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Autore: Ari_92    29/03/2015    3 recensioni
OneShot ambientata dopo le riprese della 6x05. CrissColfer. Don't like, don't read.
«Darren, nella mia testa c’è- c’è questa specie di sottilissima linea sulla quale io e te ci teniamo in equilibrio da anni, hai presente? Ogni tanto ho la sensazione che la oltrepassiamo, quella linea. Oggi è uno dei giorni in cui lo penso, ecco che cos’ho.» Darren sembrò valutare le sue parole, poi aggrottò le sopracciglia.
«Una linea.»
«È quello che ho detto.»
«E che cosa c’è oltre questa linea?» La possibilità che fosse innamorato di lui, per esempio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Fa capolino dalla valle di lacrime e disperazione in cui aveva alloggiato per tutto il periodo pre-esami e f….. di Glee*
Hi :)
Questa sarebbe una One Shottina scritta di getto dopo aver visto la 6x05. Ho deciso di pubblicarla per festeggiare la fine di questo periodo stressante, e soprattutto per inaugurare il mio personale inizio dell’era delle fanfiction 2.0, quelle dopo la f…… di Glee.
Personalmente ho sempre avuto paura che una volta f……ito il telefilm anche le fanfiction sarebbero sparite. Se anche voi ci avete pensato, almeno per quanto riguarda me non avete nulla da temere: ho tutte le intenzioni di continuare a scrivere
 
Detto questo, prima di lasciarvi alla storia mi butto nella solita carrellata di avvertimenti che in questa sezione sono d’obbligo se non vuoi ritrovarti gente armata di forconi sotto cosa:
- Non conosco Chris e Darren, non per niente c’è OOC tra gli avvertimenti;
- Le cose che scrivo sono frutto della mia fantasia; non ero solita recarmi presso gli studi della Paramount a spiarli con un binocolo, anche se sarebbe stata una bella esperienza;
- So benissimo con chi sono fidanzati nella vita reale
- ma li shippo lo stesso.
- Pace e amore.
 

 
 
A Elena, che oltre ad essere l’amore mi sta anche bullizzando i feels con la sua TFIOS!Klaine
 
 
 


 
Something
 
 
 
Chris non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva trascorso così tanto tempo a non fare niente. Letteralmente niente: erano più di venti minuti che stava semplicemente fermo. Aveva sempre così tanto da fare che non poteva permettersi di sprecare nemmeno un secondo in quel modo, seduto a fissare nulla in particolare. E poi lui odiava starsene con le mani in mano, lo aveva sempre detestato, altra ragione per la quale quei venti minuti abbondanti passati seduto in macchina rappresentavano un vero e proprio record. Si rimproverò mentalmente e fece per mettere in moto l’auto, ma tutto quello che ottenne fu di rimanere inchiodato al sedile, senza la forza di muovere un muscolo. Ad essere del tutto onesto non ci aveva nemmeno provato.
Si dedicò al completo nulla per un’altra manciata di minuti prima di allungare svogliatamente una mano verso il suo cellulare, che in quella mezz’ora aveva ronzato parecchie volte. Aveva un sacco di messaggi, naturalmente, ma ne aprì soltanto uno.
 
(20:48)
Cattivo.
 
Chris emise un piccolo sospiro, senza capire. Prima di tutto perché odiava non capire, e in secondo luogo perché aveva appena realizzato quale sms aveva letto per primo. Non che fosse così strano: Darren era anche la ragione della sua mezzora passata a non fare assolutamente nulla.
Digitò in fretta una risposta, come se scrivere più velocemente avrebbe potuto aiutare a sentirsi meno stupido.
 
(21:03)
Cosa?
 
(21:05)
Cattivo. Sei andato via senza salutare.
 
Non era stato un comportamento esattamente maturo, doveva ammetterlo, ma non aveva potuto farne a meno. Aveva semplicemente preso le sue cose e se n’era andato, tutto qui. Pensò di rispondere una volta arrivato a casa, ma poi si ritrovò a digitare di nuovo.
 
