Prelude – In the end, it doesn't even matter
E
dunque, ecco arrivato per lei, dopo un'avventura che pareva essere
davvero durata un millennio, il momento di... arrendersi.
Alla
fine del viaggio, a nulla era valso attendere, combattere, sperare.
Il corpo di
Battler giaceva sull'altare, esanime, ed insieme alla coscienza del
giovane sembrava svanita per sempre la sua ultima possilità
di prendere commiato dal mondo avendo visto il suo unico desiderio
realizzarsi.
Il giovane uomo che stava davanti a lei senza
respiro, le braccia e le gambe morbidamente richiamate alla terra senza opporre resistenza, e i begli occhi ormai vuoti - che, lo sapeva, mai più
si
sarebbero posati su di lei, né con rabbia e neppure
teneramente -,
solo lui possedeva la chiave del suo lieto fine.
"Stupido,
stupido Battler...",
avrebbe voluto dirgli, ma persino adesso le parole non riuscivano ad
uscire dalle labbra tremanti, appena schiuse, protese nell'ultimo
tentativo di mostrare una vita che da tempo non le apparteneva
più.
Il suo Battler.
Aveva combattuto fieramente, con dolcezza
e determinazione, mettendo in gioco tutto quello che gli era rimasto (la sua sola, piccola, fragile, preziosa vita), con più nessuno a combattere al suo fianco.
E questa volta non l'aveva fatto per la sua famiglia, o
per sua sorella, o semplicemente per mettere in salvo se stesso, ma per lei, lei che altro non avrebbe meritato se non il suo
odio, il più profondo e sincero, per tutto il resto dell'Eternità.
Ma ogni sua azione era da sempre idiota, illogica, insensata, e lui era così maledettamente imprevedibile, e... vero, e bellissimo. Forse neanche lei aveva mai davvero compreso quanto.
Era certa di non averlo mai
amato così tanto, e osò pensare che, forse, nessun altro al mondo era mai
stato
devastato da qualcosa della portata dei suoi sentimenti per quel dolcissimo perdente, sin
dall'alba dei tempi. Poteva dividere altre mille volte la sua anima,
ma quel Battler, rumoroso, volgare, ignorante e ridicolmente buono, sarebbe sempre stato in grado di conquistarne totalmente,
irrimediabilmente, ogni frammento.
Beato rise debolmente, od
almeno, guardandola, sembrava che stesse ridendo piano pur non
riuscendo ad emanare alcun suono.
Nonostante sapesse quanto
rischioso fosse, aveva creduto in lui ancora una volta e lui non
aveva saputo ancora una volta mantenere la parola data... ma in fondo
non importava, perché anche fosse stata sin dall'inizio
certa
dell'epilogo affatto lieto Beatrice mai, per nulla al mondo, si
sarebbe pentita di aver riposto il proprio destino e quello di tutta la famiglia nelle sue mani.
Però,
se solo avesse davvero potuto ricominciare tutto
dall'inizio...
Sapeva bene di
averlo posto dinnanzi qualcosa di troppo grande per l'acerba mente
che era, dunque la colpa non poteva che essere che sua. Ma alla fine
l'aveva visto affrontare un nemico immensamente più grande
di lui ed
un destino ineluttabile come solo un uomo, il migliore, avrebbe
saputo fare.
Battler aveva davvero dato il meglio di sé per
salvarla, e questo bastava a dare un senso a tutto quello che lei
aveva fatto per lui.
Di fronte al martirio subito dal suo corpo
forte non esisteva più alcuna importante verità
da svelare e
nessun messaggio rilevante era stato taciuto, ad eccezione di
uno.
"Io ti amo."
Le
lacrime iniziarono a percorrere, lente e silenziose, il volto di lei,
tornato impassibile e vuoto.
Anche se quelle parole non sarebbero
certamente mai giunte alle orecchie di Battler, lei avrebbe voluto
possedere anche solo la forza per pronunciarle ad alta voce, quasi
come a volerle rendere più tangibili, reali.
Di quel sentimento,
una volta scomparsa lei, non sarebbe più rimasta alcuna
traccia. E
pensare che se non l'avesse provato nulla sarebbe mai
accaduto...
Allo stesso tempo, come poter provare rimorso per aver
vissuto qualcosa di tanto immenso, per quanto tremendamente
doloroso?
Mentre la sua stessa essenza le sfuggiva tra le dita
senza che lei facesse nulla per trattenerla a sé, e i grandi
occhi
riacquistavano solo per poco la loro luce, nei suoi ultimi istanti,
volle tentare di usare quelle deboli gambe che – non per
molto
ancora – erano in grado di sostenerla, per avvicinarsi a lui
con
quell'amore negli occhi che non aveva mai avuto il coraggio di
mostrargli. Voleva trascorrere al suo fianco solo qualche istante,
senza nessun segreto inconfessabile a dividerli.
"Coraggio,
sono solo pochi altri metri... e avrai raggiunto la tua meta."
Poteva
finire meglio di così, lo sapeva, ma ogni cosa che lui era
stato in
grado di darle, ogni più piccola emozione, era da adesso e
per
sempre sua. Ne avrebbe fatto tesoro per sempre, fosse anche finita
all'inferno.
