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Autore: Uta Fantasy    28/03/2015    2 recensioni
Questa storia narra di un giovane, nato all'inizi del novecento da una nobile famiglia. Il suo nome è Andrew Phantomhive.
Dopo la morte del padre, il ragazzo ha vissuto per tredici anni con la madre; la vita è tranquilla, la genitrice gestisce uno dei più importanti negozi di giocattoli di Londra e i soldi non mancano. Un giorno però, a Andrew verrà rivelata un'incomoda quanto misteriosa verità riguardante la sua famiglia...
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth Middleford, Meirin, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Figlio del Conte Demone.

Questa storia narra di un giovane, nato all'inizi del novecento da una nobile famiglia. Il suo nome è Andrew Phantomhive.
Dopo la morte del padre, il ragazzo ha vissuto per tredici anni con la madre; la vita è tranquilla, la genitrice gestisce uno dei più importanti negozi di giocattoli di Londra e i soldi non mancano. Un giorno però, a Andrew verrà rivelata un'incomoda quanto misteriosa verità riguardante la sua famiglia...


Quel giorno era una domenica di Dicembre, il mese più freddo dell'anno. Il cielo londinese era oscurato da un mantello di nuvole scure, pronte a far piovere. Andrew Phantomhive si trovava al sicuro nella sua villa e leggeva un libro. Su una poltrona era seduta una giovane donna dai meravigliosi occhi verdi, che sembrava avere dei capelli d'oro: la contessa Elizabeth Middleford, nonchè la madre del ragazzo.
Egli aveva trascorso tutto il pomeriggio a leggere un libro dello scrittore Arthur Wordsmith, che apparteneva al padre, e ora fantasticava sulla storia appena letta.

Mentre pensava, scorse un'ombra sospetta fuori dalla finestra.
- Mamma, hai visto anche tu? C'è qualcuno là fuori. -
- Come dici, qualcuno fuori? Non credo, forse è un animale o l'hai solo immaginato. - Rispose lei.
Ma Andrew era testardo e si avvicinò alla finestra: era notte, non si vedeva bene, però potè giurare di aver visto qualcuno correre verso il retro della casa. Così, curioso, decise di andare a controllare.
- Dove vai Andrew? -
- Dovrei andare un attimo in camera, torno subito. - Mentì.

Camminò per massimo un minuto lungo il corridoio, che però gli sembrò un eternità. Sentiva una strana sensazione, un misto tra paura e sconcerto, ma anche curiosità.
Proseguì per un po' finchè non sentì una voce: era Meylin, la domestica che lavorava per la famiglia Phantomhive già da alcuni anni: - Buonasera padroncino. -
- Oh, ciao Meylin. Ho dimenticato un oggetto nella stanza sul retro, sto andando lì. - Disse, guadagnandosi uno sguardo perplesso della cameriera, la quale era appena tornata da quel luogo e non ricordava nulla che potesse servirgli in quel momento; nonostante ciò non gli fece domande e lo lasciò passare.

Andrew arrivò davanti alla finestra della sala, che constatò fosse stranamente aperta. "Meylin si sarà scordata di chiudere" penso, ma non diede molta importanza al fatto, anzi, si avvicinò per scrutare l'esterno. Niente di sospetto.
"Forse l'ho davvero immaginato" riflettè tra se e se, e decise di tornare indietro.
Ma non appena si girò, si spaventò come mai in tutta la sua vita: un'alta figura gli sbarrava la strada, era completamente vestita di scuro e avvolta da un'aura oscura; aveva indosso un mantello nero che gli copriva parte del viso, ma il ragazzo potè comunque intravedere dei capelli corvini che sporgevano dal cappuccio. Il sangue gli si gelò nelle vene.
- C..chi s.sei? - La debole voce gli usciva strozzata dalla gola, e il terrore aumentò quando un fulmine attraversò il cielo illuminando il sorriso maligno della figura demoniaca.
- Ah, ah; sembri spaventato, figlio del demone. Non preoccuparti, sono solo un diavolo di maggiordomo. -
- Figlio del... d..demone..?-
- Come? Non sai ancora nulla? Fossi in te, chiederei alla persona che mi è più vicina...- Dette queste parole, sparì nel buio con un movimento fulminio, lasciando il giovane con gli occhi sbarrati.

