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Autore: egovincitomnia    29/03/2015    1 recensioni
Risaltava splendentemente come un rubino sanguigno in quella massa di anonima ferraglia che la circondava - come una ferita fresca. Rossa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una mattinata primaverile come tante. L'aria rinnovata di profumi e pollini vorticava, mentre Sakazuki aveva appena ricevuto la sua promozione da Ammiraglio a Grande Ammiraglio.
"Finalmente" si poteva sentire fra i suoi sospiri alteri, che ripercorrevano tutto il suo impegno fluendo fluendo dalla faringe ai polmoni, per poi ripercorrere al contrario la strada, pregni del suo essere fiero del suo risultato.

Strinse la mano al non-più-Grande-Ammiraglio Sengoku, e con andamento solenne, da soldato, da uomo d'onore, varcò la soglia per uscire da quello che dall'indomani sarebbe stato il suo ufficio.
Il suo ufficio.
Quelle tre parole suonavano così dolci nella sua mente, ma non abbastanza per sciogliere l'espressione assassina dal suo viso che rimaneva perentoria, affossata sui muscoli del suo viso.
Scese rapidamente la rampa di scale, accennando saluti col capo, ai colleghi che qui e là vociferavano complimenti e parole d'invidia.

Salì a cavallo della sua Mercedes rossa, lucida, e con un gesto distratto della mano accese la radio, per lasciare che la colonna sonora di quel suo momento di gloria si diffondesse nell'aria pastosamente tiepida che si era cristallizzata nell'auto lasciata al sole.
Gira la chiave.
Il rombo del motore si immette in strada, spaventando alcuni automobilisti meno avvezzi; si permise di guardarli in cagnesco dallo specchietto.

Intonando la canzone, seguendo il ritmo con le dita sul volante, sente la gioia per la promozione dirompergli fin dallo stomaco.
Il codice della strada non era un suo problema, almeno per questo momento, con poche manovre veloci, ed una sola assolutamente millimetrica voltò due volte a destra, e posizionò l'auto in un buon parcheggio sufficientemente vicino ad un cafè nelle vicinanze.

Non ancora richiusa la porta, tuonò il suo ordine come fosse un'emergenza, un affare di stato.
Lo bevve, caldo e amaro, abbandonò una moneta sul bancone, ed uscì; senza salutare com'era entrato, a passo fiero.

Lunghi passi per raggiungere un vicino negozio di fiori. Non che ci fosse mai entrato, ma sembrava averlo fiutato a distanza.
Una squadra di Marines incorniciava la via che avrebbe percorso, a rendergli il passaggio più semplice, e lontano dai civili.
Probabilmente a proteggere i civili, quei Marines - quel giorno sembrava avessero potuto essere azzannati da quel Cane, il Cane Rosso.

Estrasse una banconota da diecimila Berry, e la fioraia annuì, evidentemente già informata dei desideri di quell'uomo burbero. 
Gli porse un ampio, ricco, mazzo di rose rosse, in numero dispari.
Le afferrò, e più svelto e determinato di prima, ma con la verve di qualcuno che aveva appena vinto sulla vita, con le sue aspirazioni, come un ballerino, accennò un fluente moonwalk prima di raggiungere la sua auto, visibilmente parcheggiata in gran fretta.
Risaltava splendentemente come un rubino sanguigno in quella massa di anonima ferraglia che la circondava - come una ferita fresca. Rossa.

Percorse rapidamente la strada vero casa sua, e senza degnare di sguardo alcuno lo squadrone che lo stava accogliendo all'entrata.
Bussò rapidamente, e la moglie gli aprì prontamente.

Chiuse la porta di tacco.
Un colpo secco, freddo, chirurgico per sfilare il giaccone che fino a quel momento aveva accompagnato confuso i suoi movimenti.
Inginocchiato, schiocca la lingua mentre mostra le rose, la sanguigna preda del Cane Rosso, per il cucciolo che l'attendeva affamata a casa.

Affamata di quel cane, di quel rosso scarlatto delle rose, della sua pelle sotto la cinta - il guinzaglio - di quel tenero marito.

Avrebbero dovuto festeggiare.





Note:
Fanfiction liberamente ispirata dalla character song "Red Dog Red" di Fumihiko Tachiki.
Scritta a quattro mani col moroso. Sua storia, mia narrazione.
   
 
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