"Coraggio, fa' uno sforzo..."
Quel
ragazzo incredibile le aveva dimostrato un amore che lei mai avrebbe
pensato di ricevere in maniera tanto spontanea e vera, men che mai da
parte sua; così tanto amore non era contemplato neppure nei
suoi
piani originali, secondo i quali le sarebbero bastate un paio delle
sue scuse, dopo il tanto vagheggiato arrivo di lui al traguardo
dorato.
Beatrice voleva soltanto che capisse, sperare di ricevere
il suo amore era troppo per lei.
"Manca davvero
poco e l'avrai raggiunta, non abbandonarmi adesso."
Ma
si sa, più si ha e più si vuole.
Se con quei sentimenti nel
cuore, Battler avesse saputo cogliere quel messaggio che tanto
affannosamente lei aveva provato a fargli arrivare per tutto il
tempo, loro avrebbero potuto essere felici per sempre.
"Mi
basta viverlo solo per un secondo, permettimelo, solo un
secondo..."
Le lacrime
continuavano a rigarle il bel volto, ma nessun rumore riempiva la
cattedrale oltre quello dei suoi pensieri.
Continuava a supplicare
di poter morire accanto a lui.
Il suono dei suoi passi era più
lieve di un battito di ali di farfalla, lei stessa non riusciva a
percepirlo, eppure lo sapeva, si stava avvicinando a quello che
restava del suo grande amore con le sue ultime forze, e non si
sarebbe lasciata andare alla sua sorte prima di averlo raggiunto.
Mai
nella sua intera esistenza aveva combattuto con la disperazione di
quel momento, lei, la Regina delle cause disperate.
"Dammi solo un granello del mio lieto
fine, niente più che un granello."
Oh,
vista da così vicino... aveva dei lineamenti stanchi, la
maschera di
morte di Battler. La crociata che aveva intrapreso per salvarla lo
aveva ridotto così.
Allungando un braccio riuscì a sfiorargli
una guancia.
Era fredda.
Beatrice sentì di avercela fatta. Non
nel migliore dei modi, ma ce l'aveva fatta. Era arrivata alla fine di
quel viaggio.
- Era davvero la fine,
vero...? -
Si lasciò cadere, la testa sul petto di lui, brutalmente
squarciato dalla lama di una patetica verità.
Desiderò
poterlo sentire ancora abbassarsi ed alzarsi sotto di lei, e si
chiese, negli ultimi barlumi di lucidità, quale sensazione
meravigliosa potesse dare il suono del suo cuore che batte, il suo
respiro sulla propria pelle, e persino sentire ancora la sua bella
voce calda... inveire ferocemente contro di lei per lanciare gli
insulti peggiori che conosceva.
Anche questo le mancava
sorprendentemente tanto.
"Stupido..."
Si
allungò ancora verso il suo viso, e con il cuore vinto da
una
tristezza fino ad allora sconosciuta, posò le labbra su
quelle
ancora morbide di lui, addormentato.
Allora Beato chiuse gli
occhi, attendendo quel momento ormai prossimo che l'avrebbe fatta
sprofondare nello stesso oblìo in cui Battler era caduto
precedendola.
Ciò di cui non poteva percepire
l'esistenza, era la presenza di una piccola, magica, luminosa
scintilla all'interno di quel cuore che sembrava essersi fermato per
sempre. Era quello che molti chiamano "miracolo".
La
scintilla tremò come la fiamma di una candela.
Un vero e proprio
incendio dorato si apprestava a infiammare quel petto non ancora del
tutto privo di vita.
Mentre
alla sua mente non restò che iniziare a vagare, rievocando i
ricordi
che amava di più.
N.d.A.
Allora,
ecco, come giustificare questo?, uhm...
Mi mancava scrivere su
Umineko, per prima cosa, non immaginate quanto.
Ma vi devo qualche
spiegazione.
Fare introspezione mi piace davvero tanto, nonostante
non sia affatto certa che il risultato sia all'altezza della
situazione, ma non importa, perché stavolta l'introspezione
non è
fine a se stessa. Questa non è semplicemente una oneshottata
deprimente.
Sarà infatti l'inizio di una raccolta di
Missing-Moments su... una cosa come...
AAAAAAH
- respira
-
...fondamentalmente, vorrei scavare un po' più a fondo in
questa vicenda, e mi piacerebbe che mi seguiste nell'impresa, quindi
non rivelerò il piano nel dettaglio, anche se potete farvi
già
un'idea generale, penso.
Comunque per una volta la mia idea non mi
schifa, quindi tutto dipende da come la svilupperò, e se lo
sto
facendo male vorrei una bella sberla virtuale da parte di voi
lettori.
Insomma, MI PIACEREBBE MOLTISSIMO ricevere il vostro
parere, intanto, su questa specie di cosa prefazione qua insomma.
Non
ho altro da dire oltre che GRAZIE (scrivere in caps dà
enfasi al
tutto) per aver letto, e a prestissimo! ♥
Dearly B.