Ripreso solo in parte dallo shock, Andrew si precipitò fuori dalla stanza e cominciò a correre. Arrivò nella sala in cui si trovava la madre col fiatone, e ella, vedendo sul suo viso un'espressione pallida e spaventata, gli andò subito incontro.
- Caro, cosa ti è successo!? Sei bianco come un lenzuolo... e stai tremando! -
- Mamma. Un uomo. Nell'altra stanza - Queste poche parole fecero capire a Elizabeth che era entrato qualcuno in casa, ma non poteva immaginare chi fosse.
- Oh, Andrew, cosa ti ha fatto? Chi era quella persona?! - La donna era agitata, ma sentendo la risposta del figlio non potè credere alle sue orecchie.
- Ha detto: sono un diavolo di maggiordomo. - "No. Non può essere lui." pensò la madre. - Non preoccuparti figliolo, non ti succederà niente - Provò a rassicurarlo.
- No. - Il ragazzo era serio - Dimmi perchè mi ha chiamato figlio del demone. -
Elizabeth non sapeva cosa rispondere, non avrebbe mai voluto dirgli la verità poichè sapeva che l'avrebbe turbato. Avrebbe voluto mentire, dire che quell'uomo forse era matto, ma non voleva mentire al suo unico figlio. Così prese due sedie dal tavolo e le mise una di fronte all'altra, guardò il figlio negli occhi e disse: -Siediti, ti devo delle spiegazioni. - E si accomodò.
Il giovane Phantomhive stette immobile per alcuni secondi e poi fece come gli disse la madre. Quest'ultima si schiarì la voce e incominciò a parlare.
- Devi sapere che tuo padre non è morto. Lui é andato via appena dopo la tua nascita, assieme al suo maggiordomo. Non voleva lasciarci, ma doveva nascondere un segreto e allo stesso tempo proteggerci. - Il tredicenne ascoltava con attenzione ogni singola parola, ma non riusciva a capire di quale segreto stesse parlando.
- Io lo venni a sapere solo dopo un po' di tempo e rimasi stupita per non averlo capito subito, ma ti prego, tu che sei suo figlio, non criticare tuo padre par le sue azioni, non è come sembrerebbe. -
- Mamma, dimmi cosa ha fatto. -
Allora, la donna rassegnata: - Tuo padre ha fatto un contratto con un demone, nonchè il suo maggiordomo, Sebastian. L'uomo che hai incontrato può essere soltanto lui. - Andrew era frastornato, ma la Middelford continuò - Dopo diversi avvenimenti che mi ha raccontato, il suo essere è cambiato radicalmente: anche lui divenne un demone. E' per questo che dopo la tua nascita se n'è andato, per proteggerci dalla sua natura di demone. -
Appena la donna ebbe pronunciato le parole "divenne un demone", la mente del ragazzino si bloccò per pochi attimi. Da quel momento la sua testa fu invasa da mille pensieri: "sono davvero il figlio di un diavolo?" era la domanda più importante di tutte. Era come se nel suo cervello fosse avvenuto un blackout e poi fosse ci fosse stata un' esplosione. Tristezza, rabbia e collera nei confronti della sua famiglia lo assalivano, facendo scorrere sulle sul suo viso, calde gocce di lacrime. - Come hai potuto non dirmelo prima..? Tu che sei mia madre non avresti dovuto nascondermi la verità!!! -
- Ma figliolo... Hey, Andrew, dove vai!? Tuo padre lo ha fatto solo per il nostro bene! Non scappare Andrew!! -

Troppo tardi.

