il conto di un pranzo offerto a Choji, dovette lavare le stoviglie del ristorante per una settimana. E risero, spensierati come i ragazzini che ormai non erano più.  Ino sorrideva di tanto in tanto, non riuscendosi però a non pensare a ciò che era successo prima. Lui sorrideva, ignaro di lei che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

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Come colta da un fulmine ebbe un sussulto. Si trovava vicino alle porte del Villaggio. Come diamine ci era finita lì, casa sua era dalla parte opposta! Immersa nei suoi pensieri non aveva nemmeno fatto caso a dove stesse andando. Sperò con tutto il cuore di non aver pestato niente di anomalo.

“Cosa stavo dicendo...? Ah sì, Shikamaru. Quella sera gli ho nominato tutti i ragazzi con cui sono uscita e non ha fatto nemmeno una piega! E quando ci siamo separati dopo la cena non mi ha nemmeno riaccompagnato a casa! E' sempre il solito maschilista e misogino che.. ma, un momento. Ma perché me la sto prendendo così tanto? ...e perché sto parlando da sola...? Ino Yamanaka…perdi colpi! Hai un ragazzo adesso. Perché parli da sola di un uomo che, per giunta, è Shikamaru?  Devi essere impazzita.”

Già, fidanzarsi con un tizio quando in realtà te ne piace un altro. Perdi davvero colpi, Ino!

Mentre stava avendo quella conversazione di qualità con sè stessa, sgranò improvvisamente gli occhi guardandosi intorno. Le era parso di sentire un rumore metallico provenire dalla foresta, ma nel silenzio che seguì dopo non avvertì più nulla. Forse me lo sono immaginato, pensò. Scrollò il capo, tornando a camminare. Improvvisamente quel rumore tornò a farsi sentire. Le porte del Villaggio erano rimaste aperte, da dove lei uscì appena fuori. Alla guardia della torre di vedetta non c’era nessuno, l’emergenza aveva mobilitato tutti nel Villaggio.

Si guardò intorno, ma non vide nè sentì più nulla. "Proviene dalla foresta. C'è qualcosa..lo sento."

Mettendo da parte le puerili preoccupazioni di prima, si concentrò meglio su quella sensazione. Puntò un ginocchio al terreno e chiuse gli occhi, mentre Intrecciava le dita come quando era pronta per lanciare un jutsu: la sua abilità sensoriale identificò immediatamente la fonte. Non sapeva chi o cosa fosse, sapeva soltanto che, in quel momento, stava provando un grandissimo senso di malinconia che le arrivò fino al cuore. Istintivamente si sentì da esso così attratta che si incamminò da sola verso il luogo da cui sembrava provenire. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo. In qualsiasi universo non si dovrebbe mai controllare una cosa del genere da soli, di notte. Anche se si è una kunoichi in grado di friggere il cervello con il suo jutsu di sconvolgimento spirituale. Riusciva a vedere poco a causa del buio, e durante il cammino inciampò in qualcosa. Si voltò di scatto per guardare meglio: sembrava essere un grosso sacco.

 "Ma che diamine...?"

Era effettivamente un sacco aperto, ed era pieno di grossi amuleti fatti di  legno e ferro che a lei sembrò di riconoscere subito, alcuni erano sparpagliati sull'erba. Erano tondi e piatti, grossi quanto una noce. La loro liscia superfice di metallo scintillava alla pallida luce della luna.

"...questi li vendevano dove ho preso il regalo del Rinne Festival per Sai. Forse un predone ha approfittato della bancarella vuota durante l’evacuazione, e stava fuggendo con il suo bottino. Sono ciondoli di buona qualità, avrebbe potuto rivenderli. Ma poi, spaventato dalla pioggia di detriti ha lasciato tutto quanto, fuggendo via.” La bionda sospirò rassegnata, piantando una mano su di un fianco, scoprendo che quella sera avrebbe dovuto anche acchiappare un ladruncolo. E noi ancora più rassegnati di lei, scopriamo che si è fidanzata con Sai, una sottospecie di brutta copia di Sasuke Uchiha.

"Forse è proprio lui quello che ho sentito qui attorno.. deve essersi pentito ed è tornato indietro. Ed io... ed io sto di nuovo parlando da sola. Hey, tu!"  Sbottò lei improvvisamente, con voce estremamente annoiata. "Ovunque tu sia, esci fuori!  Se ti scusi col padrone della bancarella sarai perdonato, forse. Ma questa foresta non è sicura. Esci allo scoperto!" Nessuna risposta. "Okay, allora muori. Ma questa roba viene con me. E torna dal suo proprietario..."

Fece per chinarsi sugli amuleti rimasti sul terreno, rimettendoli alla rinfusa all'interno del sacco. Erano tutti lisci e senza alcun intaglio… tranne uno.