(21:07)
Mi dispiace, avevo delle cose da fare.
 
(21:07)
Curioso.
 
(21:08)
Che cosa è curioso?
 
(21:09)
Sembra che tu te la stia prendendo comoda, nonostante le cose da fare.
 
(21:11)
Non me la sto prendendo comoda per niente.
 
(21:12)
Okay.
 
Chris scosse la testa: non lo sopportava quando faceva così. E sapeva di essersi ripromesso di rispondere solo ad un altro messaggio, eppure aveva finito per proseguire. Se c’era qualcosa che odiava di più del non avere il pieno controllo della situazione era illudersi di essere finalmente riuscito ad ottenerlo, quel controllo, quando ecco che un piccolo, insignificante imprevisto rovinava tutto. Ed era quell’imprevisto che aveva causato la mezz’ora di nulla in cui era rimasto semplicemente seduto a ripetersi che era solo un imprevisto, che andava tutto bene. Anche se non andava bene per niente.
Il suo stupido cellulare vibrò un’altra volta.
 
(21:15)
Comunque quando hai finito con le cose che devi fare ti conviene tornare sul set. C’è un tizio seduto nella tua macchina.
 
Chris non fece nemmeno in tempo ad imprecare che qualcuno aveva già bussato due volte al finestrino del passeggero. Non riuscì neanche a dire una parola, perché Darren era già entrato. Chris per un momento sperò solo che sparisse, quello dopo che rimanesse. Poi di nuovo che sparisse.
«Prego, vieni pure.» Gli disse, mentre Darren chiudeva la portiera e si sistemava senza troppi complimenti accanto a lui. Portò in macchina con sé una ventata di aria fredda mischiata al suo profumo e Chris si irrigidì un altro po’, sorprendendosi che fosse possibile.
«Oh, ma sei tu. Credevo che ti stessero rubando la macchina.» Chris roteò teatralmente gli occhi e gli sorrise, gesto che Darren ricambiò subito, accovacciandosi più comodamente. Non aveva intenzione di andarsene tanto presto, in apparenza. Chris non riusciva a deciderne se esserne irritato o felice. Quasi sicuramente irritato, e ancora più probabilmente frustrato da tutta quella situazione.
 
«Sai, se resto in macchina dieci minuti dopo la fine delle riprese non vuol dire che devi rimanere qui a mandarmi messaggi inquietanti.»
«Sei andato via senza salutare. E comunque erano venti minuti, non dieci.»
«Stalker.»
«Sul serio Chris, che cosa c’è?» Chris si voltò verso Darren, con un accenno di sorriso ancora sulle labbra. Era girato verso di lui, naturalmente, con in testa ancora qualche residuo del gel di Blaine e una strana luce negli occhi.
«Niente.» La sua voce non tradiva un minimo di incertezza, così come il suo sguardo. Tuttavia non convinse Darren, che lo guardò storto, con un angolo della bocca che si arricciava verso il basso.
«Chris.» Lui sbuffò, chiudendo per un attimo gli occhi.
«Possiamo solo... non parlarne?»
«Certo,» Cominciò Darren, incrociando le braccia al petto. Ovviamente era troppo bello per essere vero «oppure possiamo parlarne e risolvere la questione prima che ti faccia impazzire. Non è sempre una benedizione avere tanta fantasia.»
Chris aveva ancora la testa appoggiata al sedile, piegata da una parte per guardare il suo amico. Rimase lì a fissarlo senza dire una parola per un considerevole numero di secondi; stava solo prendendo tempo, perché sapeva che quando Darren si metteva in testa una cosa non c’era modo di fargli cambiare idea così come sapeva che non poteva dirgli la verità.
«Darren- seriamente, è una cazzata.»
«Non è vero. Non faresti così se fosse una cazzata.» Chris incontrò di nuovo i suoi occhi, e di nuovo non riuscì ad indovinare che cosa gli stesse sfuggendo.
Darren gli rivolse un piccolo sorriso e l’attenzione di Chris non poté che essere catturata dalle sue labbra, le stesse che aveva passato buona parte del pomeriggio a baciare. Ed era questo il problema, semplicemente questo. Uno di quei baci aveva cambiato qualcosa.
 
