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Autore: the_black_wolf    29/03/2015    0 recensioni
"Il cuore si abbandonava alla primavera, e dunque anche all’amore, che ne è , di fatto, la massima essenza. "
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~LE ODI DI MARZO

Stava finalmente arrivando, lo si sentiva nell’aria fredda, ma non gelida, nel vento non  più così tagliente e che al massimo scompigliava un po’ i capelli. La pelle non rabbrividiva più non appena si usciva di casa, e il freddo non si insediava più nelle ossa. Marzo stava arrivando, e insieme a lui tutte quelle sensazioni inspiegabili che si mescolavano in continuazione nell’animo della nostra povera protagonista. Ella trascorreva tutto l’anno , infatti, a desiderare con ardore la primavera, ma nel momento in cui essa arrivava  ,trascinava via con sé tutto quell’entusiasmo, tutta quell’euforia che si era accumulata in così tanti mesi e lasciava una giovane donna triste e senza luce negli occhi. Il destino le aveva tirato proprio un brutto scherzo e, nonostante sapesse compiacersene per quei pochi giorni all’anno, la sua vita rimaneva tra le più infelici e le più ingiuste del pianeta! Sta di fatto che il più grande storico della nazione era nato donna, e aveva dedicato ogni istante della sua vita a un preciso evento del passato: la morte di Cesare. Fin da ragazzina sognava di poter riportare con estrema esattezza quel fatidico giorno ,in ogni minimo particolare, e nella sua mente piena di date e nomi di battaglie, di guerre, di antichi generali o imperatori, era nata così una piccola ossessione. Immaginate voi la gioia della donna nel momento in cui scoprì di esser stata notata da un illustrissimo ,  onorevolissimo e più che acculturato personaggio, il quale le propose un discreto viaggetto nel tempo per approfondire meglio i suoi studi. Non che fosse un evento poi così raro nel 4328 d.C. , anno in cui si svolgono i fatti di cui vi sto parlando, ma per poter viaggiare nel tempo erano comunque necessari denaro e una buona posizione politica, e la nostra protagonista non possedeva né uno, né , tantomeno, l’altro.
Ed ecco che, con estrema gioia e agitazione, la grande storica venne spedita in una Roma più giovane di quasi 5000 anni rispetto a quella a cui era abituata.  I costumi e le tradizioni dei Romani che tanto aveva studiato la affascinavano molto, e i fiori che pian piano sbocciavano e il cielo che si adornava di candide e soffici nuvole bianche la facevano quasi sentire “ a casa “, poiché la primavera, si sa, è sempre quella. Ma qualcosa cambiò quando finalmente lo vide: Gaio Giulio Cesare in persona, vivo e vegeto, a pochi metri da lei.  Ora, una certa agitazione e una profonda stima nei confronti del Grande Imperatore, possiamo concederla a chiunque e nessuno può dir nulla,  ma un sentimento diverso e inaspettato era nato nel cuore della nostra protagonista, quasi fosse un seme sotterrato da tempo che germoglia tutto insieme, senza preavviso. La povera donna non capiva quella sorta di imbarazzo nell’osservare l’eccelso Imperatore, né, tantomeno, quella strana voglia di farsi avanti e potergli stare vicino. Il battito del  cuore così rapido  e il respiro che le veniva meno, poi, rimanevano un mistero! Era forse l’intimo desiderio di un bacio  che tanto scombussolava la nostra  imperterrita studiosa? E così, si affievoliva quella costanza e quella responsabilità ben radicata,  il cuore si abbandonava alla primavera, e dunque anche all’amore,  che ne è , di fatto, la massima essenza.
Ma quando quel tremendo giorno arrivò, la donna si rese conto che assistere alla morte dell’amato era l’ultima cosa che volesse fare, e che  non poteva  in nessun modo sopportare la vista di quel sangue, il suono di quelle ultime parole e di quell’ultimo respiro. Proprio in quel giorno in cui la primavera avanzava, la vita del suo eroe si ritirava lasciandole spazio.
La odiò per sempre, da quel momento, anche quando tornò nel presente e raccontò di gesta eroiche compiute dal suo Cesare, che si era del tutto inventata per cercare di alleviare il dolore che le graffiava il cuore . Chiese di poter tornare indietro nel tempo  anche gli anni seguenti,  con mille scuse e pretesti differenti, e la sua richiesta venne accolta dal tal personaggio onorevolissimo di cui vi ho parlato prima,  che ,alla fin dei conti , credo avesse compreso la situazione e se ne fosse commosso. Ogni anno , così, la stessa storia: passavano i giorni e lei odiava il caldo, la vita intorno a sé e tutta la primavera , poiché le ricordava quell’amore così bello e sepolto dai millenni. <>  esclamava la donna, << Non uno mi da sollievo , non uno può migliorare la mia situazione>> diceva tra sé e sé, ma nei primi giorni di Marzo gioiva, cantava e rideva, poiché sapeva di poter tornare dal suo amato e vivere con serenità. E quei dannati fiori e quelle dannati api erano un po’ più gradevoli, e il cielo così limpido e libero dalle nuvole pesanti, era lo specchio del suo cuore.

 

  
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