Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: readingmyheart    28/03/2015    1 recensioni
Harry è ad una festa e improvvisamente incontra Louis.
Dal testo:
E poi ti ho visto lì con lui. Eri così bello, anche più di quanto ricordassi. Stavi sorridendo. Indossavi un abito che calzava a pennello tutti i tuoi movimenti. Poi un ragazzo ha allungato un braccio sul tuo fianco e ti ha avvicinato a lui. Ti ha guardato e tu hai guardato lui. Forse era Luke. I tuoi occhi erano accessi. Erano vivi, come sembravi tu.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E poi ti ho visto lì con lui. Eri così bello, anche più di quanto ricordassi. Stavi sorridendo. Indossavi un abito che calzava a pennello tutti i tuoi movimenti. Poi un ragazzo ha allungato un braccio sul tuo fianco e ti ha avvicinato a lui. Ti ha guardato e tu hai guardato lui. Forse era Luke. I tuoi occhi erano accessi.  Erano vivi, come sembravi tu.

Mentre io? Io ero ancora vivo? Potevo definirmi vivo?

Così mentre ero appoggiato al muro, in un angolo nascosto di quel grande salone, ti guardavo sorseggiando un qualcosa di forte che speravo mi avvicinasse a te...poi tu ti sei voltato e i tuoi occhi si sono incrociati con i miei per interminabili secondi o minuti, sinceramente non lo ricordo. E in quei momenti ho sentito che il freddo dentro di me stava svanendo, ed è lì che ho scoperto che mi servivi tu, mi servivi tu per sentirmi vivo. Poi ho visto i tuoi occhi , il tuo sorriso spegnersi e hai abbassato lo sguardo, per poi prendere la mano, di quello che credo fosse il tuo ragazzo.

Ed ho scoperto l'effetto che avevo su di te, ti causavo il ghiaccio dentro.

Ti sei allontanato mano nella mano con lui ed io ti ho seguito con lo sguardo, fino a quando non ti ho visto entrare in una stanza con lui, ed è inutile stare a dire quanta rabbia ho provato. Lui era solo con te, poteva stringerti, accarezzarti, abbracciarti e baciarti. Eri suo. Così mi sono lasciato andare su un divanetto lì vicino e non so neanche io il numero di minuti in cui sono stato li, o forse non erano semplici minuti. E stavo bevendo, bevevo.

Ho chiuso per poco gli occhi, ma ovviamente non so dare un tempo preciso a quel poco. Li ho riaperti e tu venivi verso di me. Ho sorriso internamente, più ti avvicinavi più il freddo dentro di me diventava meno freddo.Mi sei arrivato vicino, e non mi sono lasciato scappare nemmeno un leggero movimento del volto, ti fissavo solo intensamente negli occhi. Ti ho visto morderti il labbro e solo Dio sa quanto mi fece impazzire quel gesto. Poi hai stretto un un pungo vicino alla tua tasca , così forte che le tue nocche diventarono bianche, e poi all'improvviso mi hai abbracciato. Io sono rimasto lì un secondo, immobile. Poi ho lasciato cadere il bicchiere e ti ho tenuto forte a me, come avrei dovuto fare già molto tempo prima.

Nuovamente non so spigare quanto tempo rimanemmo uniti, ma dentro di me il freddo era sparito e al suo posto era comparso qualcosa di estremamente piacevole, fuoco. E sperai vivamente che quel fuoco lo stessi provando anche tu, con me e grazie a me.

 Poi all'improvviso tu sei andato via, velocemente, ed io avrei voluto fermarti, ma sono rimasto li, senza fare niente mentre tu scivolavi via da me, di nuovo.

Allora ho deciso di lasciar perdere, ma non per sempre, perché tu non sei una di quelle persone che si devono mandare via dalla propria vita, anzi, tu nella mia vita ci dovevi essere.

 Ho girato per la casa, ho scambiato qualche risata con qualcuno ma il freddo dentro c'era ancora, allora ho cercato una porta, una porta a caso, quella che m’ispirasse di più. Sono salito anche di un piano e l'ho trovata. L’ho aperta ed era così accogliente per uno come me. Era uno sgabuzzino pieno di cose vecchie, rovinate, piene di polvere e ragnatele, pieno di quelle cose che ormai nessuno vuole più ma che alla fine non mette mai via, forse per il solo gusto di vederle li, a marcire. Ecco, io sono una di quelle persone. Ci sono entrato e dentro quella stanza avevo freddo, freddo per uno come me fatto di ghiaccio. Mi sono seduto su un mobiletto piccolino e ho desiderato davvero una sigaretta, ma te l'avevo promesso che avrei smesso, quindi mi sei tornato in mente. Ho chiuso gli occhi e inspirato quel profumo di libro antico.

