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Autore: Hollow_Eyes    29/03/2015    1 recensioni
[La notte si sgretola; tick, tock]
“Hai detto qualcosa?”
“No, perché?”
“Così, mi pareva di aver sentito parlare..”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La notte scricchiola; tick, tock.."

“Secondo te sono strana?”
Daniele esitò qualche secondo, continuando a guardare il soffitto bianco, poi sbadigliò. “No, credo di no. Non nel senso comune di ‘strano’, almeno.”
“Mhm..”
La luce della luna disegnava un piccolo quadrato luminoso sul pavimento; l’aria nella stanza profumava vagamente di sigari, o forse di chiuso. Il letto era addossato alla parete, lì accanto il cuscino dormiva per terra senza alcun rumore. Nella parte opposta della camera, una sedia reggeva paziente degli abiti piegati senza troppa cura.
Paola si girò e poggiò la testa sul braccio del ragazzo, che supino contemplava da tempo il soffitto della camera, con le braccia dietro la testa. Nessuno disse una parola per un po’.

“La notte si sgretola; tick, tock..”

“Hai detto qualcosa?”
“No, perché?”
“Così, mi pareva di aver sentito parlare..”
“Perché credi di essere strana?”
Paola sbuffò e alzò lo sguardo verso la finestra. Non si vedeva praticamente nulla dell’esterno: era in alto e molto piccola, entrava giusto qualche filo di luna.  “Perché.. non lo so, gli altri mi credono strana.”
“Gli altri chi?”

“Non ci voglio stare.”

“Non ha importanza.”
 Silenzio.
Paola rannicchiò le gambe verso il petto; Daniele si voltò e l’abbracciò. Piangeva piano piano..
“Io qui non ci voglio stare, Dani.”
“Mi dispiace..” sussurrò “..non ci posso fare nulla.”
“Ma io non ci voglio stare..”
“Mi dispiace.”

La gallinella bianca, seduta sulla panca..”

Le asciugò gli occhi con il dorso della mano e le sorrise gentilmente. Ancora piangeva.
“Tranquilla. Tranquilla..”

..sta facendo la calzina per comare serpentina..”

“Non te ne andare.”
“Non me ne vado.”

“La comare che la vede, si lamenta ‘Non ho piede!’..”

Paola si tirò su, appoggiando al muro la schiena e abbracciandosi le ginocchia. Le iridi erano cerchiate di rosso, profonde le occhiaie violacee. Aveva uno strano sorriso sulle labbra, indecifrabile da una mente normale. La stanza buia era illuminata appena da un quadrato luminoso, riflesso della luna attraverso la finestra, tagliata nella parete grigia della cella. Vuota.
“Con chi stavi parlando?”
“Con Daniele.”. Il medico appena entrato la guardò e scosse la testa, porgendole un bicchierino di plastica con dentro due pillole gialle.
“Paola, chi è Daniele?”
“Lui dice che non sono strana.”

Cella numero quarantadue, ospedale psichiatrico di Cogoleto, Liguria.
Sono un tipo da manicomio.

 
  
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