Chris non riusciva a spiegarsi che senso avesse; avevano girato un’infinità di scene di baci nel corso degli anni, ed erano state esattamente ciò che erano: scene di baci. Erano attori, era il loro lavoro. Inoltre, baciare Darren era piacevole. Non lo aveva mai negato, e d’altronde farlo sarebbe stato del tutto inutile perché in fondo erano stati insieme, lui e Darren. Si era trattato solo di un paio di mesi ed erano già passati diversi anni; entrambi avevano concordato sul fatto che la pressione fosse troppa, le conseguenze troppo grandi e le loro carriere troppo importanti. Così si erano lasciati. Nessuno dei due aveva mai effettivamente detto di volerlo, ma si erano lasciati.
Chris aveva finto di essere felice per lui quando era tornato insieme a Mia e aveva presentato Darren a Will, appena avevano iniziato a frequentarsi. Non avevano parlato mai più di quelle poche settimane insieme, Chris si era abituato a vedere Darren con la sua ragazza, si era affezionato a Will, e tutto nella sua vita andava a gonfie vele. E poi quel pomeriggio si erano baciati. Come sempre, solo un’altra giornata di lavoro. Il problema era sorto da un momento all’altro, mentre le dita di Darren gli sfioravano il collo e la lingua di Blaine scivolava tra le labbra di Kurt. In quell’esatto istante Chris aveva sentito il petto gonfiarsi di un’emozione violenta, che non capiva, e si pentì di non avere mai detto a Darren che lo amava quando ne aveva avuto l’occasione, due anni prima.
Il pensiero lo travolse così, dal nulla, e come era venuto andò via, lasciandolo con le ginocchia molli e la testa svuotata.
 
«È per via del bacio?» Quando sentì Darren pronunciare quelle parole Chris spalancò gli occhi in un moto di semplice paura. Cercò lo sguardo del suo amico con apprensione, terrorizzato all’idea di cosa avrebbe potuto trovarci. Darren si limitò a fissarlo di rimando per un paio di secondi, poi sorrise, scuotendo la testa.
«No, okay- scusa, come non detto.»
«Perché hai pensato al bacio?» Darren ridacchiò, sembrava quasi in imbarazzo. Chris aveva di nuovo quella sensazione al petto, la stessa che era rimasta lì da quello stupido bacio e un po’ voleva solo che sparisse e un po’ voleva che durasse il più a lungo possibile.
«È- sarebbe carino se prima mi dicessi se si tratta o meno di questo. » Chris sostenne il suo sguardo per un altro secondo prima di arrendersi. Annuì velocemente, stringendosi nelle spalle.
«Sì, è per via del bacio. Non che ce ne sia stato solo uno, ma parlo di uno in particolare.»
«Uno in particolare.» Ripeté Darren. Aveva quello sguardo dolce e un po’ protettivo che Chris riconosceva sempre, perché spesso era riservato a lui. «Perché proprio quello?»
«Non lo so.» Rispose sinceramente. Sapeva che Darren non avrebbe perso occasione per chiedergli ulteriori dettagli, così lo precedette. «Non mi hai risposto, comunque. Perché hai pensato subito al bacio?»
«Forse perché erano baci diversi dal solito. O perché mi sei sembrato diverso dal solito? O magari io ero diverso dal solito, o almeno- mi sentivo diverso dal solito.» Glielo disse con attenzione, guardandolo negli occhi. Chris si chiese se Darren avesse idea di quello che stava dicendo o se magari fosse lui a immaginarsi le cose, con le sue stupide epifanie circa la quantità immensa di bugie che probabilmente si era raccontato per tutto quel tempo in modo da andare a dormire la sera convinto che andasse tutto bene. Invece non andava bene per niente.
 