Ho rivisto te che mi salutavi ed io che cercavo di provarci con te, ho rivisto le tue guance rosse quando una notte d'inverno ci baciammo su un ponte e poi ti ho stretto a me perché avevi freddo,ma lo ammetto ti avrei stretto a me anche in mezzo al fuoco. Ho riaperto gli occhi. Tu eri mio, dovevi assolutamente esserlo. Eravamo nati per stare insieme io e te. Allora ho preso coraggio e sono uscito dalla stanza. Ti ho cercato ovunque, senza riuscire a trovarti, avevo perso le speranze e sono uscito fuori sul terrazzino, non c'era nessuno. Ho guardato l'orologio, era appena mezzanotte. Ho appoggiato gli avambracci sul marmo e ho inspirato ed espirato, così si è formata una nuvoletta bianca di aria e ho sorriso, forse per la prima volta in quella serata. Poi a un tratto ho sentito dei passi e qualcuno singhiozzare. Mi sono girato ed eri tu.

Piangevi.

Ti ho guardato per qualche minuto e poi mi sono avvicinato. Tu mi hai guardato e hai abbassato la testa. Ti ho accarezzato i capelli e ti sei avvicinato a me. Hai iniziato a raccontare quanto tu ci stessi male, per me. Di quanto quel Luke tu l'odiassi e del perché  ti ci eri fidanzato e tristemente scoprii che volevi rimpiazzarmi o dimenticarmi, o qualcosa del genere. E lì ti ho chiesto il perché e tu mi hai risposto che Luke non era me per poi riprendere a songhiozzare.Ho avvicinato la tua testa al mio petto e tu mi hai stretto fra le tue braccia e ancora non so se sia stato tu quello ad averne più bisogno o io. Ti ho parlato, cioè...ti ho tranquillizzato, poi è partita la musica e non sentivo più quello che dicevi, tu sei scoppiato a ridere, e io ho iniziato a vivere, mi hai preso per mano e mi hai fatto rientrare. Abbiamo visto Luke che andava via arrabbiato ed ho sorriso forte, forse l'avevi davvero lasciato e quel freddo dentro di me stava diventando calore. Senza farmene rendere conto mi hai portato in una stanza, questa volta era una camera da letto. Ho abbassato lo sguardo per evitare che tu notassi le mie guance rosse. Ti sei seduto sul letto e battendo il palmo della mano sul piumone mi hai chiesto di sedermi accanto a te. Ed io l'ho fatto. Prima che tu iniziassi a parlare io ti ho chiesto perché Luke fosse andato via e tu hai confermato il mio pensiero, l’avevi lasciato davvero, allora ho iniziato a parlare.

Ti ho detto di tutte le volte in cui sarei voluto venire a casa tua a chiederti scusa e a dirti che ti amavo, di quanto ogni mio giorno fosse buio e vuoto senza di te,di quanto avrei desiderato una vita con te e di quanto io fossi stato stupido a lasciarti andare via. Poi mi sono accorto che avevi gli occhi lucidi e mi sono fermato.

Tu ti sei morso il labbro ed io ho capito. Hai attaccato le mie labbra con le tue,piano.Un bacio delicato. Mi sono staccato in preda dall'ansia e ti ho chiesto se quello fosse un bacio di addio o un bacio di bentornato, tu ti sei avvicinato e mi hai sussurrato un 'bentornato' all'orecchio. Io ti ho baciato, ti ho baciato come se non lo avessi potuto fare mai più. Tu hai infilato una mano nella mia camicia e hai sorriso sulle mie labbra.

Mi hai spogliato ed io ho spogliato te. Ti ho osservato. Eri la mia ottava meraviglia, di nessun altro. Ho toccato con la punta delle dita ogni centimetro della tua pelle,fredda.Fredda.Io invece ero un fuoco. Lo stesso fuoco che avevo dentro quando mi avevi abbracciato. E allora abbiamo fatto l'amore, quello vero. Mi hai fatto sentire vivo, mi ripetevi che mi amavi ed io ti stringevo a me, mentre delle piccole lacrime stavano bagnando il mio viso. Tu mi hai baciato, di nuovo ed io mi sono steso accanto a te, tu hai poggiato la testa sul mio petto.

Ci siamo stati un po’ poi siamo tornati a casa mia. Avevo ancora un po’ di tuoi vestiti, li hai indossati e siamo un po’ a parlare sul nostro divano e a un tratto tu hai sbadigliato, così ti ho costrettao ad andare a dormire. Ma devi sapere una cosa: io ti ho mentito quando la mattina dopo tu mi hai chiesto se avevo dormito bene, perché io quella notte non avevo dormito affatto. Quella notte ti ho guardato, accarezzato, baciato e stretto. La notte più bella della mia vita, finalmente eri
mio, per sempre.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: readingmyheart