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Autore: AlessiaIrwin_    28/03/2015    0 recensioni
Ashton è l’unica persona al mondo che sa rendermi felice, anche quando mi sento triste. Una cosa che ho imparato da lui è che la vita non è perfetta, non è uno stupido romanzo rosa. No. La vita viene è come un libro, anzi, è un libro. Il mio è pieno di pagine decisamente tristi, alcune davvero tanto deprimenti e altre inaspettatamente stupende. Tutte quelle pagine tristi le vorrei strappare e lasciarle libere nel vento, ma non posso. Grazie a quelle pagine sono la ragazza di oggi. Non si può scappare dai brutti ricordi. Anche se si tratta di momenti tristi, ricordare serve. Serve a renderti forte, perché significa che hai avuto coraggio a riaprire quella parte del libro, hai avuto coraggio a leggere quelle pagine per poi chiudere il libro e pensare a quanto sei stata forte, anche grazie ad alcune persone, a superare quei momenti.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo:
“Mamma! No! Non portatemela via!”
“Tesoro, ritornerò a prenderti, te lo prometto.”
“Non voglio stare sola, mamma. Ti prego rimani.”
 
Sentii delle lacrime scorrermi per il viso, le asciugai e cercai di pensare ad altro.
Io sono Alice Sparks, ho 18 anni e vivo ad Adelaide, in Australia. Sono di origini svizzere e irlandesi e vivevo a Dublino, ma i miei genitori, la notte del 10 giugno 2001, decisero di scappare e ‘’ricominciare’’ a vivere. Almeno lo pensavano, ma si sbagliavano.
Mio padre è morto una sera dopo, tornando dal lavoro. Mia madre è impazzita e rinchiusa in un ospedale psichiatrico, lasciandomi sola. Ancora sento le urla, mi tormentano ogni notte.
La mia infanzia la passai all’orfanotrofio, nessuna famiglia mi volle come figlia da crescere e da voler bene.
L’unica persona importante della mia inutile vita è lui, Ashton Irwin. L’ho conosciuto all’orfanotrofio, il primo giorno, avevamo solo  5 anni.
“Hey, mi chiamo Ashton e sono il più bello qua dentro” disse facendomi l’occhiolino.
Io non risposi.
“Secondo te è vero? Anche tu sei bella, ma mai quanto me” disse sfoggiando un sorriso.
Ancora aspetta una mia risposta.
Oggi ha 18 anni, come me e siamo usciti dall’orfanotrofio giusto una settimana fa. Amo il mio migliore amico. Lo amo letteralmente parlando. Ashton è l’unica persona al mondo che sa rendermi felice, anche quando mi sento triste. Una cosa che ho imparato da lui è che la vita non è perfetta, non è uno stupido romanzo rosa. No. La vita è come un libro, anzi, è un libro. Il mio è pieno di pagine decisamente tristi, alcune davvero tanto deprimenti e altre inaspettatamente stupende. Tutte quelle pagine tristi le vorrei strappare e lasciarle libere nel vento, ma non posso. Grazie a quelle pagine sono la ragazza di oggi. Non si può scappare dai brutti ricordi. Anche se si tratta di momenti tristi, ricordare serve. Serve a renderti forte, perché significa che hai avuto coraggio a riaprire quella parte del libro, hai avuto coraggio a leggere quelle pagine per poi chiudere il libro e pensare a quanto sei stata forte, anche grazie ad alcune persone, a superare quei momenti.
 
Sono le 10.30 del mattino, sono nella veranda della mia vecchia casa seduta sulla panca a dondolare. Sento l’aria fresca di febbraio che mi accarezza il viso e il mio maglione che mi riscalda in contemporanea. Sono qui perché sto aspettando. Aspetto che i ricordi si facciano vivi. Aspetto di ricordare le pagine belle.
“Ash! Prendimi dai!”
“Alice, basta, non ce la faccio più a correre!” disse con il fiatone.
“Scarso.”dissi uscendo la lingua e fargli una linguaccia.
“Tu lo sei, non io. Giochiamo a nascondino? Facciamo che se ti vedo allora dovrai fare quello che ti dico io.” disse con una nota di superiorità.
“Ci sto.” dissi convinta.
Avevamo solo 7 anni ed eravamo nel cortile dell’orfanotrofio. Amavamo stare lì, sotto gli alberi di ciliegio a giocare e divertirci.
“..9…10! Alice, ricorda, se ti vedo, dovrai subire una penitenza!” disse urlando a casaccio.
Ashton era un bimbo con i capelli ricci e biondi, occhi color nocciola e aveva sempre stampato sul viso un sorrisetto malizioso. Non è affatto cambiato, e sono contenta di questo.
“Ah! Alice, ti ho vista!” disse puntandomi il dito contro.
“Non è giusto, tu hai barato!” dissi mettendo su il broncio e fingendomi offesa.
“Non è vero, io sono più bravo di te Ali.” disse sorridendo.
‘’Basta Ash, non fare più questi sorrisetti, sei bellissimo.’’ Pensai.
“Sisi, convinto.”dissi andandomene.
“Hey! La penitenza Ali!”
Mi avvicinai.
“Devi darmi un bacio sulle labbra.” fece un sorrisetto malizioso.
“Okay.” dissi fingendomi impassibile.
Dentro stavo scoppiando.
Ci baciammo, e avevo gli ippopotami in pancia, ma ancora non capivo cosa fosse, ora si.
 
Sorrisi pensando a questo ricordo e decisi di chiamarlo, volevo sentire la sua voce, avevo bisogno di lui.
“Pronto Alice?” disse.
“Hey Ash”
“Hey bellissima”
Arrossii.
“Pomeriggio che fai, capellone?” dissi sottolineando l’ultima parola.
“Capellone? Mi piace! Comunque, avevo intenzione di uscire con una ragazza speciale”
“Ah..ho capito” *Chi è Ash, ora me lo dici.*
“..Alice, ti passo a prendere alle 14.00?” Rise. Oddio, quanto amo la sua risata.
“Oh, perfetto Ash. A dopo allora. Ti voglio bene”
“Anch’io piccola, a dopo”
*Piccola? Tu mi farai morire.*
Riattaccai e posai il telefono accanto a me, non riuscivo a smettere di pensare a lui. Vorrei dirgli quello che provo, ma ho paura. Non voglio che si allontani da me, rimarrei sola, e non voglio.
 
 
Heey, sono nuova su EFP e questa è la mia prima Fanfiction. Se la leggete e vi piace, lasciate una recensione, grazie <3
 
 
   
 
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