Gliene capitò  tra le mani uno estremamente particolare, ed anche piuttosto inquietante a suo dire: era rotondo e della stessa dimensione degli altri, ma sulla lastra di metallo montata sul legno era intagliato un disegno di  due serpenti che si mordevano la coda a vicenda.

"Sono intrecciati tra loro.."  osservò la bionda "..e sembrano formare un cerchio."

Un cerchio molto simile al simbolo del Rinne Festival,  il Rinne appunto, il cerchio infinito della morte e della rinascita. Con quello strano pensiero in mente, le venne l'istinto improvviso di provare l'amuleto al collo. In qualsiasi universo vi possiate trovare.. lo so che lo sapete, è quasi superfluo ricordarlo. Ma comunque: non andrebbero MAI messi degli amuleti di dubbia provenienza al collo. Ma Ino parve dimenticare quella regola fondamentale. Non era mai stata una persona incauta, non era nemmeno sicura del perché delle sue azioni. Era come se qualcuno la stesse quasi supplicando di farlo, come se una voce estremamente triste le stesse dicendo "Ti prego, indossalo.". E non se ne curò nemmeno mentre apriva la catenella e la agganciava dietro al collo, scostando i capelli.

Accadde tutto quanto in un istante.

Il rumore delle foglie che proveniva dagli alberi iniziò a riecheggiare debole, sempre più debole nelle orecchie di Ino, fino a suonare come delle gocce d’acqua che cadono in lontananza.
A causa dei meteoriti che avevano colpito casualmente il territorio, si respirava nell’aria un odore tiepido e minerale, e a lei sembrò come trovarsi sul fondo di uno stagno. Non riusciva a muoversi, non riusciva a chiamare aiuto.  L'amuleto improvvisamente prese ad illuminarsi di una luce bluastra, quasi accecante, svanendo. Non si era semplicemente dissolto, assolutamente no.  Era svanito nel suo corpo, affondato dentro di lei come se fosse stato poggiato su di uno specchio d'acqua, e affondato subito dopo.

Ino rimase ad occhi sgranati, nel buio, tastandosi nervosamente  il collo e il centro del petto.
No, non c'era. La collana e quello strano amuleto non c'erano più!

"Che cosa è appena successo? ...Dove diamine è finito?”

Si accorse di essere  addirittura crollata sulle ginocchia, e si guardò spaesata attorno.
 Il sacco era ancora lì, gli amuleti non raccolti erano ancora sparsi. E soprattutto, non c'era alcun ladro. La cosa più logica da fare in quel momento? Andarsene, ovviamente.
Perché farsi prendere dal panico, quando puoi ignorare l'accaduto? Come se non fosse successo niente.

"Va bene, è stata una lunga notte per tutti. La spiegazione più logica è questa: sono stanca, molto stanca.  Ho sentito il sacco rovesciarsi, sono uscita qua fuori ed evidentemente ho respirato i fumi di qualche pianta allucinogena bruciata dai detriti! Ah, deve essere per forza così! Per quanto mi riguarda quel tizio può anche starsene nella foresta, io me ne torno a casa!”

Si rialzò in fretta e furia, ridacchiando nervosamente, e scrollandosi la terra dalla lunga gonna. Rientrò al Villaggio e a nervose falcate si diresse verso casa. Stava bene, no? Sudava freddo, ma stava benissimo. E quella era la cosa più importante.
"Una bella dormita e passa tutto qua- ed io sto continuando a parlare da sola. Fantastico...devo averne respirato davvero parecchio, di fumo."

 






Giappone, Hokkaido.

Da qualche parte nel tessuto dimensionale, in una stanza illuminata al minimo, delle apparecchiature dall'aspetto di grossi e complessi computer da lavoro scientifico furono messe in funzione. L’unica porta fu chiusa ermeticamente da un avanzato sistema di sicurezza. Era una procedura proibita quella, e lui  lo sapeva bene. “Esperimenti quantistici di questo calibro sono pericolosi.  Ed in più non ricoprono il nostro budget.”, gli avevano  risposto così quei vermi con cui era suo malgrado costretto a lavorare ogni giorno. Che fossero pericolosi a lui non interessava affatto.

Tanto peggio, anzi, tanto meglio. Gli esseri umani sapevano essere davvero miserabili.
Era per questo che aveva scelto quel laboratorio immerso nel verde di una sconosciuta foresta, lontano da occhi indiscreti. Non aveva bisogno di teorie per sapere che la sua dimensione non era che una delle tante dimensioni possibili, ma di coordinate tangibili per accedervi.

 Vi era un modo per accedervi? Assolutamente sì.

Come faceva lui a saperlo? Lo sapeva a basta.

Dei fari alonati si accesero, riflettendo una grande lastra nera su cui una piccola riproduzione
olografica minuziosamente ricostruita del pianeta Terra giaceva al centro.
Un rapido susseguirsi di tasti e dei macchinari per una accurata registrazione vennero attivati; essi calcolarono coordinate, misurarono distanze in maniera millimetrica.
Raccolsero innumerevoli “informazioni”, questo era il termine che lui utilizzava, che vennero trasferite sulla proiezione del pianeta.

