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Autore: Soly_D    28/03/2015    5 recensioni
«Hai protetto quel fiore, Sakura-chan, ed io proteggerò la Sakura-chan che ha protetto quel fiore».
«Ho mantenuto la mia promessa. Ho protetto questo fiore e tu, Naruto, hai protetto me e il villaggio».

[Naruto Shippuden, ep. 377 - Naruto contro Mecha Naruto]
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NaruSaku(Sasu), accenni BoruSara
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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tyIMPORTANTE PER CAPIRE LA STORIA:
Non scrivo mai le note prima del testo della fanfiction ma in questo caso sono necessarie.
Nella storia troverete infatti riferimenti a Naruto Shippuden, ep. 377 - Naruto contro Mecha Naruto, di cui serve sapere che Naruto dona un fiore a Sakura promettendole che la proteggerà e che lei a fine episodio lo ringrazia ARROSSENDO. Ho amato e continuo ad amare quell'episodio perchè per me è più canon quello di tutto il cap. 700 e di The last :'D La storiella è triste ma alla fine trasmette un po' di speranza, spero che vi piaccia. Grazie a tutti coloro che vorranno leggere e commentare, buona lettura! ♥




Withered flower

«Mamma».
Sakura smise di rigirare il mestolo nella pentola e voltò lo sguardo di lato, incontrando gli occhi scuri di Sarada che aveva poggiato i gomiti sul bancone della cucina ed ora si sosteneva il mento con le mani.
Sakura capì immediatamente che era preoccupata e le rivolse uno sguardo rassicurante. «Dimmi, tesoro».
Sarada si morse il labbro inferiore, gesto che aveva ereditato da lei. «E se... e se mi piacesse un ragazzo?».
«Be’, sarebbe una cosa naturale, no? Alla tua età ero già cotta di tuo padre».
Sorrise Sakura nel ricordare i bei vecchi tempi in cui esisteva solo Sasuke-kun e tutto le sembrava più semplice.
Sarada abbassò lo sguardo, indecisa se continuare o meno, poi ripuntò gli occhi sulla madre e cominciò a tempestarla di parole.
«Ma se non fosse proprio un ragazzo modello? Se i suoi voti fossero pessimi? Se si divertisse a fare scherzi e...?».
«Ti piace Boruto».
Sarada sgranò gli occhi arrossendo dietro le spesse lenti degli occhiali. «Sì... cioè, no! ...un po’, forse».
Sakura accentuò il sorriso mentre spegneva i fornelli e rivolgeva la sua completa attenzione alla figlia.
Le poggiò le mani sulle spalle guardandola dritta negli occhi.
«Se ci tieni davvero a lui, diglielo subito. Non aspettare che qualcun’altra te lo porti via o sarà troppo tardi».
Sarada guardò la madre con aria confusa. Cos’era quella tristezza, quel... rimpianto nei suoi occhi verdi?
Non era forse lei quella che, dopo anni e anni di delusioni, era riuscita a conquistare il suo grande amore?
«Grazie, mamma, lo farò», le promise abbracciandola.


***


Sakura si inginocchiò di fronte al baule polveroso della soffitta e vi scavò all’interno finché non intravide un libro dalla copertina rossa.
Era da anni che non apriva quel diario. Sfogliò velocemente le pagine piene di cuori e disegni in cui lei e Sasuke si tenevano per mano.
Arrivata all’ultima pagina, trovò il fiore dai petali bianchi con sfumature rossastre che anni prima aveva fatto seccare per poi attaccarlo lì, quasi a mettere un punto a quella fase della sua vita. Lo sfiorò con le dita, un sorriso triste dipinto sul volto.


«Hai protetto quel fiore, Sakura-chan, ed io proteggerò la Sakura-chan che ha protetto quel fiore».


Ironico. Esattamente come si era seccato il fiore, così il suo rapporto con Naruto si era indebolito, fino a ridursi ad un semplice scambio di saluti. Ma il fiore, seppur seccato, era ancora lì, così come tutti i momenti passati con lui, così come i suoi... sentimenti.


«Ho mantenuto la mia promessa. Ho protetto questo fiore e tu, Naruto, hai protetto me e il villaggio».


Richiuse il diario, sentendo gli occhi farsi lucidi. Amava suo marito Sakura, lo aveva sempre amato, ma anche a distanza di anni continuava a chiedersi come sarebbe stato se alla fine avesse scelto Naruto.
Aveva cominciato a provare qualcosa per lui dalla fine della guerra. Una cottarella, niente di più. Poi Sasuke
era tornato e quei sentimenti appena nati erano finiti in qualche angolo remoto del suo cuore, ma il ricordo di tutto ciò che Naruto aveva fatto per lei era rimasto indelebile.
Raggiunse la finestra e, appoggiandosi al davanzale, guardò il cielo notturno puntinato di stelle.
Chissà se anche Naruto faceva quei pensieri, ogni tanto.
Chissà se si era mai chiesto come sarebbe stato avere lei al suo fianco invece di Hinata.
Quando abbassò lo sguardo, l’oggetto dei suoi pensieri si era materializzato oltre la finestra, in fondo alla strada, probabilmente di ritorno verso casa dopo un’estenuante giornata in ufficio. Indossava il mantello e il copricapo da Hokage.
Aveva sempre creduto nel suo sogno Naruto, quello stupidissimo sogno a cui perfino lei si era aggrappata durante la guerra mentre cercava di rianimarlo ad un passo dalla morte, ed ora eccolo tramutato in realtà.
Presa dai ricordi, Sakura non si accorse che Naruto si era bloccato in mezzo alla strada ed ora la guardava muovendo un braccio in segno di saluto. Ricambiò appena per poi stringersi la mano al petto, lì dove il cuore stava battendo un po’ più veloce del solito.
E mentre Naruto riprendeva il suo cammino verso casa, Sakura si ritrovò a riflettere su quanto potesse essere imprevedibile la vita.
Il destino stava concedendo a Sarada e Boruto ciò che a lei e Naruto era stato negato: la possibilità di un futuro insieme.
Sakura sperò che sua figlia riuscisse lì dove lei aveva sbagliato, lasciando che quell’amore così giusto appassisse tra le sue stesse mani come il fiore che, conservato in quel vecchio diario, ne era il simbolo.

  
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