Il ragazzo ormai era uscito e ora correva con la mente annebbiata da mille emozioni e il fiato rotto dal pianto e dai singhiozzi. Intanto aveva incominciato a piovere, e il vento soffiava violentemente sulla sua pelle. Le gocce di pioggia si schiantavano rumorosamente al suolo e sul corpo minuto del ragazzo, che però non smetteva di correre, ma era sempre più veloce. Voleva fuggire, fuggire da tutto. Da sua madre che gli aveva mentito per ben tredici anni, da quella casa appartenuta a un diavolo, e soprattutto da se stesso. In quel momento avrebbe preferito morire che continuare a vivere sapendo di essere figlio di un demone.
Era assalito dalle domande:"Perchè mio padre mi ha abbandonato?", "Ora lui è un essere crudele e si nutre dell'anima delle persone: diventerò come lui?".
Non rifletteva più; era talmente confuso che mentre affrontava la furia del tempo, attraversò una strada non accorgendosi che stava per passare una grande carrozza guidata da quattro cavalli. In quel momento pensò che sarebbe morto.
Quando girò lo sguardo vide gli alti animali procedere scalpitanti verso di lui. Il rumore degli zoccoli era più forte, e la carrozza sempre più vicina.
Ricordò sua madre, i tredici anni passati con lei; gli sembravano la cosa più felice della sua vita, come se la rabbia di poco prima fosse sparita. Avrebbe voluto tanto rivederla ma era troppo tardi: stava per morire. - Perdonami madre. -

Durò un attimo. Un istante infinito.

Andrew non sentì niente, dolore e sofferenza lo sfiorarono soltanto.
Si senti solo sollevare, come se la terra sotto i suoi piedi fosse sparita. Ed era così.
Il giovane provò ad aprire gli occhi: dopo un po' realizzò di essere tra le braccia di un uomo. Era ancora vivo per miracolo.
Il ragazzino era confuso, ma riuscì a vedere che la figura era avvolta da un mantello nero e portava un cilindro dello stesso colore; portava degli stivali color ebano col tacco, e i suoi capelli erano corvini con riflessi bluacei. Il particolare che più lo colpì però, furono i suoi occhi: erano color sangue. Spendevano come le fiamme dell'inferno, e su quello destro c'era uno strano marchio, simile quello che indica un patto faustiano.
La figura atterrò delicatamente al suolo, poggiando a terra il bambino e guardandolo negli occhi: Andrew si sarebbe ricordato quello sguardo freddo come il ghiaccio e rovente come l'inferno per sempre.
Così, l'uomo misterioso si voltò e scomparì con un salto, lasciando il giovane da solo.


Quando Andrew si riprese, cercò di orientarsi per cercare la strada di casa. Aveva voglia di tornare e riabbracciare sua madre mai come prima di allora.
Mentre camminava però, continuava a chiedersi chi poteva essere quel misterioso essere che lo aveva salvato.
Che fosse una creatura demoniaca ne era certo, ma non assomigliava affatto all'uomo incontrato nella villa: chi poteva essere?
Continuò a pensare, finchè non gli venne in mente un particolare che aveva scordato: il demone portava dei guanti e sopra di essi c'erano due anelli. Il primo era infilato sul pollice e aveva incastonato una pietra blu, il secondo era d'oro e su di esso era inciso uno stemma.
Andrew sapeva di averlo già visto, ma non ricordava dove. All'improvviso gli venne un flash che gli fece capire tutto e scoprire l'identità dell'uomo: quello era lo stemma della famiglia Phantomhive.
Il demone che lo aveva salvato era Ciel Phantomhive, suo padre.

---Angolino autrice---

Buona sera a tutti! :) (o giorno, il fatto è che ho pubblicato alle 22.30 passate "^_^)
Questa storia mi è venuta in mente di notte, quindi quando ho iniziato a scriverla avevo la stessa lucidità di un sonnambulo XD. Non ho mai letto del figlio di Ciel Phantomhive, perciò credo di aver fatto qualcosa di originale... (in sintesi: spero che non sia una miseria "-.-)
Ditemi che ne pensate e segnalatemi eventuali errori! Sarò contenta per ogni tipo di commento!
Alla prossima ;)
Uta.

   
 
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