«Chris? Ho detto qualcosa che- »
«Darren, nella mia testa c’è- c’è questa specie di sottilissima linea sulla quale io e te ci teniamo in equilibrio da anni, hai presente? Ogni tanto ho la sensazione che la oltrepassiamo, quella linea. Oggi è uno dei giorni in cui lo penso, ecco che cos’ho.» Darren sembrò valutare le sue parole, poi aggrottò le sopracciglia.
«Una linea.»
«È quello che ho detto.»
«E che cosa c’è oltre questa linea?» La possibilità che fosse innamorato di lui, per esempio.
«Non lo so.»
«Non lo sai.»
«No, Darren, e gradirei se la smettessi di ripetere ogni parola che dico- »
«Se non sai cosa c’è oltre quella linea come puoi sapere di averla superata?» Chris lo guardò con qualcosa di molto simile alla disperazione. Come si fa a dire qualcosa che non si può dire? Darren lo stava mettendo alle strette e le sue difese erano troppo basse perché potesse semplicemente inventarsi un diversivo. Anche perché – a dispetto della sua buona volontà – era tutto il giorno che non riusciva a concentrarsi sullo stesso pensiero per più di una manciata di secondi. O almeno su un pensiero che non riguardasse quel bacio e tutto ciò che ci gravitava intorno, in un orribile costellazione di cose che non avrebbe assolutamente dovuto pensare. Chris strinse per un momento le labbra, poi smise di trattenere il fiato.
 
«Darren, l’abbiamo superata. L’ho superata, oggi. Stavo solo cercando di riordinare le idee perché era un sacco di tempo che non succedeva. Avevo incominciato a credere di- insomma, non credevo l’avrei mai più superata.» Chris non aveva nemmeno più idea di quello che stava dicendo e detestava sentirsi in quel modo, in balìa di qualunque stramberia prendesse forma nella sua testa. Non ci prestava mai troppa attenzione quando era con Darren, perché sapeva che in qualche modo lui avrebbe saputo prendere quelle stramberie e interpretarle nel modo giusto. È strano come a volte qualcosa possa essere estremamente giusto ed estremamente sbagliato allo stesso tempo.
«In altre parole avevo ragione fin dall’inizio sul fatto che non è una cazzata.»
«Fai irruzione nella mia macchina per chiedermi che cos’ho che non va e finisci per farti i complimenti da solo, tipico.» Darren alzò gli occhi al cielo con un piccolo sorriso, e si fece più vicino. Fu un movimento appena percettibile, ma Chris se ne accorse.
«Senti, posso farti una domanda?»
«Come se avessi scelta.» Mormorò, sperando che fingersi seccato avrebbe mascherato decentemente il fatto che fosse piuttosto terrorizzato. Darren gli rivolse un sorriso rassicurante e Chris realizzò di non aver mascherato proprio un bel niente.
«Devi solo dire di sì o di no.»
«Avanti. Lo so che è l’unico modo per farmi lasciare in pace.» Darren lo ignorò e proseguì.
 
«Dal tuo discorso mi è sembrato di capire- insomma, hai provato qualcosa durante uno dei baci di oggi? Qualcosa per me, intendo.» Chris esitò solo per un attimo.
«No.»
«Okay, rettifico. Non devi solo dire di sì o di no, devi anche essere sincero.»
«Wow, qualcuno qui è sicuro di sé.»
«Chris.»
Odiava quando Darren lo faceva. Diceva semplicemente il suo nome e lui era già lì a provare tutte quelle cose che non avrebbe dovuto provare. E non era giusto per nessuno. Non era giusto per Will, che era così innamorato di lui che a volte Chris si sentiva tremendamente in colpa per essere quello dei due che ci teneva di meno. Non è bello da dire, ma nel novanta percento delle relazioni la verità è semplice: c’è chi ci tiene di meno. Con Darren non era così. Erano stati insieme solo qualche settimana di diversi anni prima, ma Chris si ricordava com’era con Darren, non lo aveva mai dimenticato.
Quel pensiero gli provocò un improvviso moto di rabbia, perché era profondamente ingiusto. Per se stesso, per Will, per Darren, per la ragazza di Darren- quando, esattamente, si era abituato all’idea che Darren stesse con lei? Perché improvvisamente aveva dimenticato come diavolo ci fosse riuscito?
 