Quell'ologramma venne circondato da un anello di una luce blu fatiscente, che giró per qualche istante attorno ad esso. Quel cerchio si infranse dopo qualche minuto sotto il suo vigile sguardo. In quegli occhi in cui si rifletteva l'immagine della Terra vennero adombrati da una muta collera, come se quelle immagini fossero scorse innumerevoli volte fino alla nausea, e come se ci fossero anche altre ragioni personali per cui odiarla. Ed era proprio di odio che quegli occhi sinistri ormai si nutrivano, ripetendo e ripetendo ancora quei movimenti senza perdere mai la speranza di leggere su uno di quei monitor un esito che fosse finalmente positivo.


RICERCA ED ANALISI COMPLETATA
Rilevata una Dimensione che rispetta i criteri della ricerca. N°72,00000
Fonte di energia denominata  CHAKRA, PRESENTE
Campo di perturbazione ATTIVO, PRESENTE

La sua voce  ruppe quel silenzio bianco fatto di soli rumori telematici. Lui sembrava sconvolto, decisamente sconvolto.  Finalmente un contatto.  Finalmente qualcosa da cui iniziare.
"..ha trovato la dimensione da cui provengo! Ma allora..."
Improvvisamente, un suono simile ad una debole sirena annunciò un secondo cerchio di colore rosso che circondò il globo, e cambiò la luce soffusa di colore blu che illuminava la stanza in una sinistra colorazione rossa, ed un ennesimo messaggio apparì sul monitor.


ANALISI PERTURBAZIONE
CAUSA Oggetto ad densità quantica superiore al 97%
IDENTIFICAZIONE, Oggetto conforme al soggetto “R I N N E”




"Il  Gioiello è finalmente risorto dal suo antico torpore! Durante la prossima perturbazione avrò le coordinate da seguire per ritornare nella mia dimensione d’origine, e mi riprenderò ciò che mi appartiene. Molto presto.. non esisterà che un solo ed unico universo. Per sempre.”

Dei tasti diedero il comando alla lastra di disperdere la proiezione del globo virtuale che si sgretolò come sabbia. Lui guardò la proiezione della Terra distruggersi, con inquietante soddisfazione.
Nella stanza riecheggiò non più il rumore dei macchinari, ma solo quello di una risata diabolica.


                                                                       


                                                                       

Around the Corner
              
Grazie per aver letto il primo capitolo di “Rinne”! Che cosa ne pensate?

Vi piace l’immagine dell’amuleto? In realtà è una versione Steampunk di un Auryn, ma mi è piaciuta così tanto quando l’ho trovata online che mi ha ispirato per questa storia.  In “dietro l’angolo” mi troverete sempre qui a scrivere cavolate.
Interesserà a qualcuno ciò che scrivo…?Ho scelto volutamente un tema a cui mi sono appassionata recentemente, la fisica quantistica. Leggerete di alcune sue affascinanti teorie per spiegare molte cose che troverete durante la storia.
Come indicato nel genere, questa storia sarà anche una What If, ma fino ad un certo punto la trama seguirà gli avvenimenti dell’opera originale, quindi il manga e  il recente ultimo film “The Last”.
Vi è piaciuto The Last, ed il finale del manga? Vi aspettavate di vedere altro?
Io ci avrei giurato che Shikamaru sarebbe stato messo con Temari, ma lo avrei preferito con Ino!*momento fangirl estremo*
Ho scritto questa storia anche per questo, ma ci saranno ovviamente anche altre coppie. Lo so che volete le coppie! E avrete le vostre coppie, ve lo posso garantire. La scena del BBQ Coreano la potete trovare nella novella Shikamaru Hiden che sto attualmente leggendo,ovviamente è stata riadattata. Non ho mai provato la cucina coreana, ma trovo che sia divertente quanto bizzarra l’idea di arrostirsi da soli la “materia prima” che ti viene servita assieme al contorno, anch’esso da arrostire. Insomma, quando ho voglia di andare a mangiare fuori lo faccio perché non mi va di cucinare. Immaginatevi a raccontarlo ad un amico:“Ieri sera non avevo voglia di cucinare a casa mia.. quindi me ne sono andato a cucinarmi la carne in un ristorante!” E’ un po’ una contraddizione. Ma sto divagando.. tornando a noi, i racconti Hiden series sono delle novelle di un centinaio di pagine, e sono quasi delle fanfiction scritte più o meno bene. Personalmente credo che nei 72 volumi che questo manga  conta si avrebbe potuto parlare anche dei personaggi minori in maniera più accurata. E invece abbiamo delle fanfiction canon. Leggete piuttosto la mia! *ride*
Alla prossima!


   
 
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