«Sì.» Sussurrò e wow, Darren non se lo aspettava perché i suoi occhi si erano appena spalancati.
«Sì?»
«La risposta sincera alla domanda di prima è sì. E sul serio, smettila di ripetere quello che dico.» Darren rimase in silenzio per un momento e Chris avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere che cosa gli stesse passando per la testa.
«Quindi hai provato qualcosa per me?»
«Sì, Darren. , okay? Come ho detto ero venuto qui per riordinare le idee, e comunque non fa alcuna differenza.»
«Fa una grande differenza invece. Fa tutta la differenza.» Chris sospirò, esasperato.
«No, invece. Tu hai la tua ragazza, io ho il mio ragazzo, abbiamo le nostre carriere, la nostra amicizia- »
«E se non fossi l’unico ad aver provato qualcosa?»
Chris sentì lo stomaco contrarsi in una morsa fastidiosa eppure stranamente piacevole. Immaginò che Darren avesse sentito un’esplosione di consapevolezza simile alla sua mentre gli accarezzava il collo con le dita e mentre la lingua di Blaine scivolava tra le labbra di Kurt. Ma fu solo un attimo, perché non era più un ragazzino e quello era il mondo reale.
 
«Se anche fosse non è niente per cui valga la pena rovinare amicizie o fidanzamenti storici.»
«Anche noi due siamo stati insieme.»
«Sono stati due mesi, erano due anni fa e avevamo detto che non ne avremmo più parlato- »
«Okay, come vuoi.»
Darren smise di guardarlo e Chris capì di averlo ferito. Non credeva che sarebbe stato in grado di sentirsi in colpa su così tanti livelli nei confronti di così tante persone, ma dopotutto quella si era rivelata una giornata ricca di sorprese. Allungò istintivamente una mano e la strinse sul braccio di Darren con fare confortante. Poi si sentì un totale idiota e lasciò perdere.
«Sto solo cercando di fare la cosa giusta.» Mormorò, e fece una smorfia nel sentire come quelle parole gli suonassero stupide. Avrebbe solo voluto non averle dette, ma ormai era troppo tardi. Darren fece una specie di risatina triste.
 
«Certo che vuoi fare la cosa giusta. Sai, credo che il “qualcosa” che ho provato- che provo io sia molto diverso dal “qualcosa” che provi tu.» Chris spalancò gli occhi, piantandoli in quelli di Darren.
«Tu non sai niente del mio “qualcosa”.»
«No, perché ti rifiuti di parlarne, eppure non ti sei fatto problemi a sminuire il mio, di “qualcosa”.» Di nuovo quel nodo allo stomaco. Chris cercò di ignorarlo, perché non c’era modo che riuscisse a mandare avanti quella conversazione con il dubbio che forse – solo forse – Darren non avesse dimenticato quei due mesi insieme.
«Mi dispiace.»
«Presto, molto presto questo show finirà. Non ci sarà più nessun bacio, mai più. Tu- tu riesci a sopportarlo? Perché io sto facendo parecchia fatica.»
Non ci aveva pensato. Era stato talmente preso a rimuginare su quel bacio da non riuscire nemmeno a vedere al di là del suo naso. Il pensiero di non poter più baciare Darren lo travolse come un’ondata di angoscia. Era sbagliato sotto talmente tanti punti di vista che non aveva nemmeno senso considerarli tutti, eppure Chris non riusciva a sopportare il pensiero di un futuro in cui non avrebbe più baciato Darren. Cercò i suoi occhi con urgenza, scuotendo la testa.
 
«Non posso.» Disse semplicemente, prima di abbassare lo sguardo. «Scusa. Immagino che il mio “qualcosa” sia latente da parecchio tempo e che stasera stia dando il peggio di sé.» Emise una risatina nervosa.
«Il mio è sempre stato lì.» Sussurrò Darren, e Chris capì che anche il suo era sempre stato lì, a dispetto di tutte le bugie che si era raccontato.
D’un tratto sentì che la cosa giusta era semplicemente dirglielo. Era come se avesse l’urgenza che Darren lo sapesse subito, il prima possibile. Chris lo guardò negli occhi in silenzio per una manciata di secondi, chiedendosi qual è il punto di essere uno scrittore se ci sono occasioni in cui non riesci nemmeno a mettere insieme una parola dietro l’altra.
Darren gli fece un piccolo sorriso: doveva avere un’espressione ridicola, come minimo.
 
«Che cosa c’è?»
«È solo il mio “qualcosa”, io- io non lo so, credo di amarti. No, okay, so che ti amo. È che credo di non avere mai smesso. E- niente. Solo questo.»
E Darren non era mai sembrato più bello di adesso, esattamente con quell’espressione in faccia ascoltandolo mentre inciampava sulle sue stesse parole nel tentativo di dirgli in modo decente che era innamorato di lui. Tentativo fallito, naturalmente.
«Dici sul serio?»
«No, dico per finta. Ti sembra che scherzerei su qualcosa del- che cosa fai?»
Lo chiese prima di riuscire a fermarsi, sentendosi un grande idiota perché era abbastanza ovvio che cosa Darren avesse intenzione di fare, avvicinandosi a lui così tanto che le punte dei loro nasi potevano quasi sfiorarsi. Contrariamente alle sue aspettative, non lo prese in giro per quella domanda.
 
«Ti bacio.»
Avrebbe dovuto dire di no, aveva tutte le buone ragioni per dire di no. Non che quella fosse una domanda, più che altro sembrava la più ovvia delle dichiarazioni di intenti. Ad ogni modo, disse di sì. Più che altro annuì, perché voleva solo che Darren lo baciasse immediatamente e che quella sensazione di giusto fosse abbastanza forte da eclissare tutto ciò che c’era di sbagliato.  Darren non aspettò nemmeno che finisse di muovere la testa su e giù: gli prese il viso tra le mani e ricollegò le loro labbra con naturalezza, come era successo per tutto il giorno, a parte il fatto che era completamente diverso.
Non c’era un copione da seguire, non c’era nessuno a guardarli; c’era solo Darren che lo attirava con urgenza verso di sé e Chris che gli separava le labbra con la punta della lingua. Quando la travolgente sensazione di quel pomeriggio lo colpì di nuovo Chris si rilassò completamente tra le sue braccia e una parte di lui si sorprese di quanto fossero incredibilmente vicini in quel momento. Aveva passato due anni a sentire la mancanza di quella vicinanza e in qualche strano modo non lo aveva saputo fino a quel momento. Quando Darren si separò da lui Chris gli fu silenziosamente grato per avere ancora la fronte appoggiata alla sua, come se non riuscisse a stargli più lontano di così.
 
«Possiamo- lo so che pensi che sia sbagliato- »
«Non penso che sia sbagliato.» Lo fermò Chris. Perché sarebbe stato estremamente difficile e doloroso, ma non sbagliato, mai. Non si era mai sentito nel posto sbagliato per breve periodo che aveva trascorso con Darren. Destabilizzato, forse, ma non era mai stato colpito dal senso di colpa di amarlo di meno, o dalla paura di amarlo troppo. Avevano un equilibrio tutto loro, ed era solo una delle ragioni che avevano fatto sì che si innamorasse di lui. Darren lo guardò con gli occhi splendenti di quando era davvero felice.
 
«Ti amo.» Sussurrò sulle sue labbra, così piano da farlo sembrare un segreto. In un certo senso lo era, in fondo. Chris baciò di nuovo Darren, e pensò che dopotutto il loro “qualcosa” valeva ogni secondo di ciò che avrebbero dovuto affrontare per proteggerlo.
  
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